Capitolo 1 - Sirius

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PRIMA PARTE

"Ogni volta che si perdeva guardava le stelle e prendeva coraggio."
-Massimo Gramellini

Capitolo 1 - Sirius
(che brucia, scotta)

Trovo sorprendente il fatto che il mare, con le sue onde frizzanti, sia in grado di cancellare in un attimo i passi di un'ora. È come se volesse dimostrarci che non importa cosa facciamo, in che modo o quanto bene, alla fine sarà spazzato via come un soffione nel vento. La presenza invisibile di quello che siamo stati, orme inconsistenti di passi compiuti e, subito dopo, già sepolti nella memoria. Ho sempre pensato che questa metafora fosse perfetta per descrivere la vita umana. Precaria. Fragile. Volubile. E noi, esseri straordinariamente inclini al cambiamento, eppure orribilmente statici.

Faccio ancora qualche passo sulla riva, il vento mi fa rabbrividire, l'acqua gelida mi sfiora i polpacci. A qualche metro da me, appena a distanza d'occhio, ardono dei falò e percepisco da qui il loro calore; insieme alle risate dei ragazzi che, nella notte stellata di San Lorenzo, hanno deciso di godersi la visione del cielo e del mare allo stesso tempo. Mi mantengo distante, nascosta dall'oscurità, per completare in pace la mia passeggiatina notturna. Alzo lo sguardo, rapita, concentrandomi sulle stelle. Mi trasmettono un senso di infinito, finestre di luce in un cielo buio ed ombroso. E credo che non abbiano mai perso la loro principale funzione: indicare la strada agli esseri umani. Nell'antichità, esse erano l'unico strumento di orientamento a disposizione dei marinai, dei commercianti, o di chiunque avesse bisogno di sognare e desiderare di trovarsi da un'altra parte. Oggi, sorprendentemente e forse in modo più velato, hanno la stessa funzione. Chiudo gli occhi e li riapro subito dopo, faccio vagare lo sguardo verso destra, poi a sinistra; fino a che non la individuo: L'Orsa Maggiore. Quattro stelle ai vertici di un rettangolo, come un carretto trainato da cavalli piccoli e scaltri, e delle stelle disposte in fila più avanti.
Mentre la osservo, proprio al centro di questa un bagliore cattura la mia attenzione. Il vuoto del cielo cancella, allo stesso modo del mare con le orme, la scia di una meteora. Una stella cadente, andata a fuoco, persa, che brilla più di tutte le altre, prima che la sua stessa luce non la polverizzi. Sono felice di averne vista una, ero venuta in spiaggia per questo. Sto per riprendere a passeggiare, quando dell'acqua mi entra negli occhi. Sbatto velocemente le palpebre, accorgendomi di essere in gran parte bagnata. Faccio una smorfia confusa, fissando il ragazzo che mi ha appena schizzata. Se ne sta in acqua, tenendosi con i gomiti sulla sabbia bassa della riva, facendo forza sulle braccia muscolose. Il mio sguardo incontra il suo, nerissimo, e la bocca sottile appena atteggiata in un sorriso divertito. Si riavvia i capelli corvini, che l'acqua gli ha appiccicato alla fronte, e fa per parlare.

-Splendore...- ammicca nella mia direzione, facendomi un occhiolino –Ero venuto a vedere le stelle cadenti e me ne ritrovo una proprio davanti!

Spalanco gli occhi, sobbalzando. Non mi ero accorta che ci fosse qualcuno in acqua, tanto meno un ragazzo della mia età. Lo guardo, facendo caso ai suoi occhi nerissimi, velati e traballanti come le parole che mi ha rivolto. Non impiego molto a capire che è ubriaco fradicio.

-Ma che ti salta in mente?!- sbotto, strizzandomi i capelli –Sei pazzo?!

La mia voce risulta incerta e più che infuriata appaio in difficoltà.

-Sono pazzo, mi dici, e forse lo sono davvero...- recita con voce teatrale –di te, mia bellissima stella!

-Ce l'hai un nome, marinaio?- gli chiedo divertita, meditando su come filarmela da qui.

Il ragazzo fa una breve risata, poi apre bocca per parlare, ma una voce stridula lo interrompe immediatamente.

-Dennis Mason!- sento urlare e, voltandomi, vedo una ragazza che si avvicina a grandi passi.

