Capitolo 29 (seconda parte)

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"Sto andando da Sasha. Ha detto che le va bene se arrivo prima... Dopo ieri, non ho il coraggio di restare a casa."

Lavinia mi ha appena scritto per dirmi che vedrà la partita con le ragazze. Ha anche detto che ieri sera si è licenziata dal ristorante in cui lavora, ma non mi ha spiegato per quale motivo. Ancora non riesco a capire perché l'abbia fatto, aveva e ha ancora bisogno dei soldi che avrebbe guadagnato lì per il Conservatorio...

Quando la casa discografica l'ha costretta a smettere di fare la cameriera ha avuto una reazione di shock. Può darsi che in questo lasso di tempo si sia abituata alla prospettiva, ma ho la sensazione che qualcosa mi sfugga.

"A tua madre non l'hai detto?" le chiedo.

"Non ce la faccio. Non ha preso bene il fatto che non avrei potuto continuare, con che faccia le dico che mi sono licenziata?"

"Ma perché l'hai fatto?"

Visualizza, ma non risponde. Sono sicuro che, se gliel'avessi chiesto di persona, mi avrebbe baciato per evitare di parlarne. Adesso che non siamo fisicamente insieme, evita direttamente di parlarmi. Sto imparando a capirla attraverso i suoi comportamenti: se qualcosa la mette a disagio, si chiude nel silenzio. Eppure, mi piacerebbe che con me si sentisse libera di esprimersi. Non le ho dato modo di capire che la ascolto, che la supporto e che vorrei aiutarla?

Apro la rubrica e cerco il suo numero. La foto di lei al pianoforte è bellissima, quasi quanto Lavinia stessa. Mi convinco a cliccare sulla cornetta verde, perché vorrei sentire la sua voce.

«Non dovevi chiamarmi» mormora, appena risponde.

«Ti do fastidio?»

«No, non è questo...»

«Ehi, che succede?» le chiedo, con il tono più dolce che ho. Dovrei darle un nomignolo, qualcosa che sia solo nostro.

«È-è un casino, Mike

«Che casino? Devo preoccuparmi?»

«No, cioè, io... credo di no. È nella mia testa. Tu sei sempre tu e io non mi sento alla tua altezza.»

«Per questo ti sei licenziata? A me non dà fastidio il lavoro che fai, devi essere libera e indipendente.» Voglio metterlo in chiaro, perché era uno dei timori che avevo ancora prima di iniziare a frequentarla. «Non devi essere condizionata da me. Per inteso, tengo molto a te, quindi non dico che non devo far parte della tua vita e dei tuoi pensieri... ma la mia presenza non deve diventare un problema.»

Rimane per qualche istante in silenzio. «Non lo è

Sta mentendo, altrimenti sarebbe stata più decisa. Aveva ragione, è facile capire quando qualcosa non va in lei.

«Sicura?»

«Sì, ho litigato con Yuri. Negli ultimi tempi è diventato impossibile da sopportare e a Riccardo conviene tenere lui, visto che io da gennaio non potrò più esserci. Mi sono tolta di torno, è stata la scelta migliore per tutti

«E per il Conservatorio?»

«Conterrò le spese, magari mi compro una maglietta in meno o faccio colazione fuori una volta di meno. In qualche modo troverò un modo

Mi piacciono la sua decisione e la sua calma. Ancora una volta, Lavinia si dimostra una persona matura.

«Vorrei vederti presto, ma domani non posso» le dico, in un bisbiglio. «Dovrò stare con Liam.»

«Tanto ci vediamo lunedì» mi ricorda. Fino a lunedì sera sarà un'attesa lunghissima.

«Mi dispiace, non posso neanche trovare un modo per...»

Sono interrotto dal campanello alla porta. Chi è che rompe proprio adesso?

«Scusa, Lavinia, mi chiamano. Ci sentiamo più tardi.»

«Va bene, Mike. Buona partita

Chiudo la chiamata e mi avvicino alla porta. Pala e Jemmy mi stanno aspettando. Che ci sia una riunione tecnica di cui non sapevo nulla?

Apro ai ragazzi. «Tutto okay?»

«Sì, ti dovevamo solo chiedere una cosa.» Jérémy mi circonda le spalle con un braccio e mi allontana dalla soglia, che rimane spalancata. «Ma la sera della proposta di Pala vuoi tornare a casa con Lavinia? Oppure preferisci che sia uno di noi a riportarla a casa?»

«Così non hai problemi con Audrey» sottolinea Daniele. «Non vorrei che ti facesse una piazzata se scoprisse di voi due proprio quella sera. Possiamo riaccompagnarla io ed Elena...»

