CAPITOLO 24

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Madelaine's Pov

"Quindi fammi capire Ryan era fatto in pieno pomeriggio e per lo più a scuola?" Dice il mio migliore amico sbalordito, io ormai non lo sono nemmeno più dopo tutte le cose che mi stanno succedendo.
Delusa, ecco cosa sono.
Da tutto e tutti.

"Si esatto" rispondo, e la mia voce è quasi un sussurro.

Siamo nella via della mia casa, da quando Ryan se ne è andato incazzato con me e Malcom non lo ho più rivisto eppure la consapevolezza che nel caso lui non parli con me sarò costretta a dire tutto a mia zia è sempre più forte.
Ha avuto anche il coraggio di prendersela con il suo amico che non gli ha fatto assolutamente nulla se non cercare di aiutarlo ma ovviamente lui si deve comportare da ingrato, per quanto riguarda Simon nonostante non avessi la minima voglia di parlarne ho voluto e anche dovuto metterlo a conoscenza del fatto visto tutte le bugie e le cose che ultimamente gli ho nascosto.

"Cazzo, e ora che hai intenzione di fare? Se si sapesse verrebbe anche sbattuto fuori dalla squadra" dice lui serio, siamo arrivati davanti alla mia casa.

"Proverò a risolvere la situazione da sola altrimenti dovrò raccontarlo a zia Beth e lei vedrà che fare" rispondo ma in realtà raccontare questa cosa a mia zia è l'ultima cosa che voglio.

"Ok fammi sapere allora, a dopo Mad" dice lui ormai davanti a casa mia.

"A dopo Sim" lo saluto ed entro in soggiorno, il silenzio mi fa capire che probabilmente in casa non c'e nessuno, ma i rumori improvvisi al piano di sopra tradiscono la presenza di mio fratello.
Mi precipito su per le scale decisa ad averci una normale conversazione.

"Vattene Madelaine" sputa acido appena mi vede, è uscito da poco dalla doccia e porta ancora i capelli umidi.

"No" dico mettendomi davanti a lui "ora noi parliamo altrimenti dirò tutto alla zia e allora saranno veramente grossi problemi  per te" non c'e altra soluzione pu parla con me ed accetta il mio aiuto o ne paga le conseguenze.
Rimaniamo svariati secondi a sfidarci con lo sguardo quando una voce risuona nella stanza.

"Dirmi che cosa?" Zia Beth sbuca all'improvviso facendomi sussultare, ero così presa a convicere Ryan da non averla nemmeno sentita.
Rimaniamo in silenzio e lei ci osserva con una strana espressione "allora?" Rincalza.

"Non volevo andare alla riunione ma ho cambiato idea" dice Ryan lanciandomi occhiate che supplicano di reggergli il gioco.
Ah beh ora non fa più il prepotente.

Zia guarda me come per avere conferma e io annuisco "si problema risolto" abbozzo un sorriso e lei sembra convinta.

"Bene sto lavorando nel mio studio se vi serve qualcosa" se ne va dubbiosa e con lei Ryan che entra nella sua camera sbattendomi la porta in faccia.

Ero io che tra una cosa e l'altra avevo dimenticato di dover presenziare, entro in camera e mi spoglio della divisa rimanendo in mutande, dovrei studiare ma già non ho voglia in più questi pensieri su mio fratello mi impediscono di avere anche la più minima concentrazione.

"Fanculo!" Dico lanciando il cuscino contro l'armadio, il mio telefono vibra e lo schermo si illumina rivelando un messaggio instagram di Malcom.
Chiede notizie di Ryan visto che gli attacca continuamente le chiamate e purtroppo io stessa non ne ho, gli ripondo dicendo che è molto arrabbiato ma rassicurandolo che sistemerò la situazione e spero sia veramente così.
Ora che ho il telefono in mano vedo anche un'altro messaggio, questa volta di Gordon risale più o meno ad un'ora e mezzo fa ma lo ho notato solo ora.

Da Gordon: 'Il campagnolo non era molto contento che tu sia andata via con quel Malcom, vedessi come vi guardava...'

