Capitolo 22 - Eltanin

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Capitolo 22 - Eltanin
(mostro marino)

È incredibile come le giornate decisive, quelle che cambieranno per sempre il corso della tua vita, inizino esattamente come tutte le altre. Solito cappuccino preso velocemente, corsa fino a scuola e lezioni stancanti; solito pranzo in mensa con Denny, Ros, Olivia e Mat. Fino a quando Adam non è corso al nostro tavolo, allarmato e con gli occhi fuori dalle orbite.

-Wilkins!- ha detto a Rosie, apprensivo –Che fine ha fatto tuo fratello?

Mat ha distolto lo sguardo, continuando a mangiare come se niente fosse, probabilmente felice del fatto che Adam avesse deciso di ignorarlo.

Denny ha aggrottato le sopracciglia.

-Calma gli spiriti, amico.- ha detto, alzandosi –Alex arriva più tardi.

-Che significa che arriva più tardi?!- ha sbottato Adam –Ha idea del fatto che oggi pomeriggio abbiamo la partita con la squadra nazionale del liceo francese, oppure no? Non può fare sempre il cazzo che gli pare!

Ed è così che il solito e tranquillo pranzo in mensa, unico momento di relax a scuola, si è trasformato nell'inizio di questa terribile giornata. Ed ora sono qui, seduta con il cucchiaio a mezz'aria, e lo sguardo perplesso. Avevo dimenticato che oggi, primo di aprile, ci sarebbe stata la partita di Basket più importante dell'anno. La nostra scuola, grazie alle abilità della sua squadra, si qualifica ogni anno per i campionati studenteschi nazionali; e questo pomeriggio ci sarà l'eliminatoria finale con la Francia, motivo per cui da questa mattina sono tutti su di giri.

-Non c'è motivo di allarmarsi tanto, Alex si unirà a voi quando arriverà.- dice Rosie, lanciando ad Adam uno sguardo diffidente –Ora, se ci lasciassi in pace...-

Adam stringe i pugni, facendo una smorfia nervosa; ma, prima che possa ribattere e con grande sorpresa dei presenti, sono proprio io a parlare.

-Rosie vuole dire che appena Alex si farà vivo lo manderemo da te.- dico, rivolgendogli un sorriso gentile –Puoi stare tranquillo, Adam.

Adam sobbalza, fissando lo sguardo nel mio, ma non sembra meno sorpreso degli altri. Denny e Rosie mi fissano perplessi, Olivia sembra divertita. Mat alza per la prima volta lo sguardo dal piatto, fissandolo nel mio, sembra improvvisamente interessato alla conversazione. La verità è che da quando due settimane fa Adam mi ha detto dove trovare Mat, ho iniziato a riconsiderarlo e, vedendo come tutti lo abbiano aggredito, ho pensato di sdebitarmi difendendolo.

-Grazie.- borbotta Adam, a disagio.

Poi si allontana, senza aggiungere altro.

-Dimmi un po', principessa.- dice Olivia, ghignando –Ci siamo persi qualcosa?

Torno a mangiare, lanciandole un'occhiataccia.

-Non vi siete persi niente.- rispondo freddamente –Ho solo pensato che, se vogliamo che ci rispetti, dobbiamo almeno evitare di aggredirlo. È anche un amico di Alex, non è carino da parte nostra comportarci così con lui.

-Già, a proposito,- fa Denny –dove diavolo si è cacciato il capitano?

-Non lo so.- dice Rosie, apprensiva –Ma comincio a preoccuparmi.

Ho una brutta sensazione anche io.

-Forse dovremmo-

-Io vado a lezione.- mi interrompe Mat, alzandosi di scatto da tavola ed afferrando il suo zaino.

Solo Denny gli fa un cenno di saluto, mentre lui si allontana a grandi passi dalla mensa. Immediatamente scatto in piedi anch'io, senza potermelo impedire, afferrando la borsa.

-Oh, ti prego, Ellie.- dice Rosie –Dimmi che non gli stai andando dietro...

Mi lancia un'occhiataccia, memore di come Mat si è comportato con me nelle ultime settimane.

-Sto solo andando a lezione.- dico, stringendo le labbra in una linea sottile.

