Vmin "Tomorrow"

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Questo one shot role speciale ha preso spunto dalla serie TV coreana Tomorrow, consiglio a tutti di vederla, la trama è basata sui Tristi Mietitori.

I temi sono forti, sono vietati ai 14 anni.

L'ho appena terminata e già mi manca.

Tae= corsivo e sottolineato interpretato da me Ross

Jimin= scrittura normale interpretata da Maria_love_Bts

Taehyung si era tolto la vita all'età di 25 anni.

Non sopportava più l'idea di dover sentire ancora le urla e gli insulti che gli rivolgevano i familiari.

Era andato via di casa appena possibile, ma la sua famiglia benestante riusciva a trovarlo ovunque.

Ecco perché una sera arrivato al limite, salì sul tetto di un palazzo e si gettò nel vuoto.

Quella sera il dolore non si placò, si trasformò in un vero e proprio inferno.

La punizione del nuovo Tristo Mietitore Taehyung era quello di salvare le persone suicide.

Se non ci riusciva avrebbe rivissuto in loop la sua vita infernale umana.

Jimin ha 20 anni era un semplice ragazzo che viveva con sua madre, di giorno scuola e la sera lavorava in un market notturno, non aveva una vita rosa e fiori ma lui continuava ad andare avanti sorridendo, almeno fino a quando sua madre non morì, lasciandolo solo pieno di debiti dovuti al vizio del gioco.

La sua vita cominciò a cambiare, a scuola veniva preso di mira dai bulli che ogni giorno lo umiliavano, ogni notte degli uomini che pretendevano il pagamento dei debiti andavano nel market e se non pagava si divertivano con lui.

Era seduto sulla ringhiera di un ponte e il suo sguardo era rivolto al vuoto.

Taehyung era in possesso di un dispositivo dove venivano segnalati i possibili suicidi, la loro percentuale di negatività.

Ricevette un avviso, un ragazzo stava pensando di farla finita, un giovane ragazzo.

Il suo primo caso, la sua prima vita da salvare portava il nome di Jimin.

Jimin alzò lo sguardo al cielo, era pieno di stelle sembrava come se illuminassero tutto, ma nel suo cuore non vedeva tutta questa luce, portò lo sguardo in basso al fiume.

-se mi butto tutto finirà... Nessuno tanto sentirà la mia mancanza-.

Taehyung si teletrasportò nel luogo dove si trovava Jimin.

Rimase a debita distanza, in modo da non spaventarlo.

"È un buon motivo quello per cui lo stai facendo?".

Jimin si girò verso la voce dove vide un ragazzo che lo stava guardando.

"Tu cosa ne vuoi sapere se è un buon motivo oppure no... Lasciami in pace".

"Infatti, io te l'ho chiesto proprio perché non lo so. Ma so come ci si sente".

Jimin scoppiò a ridere, quel ragazzo vestito di tutto punto voleva dargli credere come ci si sentisse.

Smise di ridere e riportò lo sguardo verso il fiume.

"Tu non sai niente... Nessuno lo sa".

"So come ci si sente quando il mondo ti crolla addosso, quando sembra che nonostante ti impegna ogni cosa vada per il verso opposto. So come ci si sente quando ci si sveglia pregando di avere una piccola tregua dalla merda quotidiana almeno per una giornata. E so come ci si sente quando si arriva al punto di vedere la fine come ultima opzione per placare il dolore".

"Stai zitto... STAI ZITTO....".

Jimin scese dalla ringhiera e si avvicinò a quel ragazzo.

"Chi diavolo sei? Che io resti non farà differenza in questa vita... Tutta la mia vita è un bluff, tutto quello a cui credevo è un bluff, lo vedi questo sorriso?. È falso come la mia vita".

Lo guardò negli occhi lasciando scendere delle lacrime.

"Io sono la tua sfida, dimostrarmi che ho sbagliato. Dimostrami che hai più forza di quanta ne abbia avuta io. Dammi una seconda possibilità per non sentire più dolore".

