CAPITOLO 18

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Elliot's Pov

Un ragazzo alto e dai capelli scuri dello stesso colore degli occhi, marchiato a vita da innumerevoli segni neri.
È questo che vedo mentre mi osservo allo specchio ogni mattina.

Sono a petto nudo con un solo asciugamano in vita mentre intorno a me si crea la solita nuvola di vapore che piano piano si poggia sul vetro coprendo sempre più la mia figura.

Da piccolo odiavo i tatuaggi, mio padre ne aveva uno e non mi piaceva per niente non concepivo come le persone fossero disposte a soffrire per avere quegli strani segni addosso.

Ma poi sono cresciuto e ho capito che quel dolore era pur sempre un modo per sentire qualcosa, un modo per sentirmi nuovamente io.

Ed inizialmente lo sentivo, il dolore, quello strano bruciore sulla pelle ma poi è sparito insieme a tutto il resto portandosi dietro anche l'ultima parte di quel ragazzino distrutto che ero stato.

Non che sia una grossa perdita, è molto più facile non sentire niente che sentire il peso di ogni emozione addosso.

Guardo le piccole gocce sui miei capelli bagnati cadere e scivolarmi sul petto, mi affretto ad asciugarle e coprire velocemente il mio corpo, farò tardi a scuola se non mi sbrigo.

Ormai pronto dó un ultima occhiata allo specchio ma il vetro è ancora appannato mettendo in mostra solo una figura vagamente definita, come se ora non stesse più riflettendo il mio corpo ma quel che resta della mia anima.

Scendo le scale e mi arriva al naso un vago odore di bruciato accompagnato dallo sfregare di una padella, mi affaccio in cucina e noto mia madre ancora in pigiama occupata a trafficare tra i fornelli mentre la tavola è apparecchiata con un'insolita tovaglietta a fiori e delle caraffe di succo.

Mi poggio allo stipite della porta osservandola confusa, passano alcuni minuti prima che lei girandosi si accorga della mia presenza.

"Buongiorno caro" sorride indicando la tavola davanti a sé e poggiando un vassoio con del bacon e del pane tostato un po' troppo.

"Giorno, ma che fai?" Chiedo cercando di essere il più gentile possibile, erano anni che mia madre non si alzava prima di mezzogiorno e ancora di più quelli in cui mi preparava la colazione.

"Beh ho deciso di preparati qualcosa, sai per festeggiare il tuo ingresso in squadra" si avvicina per abbracciarmi.

"Grazie" dico solamente sciogliendo l'abbraccio, mi siedo e inizio a mangiare qualcosa mentre lei mi raggiunge.

Non amo fare colazione la mattina ma rifiutare l'invito potrebbe demotivarla ulteriormente.

"Ma che hai fatto al viso?" Dice allungando la mano sulla mia guancia e tastando i piccoli graffi e lividi lasciati da quel viscido ieri sera.

Non è nulla di grave, di certo non in confronto al bel ricordino che devo avergli lasciato io, ma non posso di certo dire a mia madre che sono stato coinvolto in una rissa anche se per salvare una ragazza.

Ho raccontanto solo a Matt l'accaduto visto che ho dovuto mollarlo per riportarla a casa.

"Nulla di che, mi sono graffiato durante la partita" dico allontanandomi leggermente dal suo tocco.

"Dovresti medicarli" dice assottigliando lo sguardo.

Come se avessi ancora bisogno di sentiermelo dire da lei, dopo anni che me la sono dovuto cavare solo per ogni cosa,  dopo anni che mi sono preso io cura di lei.

"Ci ho già pensato tranquilla, ora vado che sono i ritardo, grazie per la colazione" prendo le chiavi e ancora prima di sentire una risposta esco di casa.
So che infondo dovrei restare per la colazione, ma i troppi ricordi mi impediscono di condividere anche un momento del genere.

                                           ......

Madelaine's Pov

Sento il telefono vibrare nella tasca e lo prendo speranzosa di avere finalmente risposte dal mio migliore amico.

Dopo tutta la faccenda di ieri sera, l'aggressione e la rissa tra Lucas ed Elliot quando sono tornata a casa ho provato a mettermi in contatto con lui visto che aveva lasciato la festa ancora prima di me per problemi di famiglia, ma non ho avuto nessuna risposta.