Mentre cammino velocemente, nell'intento di raggiungere Mat, quasi mi vergogno di me stessa. Ho passato gli ultimi giorni a cercare di stargli vicino, nonostante lui non facesse che allontanarsi da me, senza neanche darmi delle spiegazioni. Ma, nonostante mi abbia chiesto di dimenticare il bacio, non sono riuscita a stargli lontana. Continuo a rivedere in lui il ragazzo che si è spezzato davanti ai miei occhi, aggrappandosi a me, perché ha solo paura di non farcela. Il ragazzo che sta combattendo per sostituire suo padre, e allo stesso tempo per salvarlo. Ed io so cosa significhi combattere quel tipo di guerra, già persa in partenza. Perciò, anche se non potrà mai innamorarsi di me, ho provato in tutti i modi a stargli vicino come amica.

-Ehi!- dico, accelerando –Mat, aspetta!

Lui si ferma a metà del corridoio, voltandosi, mi chiedo perché abbia quell'espressione sorpresa.

-Abbiamo lezione insieme.- mormoro a disagio.

In questi ultimi giorni il suo sguardo ha incontrato il mio pochissime volte, addirittura meno delle volte in cui mi ha rivolto la parola. Forse si vergogna di essere crollato davanti a me, o gli ha dato fastidio il fatto che mi sia presentata a casa sua, ma sembra evitarmi come la peste.

Rimane in silenzio, aspettando che lo affianchi. Il suo modo di fare, il suo sguardo, sembrano più freddi ogni giorno; ed io mi chiedo cosa lo spaventi a tal punto in me, nel modo in cui cerco di avvicinarmi a lui.

-Castor mi è sembrato felice, stamattina.- dico con un sorriso, cercando di fare conversazione –Chissà su cosa sarà la lezione!

-Mh.

-Tu che ne pensi?

-Di cosa?

Mi fermo, afferrandogli un braccio. Mi metto davanti a lui ed incrocio il suo sguardo perplesso, cercando di apparire più severa che ferita.

-Della lezione.- mormoro –Mat... perché non parli più con me? Che succede?

Mi guarda con un'intensità quasi travolgente, liberandosi delicatamente dalla mia stretta. I suoi occhi sembrano stanchi, ma sono luminosi come sempre, mentre fa scorrere lo sguardo nel mio alla ricerca di qualcosa che non riesco a capire.

-Niente.- dice, alzando l'angolo delle labbra –Sono solo stanco.

-Mat...

-Siamo in ritardo.- mi interrompe, riprendendo a camminare.

Ed io avverto uno strappo all'altezza del petto, proprio dove batte il cuore. Mi ha respinta, mi ha umiliata e mi ha detto di dimenticare ogni cosa... mi ha voltato le spalle e freddata ogni volta che ho provato a stargli vicino, sorridendomi come a voler indolire la pillola. Ed ora mi tratta come una stupida, come se potesse ferirmi liberamente. Sono stata male a causa sua, in questo mese, ma ho messo da parte i sentimenti che provo per stargli vicino, per quello che sta vivendo con suo padre.

Ma sono stanca di farmi trattare così da lui.
Di lasciargli la chiave del mio cuore, permettendogli di saccheggiarlo come gli pare.

Sospiro, rimanendo zitta fino a quando non entriamo in classe, dove il professor Castor ci accoglie con il solito entusiasmo.

***

-Siamo finiti! Siamo praticamente, indiscutibilmente... finiti!- Laila, una ragazza che conosco a malapena di vista, mi balza davanti non appena esco nel cortile della Sparrow.
Olivia, accanto a me, alza gli occhi al cielo.

-È solo una partita...

-Solo una partita? Solo una partita?! Questa doveva essere la partita!

-Laila.- intervengo io –Che succede?

-Alex Wilkins si è rotto un braccio!- sbotta lei –Il capitano non potrà giocare e siamo disperati, Adam è furioso!

Laila è nella squadra di basket, una ragazza piuttosto alta e muscolosa, ma con un tasso di autocontrollo parecchio basso. Ma la notizia che mi ha appena dato mi fa bloccare sul posto, mentre una stretta terribile mi avvolge il petto.

-Cosa?!- sbotto –Come lo sai, che è successo ad Alex?!

L'idea che possa essersi fatto male mi fa venire uno strano senso di nausea, sorprendendomi di quanto mi sia affezionata a lui.

-No, sta bene.- risponde Laila –Ma questa mattina mentre veniva a scuola si è scontrato con un motorino e pare si sia fratturato l'omero, o qualcosa del genere. Appena ha potuto ci ha detto che non potrà giocare, ma verrà a vedere la partita. E noi siamo finiti. Finiti, capisci?!

