Capitolo 12 (terza parte)

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Rientro in lacrime nel camerino. Non sono riuscita a fermarle mentre il manager mi rimproverava. Non gli è piaciuto che abbia suonato uno dei miei pezzi senza avvertirlo, ma quando avrei potuto farlo? Non è arrivato fino a molto dopo che io e Nelly avevamo già iniziato e non c'è stata occasione per parlargliene.

Lei è entrata dopo di me nel suo ufficio e immagino che anche a lei ne starà dicendo di tutti i colori per avermelo permesso. Anzi, forse il suo rimprovero sarà ancora peggiore del mio, perché è stata proprio Nelly a spingermi a farlo e a non pensare alle conseguenze!

Non potevo aspettare lunedì e discuterne con lui? Perché ho fatto di testa mia? E se avessi mandato tutto all'aria perché ho preso l'iniziativa? E se non mi tenessero più qui?

Non riesco a smettere di piangere, mentre mi cambio e arrotolo il vestito per nasconderlo nello zaino. Vorrei nascondere tutto di me, vorrei dimenticarmi di esistere sul pianeta. Non mi sono mai sentita tanto umiliata.

Solo per aver suonato un mio brano, neanche fosse cascato il mondo!

E se invece mi avesse rimproverata per la decisione ma in realtà voleva dirmi che compongo da schifo e che è meglio che non lo faccia mai più per il bene dell'Oasi?

Raccolgo le mie cose e mi infilo la giacca per uscire. Ormai sono le due passate, ma non è un problema: ho già preso gli autobus notturni, anche prima di iniziare a lavorare qui.

Romeo Roggero mi ha trattenuto per un tempo indefinibile... E mi trattata da schifo. Mi sembra ancora di sentire la sua voce che mi dice "ora che hai firmato il contratto, non puoi fare come ti pare. Non sei qui per metterti in mostra, ma solo per lavorare!"

Come se volessi mettermi in mostra... nessuno dei commensali si è accorto che il mio brano era originale e che non era opera di altri. Se Nelly non l'avesse detto al microfono, non l'avrebbe saputo neanche lui. Mi avrebbe solo detto di rispettare la scaletta.

«Ti serve un passaggio?»

Enzo. La sua voce calda e gentile mi blocca mentre sto uscendo dalla porta principale. Anche lui si è cambiato e ora indossa dei semplici jeans con una maglietta dei Nirvana.

«Non so se...» inizio a dire.

«Lav, è tardi, chissà chi incontri in giro. Giuro che non mordo.» Abbozza un sorriso. «Però devo chiederti di aspettare Nelly.»

Una morsa mi attanaglia lo stomaco. Nelly. Non riesco a pensare di vederla, non dopo che sta prendendo una lavata di capo per colpa mia.

«Non me la sento, non voglio disturbarvi. Grazie lo stesso.» Me lo lascio alle spalle senza ascoltare la sua risposta e mi fiondo a passo spedito alla mia fermata dell'autobus.

Il freddo mi pizzica il viso, ancora umido per il pianto, e anche gli occhi sono dolenti, forse per il mascara che dev'essermi colato. Chissà in che condizioni mi avrà vista Enzo.

Ma che mi importa di Enzo?

È un bel ragazzo.

Metto a tacere la vocina nella mia testa, perché non voglio darle retta. Non voglio innamorarmi di nessuno, né di Enzo, né di chiunque. Anche se la parte più razionale di me mi suggerisce che chiunque sarebbe meglio rispetto a crearsi false illusioni su Mike.

Mike.

Il mio inconscio mi ha sempre spinta a prendermi delle sbandate clamorose pur di togliermelo dalla mente. Ma le mie cotte erano così assurde – con ragazzi troppo belli o troppo popolari per me – da far finire in un nulla di fatto qualsiasi storia ancora prima che nascesse un qualche tipo di sentimento.

E ora avverto quella stessa sensazione, quel calore allo stomaco quando incrocio lo sguardo di Enzo... E la lingua che si annoda perché non riesco a dire niente di intelligente quando è nei paraggi.

Ma percepisco altrettanto bene il suo legame con Nelly, che però non riesce a vederlo in quel modo. E io... chissà che pena dovrò fare a entrambi.

Piango ancora di più, se possibile, mentre sono sull'autobus, con la musica dello Schiaccianoci alle cuffie a farmi compagnia nel tragitto verso casa.

Basta, basta sentimenti, basta sogni, non mi merito un bel niente.

Se domattina Roggero mi chiamerà e mi dirà che sono licenziata, mi sarà stato di lezione. Me lo sarò meritata, perché sono stata troppo intraprendente, perché non devo permettermi di volare troppo in alto.