Leggo i messaggi ma di Simon ancora nessuna traccia e onestamente sono preoccupata, so che i suoi genitori non vanno più d'accordo da molto ormai e che sono ancora insieme solo per non far crescere soli i loro figli ma lui non si era mai chiuso con me parlandomi sempre apertamente.

Faccio un bel respiro ed entro nel giardino davanti alla villetta del mio amico.

Solitamente andiamo a scuola insieme ma visto che non si è fatto sentire e non risponde ai messaggi ho deciso di passarci di persona stamattina. Entro nella piccola veranda e suono il campanello cercando di non sentirmi troppo in colpa per non essere venuta qui direttamente ieri notte.

Attendo per qualche minuto e la porta si apre rivelando la madre del mio amico impeccabile come sempre truccata e vestita con un'elegante tailleur blu scuro pronta sicuramente ad uscire per lavoro, noto tuttavia sotto l'ombretto abbinato gli occhi stanchi di chi non ha dormito molto, come mi vede gli strizza leggermente dedicandomi poi un sorriso.

"Mad ciao! Da quanto tempo" dice posandomi due baci sulla guancia "vuoi entrare?" chiede poi facendosi da parte.

"Salve signora Smith, oh no non c'e bisogno volevo vedere Simon ho pensato di passare io oggi" rispondo con un leggero sorriso guardando oltre la porta.

"Simon purtroppo non si sente molto bene e ha deciso che oggi non verrà a scuola" dice facendo sparire anche l'ultima traccia della felicità sul suo viso.

"Oh" non me lo aspettavo, soprattutto non dopo che non ha risposto nemmeno ad una chiamata "ma nulla di grave spero, insomma sta bene?" riprendo poi visto il silenzio della signora Smith.

"Si tranquilla nulla di grave, sai i troppi festeggiamenti" dice probabilmente convinta che non sappia nulla di tutto ciò che sta succedendo nella loro famiglia.

Annuisco "va bene allora gli dica che sono passata e buona giornata"

"Grazie cara anche a te" mi congeda ed io esco dalla villetta diretta a scuola.

Percorro tutta la strada fino a scuola con il pensiero rivolto a Sim, prendo il telefono per scrivergli un ultimo messaggio voglio sapere se sta bene ma poi lascio perdere, quando vedrà tutte le chiamate in segreteria mi cercherà.

Decido di andare diretta in classe non ho voglia di parlare con nessuno e sono quasi ai gradini d'ingresso quando vedo Elliot, è impegnato a trafficare con il cellulare mentre con l'altra mano regge la consueta sigaretta.

I miei piedi si avvicinano a lui quasi involontariamente, dopo che mi ha accompagnato a casa devo esserli sembrata disperata ma non voglio che nessuno sappia di tutta questa storia.
Non ho intenzione di raccontare nulla nemmeno a Sim non dopo tutti i problemi che sta passando non ha di certo bisogno di accollarsi anche i miei.

Sono praticamente davanti a lui ma non alza lo sguardo dal telefono anche se si è palesemente accorto della mia presenza.

Dio che nervi.

"Guarda che lo so che ti sei accorto che sono davanti a te" dico già infastidita.
Ottimo inizio Madelaine se speravi di convincerlo a tenerselo per sé stai andando proprio bene.

Ma lui nulla continua a fumare ignorandomi tranquillamente, ha proprio intenzione di farsi prendere a schiaffi oggi.

"Non devi dire a nessuno di ieri sera" vado dritta al punto, sono qui da tre secondi e mi ha già fatto perdere la pazienza, speravo di avere una conversazione tranquilla ma ovviamente con Elliot Johnson non si può parlare normalmente.

Finalmente alza lo sguardo puntando le sue iridi scure su di me, probabilmente non si aspettava che dovessi dirgli questo.

Ora che ha sollevato il viso posso vedere meglio i leggeri graffi sul suo volto comunque perfetto, anzi quei piccoli difetti momentanei gli danno ancora più l'aria da cattivo ragazzo.

Come se non lo fosse.

Sposta lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra per qualche secondo per fare poi una leggera risata.

"Pensi davvero che mi interessi dire a qualcuno ciò che è successo?" dice riportando gli occhi sui miei mentre sul suo volto si dipinge il solito sorriso da stronzo.

Le sue parole mi spiazzano, certo non pensavo che sarebbe andato a dire a tutti della scazzottata con Lucas e del perché siano arrivati alle mani ma volevo esserne certa, poi costa troppo rispondere educatamente?.

