CAPITOLO 26

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Madelaine's Pov

Il silenzio avvolge completamente la mia casa, dormono ancora tutti nonostante manchino solo 10 minuti al suono della mia sveglia e a quanto pare l'unica che non ha chiuso occhio come sempre sono io.
Sono rimasta sveglia fino a tardi cercando di ricavare qualcosa da quella maledetta pennina, sono passati 5 giorni dalla nostra visita al cimitero e ogni fottuta notte ritento con quache programma diverso ma ormai sono rassagnata all'evidenza che non posseggo i giusti strumenti per aprire quei file.
Rassegnarmi fisicamente tuttavia non comporta rassegnarmi in automatico anche mentalmente. La mia mente viaggia e giuro che non capisco il motivo di consegnare questi file in gran segreto a mio fratello se non siamo nemmeno in grado di aprirli. Ho promesso a a Ryan che me ne sarei liberata ma non lo ho ancora fatto, forse dovrei, almeno potrei veramente mettere un punto a tutto questo ma la sensazione pressante che qui dentro ci siano cose fondamentali per conoscere la verità mi assilla impedendomelo.
E se fossimo tutti in pericolo?
E se quell'uomo si facesse nuovamente vivo?
Forse dovrei parlarne con Elliot potrebbe saperne di più e magari riuscire anche ad aprire le cartelle ma conoscendolo mi taglierebbe fuori da tutto e non posso permetterglielo. Senza contare che da quella notte in quell'appartamento non ha fatto altro che ignorarmi come se nemmeno ci conoscessimo quindi ora perché mi dovrei fidare di lui?
La pioggia fuori continua a scendere indisturbata da ormai 3 giorni e questo non mi aiuta di certo a migliorare il mio umore già abbastanza danneggiato, la sveglia vibra sul mio comodino e prima che inizi a riprodurre la solita tiritera la spengo con un rapido gesto.
Che la gornata abbia inizio.

Visto che il tempo è quello che è decido di andare a scuola in macchina con Ryan, infilo la divisa e un felpone con cappuccio al posto del solito cappotto.
Salgo in macchina e mi sforzo di sorridere esattamente come durante tutta la colazione. Da quando abbiamo parlato l'umore di mio fratello è notevolmente migliorato, inutile dire che mi ha promesso di non toccare più erba e che ha chiarito nuovamente con Malc e ne sono felice non poteva finire così un'amicizia come la loro.
Sembra che l'idea di non avere più a che fare con tutta la storia della pennina lo abbia sollevato da un gran peso e nonostante vorrei riempirlo di altre domande su quell'incontro non posso sia perché lui pensa che mi sia liberata del problema e sia perché ora che ne è uscito non voglio trascinarlo nuovamente in questo casino.
È anche soddisfatto del nostro lavoro per la clinica, dopo la riunione flop di quel giorno ne abbiamo organizzato una nuova dove si è potuto scusare e garantire la sua completa partecipazione, tra pochi giorni inizieremo i preparativi dell'inaugurazione.

"Cazzo la macchina è già in riserva" dice mio fratello dando gas e svoltando in una via inversa alla scuola.

"Dove andiamo?" Chiedo osservando il cielo sempre più nuvoloso.

"Passo a predere Malc la sua macchina ha dei problemi ai freni o qualcosa del genere" dice ed io annuisco.

"Tutto bene Mad?" Chiede vedendo il mio silenzio.

"Si tranquillo" dico abbozzando un sorriso, non dovevo farlo preoccupare e invece sto fallendo miseramente.

"Qualche problema con la... beh con la pennina?" Chiede e il mio battito accellera, che sappia che la ho conservata?

"No Ray te lo ho detto me ne sono liberata il giorno dopo stesso" scuoto la testa cercando di essere convincente "la pioggia sai che effetto mi fa".

Lui sorride e annuisce evidentemente sollevato, mette la freccia e Malcom sale a bordo.

......

"Ma perché deve piovere dico io! Guarda i miei capelli!" Si lagna Kate indicandosi i capelli perfetti come sempre.

Alzo gli occhi al cielo mentre Sim ride, allora cosa dovrei dire io!
Il mio armadietto è nuovamente un disastro bello e buono nei prossimi giorni lo rimetterò a posto per il momento non ne ho la minima voglia.
Osservo il mio riflesso nel piccolo specchio appeso all'interno e tutto sommato non sono del tutto inguardabile.

"Ragazzi quando la prossima uscita al J&J? Non ne posso più di stare in casa" chiede la mia amica.