Non capisco come faccia Olivia a rimanere impassibile, mentre io sono agitatissima.

-Sai dove si trova Rosie?- dico, ma al suo sguardo perplesso specifico –Rosie Wilkins, la sorella di Alex.

-È andata all'ospedale, l'ha accompagnata Denny.

Mat compare dietro me ed Olivia, con un'espressione preoccupata e leggermente scomposta. Neanche a farlo apposta, arriva anche Adam; dalla direzione opposta a quella di Mat, affianca Laila e mi rivolge appena uno sguardo.

-Rivers.- dice poi, riservando a Mat tutta la sua attenzione.

-Adam!- prorompe Laila, fissandolo trafelata –Adam, perderemo la partita!

Adam non dà segno di averla sentita.

-Mi serve un favore.

Il tempo pare fermarsi.
Sembra che tutto si congeli in questo istante, quando Adam si rivolge a Mat per chiedergli un favore. Addirittura.

Mat non dice nulla, si limita a fissare Adam di rimando.

-Qualcuno deve giocare al posto di Alex.- dice Adam.

Ma certo! Ora ricordo.
Mat giocava nella squadra di basket, prima dell'incidente.
Quando lui e Adam erano amici.

-Avete delle riserve.- risponde Mat.

A discapito delle apparenze, la sua voce assume una sfumatura di sorpresa. Adam non si scompone, serrando la mascella.

-Giochi oppure no?- taglia corto.

Mat fa un passo avanti, sospirando pesantemente. Persino Olivia pare incuriosita dalla situazione, mentre Laila si sta letteralmente mangiando le unghie; dal canto mio, il mio sguardo non ha lasciato Mat neanche per un istante.

-Mi serve una divisa.- dice alla fine Mat.

Adam gli fa segno di seguirlo e lui mi lancia appena uno sguardo, prima di allontanarsi con Adam e Laila (che ora pare più sollevata). Mi volto verso Olivia, ancora agitata.

-Dici che Alex starà bene?

-Hai sentito, oggi verrà a vedere la partita.- dice, alzando le spalle con noncuranza –Non sarà nulla di grave.

Ci avviamo al bar della scuola per fare uno spuntino veloce, poiché oggi rimarremo a scuola per vedere la partita. Di solito c'è sempre Ros con noi, o Denny, che animano i dialoghi e mi fanno scoppiare a ridere. Qualche volta Alex mi invita a fare lunghe passeggiate in cui parliamo del più e del meno, o la presenza di Mat mi tiene occupata. Ma oggi, sola con Olivia, non riesco a mettere a sopire la preoccupazione per Alex. Sembriamo due mummie.

Per fortuna, si fa presto l'ora della partita e ci avviciniamo al campetto da Basket dall'altra parte dell'edificio della Sparrow. La primavera è cominciata da poco (sarà sì e no una settimana) ed il clima, nonostante le frequentissime piogge caratteristiche dell'Inghilterra, è ogni giorno più mite: qui a Staithes si sta davvero bene. Tra qualche mese, sono certa che sentirò la mancanza di questo posto.
Le gradinate dove siedono gli spettatori sono quasi del tutto piene, ma io ed Olivia cerchiamo gli altri con lo sguardo. Stiamo quasi per arrenderci, quando una mano dalle prime file si agita nella nostra direzione.

-Ellie!- urla Ros, sbracciandosi –Siamo qui!

Alzandomi sulle punte riesco ad individuare anche la chioma corvina di Denny, già seduto accanto ad Alex. Ci sono due posti vuoti, conservati per me ed Olivia. Facciamo abbastanza fatica a raggiungerli, visto che praticamente tutta la scuola è venuta ad assistere alla partita. I giocatori sono ancora negli spogliatoi, la partita comincerà tra una decina di minuti, ma ci sono già tantissimi striscioni in alto e Pamela è a bordo campo come sempre. Quando riusciamo a raggiungere gli altri, il mio sguardo si posa subito su Alex.

-Alex!- sbotto, correndogli incontro –Come stai?

Lui se ne sta seduto un po' scomposto ed ha il braccio sinistro fasciato, ma sembra stare bene; più che altro, ha un'espressione preoccupata.

-Sto bene.- dice con un sorriso –Stai tranquilla.

