Capitolo 2 - Yildun

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Capitolo 2 - Yildun
(stella)

Il German Science Foundation (o, come lo chiamiamo tutti qui, il Centro) è davvero molto grande. Ci sono ben undici piani, a cui si può accedere in modi diversi, più tutti i locali sotterranei. L'atrio è enorme, le aule di dimensioni stratosferiche e ci si può trovare veramente di tutto. Per quanto mi riguarda, mi divido fra il secondo ed il sesto piano. Nel primo caso per le lezioni che seguo o per le convocazioni e le consegne importanti; al sesto piano, invece, si trova l'ufficio di Flick.

In lontananza, riconosco subito una pettinatura a caschetto molto famigliare, di un castano quasi arancione. Luna ci aspetta al bar dell'entrata, come ogni giorno.

Appena ci vede, ci rivolge subito un sorriso allegro. È una ragazza molto solare, con i piedi per terra ed una gran voglia di combinare qualcosa di buono nella vita. Lei sì che ha una vera passione per la fisica, la matematica celeste e tutte le cose che si studiano qui e, decisamente, la sua storia è la migliore che abbia mai sentito.

-Buongiorno!- ci saluta, porgendo un caffè macchiato a Will ed un cappuccino a me.

Ogni mattina, essendo la prima ad arrivare, ordina per tutti e tre e rimane al bancone ad aspettarci. Luna e Will sono inseparabili, ma anche l'uno l'opposto dell'altra. Lui, sempre allegro e con la testa tra le nuvole, un po' sbadato e qualche volta fastidiosamente troppo sicuro di se stesso. Lei, l'incarnazione della coscienza umana. Impeccabile, giudiziosa e sapiente. È estremante razionale e aperta a tutto, adora passare le sue giornate in biblioteca e detesta il sole. Spesso mi chiama alle due di notte solo perché "non ho voglia di dormire, il cielo è troppo bello": non fa una piega, ma Luna è davvero una persona buona ed un'ottima amica. Quando si tratta di darmi dei consigli, è sempre molto sicura ed affidabile. Ma diventa improvvisamente incerta quando si parla di lei. Quando le ho raccontato la mia storia, ho scoperto che è anche molto romantica.

-Buongiorno, Luna!- diciamo in coro io e Will.

-Allora, Ellie? Stasera ci sei?- mi chiede speranzosa.

-Non mancherò.- le rivolgo un sorriso sincero, fulminando Will con lo sguardo.

Ma lui non si lascia affatto intimidire, tornando alla carica.

-E conoscerà Chad!

-Will, Chad non esiste.- sono mesi che gli ripeto la stessa frase.

-Si sta facendo tardi.- Luna guarda l'orologio, per poi prenderci velocemente sotto braccio e trascinarci verso l'ascensore –E io detesto fare tardi.

-Proprio come Ellie...- esclama divertito Will.

Inizio a colpirlo in testa con un libro.

***

Quando finalmente risalgo sull'ascensore è ora di pranzo. Le lezioni ed i dibattiti qui durano tutta la mattinata e non ci sono pause. Luna dice che a lei va più che bene questo ritmo (ma lei si adatterebbe a tutto), mentre Will sostiene di aver bisogno di parecchi caffè per affrontare la giornata. Se non si fosse capito, Will è un patito del caffè.

Mangiamo un panino al volo al ristorante del Centro, prima che il nostro affollatissimo pomeriggio abbia inizio. Dobbiamo dividerci, Luna e Will hanno delle cose da fare ed io devo raggiungere il professor Flick al sesto piano per portargli la bozza di un lavoro che sto finendo.

Busso titubante alla porta, sentendo la voce del professore che mi intima di entrare.

-Buon pomeriggio, Ellison.- mi sorride.

Mi riempie sempre di orgoglio che Flick mi chiami per nome, poiché chiama così solo i suoi studenti preferiti.

-Professor Flick.- ricambio il suo saluto, sedendomi di fronte a lui e posando sulla scrivania la tesi a cui sto lavorando da un po' –Ho approfondito il tema sulla Materia Oscura, c'è tutto quello che mi aveva chiesto più... qualche aggiunta.

Ci scambiamo un sorriso complice, mascherato da diplomatico.

-Anche le tue opinioni?

Ridacchio.

-Anche quelle.

Il professor Flick ha riposto molta fiducia in me, fin da quando mi ha vista, quel pomeriggio alla Sparrow. Non so cosa abbia visto in me, ma ha continuato a seguirmi. E mi sta aiutando anche adesso. Mi alzo, convinta che non ci sia più nulla da dire.

-Ellison.- ha un tono più serio adesso.

-Mi dica, professore.- rispondo, un po' timorosa per quello che potrebbe comunicarmi.