Rimango un'attimo interdetta, ma è vero quando Malcom è venuto alla mensa per chiamarmi Elliot era proprio lì. Io non ci ho minimamente fatto caso a come guardava ma a quanto pare Gordon si...
Non capisco cosa gli disturbi tanto e onestamente questo suo atteggiamento mi da fastidio ma un sorriso mi nasce spontaneo sulle labbra al pensiero della strana gelosia di quel ragazzo che conosco così poco ma con cui ultimamente ho vissuto così tanto.

A Gordon: 'tu sei fissato'.
Scrivo ridendo e immaginando la sua faccia, e la risposta arriva pochi secondi dopo.

Da Gordon: 'Ne riparleremo quando metterai da parte il malumore e andrete a letto'.
Ancora una volta leggere queste parole mi creano un certo imbarazzo non vedo come potremo mai finire veramente a letto io e lui, certo bello è bello ma chissà quante ragazze altrettanto belle sono state con lui, scuoto la testa e decido di prepararmi per la riunione.

Mi vesto comoda un paio di pantaloni della tuta neri e una maglietta blu scuro aderente che lascia intravedere leggermente la mia pancia, air force bianche e un giacchetto nero in modo da non sentire freddo.
Do una spazzolata ai capelli che oggi rimangono abbastanza bene e dopo una veloce occhiata allo specchio sono pronta, cerco di ignorare le mie ancora persistenti occhiaie che qualcuno ha trovato divertente farmi notare e scendo in salotto dove anche mio fratello è pronto.
Saliamo in macchina e passiamo tutto il viaggio in silenzio, vorrei parlare di tante cose ma so già che sarebbe tutto inutile litigheremo e basta quindi preferisco tacere.

La villa dei Garrison si stende davanti a noi mentre Ray parcheggia, per quanto questa casa sia meravigliosa mi sono stancata di fare qui queste pseudo riunioni, odio il troppo sfarzo e l'eventuale presenza di Lucas mi rende nervosa.
Scendiamo dal veicolo e lancio qualche occhiata a mio fratello, è ovvio che sia ulteriormente scocciato di essere qui ma non è colpa di nessuno, ci siamo presi questo impegno e sapevamo che sarebbe stato complicato anche se il problema principale non sono di certo le riunioni.

"Prego" la cameriera di turno ci fa accomodare e subito il sindaco corre verso di noi impeccabile come sempre e ci fa accomodare questa volta in giardino.

"Sapete per goderci questo bel sole" dice indicando le eleganti poltroncine da esterno messe a cerchio intono ad un grazioso tavolino di cristallo.
Frederik il nostro avvocato e amico di famiglia è già seduto e sorseggia quello che sembrerebbe un thè freddo, la barba di qualche giorno indica il leggero stress accumulato probabilmente per lavoro ma appena ci vede sorride gentile.

Ryan si siede senza dire una parola e allora tocca a me fare l'educata rispondendo con un leggero sorriso all'uomo, mi siedo e subito ci viene servito dalla stessa cameriera un bicchiere di quello strano liquido che accetto volentieri, almeno potrò distrarmi con qualcosa.
Iniziamo a parlare del progetto e di tutte le spese e persone da mobilitare per l'inaugurazione, che a quanto dice il sindaco Garrison sarà in grande stile, saranno invitati tutti i fornitori, i nostri amici di famiglia ed ex colleghi dei miei genitori, e i ragazzi della scuola che frequentiamo con tanto di docenti.
Il tutto ovviamente ripreso dalla stampa che farà grande pubblicità e porterà la notizia di questo grande investimento alle orecchie di tutti.
Io in tutto questo mi limito ad annuire mentre mio fratello è sempre più irritato.

"Ovviamente cara il discorso è nelle tue mani, con il tuo bel viso sarai sulla bocca di tutta Toronto" dice lei con enfasi mentre a me va quasi di traverso il thè, avevo dimenticato la storia del discorso non mi sento pronta per parlare cosi in pubblico.

"Ehm io in realtà..." tanto di replicare ma lei mi stoppa.

"Ci vuole un bel vestito da sera con dei bei tacchi, trucco e parrucchiere ma tranquilla a questo ci penso io, i ragazzi invece smoking rigorosamente" prende appunti in un quadernetto, come se dovesse ricordare chissà che.