È molto alta e sembra infuriata, quindi presumo ce l'abbia con il dongiovanni. È in costume: un due pezzi nero, come si porta adesso, e a ripararla dal freddo serale porta una felpa bianca decisamente troppo grande per la sua taglia. Ha i capelli biondi legati in una coda di cavallo che le arriva fin sotto le spalle e gli occhi chiari sono accesi da una luce molto strana: non mi sorprende che il ragazzo sia ammutolito dalla paura.

-Parlavamo proprio di te, Ros.- risponde Dennis, mentre lei mi si para di fianco. Neanche mi saluta, anzi, si comporta come se non esistessi, troppo occupata a urlare contro il ragazzo.

-Sei assolutamente incorreggibile!- sbotta –Non ti si può lasciare un attimo, ti si deve sempre stare dietro! Sei così-

Si interrompe in un urletto spezzato. E, mentre io faccio un passo indietro per non bagnarmi di nuovo, Dennis le afferra un polso e la tira in acqua con sé. Comincio a pensare che questo ragazzo abbia seri problemi. Ma, per qualche strano motivo, rimango lì. Sono sempre stata molto curiosa, e ora voglio sapere come andrà a finire questa storia prima di tornare a casa.

Torno a guardare i due ragazzi e, con mia sorpresa, si stanno baciando. Lui la tiene tra le braccia, la felpa ormai zuppa, e lei gli accarezza velocemente i capelli. Faccio qualche passo indietro, sentendomi decisamente di troppo.

-Ferma lì!- la voce della ragazza mi blocca e, voltandomi, la sorprendo mentre mi raggiunge. È completamente fradicia e dietro di lei, con un mezzo sorriso, avanza anche quello che presumo essere il suo fidanzato.

-Sono Rosie Wilkins.- si presenta raggiante, per poi lanciare un'occhiataccia al ragazzo –E lui è Denny, che si scusa per averti importunata.

-Oh.- mi affretto a dire –Non fa niente. Siamo al mare, no?

Denny sembra essermi riconoscente, ma lo sguardo severo di Rosie smorza immediatamente il suo entusiasmo.

-Io mi chiamo Ellison, ma potete chiamarmi Ellie.- dico, porgendo la mano a entrambi –Siete di queste parti, giusto? Mi pare di avervi già visti.

Li vedo guardarsi perplessi, prima di annuire. Non si ricordano di me. E in fondo anche io li conosco soltanto di vista, non sapevo come si chiamassero.

Il piccolo quartiere inglese dove vivo si chiama Staithes, allegro e spensierato paesino di periferia. Abbiamo una sola scuola, un solo cinema e nessun museo. Al contrario, siamo pieni di ristoranti e spiagge. Gli abitanti sono pochissimi, così ci conosciamo tutti; tranne ovviamente di estate, quanto il posto si affolla talmente tanto di turisti che la lingua ufficiale smette di essere la nostra.

-Senti, Ellie, perché non vieni a sederti un po' con noi?- mi chiede Rosie. Ha un sorriso gentile e uno sguardo molto dolce, sembra simpatica.

-Mi farebbe molto piacere, ma purtroppo devo proprio andare.- dico imbarazzata.

In realtà, rimango sorpresa dalla gentilezza dei due. Forse si sentono semplicemente in colpa per avermi disturbata, ma dai loro sguardi percepisco la curiosità di conoscermi meglio, tra l'altro reciproca.

-Solo dieci minuti!- Denny sembra un bambino davanti a un negozio di giocattoli –Così conosci anche gli altri!

Rosie gli scompiglia i capelli.

-Tu hai bevuto decisamente troppo.- dice piano, la voce così dolce da risultare tenera.

-Bevuto?- Denny scuote il capo, mettendo il broncio e sghignazzando -Io non ho bevuto un bel niente.

-Non mi avresti baciata, altrimenti.- lo interrompe lei, voltandosi dall'altra parte.

-Ti ho baciata perché sei bellissima.- e nel dirlo prova a baciarla di nuovo, ma viene respinto bruscamente.

Comincio a non capire, credevo che questi due stessero insieme, ma ora non ne sono più tanto sicura. Sto per ribadire che devo tornare a casa, quando Rosie si gira verso di me con gli occhi lucidi e un sorriso che cerca di contrastare qualunque cosa stia provando in questo momento.

-Mi farebbe piacere presentarti alcuni amici.- dice -Ti va?

