24.1

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Pace?

«Stronzo... Che grandissimo stronzo.» Continuo a sussurrare da stamattina, mentre sono in camera.

«Stronzo.» Continuo a borbottare se ripenso al trattamento che mi ha riservato ieri sera, a come mi ha ignorata difronte la sua famiglia.

«Stronzo.» Dico ripensando alla sua stupida gelosia.

Gelosia, di cosa dovrebbe esser geloso? Non stavamo nemmeno insieme.

«Stronzo.» Continuo a borbottare, anzi glielo scrivo pure.

"Stronzo."

Digito velocemente in preda alla rabbia.

Invio.

«Con chi ce l'hai?» Sento dire alle mie spalle, mio fratello mi sorprende comparendo in camera mia.

«Mi hai spaventata.» Dico, regolarizzando il mio respiro, colta di sorpresa.

«Hai litigato con Ben?» Chiede ignorando le mie lamentele, curioso.

«Cosa te lo fa pensare?» Dico riservandogli un'occhiataccia.

«Il fatto che continuassi a borbottare offese gratuite contro il muro.» Ghigna.

Beccata.

«Vaffanculo Seth, esci fuori da camera mia, non è giornata.» Borbotto scaricando il mio malumore anche su di lui.

«Che principessa.» Ride mentre viene spintonato poco gentilmente da me fuori dalla camera.

Respira Riley agitarsi non porterà proprio a nulla.

Ho appena finito di ripetere questa frase nella mia testa, quando il telefono prende a squillare.

Rispondo senza nemmeno guardare il mittente, so già chi è.

«Che vuoi Ben?» Rispondo adirata.

«Buongiorno anche a te Luce.» Risponde allegramente.

«Non chiamarmi Luce, oggi non attacca.» Replico infastidita dal suo tono di voce allegro.

«Ci siamo svegliati con la luna storta stamattina? Luce dei miei occhi.» Mi provoca ancora.

«Chissà come mai, brutto stronzo.» Borbotto sottovoce, ma dalla sua risata posso intuire che mi abbia sentita ugualmente.

«Perché non esci fuori! Questa tua lingua lunga mi farà diventare matto un giorno, ne sono più che sicuro.» Commenta.

«Io non vado proprio da nessuna parte.» Dico sicura di me.

«Io non ci conterei troppo Riley, non fare la bambina capricciosa, sai che ti farò rimangiare tutto quello che hai detto, parola dopo parola.» Ed anche se non posso vederlo sono più che certa che un sorriso strafottente sia presente sulla sua brutta faccia tosta.

«Mi stai minacciando?» Lo provoco cercando di smorzare il suo ego.

«Non provocarmi, soltanto perché c'é un minuscolo telefono a dividerci, vieni a far valere le tue ragioni guardandomi negli occhi piccola.» Mi accusa.

«Stronzo.» Sussurro sporgendomi a guardare fuori dalla finestra, individuandolo subito.

«Guarda che ti ho sentita signorina.» Dice, puntando i suoi occhi su di me.

Sorride, e se per vedere quel sorriso dovessi affrontare le fiamme roventi dell'inferno, le affronterei altre cento, mille volte e ancora, e ancora.

«Scendi Riley.» Sussurra con voce roca, carica di malizia.

«Scendo.» Sussurro, ed il mio corpo si cosparge già di brividi al pensiero che fra non molto le sue mani saranno a contatto con la mia candida pelle.

Fremo, e muoio dalla voglia di catapultarmi fuori dalla finestra e raggiungerlo.

«Ce ne hai messo di tempo.» Sussurra poggiando le sue labbra tra i miei capelli.

Stretta tra le sue braccia, che riescono ad avvolgermi completamente.

Il volto poggiato con forza sul suo petto, sul lato destro, dove l'orecchio riesce a sentire i battiti del suo cuore, che vanno a ritmo col mio.

E sembra quasi intonare una melodia, la mia preferita, e potrei persino iniziare a ballare un lento.

E lui mi stringe ancor di più a sé, percependo forse i miei pensieri, solleva il mio volto ed iniziando a muovere dei piccoli, quasi inesistenti passi, mi bacia.

E non so se questo sia un sogno o la realtà, non riesco più a distinguerlo, ma se fosse davvero un sogno vi prego non svegliatemi mai più.  

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