"Non credo sia una buona idea, non sono brava a parlare in pubblico" dico facendomi spazio tra le sue chiacchiere.

"Sciocchezze cara, chi meglio di te può farlo insomma sei la copia di tua madre, sarai perfetta!" Mi liquida con un gesto della mano e riprende a parlare questa volta di decorazioni.
Ho perso il filo ma sono abbastanza certa che si stia chiedendo se le tovaglie siano meglio blu o argento quando Ryan si alza di scatto.
Tutti gli occhi sono su di lui che stringe i pugni "ora basta" dice nervoso mentre il sindaco e Frederik guardano prima lui confusi poi me in cerca di qualche spiegazione.

Ma perché mi guardano sempre come se sapessi tutto io!

"Ray.." dico ammonendolo ma ormai è tardi.

"No Ray un cazzo non posso basta così" gira i tacchi e se ne va lasciandoci tutti spiazzati.
Sapevo che non sarebbe andata bene, ma pensavo che avrebbe aspettato a casa per scoppiare, che sia stato il riferimento a nostra madre a mandarlo fuori?

Gli occhi di tutti sono nuovamente su di me e ne sento tutto il peso non riesco a capire se siano arrabbiati o semplicemente confusi.

"Che gli è preso" chiede Frederik serio, il the nel bocchiere finito già da un pezzo.

"Beh troppa pressione forse" dico guardandomi i piedi, e ora questa come la spiego.

"Madelaine so che posso risultare antipatico con questi diacorsi ma dovete prendere questa cosa seriamente, siamo solo all'inaugurazione e tuo fratello se ne va in questo modo, capiscimi abbiamo firmato un contratto ci sono un sacco di soldi in ballo, soldi che tua madre avrebbe voluto impegnare in questa clinica per il bene dei cittadini, ma se voi non vi ritenete in grado forse avete sbagliato a firmare" dice serio e ha ragione firmando ci stiamo presi delle responsabilità e non possiamo tirarci indietro, certo Ryan non doveva comportarsi così ma anche io volevo annullare la faccenda del discorso nonostante mi abbiano fatto capire che sia compito mio e anche di una certa importanza per il ricordo di mia madre.

"No, vogliamo veramente impegnarci in questo progetto a cui mia madre teneva tanto ma non siamo abituati a tutto questo e penso che se da un lato non vogliamo assolutamente deludere i nostri genitori e voi che ci state aiutando, dall'altra abbiamo paura di tutte queste responsabilità, ci impegneremo ma dovete darci un po' di tempo per elaborare " dico cercando di essere il più convincente possibile" il progetto va avanti, vada per il discorso e per il vestito, poi sindaco Garrison si occupi lei delle tinte per le tovaglie ha un buon gusto e ne capisce sicuramente più di me" dico alzandomi mentre lei annuisce soddisfatta e Frederik sembra più tranquillo "anche se" continuo " penso che a mia madre non sarebbe interessato tutto questo sfarzo, ma solo aiutare chi ne ha bisogno, ora se volete scusarmi vado a cercare mio fratello, buona serata" saluto cortesemente e attraverso velocemente il giardino, arrivo alla strada ma qui l'auto non c'e.
Grandioso sono addirittura a piedi!
Passo in rassegna mentalmente tutti i posti in cui possa essere andato quando il telefono squilla e nel display appare il nome di Ryan.

"Ray" dico in preda all'ansia "stai bene?" chiedo guardandomi attorno anche se so benissimo che mio fratello qui non c'è.

"Mad" dice lui con voce triste nessun rumore in sottofondo, non è più in macchina o almeno si è fermato.

"Ray dove sei" chiedo intimorita dalla sua voce, sento tutta la sofferenza che non ha mai voluto trapelare.

"A casa, sono chiuso fuori la zia non c'e" continua con lo stesso tono avvilito, vorrei abbracciarlo in questo momento.

"Ok senti, prendo un taxy e arrivo ok? Tu non muoverti da li" sospiro di sollievo e attacco, almeno sta bene.