Alla fine acconsento, ancora una volta vinta dalla curiosità. A scuola non si può dire che abbia molti amici, occupata come sono con lo studio, e voglio conoscere qualcuno con cui, magari, ho già scambiato qualche parola per i corridoi.

Mi lascio guidare e, finalmente, dopo aver passato parecchi gruppetti di ragazzi, vedo qualcuno che alza un braccio nella nostra direzione. L'allegria dei ragazzi che mi camminano a fianco mi fa sorridere, accompagnata dalla brezza fresca del mare. Come se ora, qui, qualcosa di indefinito quanto incredibile stesse per cominciare.

Ci avviciniamo al falò a grandi passi. Accanto al fuoco sono sedute due persone: una ragazza dai capelli rossi e il ragazzo biondo che ci ha fatto segno pochi minuti fa.

-Lei è Ellie.- dice tranquillamente Ros, prendendo posto accanto al biondo e addentando un panino.

-Una mia nuova conquista.- si vanta scherzosamente Denny, sedendosi anche lui.

Mi sento a disagio, come effettivamente mi capita molto spesso. Rimango in piedi, stretta nelle spalle, a guardarli. Dimentico persino di presentarmi, così presa nel cercare le parole giuste per risultare simpatica. Sto quasi per correre via, quando mi trovo davanti un sorriso davvero molto amichevole. Alzo lo sguardo, poiché il ragazzo che mi sta davanti è più alto di me di qualche centimetro, e trovo a fissarmi due iridi molto simili a quelle di Rosie, ma incorniciate da un volto decisamente attraente. Lo riconosco immediatamente.

-Piacere, Ellie.- mi porge la mano, ancora sorridendo –Io sono Alex.

Gli sorrido, stringendogli la mano: mi ha tolta dall'imbarazzo. In realtà non ho alcun bisogno di sentire il suo nome, nel momento in cui si è avvicinato non ho più avuto dubbi: Alex è il capitano della squadra di basket della scuola e ha un anno più di me, lo conoscono praticamente tutti. E lo desiderano praticamente tutte. Non che le biasimi, poiché sembra anche piuttosto simpatico.

La ragazza dai capelli rossi ricci e gli occhi verdi mi fa a sua volta un cenno, restando seduta, con un sorriso che appare tanto di circostanza.

-Olivia.- dice semplicemente.

Preso un po' di coraggio, mi siedo su un asciugamano steso lì vicino, che probabilmente sarà in più. Vedo Ros e Olivia scambiarsi un sorrisetto d'intesa, ma non vi presto troppa attenzione.

-Allora, Ellie, non ti ho mai vista in giro...- commenta Alex, allontanando prudentemente la birra da Denny.

-Frequento molti corsi.- mi affretto a rispondere, come se quella fosse una giustificazione.

-Ma sì!- esclama Rosie, compiaciuta –Se ne va sempre in giro con quella mora, Pamela, alle partite si mettono sempre in prima fila.

Annuisco, sorridendo a disagio.

-Il fidanzato della mia amica è nella squadra.- spiego, rivolgendomi ad Alex, che sicuramente lo conosce.

-Sei amica di Adam, quindi?- mi chiede curioso.

Io vorrei tanto rispondergli che detesto Adam con tutto il cuore, che da quando lo conosce Pamela non è più la stessa e che quelle partite sono sempre un sacrificio per me, ma vengo salvata dalla voce divertita di Olivia.

-E che ci facevi qui tutta sola?

-Ero venuta a fare un giro.- mi stringo nelle spalle –Mi piacciono le stelle cadenti.

-Interessante.- quella di Rosie sembra una domanda retorica –Ti piacciono molto?

Intercetto lo sguardo divertito che le rivolge Denny e, in cuor mio, mi chiedo se non mi stiano prendendo in giro. Faccio un respiro profondo e le sorrido.

-Abbastanza.- rispondo –Vorrei studiare astrofisica, se riesco a passare.

Ancora una volta è la voce di Olivia ad attirare la mia attenzione.

-Torna il professore.- sussurra divertita, guardando oltre le mie spalle.