"Quado volete ragazze anche io ho bisogno di staccare" annuisce Simon, io invece faccio finta di nulla ma so già che non la passerò liscia.
I miei due amici infatti puntano gli occhi su di me in attesa che io dica qualcosa.

Sbuffo "non lo so ragazzi sono un po' indietro con lo studio e poi a breve ci saranno i preparativi per l'inaugurazione" dico piano pensado a tutte le faccende che mi aspettano.
Senza contare i disperati tentativi di hackeraggio della pennina...

"Giusto!" Dice Kate entusiasta "inaugurazione uguale vestiti e vestiti uguale shopping!" batte felice le mani.

"Si, devo procurarmi un vestito decente" annuisco osservando la mia amica sempre più felice.
Alle spalle di Kate noto una figura scura e non mi ci vuole molto a capire che si tratta di Elliot. Sono stata cosi presa dalla conversazione da scordarmi anche di evitarlo.
Le parole dei miei amici sfumano e mi concentro su di lui, sta paldando con uno della nostra classe appoggiato agli armadietti tiene gli occhi fissi su di me, ricambio lo sguardo per qualche secondo per poi voltarmi quasi potesse leggere nelle mie iridi il perché del mio atteggiamento.

"Ti accompagno io a prendere il vestito" riscuote la mia attenzione Kate ed io annuisco, non mi va di distruggere la sua allegria e poi devo ammettere che ha buon gusto.

"D'accordo però non urlare, non lo sa ancora nessuno" dico osservandomi intorno, sia Frederik che il sindaco  ci hanno chiesto esplicitamente di non parlarne con nessuno almeno finché le carte non saranno tutte apposto legalmente, e poi il sindaco rilascerà un intervista dove spiegherà il progetto ed inviterà alla partecipazione chi di dovere.

"Prima o poi lo sapranno che sei un'imprenditrice" rice Simon e io gli faccio la linguaccia, questo progetto non è mio è di mia madre è a lei che va il merito.
In tutto questo Elliot non ha mai smesso di fissarmi, vuole una mia foto per caso?

La campanella suona e ricordo improvvisamente la lezione con Wood, per una volta non è quel ciccione a spaventarmi ma la troppa vicinanza con quel ragazzo, ho come la sensazione che non porterà nulla di buono.
Saluto i miei amici e mi dirigo verso l'aula a passo svelto nella speranza di entrare prima di lui.

"Ciao spelndore" Gordon salta alle mie spalle facendomi sobbalzare.

"Ma sei pazzo ad arrivare così!" Urlo e numerosi studenti si voltano.

Lui ride "che hai mi sembri nervosa" chiede mentre ci accomodiamo nei nostri posti.

"Nulla ho solo una brutta sensazione" dico scuotendo la testa.

"In merito a cosa mia lugubre amica?" Non faccio a tempo a rispondere che Elliot fa il suo ingresso in classe puntando gli occhi su di me e mostrando il suo solito sorrisetto.

"Oh ora capisco" dice Gordon alludendo a cose che solo lui sa nella sua testa, tanto che lo guardo male.

Mi volto e faccio finta di nulla so che vuole solo provocarmi ma non ho intenzione di farmi prendere in giro da lui.
Elliot si siede e senza tanti convenevoli dice "dobbiamo parlare" la sua voce è stranamente tranquilla e sentirla nuovamente dopo questi 5 giorni mi fa strano, un brivido scorre lungo la mia schiena ed inspiro il suo profumo maschile misto a quello della pioggia.
Mi volto e i suoi occhi sono puntati nei miei ricambio lo sguardo cercando di leggere nella sua espressione di cosa mi debba parlare, vorrei chiederglielo ma l'unica cosa che riesco a dire è "Ora hai nuovamente voglia di parlarmi Johnson?".
L'acidità del mio tono è palpabile ma lui non è di certo famoso per darsi per vinto, sfodera il suo sorrisetto mentre il professore entra e tutta la classe lo saluta.

"Che c'e bambolina sei arrabbiata perché ti ignoravo?" Chiede a mo di presa in giro. Stringo i pugni nella speranza di trattenermi dal mettergli le mani addosso, ma chi si crede di essere? Non mi importa nulla di lui ma dal momento che abbiamo condiviso determinate cose mi aspettavo un trattamento diverso.

"Fottiti" è l'unica risposta che esce dalla mia bocca.

