Capitolo 13 (prima parte)

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Insieme al Fabbro e a Léo, rimango fuori dal palazzetto di Brescia per qualche foto con i tifosi. Purtroppo la partita contro Bologna è finita male. Abbiamo lottato fino all'ultimo secondo, ma un loro canestro allo scadere ha spento i nostri sogni di finale.

Lo scorso anno ci siamo fermati contro Milano, quest'anno contro di loro.

Questa Supercoppa sembra maledetta.

Oppure siamo destinati a doverci scontrare sempre contro le big italiane e a dover perdere.

Ma anche basta.

Una ragazza che ha più o meno la mia età si fa fare una foto con me dal fidanzato, e solo in un secondo tempo me ne chiede una con entrambi. Ha lunghi capelli neri e occhi altrettanto scuri che si posano ovunque con curiosità, come se fosse la prima volta che incontra la squadra, eppure ricordo di averla già vista in passato fuori dal palazzetto o quando iniziava la stagione e i tifosi si radunavano fuori dall'impianto per vederci entrare nel pullman prima di partire per il ritiro estivo. Indossa una sciarpa verde della Vulnus e la canotta di Teo sotto a una giacca di pelle. Le restituisco il telefono e lei mi guarda con una breve esitazione.

«Lavinia voleva venire fin qui, ma lavorava» dice.

Lavinia?

«La conosci?» le chiedo.

«Siamo nello stesso fanclub» mi spiega. «E ci ha detto che siete capitati al ristorante da lei.»

«Capisco. Fate buon viaggio a casa.»

«Anche voi» mi dice il fidanzato, un ragazzo venti centimetri più basso di me, anche lui avvolto dai colori della squadra.

Risalgo sul pullman e mi siedo nei posti di mezzo, mentre i ragazzi parlano di fermarsi a una rosticceria a recuperare qualcosa da mangiare al volo prima di andare.

A me si è chiuso lo stomaco.

Lavinia avrebbe voluto essere qui, a Brescia. Avrebbe fatto tutta la trasferta dal centro della Toscana solo per subire una cocente delusione.

Menomale che è rimasta a Villafiore. Anzi, se lavorava neanche avrà assistito alla disfatta.

«State tutti buoni» intima Colucci, muovendo le mani come a incitare i ragazzi ad abbassare la voce. «Stiamo andando a una pizzeria a taglio, prendiamo da mangiare lì e poi ripartiamo. Va bene?»

«Ma che cazzo, non potevano pensarci prima?» borbotta Marco. «Ora mi mangerei tutta la pizzeria dalla fame che ho!»

Anche Niko e Ryan si uniscono alle lamentele, che però Jemmy mette a tacere con un "tanto tra poco mangiamo tutti, non rompete", che mi trova perfettamente d'accordo.

Mi piazzo al solito posto e prendo il telefono per rispondere a un messaggio di mia madre.

"Siete stati bravi, vedrai che la prossima volta andrà meglio. Prima o poi vincerete contro quelle forti!"

Sorrido allo schermo, trovando conforto nelle sue parole. Anche se si trova in Ohio, non si perde una partita della mia squadra. Neanche ora che le ho detto che giocherò di meno sembra intenzionata a demordere.

"Prima o poi sì, lo spero. I ragazzi se lo meritano."

"Tu lo meriti."

È troppo buona con me. La mia prima tifosa da sempre, sin da quando ero un bambino e mi divertivo a giocare nel campetto del nostro quartiere con i miei coetanei. Quando le ho detto che sarei venuto in Europa, non ha fatto una piega, ma ha solo detto che le sarebbe dispiaciuto non avermi più vicino, ma che era felice di vedermi entusiasta per la nuova avventura.

E ora...

Mi arriva un nuovo messaggio, questa volta da Lavinia e ancora una volta su Instagram.

"Ho saputo che i ragazzi del fanclub ti hanno incontrato. Spero che non siano stati troppo invadenti. Ps. Mi dispiace per la partita."

