Capitolo 19 (prima parte)

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Al termine dell'allenamento, i ragazzi se ne tornano allo spogliatoio un po' alla volta, mentre io rimango ancora per provare i tiri liberi. Ho una percentuale discreta, ma vorrei migliorarla.

«Se te ne stai qui, ci pensa qualcun altro a bombarsi la tua camerierina-pianista» scherza Niko a bassa voce, in modo che possa sentirlo solo io. «Fossi in te, non me la lascerei sfuggire.»

Mi volto e gli faccio un gesto come per tirargli il pallone in faccia, ma lui si scosta e continua a ridacchiare filando via.

Faccio cenno a Teo di avvicinarsi. Ha assistito alla scena in silenzio e con la stessa espressione impassibile di sempre.

Mi prende la palla dalle mani, arretra sul tiro da tre punti e mette a canestro. «Non ho parlato con Daisy. È scostante anche con me. Sei in pena per Liam, ma anche Darko ne sta soffrendo e non so che fare. Era questo che volevi dirmi, no?»

«No.» Gli dico di piazzarsi accanto a me sulla lunetta, ma tiro dritto sul ferro. «Mi dispiace che tu non riesca a parlarci.»

Teo scocca un'occhiata alla porta, dietro cui sta sparendo anche il Fabbro, uno degli ultimi ad andarsene. «È difficile, non abbiamo mai avuto problemi.»

«Può essere la crescita. Le ragazze diventano adolescenti presto... e lei ormai ha quell'età.»

«Per me è ancora la mia bambina.» Si incupisce, come se non riuscisse a dirmi che dietro c'è dell'altro più profondo che non esprime a parole. «Di solito non ci serve comunicare, ci capiamo al volo. Ma ora... Non sono bravo con queste cose.»

«Troverai un modo, è pur sempre tua figlia e vi volete bene.»

«Non basta. C'è una barriera tra me e lei che non so superare.»

Palleggio a terra e guardo il canestro, mentre Teo mi osserva a braccia conserte. Tiro, facendo centro. «Puoi chiedere a chi è stata un'adolescente e sa cosa si prova a stare al suo posto.»

«La persona più simile è Sasha, ma non ho la confidenza per parlarne con lei.»

Traggo un profondo sospiro. Anche la ragazza di Niko è figlia di un importante giocatore e ha dovuto convivere con il peso del proprio cognome. E anche suo padre non mi è mai sembrato un uomo espansivo, come d'altra parte non è neanche Teo.

«Volevi dirmi qualcosa?» mi chiede.

«Ho fatto capire a Lavinia che provo qualcosa per lei» gli spiego e gli racconto in breve di ieri sera. «Dopo vado a prenderla al locale in cui suona e le ho detto che ne avremmo parlato. Mi sentivo sicuro, ieri, adesso non so se sto andando di corsa.»

«Hai detto tu che è una ragazza intelligente. Dille che non vuoi metterla in una brutta posizione, capirà.»

«Teo, io credo che... Insomma, che sia troppo tardi. C'è stato un momento in cui mi ha guardato e ho pensato che da come mi guardava avrei dovuto baciarla. Cioè, che l'avrebbe desiderato.»

«Fatti un favore: esci con lei, passaci del tempo insieme e conoscila meglio. Se ti serve a stare in pace, baciala. O non baciarla, se non te la senti. A te piace per come l'hai vista, e l'hai vista in modo superficiale.»

«Ma l'altra sera...»

«Non conta. Avete parlato di cose personali perché vi sentivate di farlo: avete un'affinità iniziale. Ma non basta sempre. Devi essere sicuro che ti piacciano più cose di lei, non solo l'aspetto fisico e il suo modo di essere in alcuni momenti. Devi conoscerla, anche se è difficile per te farlo nelle condizioni in cui vi trovate entrambi.»

Sospiro, acciuffo un pallone e in silenzio lo lascio al magazziniere che deve metterlo via.

Teo mi posa una mano sulla spalla. Sul volto ha la solita e impenetrabile espressione. «Lo so: è difficile e non volevi ritrovarti subito in una relazione, perché la fine con Audrey è stata uno schifo. Ma te lo meriti. Cerca di essere felice, Mike. Se non vuoi farlo per te, fallo per noi.»

Scrollo le spalle senza dire nulla, perché mi si è formato un nodo alla gola. Ho l'improvvisa consapevolezza che Lavinia non solo mi piace, ma che vorrei anche avere una relazione con lei. Di che tipo, ancora non lo so. Ma più penso a lei, più voglio tornare nel ristorante dove lavora, o percorrere tutta Villafiore per andare al suo locale a bearmi del suono del pianoforte sfiorato dalle sue dita. Ci andrei anche adesso, se solo potessi.

Non posso aspettare fino a mezzanotte.

Spazio autrice

Non mi stavo dimenticando! Ma oggi è stata una giornata frenetica e mi sto fermando soltanto ora.

C'è una piccola novità sul mio profilo, avete notato? No? Andate a vedere!

Questa prima parte del capitolo è introduttiva. Non potevo lasciare Mike senza che chiedesse un consiglio a Teo, no? Vedrete che questo non è l'ultimo dialogo tra loro due e sono certa che continuerete ad amare Teo (chi non lo ama?).

Nel prossimo i nostri protagonisti si incontreranno di nuovo, quindi... Tenetevi pronte!

Baci a tutti,
Snowtulip.

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