-Ho una conferenza in Italia, la settimana prossima.- si guarda le unghie, finge di analizzare qualche documento sulla sua scrivania –Vorrei che venissi con me.

Sussulto, onorata ed insieme disorientata da quello che sembra un invito prestigioso. Il professor Flick partecipa direttamente solo agli eventi più importanti ed è solito andarci da solo.

-D-dove?

-In Italia, a Pisa.- alza lo sguardo, puntandolo nel mio –Pare che ci siano delle novità riguardo un argomento che ho affrontato in passato. Oltre alla solita tenuta diplomatica, porta un abito da sera, ci sarà un ricevimento.

Spalanco gli occhi, ancora troppo frastornata per registrare l'informazione. Annuisco, tentando di sorridere; e facendo scoppiare a ridere il professor Flick quando, uscendo dall'ufficio, inciampo nei miei stessi passi.

***

-Non posso crederci.- è la quinta volta in dieci minuti che Will ripete la stessa frase.

-Non puoi credere a cosa, Will?- ribatto divertita.

Lui mi lancia uno sguardo emozionato attraverso lo specchietto, aggiustandosi gli occhiali. Siamo in macchina, Luna e Will sono seduti avanti e siamo diretti alla festa di cui parlava Luna ed io ho ancora lo stomaco sottosopra. Tra una settimana andrò a Pisa, dove ha studiato mia madre, per assistere ad una conferenza su una nuova scoperta. Ed è esattamente a questo che Will non può credere.

-Non posso credere che andrai in Italia!- continua Will, sterzando.

-Quanto tempo starai lì?- mi chiede invece Luna.

-Due o tre giorni.

-Poi devi raccontarmi tutto!- dice, ammiccando.

-Naturalmente!

-Ehi! Ehi!- la voce di Will ci raggiunge, sostenuta –Non capisco perché a me non dite mai niente, siete sempre in combutta!

Io e Luna ci limitiamo a ridere, prendendolo in giro. Will ci racconta tutto di lui, persino quante volte al giorno va in bagno, mentre a me piace tenerlo sulle spine. Luna, poi, è la ragazza più misteriosa che abbia mai conosciuto. Se ne sta sempre sulle sue, intervenendo solo per dare consigli e mai per chiederli. Mi ha fatto piacere quando si è aperta con me per la prima volta. Proviene dal Galles, precisamente da una comunità isolata di protestanti. Ha vissuto tutta la vita oscurata dalla presenza delle sorelle, tutte dedite agli insegnamenti dei genitori, passando come la mela marcia della famiglia. Le piaceva leggere, ma non c'erano libri. Le piaceva correre, ma le sue scarpe non erano adatte e la madre diceva che non era consono ad una ragazza come lei. La scuola era diretta da suore e si imparavano a stento le operazioni più semplici, che Luna conosceva già da anni.

Ma questo non l'ha fermata.
Stimo Luna perché, quando tutto sembrava perduto, lei ha trovato la forza di allungare la mano e prendersi quello che voleva.

Un giorno, quando aveva quindici anni, saltò su un carretto ed andò in città, si intrufolò in negozi e librerie, utilizzando tutti i suoi risparmi per comprare dei libri. Libri di matematica. Gli stessi che, letti e riletti, la hanno portata qui. È un vero genio, ed ha avuto a disposizione molti meno mezzi di me. La sua storia affascinerebbe chiunque.

-Stasera voglio sperimentare.- annuncia Will con tono solenne, mentre entriamo nel locale.

Io e Luna lo perdiamo di vista dopo all'incirca venti secondi, e sappiamo che non tornerà prima della mezzanotte. Troviamo un tavolino piuttosto isolato, dove la musica non si sente troppo forte, ed ordiniamo qualcosa da bere.

-Sei contenta?- mi chiede senza giri di parole.

-Per...?- fingo, ma so perfettamente a cosa si riferisce.

-Di andare in Italia.- la sua voce è dolce, quasi come se volesse consolarmi –Non mi sei sembrata particolarmente entusiasta e, a dire il vero, non lo sembri mai.

-Oh.- scuoto il capo –No! No, è che... è stata una sorpresa, ecco.

-Ellie...- poggia il gomito sul tavolo, tenendosi la testa con una mano.

Luna ha imparato a conoscermi fin troppo bene, forse meglio di chiunque altro. Una volta, quando ci siamo trovate a parlare di ragazzi, lei mi ha raccontato di tutto ed io non avevo nulla da dirle. Mi sono sentita in imbarazzo, avendo poca esperienza in quel campo; così le ho parlato di Mat. Nei dettagli, confidandole ciò che mi tenevo dentro da mesi. E lei mi ha ascoltata, senza dire una parola, per quasi un'ora. Poi, senza filtri o peli sulla lingua, ha detto che per lei ho sbagliato a partire.