Mi precipito verso le strisce digitando il numero del taxy visto che la villa è abbastanza lontana da casa mia e ci metterei troppo tempo a farla a piedi.
L'improvviso rumore di freni stridenti mi fa rabbrividire e il mio urlo si mischia al clacson della macchina che a causa della mia sbadataggine stava per investirmi, osservo l'autista intenzionata a chiedergli scusa quando riconosco il solito ragazzo che da qualche tempo è presente nelle mie strane giornate.

"Sei proprio intenzionata a morire tu eh" Sbraita nel suo solito modo, si è tolto la divisa ed esibisce un paio di jeans neri strappati con una maglietta grigio scuro i capelli leggermente più pettinati del solito, se io sono sorpresa della coincidenza che fra tutti proprio lui stesse per mettermi sotto la sua reazione è invece di pura rabbia.

"Non vedi che ci sono le strisce!" Urlo anche io indicando le strisce bianche sotto di me.

"Si ma questo non vuole dire che tu ti possa buttare a caso per strada! Se non fosse per i miei riflessi ora saresti morta" Scende dalla macchina.

"Se imparassi a guidare come una persona normale magari saremo tutti più al sicuro!" Dico alludendo alla sua guida tutt'altro che tranquilla.

Mi guarda male ma non ho tempo di parlare con lui devo pensare a mio fratello, il taxy non risponde e mi viene un'idea. Non glielo chiederei mai ma questa è un'emergenza.

"Senti mi daresti un passaggio a casa?" Dico con nonchalance.

Lui sembra sorpreso dalla mia improvvisa domanda e sfodera il suo sorrisetto da stronzo "prima critichi la mia guida poi mi chiedi di darti un passaggio?" incrocia le braccia, madonna ma perché deve essere così irritante!

"Ho bisogno di un passaggio urgente visto che il taxy non risponde e tu sei l'unica alternativa" sorrido acida.

"Mh non ci siamo bambolina" dice provocatorio, ma io non ho tempo di sherzare con lui.

"Bene allora andrò a piedi" mi volto e senza nemmeno salutare vado verso casa mia.
Pochi secondi dopo sento una macchina seguirmi, non c'e bisogno di voltarmi so che è lui ma non lo considero.

"Sali forza" dice affiancandomi e facendo un cenno.

Lo guardo male ma visto la situazione salgo senza fare storie, appena mi siedo parte a tutta velocità poi però si lamenta che potrebbe investire gente...
Rimaniamo in silenzio per svariati minuti e ni perso a pensare all'ultima volta che sono salita in macchina con lui, il giorno dell'aggressione, la fuga nell'appartamento in periferia e la notte passata insieme.
Se Gordon lo sapesse non mi lascerebbe piu tregua.

"Che fi facevi nella villa di quel pezzo di merda?" Chiede ad un tratto e io mi volto a guardarlo.
È concentrato sulla guida, una mano sul volante e una sul cambio delle marce il profilo perfetto illuminato dal sole e le labbra carnose leggermente socchiuse.
Mi chiedo per l'ennesima volta come deve essere baciarle.

"E a te che ti importa?" chiedo sfidandolo, che sia veramente geloso? E poi a priori non sono fatti suoi.

"Beh se avessi saputo che vi frequentate mi sarei risparmiato una scazzottata qualche settimana fa" dice tranquillo non facendo trapelare nulla.
Beh certo la scazzottata no, però scappare da due delinquenti armati è assolutamente normale.

"Non ci frequentiamo ero là per un progetto" dico per mettere fine al discorso.

"Ah giusto, ora frequenti gli amici di tuo fratello" dice riferendosi probabilmente alla mensa.
Involontariamente mi torna alla mente il messaggio di Gordon, dovrei dirgli che se frequento qualcuno non sono fatti suoi ma il fatto che abbia nominato Ryan fa nascere altre domande.

"Tu lo sapevi vero? Di mio fratello. Ecco perché al J&J mi hai detto di tenerlo d'occhio" dico guardandolo.

"Si ho notato qualcosa agli allenamenti e ti ho avvisata il prima possibile".

"E non potevi dirmelo senza tanti giri di parole?" Chiedo mente imbocca la via della mia casa.

"Senti io non ho tempo per i tuoi drammi familiari ho fatto fin troppo" ci fermiamo e riconosco il mio giardino.