Mi volto quasi immediatamente, sforzando gli occhi per guardare attraverso l'oscurità. Scorgo in lontananza, sulla riva, una figura che si avvicina. È slanciata, ma il passo risulta quasi distratto, mentre lo sguardo del ragazzo rimane alto, alle stelle. Lo abbassa solo in prossimità del falò, permettendo alla luce di illuminargli il viso. La prima cosa che mi colpisce di lui sono i suoi capelli: sono di un castano simile al mio, confusi tra loro in ricci intricati. Devono essere davvero impossibili da pettinare! Il suo corpo gronda acqua da tutte le parti, ma lui non mostra segni di freddo. Al contrario, si ferma e fissa lo sguardo nel mio. Il contatto con i suoi occhi castani è quasi piacevole, mi mette addosso una strana adrenalina, ma riesce anche a turbarmi. Presto però il suo sguardo, sorpreso e incerto insieme, si sposta sull'asciugamano su cui sono seduta. Io sussulto appena, colta da un'improvvisa illuminazione. Schizzo in piedi, mormorando delle scuse al diretto interessato, mentre i sorrisi di Olivia e Rosie si accentuano e prendono una piega che definirei maliziosa.

-Non fa niente.- mi tranquillizza il ragazzo, avvicinandosi a uno zaino ed estraendone un telo –Siediti pure.

Lo ringrazio, riprendendo posto con una smorfia. Mi sono sembrata stupida da sola, non riuscire a controllare le mie emozioni e lasciarle trasparire è una delle cose che più detesto del mio carattere.

-Il suo nome è Mat.- interviene Ros, che ha seguito tutta la scena con attenzione crescente -Il cognome è invece "persona gentile e disponibile che non sa neanche presentarsi".

Denny scoppia a ridere, credo più per la birra che per la battuta (era una battuta?) di Rosie. Ancora una volta, a venirmi in aiuto è Alex.

-Mat, questa è Ellie.- interviene cordialmente, come a voler mettere pace.

-Una mia nuova conquista.- ripete Denny, gongolante.

Mat mi fa un cenno, che ricambio con un sorriso di circostanza. Il suo atteggiamento distaccato comincia a innervosirmi, non mi piace non sapere cosa fare o come comportarmi, e stasera è già successo abbastanza volte. Sto di nuovo per congedarmi, ma Denny mi batte sul tempo.

-Birra?- mi chiede, ma scuoto il capo in segno di diniego.

Allora Denny l'allunga a Mat che, con un sorriso divertito, fa un sorso e nasconde la birra da Denny. Quest'ultimo non sembra neanche accorgersene.

-Avete una passione in comune, voi due.- riprende Ros,  che sembra si diverta a tirarmi in mezzo quando si tratta di questo tipo.

-Ellie vorrebbe studiare astrofisica.- aggiunge divertito Denny, con voce carezzevole.

Ma i due paiono delusi quando Mat risponde con un debole e disinteressato "Ah sì?", senza distogliere lo sguardo dal fuoco. Mi sento offesa, quasi sfidata, da quella risposta. Come se non ci credesse, o non vi desse troppo peso. Non so neanche per quale motivo, ma la cosa mi infastidisce e decido, per la prima volta nella serata, di dire più di quattro parole di fila.

-Certo, ci sono molti modi di studiare la stessa cosa, soprattutto se si tratta dell'universo. I punti di vista si battono su un terreno quasi anomalo, sconosciuto, e con armi diverse. Orientativamente, potrebbe esserci qualcosa di vero in ognuna delle teorie avanzate. Io trovo affascinante soprattutto la presentazione che ne offre Hawking. Un'unica equazione per descrivere l'intero universo, sarebbe bello trovarla.

Appena termino di parlare, mi trovo puntati addosso gli sguardi sbalorditi di tutti, quello di Denny decisamente più confuso degli altri. Sorrido, in imbarazzo, maledicendomi per aver cominciato a parlare a vanvera. Ma è stato come se le parole inciampassero l'una sull'altra, scivolandomi dalle labbra impotenti.

-L'interpretazione a molti mondi?- mi chiede Mat, curioso, come se volesse vedermi tentennare: sta cercando di mettermi alla prova?

-La versione del 1957.- rispondo, prontissima –Dico che ha senso, nonostante Hawking se ne sia servito solo come supporto alla dimostrazione delle sue teorie sui buchi neri. È in uno dei libri all'Osservatorio che frequento.

I suoi occhi si illuminano per un secondo, ma distoglie immediatamente lo sguardo.