-Sono spaventata, okay?- sospiro –Sono felice, davvero, ma sono spaventata. E la parte spaventata di me prende il sopravvento.

-Perché?

-Non lo so!- sbotto, esasperata –Sto andando avanti e dovrebbe essere una cosa bella, ma continuo a guardarmi indietro. C'è qualcosa, indietro, che non riesco a lasciare andare. E non capisco cosa sia.

Anche se cerca di trattenersi, capisco che sta sorridendo.

-Quel ragazzo, Mat...- dice, cauta –Ci pensi ancora?

Il cuore mi si stringe, scricchiolando pericolosamente. La colla con cui avevo rimesso insieme i pezzi cede, facendo crollare ogni sostegno. Chiudo gli occhi di scatto, come se Luna mi avesse colpita forte con un pugno.

-È passato.

Sono due parole, ma c'è dentro tutto quello che ho dovuto affrontare in questi anni. Ho pensato che, in fondo, avrei potuto mandare tutto all'aria. Mi sono resa conto di non tenere a quello che stavo facendo, ma solo all'idea che lo stessi facendo. Era lo stereotipo della mia vita ed io ci ero caduta dentro. Ed ho aspettato che lui venisse a salvarmi, l'ho aspettato davvero. Lo ha sempre fatto, da quando lo conosco, mi ha sempre salvata. Nonostante la mia ostinazione, il mio orgoglio, o il modo in cui fingessi di stare bene, lui ha sempre capito. E si è lasciato salvare da me al momento giusto. Per questo ho continuato per mesi ad aspettare una sua telefonata, una sua lettera, un suo messaggio. Ho addirittura sperato che entrasse dalla finestra e mi portasse a casa su un cavallo alato.

Ma lui è completamente sparito.

Ed io ho capito che non sarebbe venuto, che non mi sarebbe corso dietro una seconda volta. Che forse non mi amava realmente, che io ero solo una vera amica per lui. Ho deciso di relegarlo in un piccolo angolo del mio cuore, in un cassetto stretto, dove entrava a stento. Ma quel cassetto scricchiola continuamente.

Luna mi guarda, eloquente.

-Forse sì.- ammetto, incapace di mentire con lei –Forse mi manca e non sono ancora riuscita a dimenticarlo.- chiudo di nuovo gli occhi –Ma non è questo, io so che non è solo questo. C'è qualcosa che mi spinge a tornare indietro, anche se il mio cervello sa quanto sarebbe stupido ed incoerente farlo.

-Perché?

-Perché sarebbe tutto... vuoto.- dico, a disagio –Dovrei ricominciare daccapo e sarei sola, e non saprei che fare.

-Forse ti sta ancora aspettando. Vi state aspettando entrambi.

Scuoto la testa, sconfitta.

-È troppo tardi, Luna.

-Non è mai troppo tardi.- il suo sguardo brilla, deciso –Certe volte ce ne convinciamo, quando ci troviamo davanti un muro. Ci diciamo che è troppo tardi per non cercare il modo di scavalcarlo, perché abbiamo paura di cadere. E le altezze fanno questo effetto. Mettono le vertigini, ti fanno sentire in bilico e rischi di perdere l'equilibrio. Potresti cadere, schiantarti al suolo e finire davvero in mille pezzi.

Mi guarda, sorridendo.

-Ma questo non è un valido motivo per perdersi un panorama spettacolare.

Le sue parole risvegliano qualcosa in me, come una piccola e fragile speranza. Sto per chiederle di continuare, di contagiarmi il suo coraggio, di prestarmi un po' di forza, ma veniamo interrotte.

-Zwei schöne mädchen...- dice una voce squillante, appartenente ad un ragazzo in piedi proprio di fronte a me –Due bellissime ragazze, ma una la conosco già...

È un ragazzo biondo scuro, alto e piuttosto muscoloso. Ha gli occhi molto chiari ed indossa una camicia nera elegante, ma non lo conosco. Il suo inglese era un po' traballante e, vista la fisionomia, deve essere di qui.

-Guten Abend, Chad.- lo saluta Luna, con una pronuncia impeccabile.

Mi si ferma il respiro. Chad, il ragazzo con cui Will continua ad assillarmi da mesi, esiste davvero. Ed è davanti a me. Se questo non è un sogno, è decisamente qui e mi sta porgendo la mano.

-Guten Abend, Luna!- i suoi occhi restano puntati nei miei, nonostante stia parlando con la mia amica.

Gli stringo la mano, ma resto muta.

-Lei è Ellison.- dice Luna, in tedesco –È inglese.

Fa le presentazioni di malavoglia: a differenza di Will, lei ha sempre parteggiato per Mat.