"Bene, grazie del passaggio" dico aprendo la portiera ma lui mi blocca.
La sua mano stretta intorno al mio braccio. Ricordo il nostro primo incontro davanti alla fontana, il suo tocco ardente a contatto con la mia pelle, mi ero sentita coinvolta da una strana sensazione al tempo e mi ero convinta che fosse perché era uno sconosciuto e per giunta pericoloso, ma se fosse veramente così perché ora avverto la stessa sensazione?
Lo guardo negli occhi che come sempre mi catturano "stà attenta" dice serio.

"Si ci sto già pensando a mio fratello" dico persa nell'oscurità della sua iride.

"No attenta a te stessa" dice lasciandomi andare delicatamente, annuisco e scendo da quella macchina lontana da lui.

Apro il cancelletto ma mio fratello non c'e, mi riallarmo all'istante e lo chiamo "Ryan!" Dico con un tono abbastanza isterico.

"Sono qui" mi risponde dal retro e vado verso di lui, è seduto sul piccolo dondolo all'ombra della grande quercia su cui da piccoli ci arrampicavamo venendo a trovare la zia.  Mi piace questo posto è tranquillo ed immerso nel verde del giardino, ci vengo spesso a leggere tuttavia non ci ho mai visto Ryan in tutti questi anni.
Il viso è anche peggio della voce, non ci sono lacrime eppure non c'e dubbio che stia veramente male, mi avvicino e mi siedo accanto a lui senza dire nulla non lo obbligheró a parlare con me se non vuole ma spero sappia che su di me può contare.
Se ne sta li, le mani strette in un groviglio e le nocche ormai bianche dallo sforzo di tenerle così salde.

"Ti ricordi questa quercia? Un tempo ci arrampicavamo sempre, ricordo quella volta in cui.." dico ma vengo interrotta.

"Non farlo" dice deciso, lo sguardo verso il grande albero.

"Che cosa" chiedo guardandolo in viso, ha anche lui gli stessi miei colori però i tratti sono indubbiamente quelli di papà.

"Rievocare dei ricordi felici come se la nostra vita lo fosse" dice rassegnato ma posso sentire la rabbia.
È questo che pensa? Che la nostra vita non sia felice? Beh indubbiamente abbiamo avuto una grande batosta ma almeno abbiamo ancora qualcuno che ci vuole bene, e per cui vale la pena andare avanti.
O almeno io ho cercato di vederla cosi per rimettermi in sesto.

"Ray se il problema che ti fa reagire così è la morte di mamma e papà so che fa soffrire ma è successo e ce la dobbiamo cavare da soli, ma non puoi farti del male in questa maniera" dico seria.

"Non sono loro il problema, sono morti anni fa ormai mi ci sono abituato" dice ma so che mente, non ci si può abituare a stare senza qualcuno a cui abbiamo voluto bene, semplicemente si va avanti e capisci che devi lasciarli andare in qualche modo.

"E allora che ti succede?" Chiedo e lui mi guarda, non vedevo questo Ryan dal funerale dei miei quando per tutta la messa mi aveva tenuto la mano quasi a darmi coraggio per scappare poi al cimitero, dove? Non lo so ma glielo avevo permesso.

"Succede che io non ce la faccio più Mad, loro se ne sono andati e io ho provato a dimenticarli a dimenticare il dolore a scappare e lo ho fatto fino ad ora ma non posso più. Se ne sono andati e mi hanno lasciato con una sorella e un fratello che al tempo non sapeva nemmeno camminare e io ci ho provato ad essere forte a tenerti la mano per tutta quella maledetta messa mentre tu piangevi ma poi me ne sono andato e ho giurato a me stesso che non avrei più sofferto. E mentre tu te ne stavi chiusa in camera a soffrire io uscivo e dimenticavo trascinandomi però tutto il dolore nel cuore e per egoismo ti ho lasciata sola, ma i mesi passavano e quando sei uscita dalla tua stanza lo hai fatto a testa alta pronta a vivere, a rinascere, mentre io da gran codardo ho pensato che la soluzione fosse sballarmi con qualche canna e ora guardami, distrutto su un dondolo a raccontare tutto alla mia sorellina. E poi ora il progetto tutte queste responsabilità la paura di deludere tutti compresi loro se veramente da qualche parte ci osservano, tutte le cose che non ci hanno mai raccontato o spiegato del loro lavoro, erano così stressati prima di morire come se qualcosa non andasse, e se c'entrasse con questo progetto? Ti ho detto che avremo accettato ma ora ho paura di non esserne in grado e di lasciarti anzi lasciarvi nuovamente soli" si soga tutto d'un fiato.