"Beh figurati se scoprissero che hai aiutato qualcuno, potrebbero pensare che  non sei solo uno stronzo ma che hai anche delle qualità! Meglio lasciare le cose come stanno e non illudere nessuno" lo guardo male ancora infastidita dalla sua precendente risposta.

Lui invece nonostante le mie parole non sembra arrabbiato, anzi si mostra ancora più divertito di prima!

Decido di andarmene prima di fare qualcosa che potrebbe portami all'espulsione ma lui mi ferma "Quando ci vediamo per il progetto?" chiede tranquillo mentre io lo guardo incredula.

"Ora vuoi farlo con me? Non avevi detto che preferivi un'altro compagno?" sputo acida ricordando la sua reazione in classe.

"Si ma il ciccione non ci cambierà mai, il tempo sta passando e noi siamo già in ritardo tanto vale iniziare" scrolla le spalle come se ora fosse tutto risolto.

Beh cosa ti apsettavi delle scuse? C'e più probabilità che diventi bionda.

"Quando sei libera?" Riprende visto che io non proferisco parola.

"Domani pomeriggio?" Chiedo passando in rassegna i miei impegni.

"No ho da fare" risponde subito.

"Ok allora potremmo approfittare delle ore buche" ritento.

"Non ne ho" mi blocca subito.

Ma è pure pretenzioso!

"Ok beh allora proponi tu!" Dico rassegnata questo ragazzo mi farà impazzire.

"Questo pomeriggio, dopo le 16:30". Propone

"Mh ok alla biblioteca?" Chiedo sperando di non addormentarmi come sempre.

"Dove altrimenti" riaponde con tono ovvio.

Sto per rispondere quando degli schiamazzi ci fanno voltare, un gruppo di ragazzi è radunato attorno ad un ragazzo biondo che conosco molto bene.

Lucas il viso pesto quasi per intero, è conciato mille volte peggio di Elliot, si gira verso di noi posando per qualche secondo lo sguardo su di me, per fulminare poi il ragazzo moro che ho davanti che restituisce l'occhiataccia.

La campanella suona e me ne vado senza nemmeno salutare diretta alla lezione.

Grazie al cielo le prime ore passano abbastanza veloci, prendo un vassoio della mensa e ci metto più roba possibile muoio veramente di fame! Raggiungo la tavolata dei miei amici e inizio a divorare tutto.

"Avete viato il viso di Lucas? È ridotto proprio male a quanto pare è stato Johnson a farglielo" dice Kate a bassa voce e il cibo mi va di traverso.

Inizo a tossire e Gordon mi batte dei piccoli colpi sulla schiena per farmi smettere, bevo un sorso d'acqua e faccio un bel respiro.

Come diavolo fa a sapere che è stato Elliot? Ha raccontato tutto per dispetto? Non credo altrimenti sarei sommersa di domande.

"E tu come fai a saperlo?" Chiedo cercando di essere il più naturale possibile.

"Lo sanno tutti a scuola lo ha raccontato Lucas, dovrebbe passare dei guai per come lo ha ridotto" dice ovvia mentre a me inizia a girare la testa dalla rabbia.

"Beh magari lo ha fatto per una buona ragione, insomma Lucas non è di certo un santo Kate" dico più inviperita del necessario, non so perché me la prendo tanto.

"Dicono che Lucas fosse in bella compagnia e Johnson si sia messo in mezzo provocando la rissa" continua Gordon osservandomi.

Sento che potrei vomitare, è questo che Lucas sta dicendo in giro? che si stava facendo una ragazza delle tante e che Elliot lo ha aggredito a caso?

"È un enorme cazzata!" Sento il nervoso scorrermi nelle vene e allontano il piatto, se prima morivo di fame ora non potrei più mandare giù nemmeno un boccone.

"Come fai a dirlo? Tu mica c'eri" risponde Kate scocciata, se solo sapesse come stanno davvero le cose non lo difenderebbe tanto.

"Ragazze!" Susan si siede di fretta al nostro tavolo rossa in viso quasi avesse corso la maratona.

"Che succede" chiede Kate confusa quanto me.

"Ero giù in segreteria con mia madre aiutandola a sistemare dei fogli quando è arrivato Lucas, ha chiesto un colloquio con la preside e mezz'ora dopo è stato chiamato anche Johnson, penso che fosse per la storia della rissa" dice tutto d'un fiato la rossa.