-Magari, se guardassi la strada prima di attraversare, ora staresti meglio.- borbotta Ros, arcigna.

Olivia annuisce.

-Diavolo, ragazze.- dice Denny –Mi sa che ha imparato la lezione...

-Mi hai fatta preoccupare di brutto.- prorompe Ros, rivolta ad Alex.

Lui sorride, regalandole uno sguardo molto dolce, che mi fa stringere il cuore.

-Certe volte sembri tu la sorella maggiore...- dice benevolo.

Veniamo interrotti dall'ingresso in campo dei giocatori, così prendo posto tra Alex e Ros. I primi ad entrare sono i giocatori della squadra avversaria.

-Sono contenta che tu stia bene.- dico piano ad Alex, un attimo prima che anche la nostra squadra faccia il suo ingresso in campo.

C'è anche Mat.

Non lo avevo mai visto giocare, prima che me lo dicessero non sapevo neanche che fosse stato per due anni in squadra. Ma vederlo ora, così, con la divisa arancione e i capelli scompigliati, mi dà un senso di familiarità. Gli stanno bene. Riesce a portare quella divisa sportiva con la stessa eleganza con cui porterebbe un completo da sera, ma allo stesso tempo ha un'aria più sbarazzina del solito. Anche Adam è in campo, come al solito con una smorfia dipinta sul viso impartisce ordini alla squadra. Indica a tutti dove devono posizionarsi o a chi devono passare la palla, ma non dice nulla a Mat. Lui si posiziona in attacco, come se già sapesse dove andare.

-Fa uno strano effetto vedere di nuovo Mat in campo.- commenta Ros, alla mia sinistra.

-Un bell'effetto.- replica Denny.

Alex resta in silenzio, ma poi si apre in un sorriso e dice piano, in modo che solo io possa sentirlo.

-Se la caverà, è più bravo di quanto mi piaccia ammettere.

Il fischio dell'arbitro segna l'inizio delle partita.

Mi gira quasi la testa a seguire il pallone, che vola da una parte all'altra del campo davvero velocissimo. La squadra avversaria, dalla Francia, è molto brava. Mi sorprende che sia quasi tutta maschile, ma comunque sia l'altezza che l'agilità giovano a suo favore. I nostri, invece, fanno parecchia fatica a tenervi testa. Sfrecciano da una parte all'altra del campo, radunandosi spesso in difesa o cercando di accerchiare gli avversari: Adam sembra una trottola. Mi sorprende come, contrariamente al solito, non mi stanchi di guardare la partita: non mi annoio neanche per un secondo, anzi seguo super interessata. Alex, accanto a me, è davvero apprensivo. Esulta ad ogni canestro della nostra squadra, soffocando un'imprecazione ogni volta che a segnare sono gli avversari. Sembra soffrire a starsene qui, fermo, mentre la battaglia più importante viene combattuta senza di lui. Mi viene da sorridere dalla tenerezza, quando lo vedo muovere il ginocchio. Mezz'ora passa in un lampo e, ben presto, mancano solo dieci minuti alla fine della partita. Siamo in svantaggio di soli quattro punti. Potremmo farcela, se solo...

-Oh, accidenti!- sbotta Alex –McCartney! Lascia sempre la difesa libera, e adesso segn-

Gli avversari fanno canestro.

-Ecco, appunto!

Ora capisco come faccia Alex ad essere così bravo, oltre a saper giocare riesce anche ad anticipare le mosse degli avversari. Mira a conoscere i loro punti di forza e rafforza le difese su quelli, attaccando invece su tutti i fronti. Adam sembra imprecare; Mat è impassibile. Entrambi devono essere parecchio stanchi, poiché per tutto il tempo non hanno fatto che correre avanti e indietro. Praticamente tutti i canestri a nostro favore sono stati fatti da loro due, anche se fra di loro non si sono mai passati la palla. Ros sembra leggermi nel pensiero.

-Quei due devono collaborare.- dice.

E, in effetti, è l'unica speranza che abbiamo: mancano cinque minuti alla fine della partita e siamo in svantaggio di sei punti. Il mio sguardo si punta definitivamente su Mat, mentre Alex nasconde il viso tra le mani. Ros e Denny sembrano sconsolati, Olivia si guarda le unghie, disinteressata. Ed è in questo momento, qui e ora, che imparo una cosa fondamentale.
C'è sempre speranza. Le persone sono pozzi senza fondo dall'acqua inesauribile, dall'eco infinito. Ed anche alla fine di tutto, quando crediamo che le cose siano definitivamente precipitate, c'è ancora speranza.