Gli asciugò le lacrime.

"Come puoi pretendere da me una possibilità per non soffrire più quando io sto soffrendo.... Quando l'unica cosa che vedo è il vuoto assoluto.... Quando quel fiume è l'unica soluzione....".

"Vorrei dirti che la vita è meravigliosa ma mentirei spudoratamente. La mia ha fatto schifo. Ma se potessi tornare indietro mi darei il tempo di vedere se riuscivo a cambiarla. Se potevo realizzare il mio sogno.

Tu hai il tempo a tuo favore, fai ciò che io non ho fatto, lotta per ciò che vuoi, lotta ancora un po' anche se fa male".

Le lacrime non smetteva di cadere.

"Sono stanco di lottare... A scuola... Al market.... Voglio solo chiudere gli occhi...".

Si allontanò dal ragazzo avvicinandosi alla ringhiera.

"non voglio lottare per qualcosa che non succederà....".

Taehyung si avvicinò alla ringhiera e lo prese per il polso, lo girò verso di sé.

"Guardami, io sono te quando salterai giù da lì, sono quello che diventerai quando porrai fine alla tua vita. Sono felice? Mi vedi felice?.

Porto cicatrici indelebili, perché nemmeno nell'aldilà i ricordi ti abbandonano. Forse si rimargineranno quando avrò fatto qualcosa di buono, qualcosa che ha impedito a qualcuno di commettere il mio stesso sbaglio".

"Io.... Ti prego fa male ogni volta.... Ti prego se hai il potere cancella tutto....".

Si poggiò con la fronte alla sua spalla piangendo.

"Cancella tutto per favore....".

"Non posso farlo, è qualcosa che devi tenere come insegnamento.

Essendo il mio primo caso però hai qualcosa in più. Posso darti un dispositivo particolare che ti permetterà di contattarmi quando sentirai di essere arrivato al limite. Io ti aiuterò, ti proteggerò, ti aiuterò ad andare avanti".

"Come farai a proteggermi.... Non potrai essere sempre dove sono... Mi stai mentendo per farmi cambiare idea".

Jimin non sapeva perché ma credeva alle parole di quel ragazzo.

"Non so neanche chi sei".

"Sono un Tristo Mietitore, posso essere ovunque.

Se tu avrai bisogno sarò con te, ti aiuterò fino alla fine della tua vita dove però non morirai per un suicidio".

Sentendo quel nome Jimin indietreggiò finendo vicino alla ringhiera, conosceva i mietitori e loro portavano morte.

"Cosa... Tu....".

Lo afferrò per la vita impedendogli di cadere giù.

"So cosa pensi, il mio compito però è salvare chi vuole togliersi la vita".

"Non è possibile.... Questo è solo un sogno.... Mi sono buttato e ora sono in un sogno".

Portò una mano al suo braccio e l'altra sul suo petto per allontanarlo.

Lo strinse di più a sé.

"Guardami, mi stai toccando, non sono un sogno, sono reale. Se vuoi posso portarti a casa e farti dimenticare tutto ma appena ritorneranno questi pensieri io ritornerò. Scegli cosa vuoi fare".

"Hai detto che non puoi farmi dimenticare.... Io....".

Jimin diede una spinta forte al ragazzo andando indietro, l'unica cosa che sentì fu il vuoto dietro di lui e nella sua testa solo una frase risuonava.

- Non voglio morire.... Salvami-

-Cazzo, no-.

Taehyung si gettò giù senza esitare, afferrò Jimin e lo strinse a sé tele trasportando entrambi di nuovo sul tetto.

"Posso farti dimenticare il nostro incontro, questo è quello che volevo dire". Gli disse prima di sciogliere l'abbraccio.

Jimin era ancora sorpreso di ciò che era successo, ma non ci pensò due volte e si buttò addosso al ragazzo piangendo.