Sono sempre più agitata, Lucas ne ha parlato con la preside! E che ne è stato di Elliot?

"E quindi cosa hanno deciso?" chiede Gordon visto il silenzio che era sceso fra noi.

"Hanno chiamato il coach, a quanto ho capito sarà messo il punizione." Dice Susan ma la bionda la interrompe.

"Cosa?! Scatena una rissa simile e finisce solo in punizione?" Dice stizzita, giuro che la prendo a calci ora.

"No ragazzi non avete capito" riprende Susan scuotendo la testa " è stato buttato fuori dalla squadra".

"Cosa?!" Urlo praticamente al massimo dell'esasperazione, molti studenti si girano verso di noi ma non me ne curo "non possono farlo!".

"Ma perché lo difendi? Non era che lo odiavi?" Chiede Susan confusa mentre Gordon mi guarda divertito.

"Si ma si meritava di stare in squadra e... ci vediamo dopo" dico alzandomi e uscendo a grandi passi dalla mensa, devo trovarlo.

Perché non ha detto niente? Si è lasciato incastrare da Lucas solo per difendere me? Mi sembra strano ma sia come sia  lo hanno cacciato e lui se lo merita quel posto!

Percorro il corridoio e lo trovo davanti al suo armadietto, gli vado in contro mentre lui vedendomi alza gli occhi al cielo.

"No,  non ho intenzione di fare il progetto da solo perché tu sei un'incompetente" dice provocatorio.

Ma di che parla, pensa che veramente ora mi interessi il progetto?!

"Perché non ti sei difeso?" Chiedo arrabbiata mentre lui mi guarda stranito.

"Che stai dicendo" chiede già sulla difensiva, anche se ha capito eccome a cosa mi riferisco.

"Lucas ti ha accusato e tu non ha detto nulla, non ti sei difeso e ora passerai dei guai" dico con uno strano peso dentro.

Fissa lo sguardo su di me osservandomi in quel modo che solo lui sa fare e sento le guance arrossarsi leggermente "non sei stata tu a dirmi di non dire nulla a nessuno?" chiede con tono beffardo quasi fosse colpa mia.

Il peso che ho dentro si fa ancora più possente rischiando di inghiottirmi. E se fosse davvero colpa mia?

"Si ma non in questo caso! Ti hanno buttato fuori dalla squadra Elliot!" serro i pugni e lui si avvicina, il suo sguardo sulle mie labbra come ogni volta che accorcia le distanze fra noi.

Lui mi guarda ancora per poi ridere di gusto "Secondo te mi interessa che mi abbiano buttato fuori da quella insulsa squadra? Era solo un passatempo ho cose ben più importanti da fare che giocare al campione della scuola bambolina dovesti saperlo, quindi mettiti l'anima in pace mi hai solo tolto una rottura di coglioni di mezzo" chiude l'armadietto e si allontana da me lasciandomi sola con la mia consapevolezza.

Sono nuovamente diretta in classe, la chiacchierata con quell'idiota è andata esattamente come mi aspettavo è un orgogliso del cazzo lo hanno accusato e nemmeno si è difeso, lo hanno buttato fuori dalla squadra e non gli importa nulla.

Non può essere vero, insomma se ha partecipato alle selezioni un motivo ci sarà e anche se è uno stronzo non posso fare a meno di pensare che sia colpa mia.

Elliot sta pagando per avermi difesa e aver mantenuto il segreto, proprio come gli ho chiesto io.

Sbuffo vista la mia frustrazione di certo l' attenzione a lezione sarà pressoché nulla, ma poi mi viene un idea.

L'ora di inglese passa più lentamente del solito e al cambio d'ora mi affretto verso gli spogliatoi dove tutti i ragazzi si recano dopo la straziante lezione del coach.

Mi metto spalle al muro e aspetto man mano che escano tutti passando in rassegna ogni viso, vedendomi molti fischiano nella mia direzione e mi sorridono senza però ricevere nessuna risposta da parte mia.

Sto quasi per perdere le speranze quando lo vedo, Lucas capelli ancora bagnati e in ordine come sempre.

Esce dallo spogliatoio e  lo chiamo "Lucas" faccio un passo verso di lui che spalanca gli occhi sorpreso di vedermi, si guarda intorno quasi come si aspettasse che Elliot gli saltasse ancora una volta addosso.

"Dobbiamo parlare" dico visto il suo silenzio avvicinandomi leggermente.

