22.4

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«Chicchirichi.» Mi sveglio di soprassalto sentendo gracchiare il verso di un gallo vicino al mio orecchio.

Angel e Serena, saltano dispettose sul letto cercando di svegliare me e Brianna.

«Sono sveglia.» Borbotto per farle smettere.

«Basta smettetela!» Ringhia Brianna, stanca di sentirle saltare.

Ieri sera alla fine siamo sopravvisuti a quella burrascosa stradina, il cellulare di Brianna è stato ritrovato, ed una volta tornate a casa abbiamo dato inizio al nostro pigiama party.

Ricordo che a metà serata stanche di vedermi col telefono in mano, le ragazze mi hanno obbligata a tenerlo spento.

"Oddio il mio cellulare è spento." Sobbalzo.

«Ben!» Urlo, conscia del fatto che il mio fidanzato avrà dato di matto per queste ore di silenzio.

Sarà completamente fuori di testa.

Salto con un balzo fuori dalle coperte lasciando basite le mie amiche per la mia agilità e corro ad accendere il telefono, pronta al peggio.

Prende vita dopo un minuto esatto.

Attivo la connessione dati e passano esattamente cinque secondi, si cinque secondi, perché li sto maledettamente contando, prima che il mio telefono cominci a vibrare impazzito per il numero di messaggi.

«Cavolo!» Impreco. «Sono nella Merda!»

Mostro lo schermo del cellulare alle mie amiche, che preoccupate mi son corse dietro.

"Amore sono appena arrivato a casa." Leggo il primo messaggio.

"Riley capito?"

"Che fine hai fatto, non siete uscite vero?"

"Riley perché non rispondi? Ho forse fatto qualcosa?"

«Sì, sei completamente nella Merda!» Mi rassicura Brianna conoscendolo abbastanza bene.

«Grazie tante per il supporto.» Dico nervosa.

"Ringrazia il cielo che sono senza patente e gli autobus non viaggiano nel cuore della notte, altrimenti sarei già lì ad esigere spiegazioni."

Ed io ringrazio davvero il cielo per averlo fatto trasferire a quanti più chilometri lontano da qui.

«Grazie!» Sussurro scherzando, per smorzare la tensione.

Guardo l'ora sull'orologio, le dieci e trenta, forse sono ancora in tempo per rimediare.

Faccio partire la telefonata.

«Speriamo che dorma.» Sussurro guardando le mie amiche, che incrociano stupidamente le dita in una silenziosa preghiera.

Sto quasi per chiudere dopo il quarto squillo, quando...

«Pronto.» Risponde con voce roca, segno che l'ho appena svegliato.

«Amore...» Rispondo con fin troppa enfasi, sapendo già la sfuriata che dovrò sorbirmi.

«Amore?» Provo a richiamarlo, ma dall'altra parte si sente solo silenzio.

«Ha riattaccato?» Chiedo in un sussurro alle mie amiche, guardando lo schermo del telefono per controllare, ma no, è ancora in linea.

Sento il rumore di una porta che sbatte dall'altra parte della cornetta, segno che si è chiuso in camera.

«Amore un cazzo, Riley. Che fine hai fatto? Sono nessuno secondo te? Sono diventato invisibile? Dove cazzo eri? Siete uscite?» straparla.

«Respira, Ben. Mi si è semplicemente scaricato il telefono. Siamo state tutta sera in casa, a giocare a stupidi giochi da tavolo e ad abbuffarci di zuccheri e cibo spazzatura fino a crollare in coma etilico.» rispondo infastidita, interrompendo la sua sfuriata. «Si certo, ed io dovrei crederti!

Non avete un carica batterie in casa?» Chiede ovvio.

«Non me ne son nemmeno accorta.» Mento.

«Certo perché non hai pensato che io potessi farmi sentire o forse non ti interessava?» Continua con le sue noiose polemiche.

«Avrei letto i tuoi messaggi prima di andare a dormire, ma son crollata senza volerlo.» Continuo a giustificarmi, inutilmente.

«A te non importa nulla di me, ammettilo e chiudiamo qui il discorso!» Ricomincia con le sue solite insicurezze.

«Ben tu non sei per niente un ragazzo semplice e facile da gestire, non lo sei mai stato, perché dovrei fingere che mi importi?» Rifletto sulle parole da usare, cercando il metodo giusto per non peggiorare la situazione, guardo negli occhi le mie amiche che continuano ad ascoltare la nostra conversazione, ed è ascoltando i loro consigli bisbigliati che capisco che forse sto usando un metodo sbagliato, perché con lui la tecnica del contro attacco non ha mai funzionato.

«Ben.» Sussurro dolcemente dopo qualche attimo di silenzio.

«Amore?» Ci riprovo.

«Che vuoi?» Continua a fare il prepotente, ma il suo tono di voce adesso è diverso, quasi arrendevole.

Lo sa persino lui che non riuscirà a resistermi ancora per molto.

«Amore mio, quando riuscirai a far entrare in quella tua ottusa testolina che Ti Amo! Davvero non riesci a vedere che ho occhi soltanto per te?» silenzio, «amore... ci sei?» Sussurro sapendo di averlo colpito nel segno.

«Ti amo anch'io.» Sussurra semplicemente, dopo aver distrutto le sue barriere, muri che innalza tutte le volte difronte alle più piccole difficoltà.

«Arrivo, ok? Sarò lì in un attimo.» Esclamo di punto in bianco, sorprendendolo.

«Arrivi dove, a casa mia?» Domanda lui frastornato.

«Si, a casa tua.» Confermo, convinta della mia decisione.

«A più di trenta minuti di autobus, tutta sola?» Domanda ancora, incerto.

«Sì!» Rispondo semplicemente.

«Da sola?» Ribadisce la domanda.

«Si patato, con chi dovrei essere?» Domando.

«Te lo puoi scordare signorina che ti lasci fare tutti quei chilometri da sola, vado a prendere la prima corsa disponibile e poi torniamo insieme a casa mia. Ti aspetto sull'autobus, io sarò quello in fondo.» Scherza, impartendo ordini.

«Ma..» Provo ad interromperlo.

«E non si discute. Non ti farei mai prendere l'autobus tutta sola, ti faccio compagnia.» Mi zittisce, staccando la telefonata.

Ed è guardando il sorriso sulle labbra delle mie amiche che capisco, che forse Ben sbaglierà i modi, con le sue insicurezze ed i suoi atteggiamenti per nulla pacati, ma nonostante tutto riesce comunque a mostrare, anche attraverso le piccole cose, i suoi sentimenti.

Ed io amo sentirmi al sicuro, protetta tra le sue braccia, circondata dal suo amore per me. 

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