-Piacere, Ellison.- dice Chad con un sorriso, che ricambio titubante.

Rimaniamo tutti e tre a fissarci, in totale imbarazzo. Probabilmente dovrei invitare Chad a sedersi, poiché sono certa che Luna non lo farà, ma non ne è proprio l'intenzione. O almeno, non ne avevo l'intenzione prima che Will irrompesse decisamente a sproposito e prima della mezzanotte.

-Chad! Ich freue mich dich zu sehen!- come al solito, si impapina con i verbi ed abbandona il Tedesco per strada –Sono felice di vederti! Come va all'università?

Rimango piacevolmente sorpresa nello scoprire che Chad studia, in effetti ha un'espressione furba. Forse lo avevo semplicemente giudicato male, magari non è il classico belloccio senza cervello.

-È okay.- risponde Chad, salutando Will con una stretta di mano.

-Hai conosciuto Ellison? Oh, ma perché non bevete qualcosa insieme... eh, ragazzi?- ammicca in direzione di Luna, che alza gli occhi al cielo –Io e Luna andiamo a farci un giro!

Prende sotto braccio la mia amica e praticamente la trascina via, mentre lei mi rivolge una smorfia stizzita. Io alzo le spalle, a disagio. Chad mi si siede di fronte, sfoggiando un sorriso luminoso. In effetti, in modo assolutamente oggettivo, Will aveva ragione. È quel tipo di ragazzo che, a guardarlo, ti sembra uscito da un film e ti chiedi se esista veramente. Mi resta solo da conoscere il suo carattere.

-Allora, Ellison?- ammicca, complice –Parlami di te.

Comincio a parlare in inglese molto velocemente, sperando che non capisca quello che dico e se ne vada; ma Chad resta immobile, alternando sguardi perplessi a sorrisi di circostanza.

-...e quindi sono venuta qui, dove lavoro da quasi due anni.- concludo, fissandolo.

-Sembri interessante.- dice con tranquillità.

Lo fisso, stralunata. Devo tirarmi fuori da questa situazione e non ho la più pallida idea di cosa fare. E mi chiedo effettivamente per quale motivo io voglia tirarmi fuori da questa situazione. Insomma, Chad non è brutto ed io sono giovane e single da tre anni. Ma c'è qualcosa, qualcosa di fastidioso, in me, che mi fa sentire come se stessi tradendo qualcuno.

Come se stessi tradendo Mat.

Lui che non è qui e che è lontano da me. Che mi è mancato e continua a mancarmi, nonostante io cerchi in tutti i modi di scacciarlo dal mio cuore e dalla mia testa. Ed è proprio il pensiero di Mat e di quello che ho passato per lui, per via del suo pensiero costante, a farmi ricredere. Accavallo le gambe, mettendomi comoda sulla poltroncina e regalo a Chad un sorriso, per la prima volta da quando è arrivato, sinceramente amichevole. Mi dico che, in fondo, è passato tanto tempo e la vita non è una fiaba. È stupido continuare a struggersi per qualcosa che non raggiungerò mai. Forse devo solo fermarmi, racimolare il coraggio che mi rimane, ed accontentarmi di quello che sono riuscita a raggiungere. Senza chiedermi quanto sia forte il desiderio di tornare indietro e di rifare una scelta che, la prima volta, non mi è riuscita troppo bene.

-E tu, Chad?- gli chiedo –Parlami di te.

Spazio Autrice:
Eccomi qui! Chiedo umilmente venia per l'attesa, non si ripeterà, anche perché i prossimi capitoli sono già pronti! *-*
Ci siamo inoltrati nella nuova vita di Ellie, fatta di lavoro e serate in compagnia di Will e Luna, profondamente diversa e lontana da quella precedente. Le domande sono... che ve ne pare dei nuovi personaggi? E cosa succederà adesso?
Spero davvero che la seconda parte vi stia piacendo ed attendo di leggere e rispondere ai vostri commenti *-* !

Soprattutto, però, devo ringraziarvi per quelli che avete lasciato sotto i capitoli precedenti. Ogni visualizzazione, ogni stellina ed ogni notifica mi hanno riempito il cuore di gioia. Vi assillo ad ogni spazio autrice, ma per me è davvero importante. Quindi grazie di cuore a tutti... <3 .
Per concludere, un piccolo avviso: l'estate è finalmente cominciata ed avrò molto più tempo per scrivere *-*! Quindi sono riuscita a fissare delle date precise per gli aggiornamenti:
-Ogni martedì aggiornamento di On fire;
-Ogni venerdì aggiornamento di Sun.
Cercherò di rispettarle ogni settimana, a partire da questa in arrivo!
Un bacio, a prestissimo!

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