"Non abbiamo niente da dirci, sai non vorrei che il tuo amichetto mi prendesse un'altra volta a pugni in faccia." Dice allontanandosi ma io lo fermo mettendomi davanti a lui.

Lui mi guarda male e se la vicinanza del corpo di Elliot  mi manda letteralmente fuori di testa, quello di Lucas scatena in me un ondata di nausea.
Prendo un bel respiro cercando di scacciare il ricordo delle sue mani sui miei fianchi.

Da questa distanza posso vedere bene il suo viso quasi irriconoscibile, gli occhi verdi sbucano dai grossi cerchi viola  sulle palpebre e un grosso livido occupa gran parte della guancia fino al labbro spaccato.

Lui se ne accorge e arretra di un passo ma io prendo coraggio "non voglio parlare di quello che è successo fra noi" dico seria.

Lucas socchiude gli occhi, non se lo aspettava "e allora che vuoi" dice rabbioso.

"Hai mentito, hai detto alla preside una marea di cazzate sul fatto che Elliot ti abbia picchiato e lo hai fatto buttare fuori dalla squadra" dico cercando di mantenere la calma.

Sorride leggermente "cosa ti aspettavi? Mi ha spaccato la faccia!" Alza la voce lui, come se avesse ragione.

"Si perché tu mi hai aggredita verme schifoso ma penso che questo tu lo abbia omesso!" Urlo, le lacrime rischiano di lasciare i miei occhi dal nervoso  che provo ma mi costringo a cacciarle indietro.

Lui si guarda intorno preoccupato che qualcuno possa aver sentito e prosegue questa volta a voce più bassa "senti mi dispiace per l'altra sera ero ubriaco marcio ma".

Lo interrompo "Non me ne frega un cazzo Lucas sei già fortunato che non abbia detto tutto a mio fratello e fidati che non reagirebbe bene".

"Dove vuoi arrivare Madelaine?" Sputa acido visto la mia minaccia.

"Voglio che tu dica la verità, andrai dalla preside e dirai che ti sei inventato tutto che hai visto Elliot Johnson parlare con la ragazza che ti piace e hai perso la testa iniziando la rissa, mentre lui si è solo difeso" dico seria.

Lucas mi guarda per qualche secondo poi scoppia a ridere come se avessi detto la cosa più divertente del mondo "Stai scherzando spero" dice ma vedendomi seria continua "non rischieró la reputazione e il posto in squadra solo perché ti sei fissata di proteggere quel tizio".

"Ah no? Allora non ti dispiacerà se come esco da scuola vado dritta alla polizia e ti denuncio" questa volta sono io a sorridere mentre lui spalanca gli occhi.

"Non lo faresti mai" dice avvicinandosi.

"Ah no? Mh vediamo una denuncia per molestie su una minore e già grave di suo figurati quanto può nuocere al figlio del sindaco in carica non sarebbe una bella figura per la tua mammina." Incrocio le braccia al petto.

"Sei solo una piccola stronza" dice lui, ora è veramente arrabbiato ma sa che non mento.

"Si lo sono, ma ora la scelta è tua o vai dalla preside e le dici la verità o giuro che avrai problemi ben più grandi di essere buttato fuori da una squadra" ho vinto lo sa anche lui, denunciarlo vorrebbe dire espormi ma lui passerebbe grossi guai per non parlare di tutti i voti che perderebbe la madre in campagna elettorale.

Lui annuisce ma non dice nulla "Entro domani voglio che Elliot sia riammesso in squadra" detto questo mi giro e me me vado.

                                           .......

Mi lascio cadere sul letto accocolandomi fra le coperte, è stata una mattinata sfiancante e la storia con Lucas non ha di certo aiutato.

Grazie al cielo la minaccia di dire tutto alla polizia ha funzionato, non so perché non voglio farlo sapere a nessuno visto che è una cosa abbastanza grave ma è passata, grazie ad Elliot non è successo nulla.

Mi chiedo perché mi sono impegnata tanto per difenderlo nonostante si sia sempre comportato da stronzo bipolare sono arrivata a minacciare Lucas per lui, ma nonostante tutto sento di aver fatto la cosa giusta.

Bussano alla porta e il sorriso di mia zia fa capolino dallo stipite "Mad sta per arrivare Frederik con il sindaco Garrison, vogliono sapere cosa avete deciso" dice calma.

