Capitolo 18 (prima parte)

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

La partita contro Varese va bene. Va bene perché loro sono una squadra che gioca bene da diverse stagioni e averci vinto grazie a dei canestri importanti nell'ultimo minuto gasa tantissimo sia i giocatori sia noi pubblico sulle gradinate.

E, cosa che mi scalda il cuore più di tutto, uno di quei canestri è una tripla di Mike dall'angolo più vicino al punto degli spalti in cui mi trovo io. Ha alzato la mano indicando i tre punti rivolgendosi ai tifosi e la mia fantasia mi ha spinta a credere che con lo sguardo cercasse me tra i visi tutt'intorno.

Sono arrossita, ma nessuno ci ha fatto caso, perché ogni singola persona che mi circondava era concentrata sulla partita.

Quando Jacob Finney ha schiacciato sull'azione finale è venuto giù l'intero Palavulnus.

Rimaniamo ad applaudire quando suona la sirena, con i giocatori che ci ringraziano passeggiando sul parquet e applaudendo a loro volta in direzione del pubblico, a prescindere dal settore. Tutto il palazzetto, fatta eccezione di una piccola macchia rossa dei tifosi di Varese in trasferta, è tinta di verde con sprazzi di bianco qua e là.

Non perdo di vista Mike neanche per un secondo, ma sono certa che si ricorda della promessa di incontrare me e i ragazzi del fanclub dopo la partita, perché stamattina mi ha inviato un messaggio per dirmi di trovarci fuori dall'impianto dal lato del parcheggio all'aperto.

Così, quando ormai i giocatori sono spariti all'interno del tunnel degli spogliatoi e anche sugli spalti i tifosi iniziano a defluire verso l'esterno, come una marea verdastra, Cornelia mi prende sottobraccio.

«Gli hai detto di aspettarci?» mi chiede a bassa voce.

«Non credo che serva, se ne ricorderà.»

«Scrivigli, no?» insiste.

Mi limito a sospirare e a scostarmi dalla sua stretta. Mi mette a disagio quando mi spinge a prendere l'iniziativa. Ho ritmi lenti per abituarmi a nuove situazioni e tutto ciò che nell'ultimo mese mi è accaduto con Mike è stato fin troppo precipitoso.

Raggiungiamo l'esterno insieme agli altri del fanclub e camminiamo insieme verso il parcheggio.

A quanto pare, altri tifosi non hanno avuto la stessa pensata, ma probabilmente saranno già andati a Brescia per la Supercoppa o avranno altri impegni domenicali che li tengono lontani dalla zona in cui transitano i giocatori.

Infatti vediamo Pala e Tomic andare via insieme, così come Leroux e Teo poco dopo.

Rimaniamo in attesa chiacchierando tra noi, rievocando alcuni momenti della partita.

«E quella stoppata di Arnaud? Ha le molle sotto i piedi, salta parecchio in alto!» sta dicendo Gigi.

Mi viene da sorridere, perché proprio durante le sue parole Jérémy Arnaud sbuca fuori dall'impianto insieme alla fidanzata. I due si rivolgono qualche sguardo innamorato e camminano insieme tenendosi per mano fino a un'automobile, prima di sparirci all'interno e passare davanti a noi uscendo dal parcheggio.

«Non so se invidiare più lei o lui» commenta Cornelia. «I loro figli saranno un concentrato di figaggine!»

Dopo che anche Jacob Finney, Emanuele Portelli e Ryan Hill sono andati via, ecco che Mike esce dall'impianto insieme a Ethan Carson.

Ci saluta da lontano con un cenno della mano, così come fa anche l'altro americano, che rimane al suo fianco per tutto il tragitto.

I ragazzi li accolgono con calore e facendo loro i complimenti. Io sono in disparte, imbarazzata perché non so cosa dire. Ho già incontrato Carson all'Osteria, ma non ho parlato con lui come invece mi è capitato con Tomic o Pala, che erano quelli più vicini a me quando sono andata a prendere le ordinazioni.

Ma ricordo la sua voce che diceva che sono carina, mista alle altre.

Arrossisco al pensiero, perché mi torna in mente che uno dei ragazzi ha detto che Mike stava pensando a me.

E ora che mi è vicino, non ho la più pallida idea di come comportarmi.

«Stai bene?» mi chiede con un sorriso.

«Sì, è stata una bella partita.»

