Capitolo 30 (seconda parte)

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"Ho fatto capire a Mike che deve portarti a letto." Cornelia.

Stavo aiutando Sara con i cartoni della pizza, mentre Sasha ed Elena stanno caricando la lavastoviglie e Alizée è seduta con una tisana calda per calmare la nausea che le è salita durante gli ultimi minuti di partita.

Sto rotolando, ho mangiato la mia pizza e poi io e Sara abbiamo fatto a metà di ciò che avanzava della sua.

E ora sto faticando persino a rimanere in piedi, con tutto il peso che sento sullo stomaco.

«Da lunedì palestra» scherza Sara. «Così buttiamo giù questa pizza.»

Non dico nulla, rileggendo il messaggio di Cornelia. Perché doveva farlo, perché doveva mettersi in mezzo tra me e lui?

Che bisogno c'era di parlargli della nostra intimità?

«Non siete ancora andati a letto?» Sara ha sbirciato sul mio telefono, per capire come mai mi fossi ammutolita.

Era meglio non farlo, ora mi sento morire dentro.

Perché sono tutti interessati a ciò che io e Mike facciamo nel privato?

«Non sono pronta» sussurro. Con lo sguardo cerco il sostegno di Alizée, che però ha l'aria di una persona che non vorrebbe trovarsi qui. Mi ricambia dispiaciuta, incurvando le labbra verso il basso.

«Perché no? Che cambia rispetto agli altri ragazzi?» insiste Sara.

«Quali altri ragazzi?» chiede Sasha, appena tornata da noi.

Elena si accorge subito che è stato detto qualcosa di sbagliato. «Credo che sia meglio lasciar perdere.»

«È impossibile che tu non abbia mai avuto un ragazzo prima di Mike» dice ancora Sara.

Impallidisco e mi sento le forze venire meno. Come fa a parlarne così, come se fosse un argomento leggero e di poca importanza?

«Sara, andiamo.» Elena se la porta via insieme alle buste da buttare, lasciandomi con Sasha, Alizée e la sensazione di essere sul punto di scoppiare a piangere.

Rimango immobile guardandole andare via, anche se Elena mi fa capire con un cenno che ho tutta la sua comprensione. Ciò non toglie che mi senta a pezzi.

Sasha mi porge un bicchiere con un po' del succo di frutta avanzato. «Stai bene?»

Mi siedo sul divano, crollando in lacrime. Forse ho bevuto troppa birra, non sono del tutto lucida e padrona di me stessa. All'improvviso la stanza sembra girare su sé stessa e mi sento costretta ad afferrare il cuscino sotto di me per mantenere un debole contatto con la realtà. I contorni sono sfumati, quasi distorti. Io sono distorta, non pensavo che l'alcol mi sarebbe salito tutto insieme stordendomi. È bastato un clic? Il messaggio di Cornelia, le allusioni di Sara?

Un pianto caldo mi bagna le guance, un pianto che non so frenare, un pianto che non alleggerisce il peso che mi opprime il petto. Tengo lo sguardo basso, non oso guardare le ragazze insieme a me, non posso credere di sentirmi così vulnerabile davanti a loro.

«Mi dispiace, Lavinia, a volte Sara è priva di tatto» dice Alizée.

«E tu ora sei fragile» sottolinea Sasha, con tono dispiaciuto. «Che succede?»

«Perché tutti vogliono sapere se io e Mike siamo andati a letto insieme?» chiedo in un soffio. «Non basta che sia già un problema per me? Non basta che mi senta stupida ogni volta che penso a lui? Non basta che non ho la minima esperienza e sarò un disastro?»

«Non sarai un disastro, non puoi esserlo se con lui ti trovi bene.» Alizée abbandona la poltroncina e si siede al mio fianco. «Credimi, io avevo la stessa paura con Jérémy. Avevo avuto giusto due o tre ragazzi prima di lui.»

«M-ma li hai avuti» singhiozzo, tanto che Sasha oltre al succo mi offre anche un fazzoletto per asciugarmi le guance. «Io no. Mi fa sentire stupida, non so cosa potrei fare se mi trovassi con lui e avessi voglia di farlo. E poi ci si mette anche Cornelia che gli dice che dovremmo...»