"Adesso?" Chiedo confusa, io e Ryan ne abbiamo parlato poco e niente e pensavo ci avrebbero dato più tempo visto il peso della decisione.

"Si tesoro preparati" dice uscendo dalla stanza.

Mi porto le mani alla testa, vorrei solo urlare in questo momento ma mi costringo a cambiarmi visto che poi dovrò uscire per il progetto con Elliot.

Il mio telefono vibra ripetutamente, qualcuno mi sta chiamando lo prendo e sul display leggo il nome di Simon, mi ero dimenticata di lui tra una cosa e l'altra.

"Sim" dico rispondendo subito finalmente ho sue notizie.

"Hey Mad scusa per l'assenza ma non ero dell'umore" si giustifica, sento la sua voce un po' più triste del solito.

"Ero preoccupata, stai bene?" Gli chiedo anche se è chiaro che qualcosa lo turba vorrei essere li per abbracciarlo.

"Soliti problemi in casa" sospira " dopo se vuoi ci incontriamo e te ne parlo" dice speranzoso, so che si sente in colpa per avermi evitata tutta la mattina.

"Si certo, però sul tardi che devo lavorare ad un progetto e sono già in ritardo con i tempi" dico pensando a ciò che mi aspetta a lavorare con Johnson.

"Va bene, al J&J?" Chiede lui mentre qualcuno bussa alla porta, non rispondo.

"Si ci vediamo li stasera ciao Sim" dico chiudendo la chiamata.

Apro la porta e trovo un Ryan con una strana faccia come se fosse proccupato "che hai?" gli chiedo facendolo entrare.

"Cosa diremo Mad, a proposito della clinica?" dice sedendosi sul letto.

La verità è che non lo so, da un lato so che è un progetto troppo grande per due ragazzini come noi nonostante ci abbiano assicurato che non ci lanceranno soli, ma dall'altro non voglio mandare all'aria una cosa così importante per i miei genitori.

"È una cosa più grande di noi Mad." Continua mio fratello quando nota il mio silenzio.

"Ma era una cosa a cui tentava la mamma Ray" aggiungo io guardandolo.

Passiamo il resto dei minuti in silenzio finché la zia non ci avvisa di scendere che sono arrivati.

Al piano di sotto sono già tutti accomodati davanti ad una tazza di the caldo, il sindaco elegante come sempre e Frederik con il suo sorriso gentile.

"Bene ragazzi,  so che non è facile ma ci serve sapere cosa avete deciso, come vi ho già detto in caso decidiate di portare avanti il progetto sarete accompagnati da noi  in tutto ma ovviamente spetta a voi la decisione" dice mentre la Garrison annuisce, cerco lo sguardo di Ryan ma lui guarda fisso davanti a sé.

Rimaniamo per un po'in silenzio con le tazze da te in mano quando Ray mi fa cenno di si.

"Noi accettiamo di portare avanti il progetto" dico prendendo coraggio e prima che la ragione mi faccia rimangiare tutto.

I due ospiti sembrano evidentemente sollevati, mentre Ryan sorride e mia zia mi stringe la mano.
Che sia la scelta giusta o no ormai la decisione è presa.

"Bene organizzeremo subito il banchetto d'inaugurazione per far conoscere a tutti la decisone! Chi di voi due farà il discorso?" Chiede la Garrison più entusiasta del dovuto.

"Lei ovviamente" dice mio fratello indicandomi mentre io lo guardo male.

                                          .......

Dopo più di un'ora di organizzazione di banchetti e discorsi a cui sono totalmente contraria finalmente sono riuscita ad uscire, sono già in ritardo di 5 minuti e penso che questo ad Elliot non piacerà ma peggio per lui.

Sto camminando tranquilla con le cuffie nelle orecchie quando una macchina si accosta.

Mi volto e la lussuosa Porsche nera di Lucas è ferma accanto a me, lui abbassa il finestrino e mi porge qualcosa "ho fatto come hai detto, questa dalla tu a Johnson non mi abbasseró a tanto"La prendo e Lucas parte a tutta velocità.

È la maglia della squadra la giro e leggo la scritta:

'Johnson 1".


***Capitolo 18 ragazzi!
Cosa sarà successo a Simon?😯🤔
E Mad ed Elliot riusciranno a lavorare insieme senza ammazzarsi?
Spero vi piaccia❤❤
E mi raccomando le🌟🌟🌟🌟

-Lostshadow.

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