Erano anni che mio fratello non si apriva in questa maniera con me, ricordo il giorno del funerale la sua mano nella mia e la sua fuga ma non gliene ho mai fatto una colpa, stava soffrendo e tutti noi affrontiamo il dolore in maniera differente.

"Ray non è colpa tua, non ci hai mai abbandonati e questo lo ho sempre saputo, stavi male esattamente come stavo male io non è una perdita indifferente quella che abbiamo subito ed ognuno di noi aveva bisogno di guarire da tutto questo dolore. Io mi sono chiusa in me stessa per molto tempo e si dopo svariati mesi ho trovato la forza di reagire ma tutt'ora mi trovo tormentata da incubi e attacchi di panico. Ma ogni volta mi ricordo che ci sono più motivi per restare che per andarmene" dico prendendogli la mano e stringendola forte, lui non si oppone e mi guarda.

"Non mi avevi detto di avere ancora gli incubi" dice preoccupato.

"Non sono più come un tempo ma ogni tanto si presentano" rispondo con un leggero sorriso "ma la droga non è un buon modo per stare bene Ray" aggiungo.

"Si lo so ma è iniziato tutto come un gioco, qualche tiro fra amici poi però mi sembrava di stare meglio di poter staccare da tutto e tutti e ho iniziato a comprarne per conto mio" abbassa lo sguardo come se si vergognasse.

"Lo so, ti ho visto fuori dalla mensa il giorno della festa di Halloween e ho iniziato a sospettare" ammetto e lui mi guarda stupito.

"Mi avevi seguito?" Chiede e io scuoto la testa.

"No ti ho visto dalla mensa poi non ho saputo più nulla finché non sei tornato completamente fatto l'altra sera" dico, vorrei che mi raccontasse del bosco e di che cosa Elliot gli abbia dato visto che non sono mai riuscita a scoprirlo.

"Oh" dice solo "ma quel giorno quell'uomo non mi ha dato della droga bensì un indirizzo"  dice lui.
Di che indirizzo parla?

"Un indirizzo?" Chiedo confusa.

"Si, mi disse che a quell'indirizzo avrei incontrato qualcuno in grado di fornirmi buona roba".

"E tu che hai fatto?" Chiedo nonostante sappia già la risposta.

"Ci sono andato, ho incontrato quello spacciatore ma non mi ha dato della droga" mi guarda e nella mia mente rivedo la scena, in freddo del bosco e io fra i cespugli, Ryan che prende il pacco da quel misterioso ragazzo.

"E cosa ti ha dato allora?" Chiedo nervosa ma cercando di essere il più naturale possibile, forse ora scoprirò la verità.

"Un pacco, ma non so cosa ci sia dentro perché lo ho buttato" scrolla le spalle e io sgrano gli occhi.
Come buttato santo dio, ero vicinissima a sapere cosa fosse ma lui lo ha buttato! Solo mio fratello poteva fare una cosa simile!

"Capisco, ma qualunque cosa sia non era la soluzione e lo sai anche tu, se hai bisogno ci sono io, ci sarò sempre per te" dico teneramente " anche se sei un rompipalle non indifferente" aggiungo ridendo e lui mi dà una leggera spinta.
Dentro dei rumori ci fanno capire che la zia e Charlie sono tornati.

"Forse dovremo tornare alla riunione, ho rovinato tutto?" Chiede lui un po' in imbarazzo.

"No dopo gli scriveremo un messaggio ma ora ho un posto migliore dove andare" dico convinta mentre lui mi guarda confuso "Charlie vieni!" urlo per farmi sentire.

"Dove vuoi andare?" Chiede.

"Fidati di me" dico facendogli l'occhiolino "e dammi le chiavi che guido io".