«Pala.» Con un sospiro, tolgo il braccio di Jemmy dalle mie spalle e poso una mano su quella del più timido della squadra. «Sinceramente, spero che quella sera tu ed Elena siate così presi dalle vostre cose da non badare a nient'altro. Ti ho già detto che per Audrey non sarà un problema, per quanto mi riguarda può anche venire da sola. Ci penserò io.»

Faccio per voltarmi e tornare in camera, ma vedo Ryan e il Fabbro fermi in mezzo al corridoio, proprio davanti alla mia stanza. Che stanno combinando tutti quanti?

«E invece dobbiamo essere pronti» ribatte Jérémy, distraendomi di nuovo e costringendomi a voltarmi verso di lui. «Possiamo chiedere a Ethan che la accompagni a casa tua, così non ci sarà nessun problema se Audrey dovesse scoprire che uno di noi la sta riportando.»

«Non vi chiederei questo disturbo.»

«Mike, è la tua ragazza. Se la tua ex moglie insiste per farti portare lei e Liam, soprattutto perché c'è anche lui, non puoi lasciare Lavinia da sola e in disparte, no? Potrebbe anche dirti che le va bene, che capisce se non vuoi esporti... ma tu non sentiresti il bisogno di stare con lei?»

Abbasso lo sguardo, colpevole. Certo che lo sentirei, sento persino adesso il bisogno di stare con Lavinia. Ma sto lottando selvaggiamente con i miei bisogni a trecentosessanta gradi e non posso permettere che minino la quiete che ci stiamo costruendo attorno.

«Non voglio che Audrey scopra di lei, soprattutto ora che le ho fatto capire di avere un'altra.»

«Cosa?» bisbiglia Daniele. «E come l'ha presa?»

«Non l'ho capito. Credo che anche lei abbia già una nuova relazione.»

«Meglio così» taglia corto Jérémy. «Quindi ci organizziamo tra noi per portare Lavinia a casa. Fateci sapere se dobbiamo riportarla da lei o da te, intesi?»

«Sì, certo.» Allungo lo sguardo verso la mia camera, da cui sta uscendo Niko, che intercetta il mio sguardo. Mi lascio alle spalle i due bravi ragazzi della squadra e vado dritto da lui. «Se stavi cercando il mio cellulare per spiare ciò che mi dico con Lavinia, hai sbagliato» gli dico, mostrando il telefono che tengo in mano.

«Ahia, mi hai beccato» ride Niko, con disinvoltura. «Sapevo che era un pessimo piano.»

Non me la racconta per niente giusta, è fin troppo arrendevole. Che ci faceva nella mia stanza? «Sul serio, che vuoi?»

«Volevo cercare delle prove che mi dicessero che te la sei bombata, magari ti aveva lasciato delle mutandine in ricordo» ride ancora, trascinandosi dietro il Fabbro e Ryan.

«E secondo te sarei tanto stupido da portarmele in trasferta?» scherzo anch'io, divertito.

«Bombatela, devi proprio rilassarti.»

«Ma Sasha è in quel periodo, che rompi le palle agli altri?» lo prendo in giro.

«Sì, anche. Ma rompo perché voglio che anche tu ti goda i piaceri della vita» sottolinea, continuando a ridere come uno stupido.

«Ragazzi, riunione tecnica!» grida il coach uscendo da una stanza insieme al vice. «Ci vediamo di sotto tra massimo dieci minuti.»

Niko è stato graziato da Colucci per sua enorme fortuna. Ho il sospetto che abbiano architettato un piano per entrare nella mia camera. Conoscendo chi ci ha effettivamente messo piede, posso supporre solo che si tratti della relazione tra me e Lavinia, ma cosa credeva di trovare? Fosse stato nella mia stanza da letto a Villafiore avrei anche potuto capirlo, ma così?

Mi limito ad accodarmi agli altri, cercando Teo con lo sguardo. Nonostante la messinscena, Pala e Jemmy mi hanno fatto riflettere su un aspetto non da poco: quella sera non potrò riportare Lavinia a casa, quindi dovrà pensarci qualcuno dei ragazzi.

Dubito che Teo possa farsene carico, perché i figli non se ne starebbero in silenzio con Liam, ma confrontarmi con lui mi porterà di sicuro alla decisione migliore.

Spazio autrice
Secondo voi cosa stavano combinando i ragazzi? Credete all'innocenza di Niko? E perché no? :P

Sappiate che questo teatrino ha un senso, ma... lo scoprirete tra qualche settimana (intorno al capitolo 35, se non ricordo male!).

Credete che prima o poi Lavinia si deciderà a dire a Mike il motivo per cui si è licenziata? O continuerà a ignorare il discorso?

Baci a tutti e grazie per la lettura,
Snowtulip.

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