"Dispiace anche a me. Non sono stati invadenti, non ti preoccupare."

Spero di non essere stato troppo brusco, ma non ho voglia di parlare della sconfitta che ancora mi sta bruciando. Dalle sue parole, però, ho la sensazione che neanche lei voglia parlarne.

"Mi hanno detto che saresti voluta venire" aggiungo.

"Mi sarebbe piaciuto, ma temo che quest'anno anche venire al Palavulnus sarà difficile con i turni" mi spiega.

"Non puoi chiedere una sera?"

"È complicato. Potrei in teoria, ma nella pratica no."

"Ti obbligano a lavorare tutti i giorni?"

"Non proprio... ho due lavori e quando non sono da uno sono dall'altro."

Ha due lavori. È una ragazzina di diciannove anni con due lavori e che non riesce a liberarsi neanche una sera per venire a palazzo. Figuriamoci per poter cenare con me.

Cenare con me... Niko mi sta mettendo la pulce nell'orecchio come si deve. Ho incontrato Lavinia appena due volte, di cui una di sfuggita e l'altra mentre lavorava. Non so se è abbastanza da poter dire di essere interessato a lei.

Ma lo sono.

"Quale altro lavoro fai?"

"Non mi va di parlarne. Ieri sera ho combinato un pasticcio e ancora non so se li ho fatti arrabbiare così tanto da mandarmi via."

"Mi dispiace. Ti sto facendo fare tardi?"

"No, tranquillo. Sono ancora al ristorante, devo finire di pulire alcuni tavoli e poi vado via."

Guardo l'ora, tra una cosa e l'altra si sta avvicinando la mezzanotte. E Lavinia sta ancora lavorando. Forse fa due lavori per pagarsi l'università? Non mi viene in mentre un'altra spiegazione plausibile.

«Alla fine ci stai parlando davvero.» Niko si è seduto al mio fianco e mi sta passando un cartone con della pizza al taglio. Non mi ero accorto che il pullman si fosse fermato, né che qualcuno fosse sceso e risalito.

«Non immaginare chissà quali discorsi» taglio corto.

«Intanto è qualcosa» replica lui, con la bocca piena. «Hai già un'idea su dove portarla fuori?»

«Non posso portarla fuori.»

«Che palle, devo rifarti di nuovo il discorso?»

«Lavora tutti i giorni.»

Sorride, soddisfatto. «Quindi ci stai parlando e la stai conoscendo. Bene.»

Di nascosto a lui, mando un messaggio a Pala. "Ti prego, salvami da Niko."

Daniele lo chiama subito per fare casino in fondo al pullman, ma dai sedili accanto Ethan mi lancia un'occhiata. «La ragazza?» mi chiede a voce talmente bassa che lo capisco solo leggendogli il labiale.

Non gli rispondo. Non ho tutta questa voglia di farlo diventare di dominio pubblico in squadra, anche se qualcosa mi suggerisce che già lo è.

Spazio autrice
Siete avvisate, care lettrici: questo è un capitolino di passaggio (infatti ha solo due parti, la seconda arriva venerdì). Ma ci sono alcune piccole cose importanti, soprattutto qui per quanto riguarda Mike (vedrete per Lav!).

Intanto abbiamo un piccolo pensiero per la madre, che vive negli Stati Uniti. Mike non parla molto del suo passato, quindi le informazioni verranno fuori pochissimo alla volta.

E vi ho dato la primissima indicazione su dove si svolge tutta la storia! Ebbene sì, Villafiore è in Toscana. Avevo in mente questa collocazione sin dall'inizio, ma non c'era mai stato modo di metterla da nessuna parte. Anche sui luoghi di Villafiore ci soffermeremo un po' alla volta, perché qui avremo modo di conoscere di più la città^^

Baci a tutti e grazie per la lettura,
Snowtulip.

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