                                            ......

Il cimitero di Toronto è quasi fuori città, ha un cancello dorato con due statue di angeli ai lati e un bel prato con tanti fiori e alberi.
Nonostante sia un posto così triste trovo che sia bello quasi confortante essere immersi in tanto verde.

Percorriamo la stradina di pietra che ci conduce ai nostri genitori o almeno dove riposano ormai da anni, davanti a me Charlie mano nella mano con Rayan mentre io a qualche passo di distanza reggo un grande bouquet di girasoli, i preferiti della mamma.
Quelli che papà gli regalava sempre ad ogni compleanno.
Sorrido nel vedere ciò che è rimasto della mia famiglia guarire curarsi le ferite ed accettare finalmente tutto il male che la vita ci ha sbattuto addosso, perché è cosi che si fa in famiglia ci si cura a vicenda.
Ci fermiamo davanti alle due tombe entrambe vicine ed in marmo bianco, mi prendo qualche secondo per leggere l'iscrizione incisa in un'elegante grafia:

'Helen Roth Barrow e James Barrow'

Poso il mazzo di fiori e mi siedo, i mei fratelli mi imitano e vedo la pace anche sui loro volti.

"Ci volevano bene?" Chiede Charlie indicando le tombe con la manina paffutella.
A volte dimentico che lui non gli ha mai veramente conosciuti.

"Certo che ce ne volevano, a tutti e tre volevano un gran bene" risponde Ray e io sorrido.

Rimaniamo per svariate ore a parlare del più e del meno finché il sole non si fa alto in cielo e siamo costretti a fare ritorno, la zia accoglie con grande felicità la notizia della nostra visita al cimitero e io credo che sia servita a tutti.

Sto tornando nella mia camera intenzionata a mettemi a letto e godermi questa pace momentanea quando Ryan mi chiama.

"Che c'e" chiedo e lui sembra indeciso.

"Ti ho mentito prima, non ho buttato quel pacco" dice e un brivido mi attraversa la schiena.

"Allora, lo hai aperto?" Chiedo cercando di stare calma "cosa c'era dentro?"

"Una pennina" si avvicina e me la mostra, è veramente una semplice pennina nera da inserire in un semplice PC ma perché avevano il compito di darglela?

"Cosa c'e dentro?" Lo osservo.

"Nulla, o meglio non lo so non ne ho idea, non ho provato ad aprirla e rimasta lì per tutto questo tempo" ammette.

Rimango un po' delusa, perché nonostante la paura di scoprire cosa ci sia dentro sento di doverlo scoprire.
Perché Elliot è stato incaricato di fornire una pennina a mio fratello? E da chi?

"Cosa ne vuoi fare?" Gli chiedo in un sussurro.

"Onestamente? Nulla vorrei solo liberarmene, non vedo perché mi debba fidare di questa gentaglia.
Sono andato a quell'incontro perché preso dalla curiosità, ma ora vorrei solo dimenticare tutto.

Annuisco in silenzio, che Ryan abbia ragione? È meglio per tutti noi non scoprire il contenuto di questa pennina?
E soprattutto cosa può riguardare.

"Dalla a me" dico sicura, mi spaventa tenerla ma magari potrei scoprire qualcosa "dopotutto sono a conoscenza di varie cose in più di Ryan, se poi in caso si dovesse dimostrare una perdita di tempo lascerò perdere "mi occuperò di farla sparire" aggiungo.

Ryan è titubante ma alla fine me la consegna e nonostante i timori ne sono felice.

"Liberatene prima che puoi"  dice lui con sguardo severo.

"Ovviamente" prometto, e tu chiama Malcom è preoccupato per te" mi raccomando con lui che annuisce.

"Notte Mad e grazie" dice e io gli sorrido.

Entro in camera e guardo la pennina, e ora io che faccio?

**** Eccomi scusate il ritardo ma a causa di numerosi impegni non sono riuscita ad aggiornare prima.🙏
Che ne pensate di Ryan?🤔
E cosa ci sarà nella pennina?😱
Fatemi sapere che ne pensate 📚
Mi raccomando le 🌟🌟🌟
A presto ❤

-Lostshadow.

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