Jikook "Confuso"

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Canzone: 8 letters degli Why don't we
Scelta da: jimcutiee

Pov Jungkook

Sono sul mio letto, disteso, guardo il soffitto, prego che il materasso mi assorba, mi faccia sparire, mi punisca per la mia cazzata.

Ripercorro quello che è successo una settimana fa, quando ho deciso di chiederti spazio, non lo so nemmeno io perché l'abbia fatto, io ti volevo sempre più vicino.

Ma con te mi ero immerso in un mondo sconosciuto, prima del tuo arrivo ho solo avuto avventure, fatte esclusivamente per soddisfare il mio corpo, non hanno mai sfiorato il mio cuore, nemmeno per sbaglio.

Ricordo perfettamente il giorno in cui ti ho conosciuto, mi avevi urlato contro perché ti avevo versato il mio frappè addosso, non era stato intenzionale, eppure quel frappè mi ha letteralmente cambiato la vita.
Ti eri infuriato ancora di più quando mi ero messo a riderti in faccia ancora prima di chiederti scusa.
Ma nonostante urlassi parole poco carine avevi un viso così tenero che non riuscivo a prenderti sul serio.
Prima di chiederti scusa mi ci volle un po', tu mi stavi bruciando con lo sguardo.
Ti avevo lasciato il mio numero, ti avevo detto di dirmi il conto della lavanderia.
Il numero te l'eri segnato e subito dopo eri andato via sbuffando.
Dio mio non avevo mai visto una persona più adorabile di te.

Dopo che avevo pagato il conto della lavanderia ci trovavamo spesso nel corridoio della scuola, prima di quel frappè non ci eravamo mai visti, destino beffardo.
I nostri sguardi si incatenavano ogni volta, e così con tutta la spontaneità i messaggi divennero giornalieri.

Ormai ero dipendente dalle tue attenzioni, ci eravamo solo dati un bacio a stampo.
Ti giuro non avevo mai provato qualcosa di così grande per un semplice contatto.

Forse è stato questo a farmi andare in panico, a farmi trovare in questa maledetta situazione, augurandomi di venire inghiottito, per sparire.

Non avevo mai creduto alle fantomatiche farfalle, per me erano tutte leggende create da romantici incalliti.
Ma lo sfarfallio che avevo provato toccando le tue labbra mi aveva aperto gli occhi.

Stavo guardando la tua foto, quella che avevamo scattato pochi giorni prima dalla mia cazzata.
Quanto sei bello Jimin, quelle guanciotte da mordicchiare, quei capelli così morbidi, e il tuo sorriso, quello era la mia morte.

Il telefono vibrò, non ci potevo credere, mi stavi veramente chiamando, dopo come ti avevo trattato, tu mi stavi cercando.
Non ti meritavo, ma sarei stato egoista da tenerti solo per me.

Riposi alla chiamata.

"Hai dieci secondi per venire giù o me ne vado". Dissi dolcemente, sei un angelo, il mio angelo.

"Sarò giù in 9 secondi". Chiusi la chiamata.

Mi precipitai giù, ti presi tra le braccia e ti feci fare una giravolta, la tua risata mi bastava per cancellare la paura insensata che si era formata dentro di me.

"Sono uno emerito coglione". Ti dissi continuando a tenerti stretto tra le mie braccia.

"Lo so, ma sei il mio emerito coglione".

Si, io sono completamente tuo.

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