Sono solo una ragazzina in un mondo di adulti, in fondo alla catena gerarchica della vita. Cameriera a giorni alterni, musicista per sogno e unicamente grazie a mani benefattrici. Tutto quello che ho, tutto il poco che ho, lo devo a Riccardo e a Oreste Faggi, perché altrimenti non sarei nessuno. Solo una ragazzina che avrebbe un disperato bisogno di lavorare per poter coltivare una passione.

Nella mia vita sfortunata, ho avuto la fortuna di lavorare all'Osteria, altrimenti non avrei avuto niente. Quanti capi sono disponibili e paterni come lo è Riccardo con me, Jasmine, Yuri e tutti gli altri? Jasmine dice che è il posto migliore in cui ha lavorato e non stento a crederle.

"Stai bene?"

Il messaggio è di Nelly.

Blocco il telefono, perché non voglio risponderle. Come dirle che sto uno schifo? Come dirle che tutto intorno a me è uno schifo e l'unica volta in cui ho provato a spingermi un po' oltre la mia timidezza, oltre le mie paure, ho fatto incazzare il manager del posto in cui lavoro da appena due settimane?

Ho sbagliato tutto, non avrei dovuto propormi di suonare lì, non posso neanche sperare di poter entrare al Conservatorio, non posso nemmeno...

Il telefono vibra di nuovo.

"Devo chiamarti? Hai bisogno di qualcosa?"

"Sto bene" le rispondo sbrigativa.

"Non è vero. Mi dispiace, non doveva rimproverarti. È colpa mia, ti ho detto io di suonarla lo stesso."

"No, Nelly, non c'entri tu. Non c'entra neanche Roggero o l'Oasi. È tutto il resto."

Sono vaga, ma non ho voglia di mettermi a spiegare, non quando c'è anche Enzo con lei che potrebbe leggere i miei messaggi. Mi sento il cuore pesante e che batte come un martello pneumatico.

Stasera rischio un infarto, tanto vale scendere alla fermata a pochi passi dall'ospedale.

Ma che sto dicendo? Un infarto a diciannove anni?

Devo calmarmi. Devo decisamente calmarmi.

Arrivo a casa e metto a bollire del latte in un pentolino. Cerco tra le credenze la cioccolata in bustina del supermercato e la sistemo accanto alla mia tazza della Vulnus, che cambia colore se all'interno la bevanda è calda: dal bianco si tinge di verde e la scritta verde "Sempre con te" – che recita uno dei vecchi slogan che i tifosi espongono sugli spalti – sparisce per essere sostituita da una bianca che dice "Vulnus nel cuore" – altro striscione storico.

Domani sera, almeno, potrò consolarmi con la partita vista dall'Osteria.

Spengo il fuoco sotto al pentolino, verso il latte nella tazza e unisco la polvere al cioccolato, che inizio subito a mescolare sperando che non faccia grumi e che non mi venga un pastrocchio come sempre.

"Stasera ti cercavano delle ragazze": è il messaggio che è appena arrivato da Jasmine, che oggi era di turno.

"Non dirmi che erano le galline che venivano al liceo con me."

"Non credo, mi sembravano più grandi di te. Una aveva l'accento francese. Un'altra era una bionda alta e bella, un'altra carina con dei capelli castani e gli occhiali e un'altra ancora più in carne e riccia. Le conosci?"

Per un momento mi si blocca il respiro.

Se non sto volando troppo alto con la fantasia, potrei sapere chi sono. Rispettivamente, le fidanzate di Jérémy Arnaud, di Tomic figlio, di Daniele Palanca e di Marco Regis.

Sono venute all'Osteria per cercarmi? Sanno di me? Vogliono dirmi di stare alla larga da Mike?

Dio, spero di no... la ragazza di Tomic mi è sempre stata simpatica...

"Se ti mando delle foto, le sai riconoscere?" le chiedo.

"Penso di sì. Anche se ho la memoria corta, le ho viste stasera! Manda, manda", poi aggiunge un "Non prendertela, ma ho detto che lavori anche all'Oasi, forse potresti ritrovartele lì..."

Spero di no, spero vivamente di no. Non riuscirei a sopportare un'altra figuraccia.

Le invio gli screen dei loro profili social, tranne della ragazza di Arnaud, perché non mi sembra che ce l'abbia.

"Sono loro."

Spazio autrice
Plot twist finale! Pensavate che il resto della squadra se ne sarebbe stato buono ad aspettare che Mike facesse la sua mossa? Invece no XD

Potete anche farvi una vaga idea di chi abbia deciso di andare all'Osteria per indagare su Lavinia ;)

A proposito di lei... immaginavate che la serata sarebbe andata tanto male? O pensavate che Roggero avrebbe apprezzato il cambio di programma?

Baci a tutti e grazie per la lettura,
Snowtulip.

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