«Chi è Cornelia?»

«Una mia amica del fanclub. Sa tutto di me, sa quanto tengo a Mike e che per me è la persona più importante del mondo.»

Sasha mi accarezza la schiena con dolcezza. «Lav, se ci tieni così tanto, lui capirà i tuoi bisogni e anche che non ti senti pronta, giusto?»

«L'ha già fatto.» Ho la lingua sciolta, mi sento così debole che sfogarmi è l'unico modo che ho per recuperare me stessa prima che le lacrime siano così tante da dolermi alla testa. «Abbiamo dormito insieme ed è stato comprensivo. Chiunque mi avrebbe chiesto di fare almeno qualcosa, invece Mike ha detto che mi avrebbe aspettata. E ora ci si mette Cornelia, ci si mette anche Sara... quello stronzo di Yuri non ha fatto altro che dirmi che se Mike ci tenesse a me mi impedirebbe di fare la cameriera... M-ma cosa vogliono tutti quanti?»

Sasha mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi asciuga le lacrime con delicatezza. «Sara è molto diretta quando parla di sesso. Non devi vergognarti di ciò che hai o non hai fatto, perché non indica la persona che sei. O la fidanzata che sei per Mike. Ogni coppia ha un modo diverso di farlo. Prendi me e Alizée!»

«Devi proprio?» sussurra lei.

«Lei e Jérémy sono molto diversi da me e Niko» continua Sasha. «Così come io e Niko di sicuro siamo diversissimi da Elena e Daniele. Tu e Mike troverete il vostro modo, l'importante è che stia bene a voi. Lui ci tiene a te, è innamorato pazzo, credimi. Non l'ho mai visto così felice come è ora che ti frequenta. E se tu gli hai detto che non ti senti pronta, Mike ti aspetterà davvero. Nessuno vuole spingervi a farlo.»

«Ma io lo voglio» sussurro. «Io voglio farlo con lui, ma ho paura di fare schifo. Già con il primo bacio lo sono stata. E sono piatta, come faccio a non fargli schifo? Non posso neanche pensare di spogliarmi davanti a lui, sono uno scheletro...»

Scoppio di nuovo a piangere, tanto che Sasha mi prepara una camomilla per calmarmi e la infarcisce di miele. La testa inizia a fare male, non sono riuscita a controllarmi. Maledetta birra.

«Vedrai che Sara si scuserà» prova a confortarmi Alizée. «Non sapeva che per te era un argomento delicato.»

«Ma se hai detto che non ha tatto» ribatto, scaldando le dita attorno alla tazza.

«Non ha tatto perché ti conosce poco. Ora che lo sa ci penserà due volte a parlare» dice Sasha. «Vuoi restare a dormire qui? Ti vedo troppo scossa.»

«Non ho niente per dormire.»

«Ti presto una tuta della Vulnus. Anzi, te la regalo.»

«S-siete tutte troppo buone con me» singhiozzo.

«Teniamo a te, ci tiene anche Mike.»

«E se tra noi finisse?» Do voce alle mie paure, vorrei non aver bevuto per non sentirmi annebbiata, per non avere la lingua tanto sciolta. «Non ci avete messo nulla a odiare Audrey.»

Sasha mi stringe a sé. «Tesoro, tu non sei Audrey. Tu sei una bella persona e ti vorremmo bene anche se dovesse finire. Ma non finirà.»

Léo se ne sta seduto a uno dei posti a metà pullman. Ha chiuso le tende, non vuole farsi vedere all'esterno. Ho il sospetto che se fosse possibile chiuderebbe anche delle tende interne per non farsi vedere neanche da noi.

«Stai bene?» gli chiedo sedendomi al suo fianco.

«Sto facendo uno schifo» borbotta lui. «Neanche il coach crede in me.»

«Ma certo che ci crede.»

«Mi ha detto che devo alzare il culo invece di frignare come una ragazzina.»

«È solo stato brusco. Se non credesse in te, non cercherebbe di spronarti.»

«Vuole che giochi come quel bastardo, non gli va bene quello che faccio.»