Ed è così che Mat strappa la palla ad un giocatore francese, fermandosi per un istante a palleggiare. Il canestro è lontano, i compagni sono tutti marcati ed il tempo scorre. Difende la palla dalle aggressioni avversarie, guardandosi intorno freneticamente.

-Adam!- urla ad un certo punto, non accorgendosi, nella foga del momento, di averlo chiamato per nome.

Gli lancia la palla, permettendogli di segnare. E ripetono, l'uno con l'altro, la stessa azione per ben tre volte. Alex si toglie le mani dal viso, fissando la scena a bocca aperta. Rosie scoppia a ridere, Denny balza in piedi.

-WOW!- grida, con le mani a coppa davanti alla bocca –Forza Mat!

Rosie ride ancora più forte, quando Mat fa di nuovo canestro dopo che Adam gli ha passato la palla. Alex sembra al settimo cielo, Olivia non mostra emozione alcuna, ma sono certa che sia un po' emozionata anche lei. Dal canto mio, ho registrato tutte queste cose senza distogliere lo sguardo da lui neanche per un istante. Non riesco a nascondere un sorriso, mentre il cuore mi va a mille. Il tempo scorre. Sembra rallentare, ma scorre. E noi pareggiamo, passiamo in vantaggio e, addirittura, segniamo altre due volte prima che la partita finisca.

Hanno vinto.
Abbiamo vinto.

La nostra platea esplode dalla gioia, invadendo il campo e correndo ad abbracciare i giocatori, che andranno ai campionati nazionali. Noi restiamo seduti, poiché per Alex sarebbe poco pratico muoversi tra la folla, ma Denny continua ad urlare. Mat è circondato dalla squadra e dagli studenti, che provano ad abbracciarlo e gli fanno i complimenti. Però guarda noi. Sorride leggermente, scuotendo la testa divertito a sentire come Denny cerca di sovrastare gli altri con le sue urla di acclamazione, o come Ros ride dalla felicità. Guarda anche me. A differenza degli altri, non sto esultando, non sto gridando e non mi sono alzata in piedi. Sto solo sorridendo. Ma lo sto facendo con tutto il cuore, con tutta me stessa, mentre lo guardo senza preoccuparmi minimamente di nascondere i sentimenti che provo in questo momento. Il sorriso di Mat si apre ancora, mentre mi guarda, circondato dagli studenti che continuano a fargli i complimenti ed a provare ad abbracciarlo. Mi guarda e quasi mi illudo che corra fino a qui e mi baci di nuovo, quando il cuore mi si spezza. Mi si spezza quando Monica, corsa in mezzo al campo con gli altri, lo tira a sé e, mentre lui strabuzza gli occhi, lo bacia. Lo bacia con passione e, nonostante tutto, io non distolgo lo sguardo. Lui non si stacca, non la allontana, non le chiede di dimenticare come ha fatto con me. Denny non grida più, al contrario, pare piuttosto confuso. Rosie smette di ridere e si volta verso di me, fissandomi apprensiva.

Spazio Autrice:
Ehilà! C'è ancora qualcuno?
Che ne pensate? Il capitolo è stato un po' più leggero degli altri, se escludiamo la conclusione, ma spero vi sia piaciuto comunque!

Alcuni di voi mi hanno fatto notare che la storia è abbastanza scontata, un po' all'americana e spero che questa prima parte non vi stia annoiando. In ogni caso, avete fatto benissimo a dirmelo e sto cercando di provvedere! Questa storia, ispirandosi a fatti in gran parte accaduti, potrebbe risultare effettivamente prevedibile; ma vi chiedo di avere ancora un po' di pazienza, perché nella seconda parte le cose cambieranno! Nella prima parte avete conosciuto i personaggi, li avete visti interagire nella quotidianità, nella seconda li vedrete combattere. Tutti quanti.
In ultimo, non so davvero come ringraziarvi: 2K visualizzazioni sono tantissime! *-* Ringrazio in particolare i commentatori più assidui, vi citerò tra qualche capitolo alla fine della prima parte, ma voglio dirvi grazie anche ora. Siete fantastici. <3
Un bacio, a presto!

P.s. Vi piace la nuova copertina? Era meglio quella di prima?

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