La lezione è stata a dir poco infinita ed è inutile dire che non ho seguito mezza parola di tutto ciò che è stato detto, ero troppo impegnata a riflettere e a trattenere attacchi di isteria verso quel coglione.
Dio quanto lo odio!
E dio quanto fottutamente era sexy...
Scuoto la testa per scacciare questi pensieri insani anche se veritieri, apro l'armadietto e prendo i libri per le ultime due ore. La mia pancia brontola e sarà meglio affrettarmi per andare in mensa gli altri mi aspettano là.

"Non abbiamo finito di parlare" la sua voce questa volta metà infastidita mi arriva come un colpo.

"Io direi di si" sorrido falsamente e chiudo il mio armadietto sorpassando poi il moro davanti a me.

"Devi parlare con tuo fratello" dice e io mi blocco.
Guardo la sua espressione e sa che perlando di Ryan ha avuto la mia attenzione.

"Ci ho già parlato ed è tutto ok" dico avvicinandomi di qualche passo in modo da non farmi sentire dai pochi studenti in corridoio.

Il suo sorriso cresce e anche la mia irritazione, mi sta facendo perdere tempo "da quando ti interessa della mia famiglia" dico spazientita.

"Infatti non mi interessa" scuote le spalle " ma ora che vi siete appacificati puoi chiedergli cosa c'era dentro il pacco che gli ho consegnato"  dice tranquillo.

Il mio battito aumenta e sgrano gli occhi, ecco cosa vuole, la pennina ma perché proprio ora?
Ho mille domande in testa ma se voglio nascondergli il fatto che la ho io devo essere naturale.

"Perché vuoi saperelo? " chiedo tranquilla, so già che non mi risponderà ma voglio distrarlo.

"Nulla che ti riguardi" risponde lui, bella faccia tosta!

"Mh comunque dubito che tu possa averlo" dico calma come se tutto ciò non mi toccasse minimamente.

"E perché sentiamo" risponde lui strafottente.

"Perché mio fratello ha buttato il pacco quella sera stessa ancora prima di aprirlo" dico gustandomi il momento sgomento sul suo viso, dura solo pochi secondi ma mi basta per rallegrarmi leggermente.

"Porca puttana perché cazzo lo ha fatto" ora sembra effettivamente preoccupato e mi chiedo se ho fatto bene a mentire.

"Non lo so era spaventato credo" cerco di convincerlo ma lui ormai è sulle sue, da un pugno ad un armadietto e alcuni studenti si voltano.
"Smettila Elliot ci stanno guardando" dico nervosa.

"Non me ne frega un cazzo di chi ci guarda Madelaine" dice scontroso e il mio nervoso cresce nuovamente. Non si può parlare tranquillamente con questo qui.

Senza dire una parola mi volto diretta alla mensa quando chiede "e di una certa clinica sai qualcosa?".

Mi fermo nuovamente e tra tutte le verità che potrei confessare dico solo " perché vuoi farti ricoverate Johnson?".
Siamo vicini, troppo vicini tanto da respirare la stessa aria. Sono notevolmente più bassa di lui ma ora con le sue iridi scure e piene di pura ira puntate addosso mi sento come una formica. Non dice nulla e se ne va permettendomi nuovamente di respirare.

Mangio tutto veloce visto che quell'idiota mi ha fatto perdere tutta la ricreazione.

"Mad piano o farai indigestione" mi ammonisce Sim mentre Kate mi guarda schifata, beh dopotutto sto mangiando come un vero maiale.
Quello che mi stupisce veramente è il perché Elliot volesse quel pacco proprio ora, era veramente nero di rabbia che io abbia esagerato?
Suvvia Madelaine se lo è meritato è sempre stato uno stronzo con te..
Si uno stronzo che ti salva da un tentativo di molestie e poi anche da una vera e propria aggressione portandoti a casa sua. Beh non era proprio casa sua in realtà..
Come se contasse!

"Comunque la serata bar è saltata" dice Sim all'improvviso.

"Come mai?" Chiedo più sollevata che altro.

"È passata Su poco fa e beh siamo tutti invitati alla sua festa questo sabato, tu compresa" dice la bionda anticipando il mio amico che la guarda male.

Mi sbatto una mano sulla testa, ecco ci mancava.




***Capitolo 26 a voi gente🥰📚
Scusate se non è molto lungo ma è un capitolo di transizione e voglio che i prossimi escano in un  certo modo...
Ringrazio come sempre tutti voi che leggete e spero che questo capitolo vi piaccia ❤
Fatemi sapere e mi raccomando le 🌟🌟🌟
A presto...

-Lostshadow.


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