"Non voglio dimenticare.... Giura... Giura che se lotterò andrà meglio... Giuramelo".

"Non sarai da solo a lottare, ci sarò anch'io con te. E forse un giorno, quando potrò reincarnarmi ci incontreremo anche in quel momento".

"Voglio vivere... Lo farò.... Lotterò... Ma non voglio dimenti...".

Jimin non finì la frase che svenne, troppe cose da assimilare.

Lo afferrò prima che cadesse a terra.

Lo portò a casa sua e lo distese a letto.

"Ti farò ricordare di me".

E se ne andò contento di aver salvato la prima vita.

Jimin si svegliò presto quella mattina, non capiva come fosse arrivato nel suo letto, ma poi le immagini di ciò che era successo la sera prima gli tornarono alla mente.

-Devo aver sognato tutto... Non era reale...-.

Si alzò e si vestì per andare a scuola, nel luogo dove il suo inferno iniziava.

Quando si trovò tra i corridoi venne preso per il braccio e portato nel bagno, i soliti bulli che ogni giorno lo picchiavano ed umiliavano, avevano iniziato a picchiarlo dandogli calci allo stomaco e alle gambe, Jimin chiedeva di finirla.

Tae ricevette una notifica sul dispositivo, l'energia negativa di Jimin era risalita.

Si teletrasporto da lui rimanendo invisibile.

Con uno schiocco di dita sollevò da terra i bulli facendoli sbattere al muro per poi cadere a terra pesantemente.

Ne approfittò del fatto che erano privi di sensi,si rese visibile e sollevò Jimin anche lui svenuto.

Lo riportò a casa, visto che era contro le regole lo curò con medicinali umani e lo distese a letto.

Restò con lui, seduto sul davanzale della finestra della sua camera guardando fuori.

Jimin aprì lentamente gli occhi guardandosi attorno ri-trovandosi di nuovo nella sua camera, si alzò a fatica ed il suo sguardo fu rapito da quel ragazzo che ora era seduto alla finestra.

Taehyung percepì un movimento alle spalle e si girò.

"Ti sei svegliato, come ti senti?".

"Io... Mi fa male il fianco...".

Si mosse mettendo i piedi a terra cercando di alzarsi.

"Ehi ehi guerriero, rimani a letto, per un po' ti farò compagnia".

"Devo lavorare... Non posso....".

Si poggiò al comodino cercando di camminare per andare alla porta.

Gli si parò davanti.

"Per un giorno non succederà niente, farò in modo che il tempo scorri un po' più lentamente per darti modo di riprenderti".

"Ma solo per questa volta . Smettila di incassare e basta, allenati diventa più forte, colpisci".

Disse prendendolo e riportandolo a letto.

"Fallo tu".

Lo guardò stringendo le lenzuola.

"Oppure fammi diventare come te...".

"Non ti ho salvato per farti diventare come me. Ti allenerò io.

Ma pensa te, c'è chi ha l'angelo custode tu hai il Mietitore allenatore". Disse ghignando.

"Si vede che il mio angelo custode ha perso le speranze tempo fa".

Si sdraiò chiudendo gli occhi.

"Perderai anche tu le speranze".

Taehyung allenò Jimin come promesso, lo rese più forte e più sicuro.

Non venne più preso di mira e finalmente lo vide sorridere, un sorriso vero.

Passarono gli anni e Taehyung salvò diverse vite riscattando il suo debito.

Jimin morì di vecchiaia e il destino volle che il giorno della la sua morte fu cinque anni dopo il riscatto di Taehyung.

Erano rinati entrambi e si scontrarono in un bar, quando Taehyung aveva 25 anni e Jimin 20.

Si fermarono a guardarsi come se si conoscessero e scoppiarono a ridere, perché entrambi avevano la maglia macchiata di caffè per lo scontro.

Il destino gli aveva dato un'altra possibilità di salvarsi entrambi.

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