Il suo tono è pacato, direi rassegnato. Non lamentoso, né incerto o tremolante. Lui è convinto fin nel profondo delle proprie parole.

Mi spiazza, perché non credevo di aver a che fare con un compagno di squadra convinto di essere un totale disastro, ma solo con uno a cui risollevare il morale.

«E quello ci gode, a vedermi così, perché il coach lo fa giocare di più. L'ha tenuto in campo per tutto il terzo quarto e ha messo Marco solo alla fine.»

«Nessuno gode a vederti ridotto così» lo contraddico. «Io no, e sono certo neanche gli altri. Perché non provi a tirare fuori il meglio di te? Almeno per dimostrare quanto vali, che sei importante.»

«Non c'è un meglio di me. Appena faccio un'azione positiva, va tutto a rotoli. Se invece inizio male, è finita lì.»

«L'anno scorso non era così.»

«L'anno scorso non c'era un pallone gonfiato che mi ha soffiato il posto.»

«Jacob non ce l'ha con te. È molto sicuro di sé, ma non lo fa per sminuire te, Marco o chi c'era prima, come Willy.»

Léo mi fissa stralunato, come se stessi dicendo una bestialità fuori dal mondo. «Non capisci, è più complicato di così.»

I ragazzi salgono sul pullman, costringendoci a tacere. Teo ci passa accanto scoccandomi un'occhiata, si limita a scuotere la testa e prosegue oltre. Al suo posto avrei avuto la stessa identica reazione, perché Léo si è poggiato alla tenda del finestrino e ha messo le cuffie per evitare di stare ancora ad ascoltarmi.

Sono l'unico a poter comprendere il suo stato d'animo, ma non riesco a essergli di aiuto.

Capisco come si sono sentiti i ragazzi con me, mesi fa.

Lo lascio da solo e mi piazzo a un paio di sedili vuoti. Vorrei scrivere a Lavinia, sapere come sta e se ha parlato con la sua amica. Credo che si sia confidata e che abbia ammesso con lei che prova un desiderio sessuale nei miei confronti. E io... be', io lo provo così forte che il solo pensare a lei me lo indurisce, facendomi stare stretti i pantaloni.

Prendo il cellulare e scopro che mi ha già inviato un messaggio.

"Ti chiedo scusa per Cornelia, chissà che ti avrà detto."

"Niente di che, non ti preoccupare" la rassicuro subito. Preferisco che stia tranquilla e affrontare con lei il discorso. O andare direttamente in camera appena saremo di nuovo da me.

No, non posso costringerla. Deve essere lei a volerlo. Non l'ha mai fatto, voglio che sia lei a dirmi quando dovrà accadere.

"Tutto bene? Sei tornata a casa?" aggiungo.

"Sto rimanendo a dormire da Sasha. Non mi sono sentita benissimo, colpa della birra. Ci sentiamo domani?"

"Certo, a domani. Intanto riposati e riprenditi."

Non potrò vederla fino a lunedì. C'è tutta una domenica di mezzo, che trascorrerò con Liam. Se non fosse stato per lui, sarebbe stata un'attesa eterna.

«Mike, posso?» mi chiede Pala, indicando il sedile vuoto accanto a me.

Annuisco, così si siede in fretta.

«Ho appena avuto conferma che la sala di Lavinia è prenotabile per intero questo giovedì. Ci sei?»

Gli sorrido. Sono veramente felice per lui ed è la prima volta che sorrido sul serio da quando siamo rientrati negli spogliatoi vedendo Léo e Colucci. «Conta su di me.»

«Grandioso. Continuo il giro con gli altri, scusami.» Mi batte una pacca sulla spalla e si alza in piedi, andando a svegliare Claudio che già si stava addormentando, approfittando del viaggio di ritorno.

Spazio autrice
Capitolo un po' più lungo del solito, ma non volevo dividerlo ulteriormente. E così abbiamo Lav con le sue mille paranoie... Per fortuna ci sono le ragazze a consolarla <3

Domenica arriva il prossimo capitolo extra. Idee su chi possa esserci? Spero che vi piaccia, così come spero che vi sia piaciuto questo capitolo!

Baci a tutti e buon finesettimana,
Snowtulip.

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