-Lo trovo poetico.- continuo, avendo ormai l'attenzione di tutti -Secondo l'interpretazione a molti mondi, ogni evento è un punto di diramazione: si vive in diversi rami dell'universo che sono ugualmente reali, ma che non possono interagire tra loro.

Mat apre bocca, probabilmente per rispondermi, ma viene interrotto dalla voce annoiata di Rosie.

-Ok, adesso basta.- prorompe, imperiosa –Mi state annoiando! Non posso credere che abbiate voglia di parlare di questo, adesso.

Denny annuisce concorde, crollandole sulle gambe pochi secondi dopo. E Alex fa un sorriso imbarazzato, coinvolgendoci immediatamente in una nuova conversazione: i grassi contenuti nei panini che quasi tutti stanno mangiando (a proposito, me ne offrono uno al prosciutto). Mi bastano poche parole per scoprire qualcosa di loro: Olivia parla poco, se ne sta sempre zitta e il più delle volte quando parla è solo per contestare qualcosa. Alex e Ros sono gli unici a parlare davvero con me, mentre Denny sonnecchia. Mat, dal canto suo, interviene solo se ha qualcosa di davvero intelligente da dire.

-Sei venuta sola?

Mentre Ros ed Alex sono ancora occupati a chiacchierare, Mat si è rivolto a me. Il suo tono non lascia trasparire niente, neanche curiosità, ma fin da subito non sembra affatto una domanda di circostanza.

-Sì.- risponde Olivia, sbadigliando –Voleva guardare le stelle cadenti.- dice, quasi sprezzante, come se fosse un reato.

Mat aggrotta le sopracciglia, sorridendo fra sé. Sono tutti parecchio strani, a quanto pare. Si sta facendo tardi e mio padre mi aspetta, da quando non c'è più mia madre è diventato molto apprensivo e non voglio dargli preoccupazioni. Mi alzo, rimettendo a posto le pieghe del mio vestitino estivo e sorrido a tutti.

-Ragazzi, io devo andare.- dico a disagio, sistemandomi una ciocca di capelli (ormai completamente asciutti) dietro l'orecchio –È stato davvero un piacere.

Mi salutano tutti, eccetto Olivia e Mat, che si limitano a un cenno del capo. Ros sembra dispiaciuta, ma alla fine mi scocca due baci sulle guance per salutarmi. Mentre mi allontano continuo a sorridere. Alle mie spalle posso ancora avvertire il calore del falò, mentre lentamente esco dal suo cono di luce. Il sottofondo delle risate di altri ragazzi mi fa sentire al passo, per una volta, con loro. Mi sono sentita bene, inclusa, parte di un gruppetto che in fondo neanche conosco. Continuo a sorridere, rimettendomi le infradito e spostandomi a camminare sulla sabbia più asciutta, eppure inumidita dal caldo afoso delle notti estive. Alzo lo sguardo alle stelle, poi avverto dei passi affrettati dietro di me e, subito dopo, una voce.

Spazio Autrice:
Salve a tutti! E... benvenuti!
Io sono Belle, una ragazza molto giovane e mooolto inesperta, che sta provando per la prima volta a scrivere una storia tutta sua. Non mi aspetto che ne venga fuori qualcosa di buono... anzi, probabilmente ne verrà fuori un disastro!
Un disastro a cui non vedo l'ora di dare inizio! *-*

Quindi, se ne avete voglia e la storia vi piace, mi farebbe piacere che cominciaste questo viaggio assieme a me. Un viaggio con una meta precisa, ma non banale, a cui spero arriveremo in tanti. Il genere del romanzo è sentimentale, infatti parliamo prevalentemente di una storia d'amore. Ma non solo. Ci saranno molte altre vicende che, nel corso dei capitoli, si intrecceranno tra loro.
Chi mi segue saprà certamente che avevo pubblicato questa storia, con annessi i primi capitoli, più o meno un anno fa; ma che poi ho annullato la pubblicazione, scusandomi infinitamente con tutti i lettori. Lo ho fatto perché tengo molto a questo libro, ed allora come adesso volevo che tutto fosse okay. Ebbene... finalmente lo è! La pubblicazione procederà regolare per un anno circa, fino alla pubblicazione dell'epilogo.

Non mi resta che salutarvi, ringraziando in anticipo tutti coloro che, armati di pazienza, hanno letto fin qui! Terrei davvero tanto a sapere cosa pensate di questo primo capitolo, quindi, se vi va, lasciate un commento.
Un bacio.

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