Gli altri del fanclub chiacchierano con Carson e gli chiedono degli autografi e delle foto, a cui lui si presta volentieri.

«La macchina?» mormoro a Mike. «L'hai recuperata?»

Me la indica con un cenno del mento. «È tutta intera. Ho anche fatto controllare il motore e tutto, è in condizioni perfette. Domani non avremo problemi.»

Gli sorrido, ma subito mi accorgo che Cornelia ci stava ascoltando.

La mia segretezza, il mio riserbo, tutto quanto, è appena andato a farsi benedire.

Ora Cornelia sa che domani ci vedremo e mi implorerà di saperne di più perché è curiosa del rapporto che sembriamo avere. Cerco di mantenere i piedi per terra il più possibile, ma sarà fin troppo complicato se alimenta le mie speranze!

Mi volto in modo da dare le spalle ai ragazzi e, soprattutto, a lei. «Finisco intorno a mezzanotte, spero che per te non sia tardi.»

Mike aggrotta le sopracciglia, sorpreso dal mio comportamento, ma mi fa un cenno di assenso. «Non è tardi, va bene.»

Per fortuna il nostro discorso segreto è interrotto dall'intero fanclub che pretende una foto insieme a lui e a Ethan Carson.

I giocatori ci salutano con affetto, dicendoci un blando "ci vediamo a palazzo", poi si dirigono entrambi verso il parcheggio. Rivolgo un ultimo sguardo a Mike, che si gira per sorridermi.

Mi sorride. Tra tutti quanti cerca proprio me.

Rimango a fissare la sua figura mentre si allontana sempre di più, ignorando il vociare dei ragazzi.

Cornelia mi prende da parte. «Che significa che domani non avrete problemi?» sussurra.

«Ecco, lui...»

«Ti ha invitata a cena fuori! Lo sapevo!»

«No!» Avvampo, perché non so che razza di scusa inventare. «Per caso è capitato all'Oasi e ha scoperto che finisco tardi. Domani verrà di nuovo a cena lì e si è offerto di riportarmi a casa, fine.»

Mezza bugia, perché non so se avrà intenzione di cenare al locale. Ma non sono capace a mentire e Cornelia lo sa, perché il suo viso si illumina: tutto il resto è vero.

«E perché dovreste avere dei problemi? Siete già usciti di nascosto?»

«No, ecco...» Arrossisco ancora di più, ma perché non è sera? Così si vede che sono più rossa di un pomodoro! «Voleva riaccompagnarmi a casa già la scorsa volta, perché era tardi e non voleva che prendessi l'autobus, ma gli si era bucata una gomma.»

«Tu e questa mania di fare la raminga tra gli autobus» sorride Cornelia. «Di notte non è sempre tutto tranquillo, ha fatto bene a proportelo.»

«Sì, ma è un po' imbarazzante.»

«Lav, se lui ti piace, non vedo dove sia l'imbarazzo. Se non gli importasse nulla di te, non ti accompagnerebbe a casa.» Iniziamo a camminare con tutto il gruppo, allontanandoci dal Palavulnus. «Insomma, per tutte le volte che sei tornata dalle partite con i mezzi, quante volte Giulio o Gigi si sono offerti di riportarti a casa?»

«Non era mezzanotte, però.»

«Ma il punto non è questo: avresti dovuto vedere la sua faccia mentre ti guardava. È cotto a puntino. E tu... da quanto tempo hai un debole per Mike? Da quanto tra tutti i giocatori preferisci lui di gran lunga?»

Resto in silenzio, pur di non rispondere.

Cornelia sa che Mike è il mio amore platonico. Quell'amore che non crederei mai realizzabile.

«Ti rendi conto di quanto è impossibile che gli piaccia?»

«Svegliati, Lav, perché un bocconcino così non ti ricapiterà mai più» replica Cornelia, prima di piantarmi e andarsene via con Bruno mano nella mano.

Spazio autrice

E questo nuovo incontro? Quanto ci ha visto lungo Cornelia? Mike è andato più di quanto lui stesso si renda conto XD

Ma sappiate che ci stiamo avvicinando alla "parte bella". Lo so, ve li sto facendo sudare... ma spero che ne valga la pena ;)

Fatemi sempre sapere cosa ne pensate e seguitemi su instagram!

Baci a tutti,
Snowtulip.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro