DekuBaku- Seconda possibilità

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Non so chi sia l'artista dell'opera sopra, se lo sapete aggiungo il nome.

Questa OS e' stata fatta per Eevee87Bk 
Buon compleanno amica mia. Non è per niente scontato conoscere persone come te.
Ti devo ringraziare per l'amicizia che mi stai regalando ♥️

Detto questo; un piccolo avviso.
E' stata creata in un oretta circa, visto che sono arrivata lunga, ma avevo piacere di farla uscire comunque.
Quindi siate buoni e comprensivi!

L'immagine e la Ship sono state scelte dalla festeggiata.
La trama è stata sviluppata in collaborazione con AlinaValletta0  !
Quindi un enorme grazie♥️

Ship; DekuBaku
Omegaverse
Nessuna Smut
Un pochino triste.



~~~~~~~~Heart beats fast
Colors and promises
How to be brave?
How can I love when I'm afraid to fall?
But watching you stand alone
All of my doubt suddenly goes away somehowOne step closerI have died every day waiting for you
Darling, don't be afraid
I have loved you for a thousand years
I'll love you for a thousand moreTime stands still
Beauty in all she is
I will be brave
I will not let anything take away
What's standing in front of me
Every breath, every hour has come to thisOne step closerI have died every day waiting for you~~~~~~~



E allora, ditemelo voi.
Cosa significa essere un vincente?

Ho sempre abusato dei soppressori. Nella mia merdosa vita del cazzo, il fatto di essere cresciuto forte, sano, con un incredibile quirk, poteva soltanto significare che sarei stato sempre il migliore.

L'arrivo improvviso del secondo genere, e la mia non voluta natura di Omega, mi avevano portato sull'orlo del baratro in un battito di ciglia.

Ricordo ancora come se fosse ieri, com'erano trascorsi i primi fantastici giorni dall' inattesa notizia.

Ridevo sguaiatamente di fronte ai medici e alla mia famiglia; li indicavo burlandomi di loro, asserendo che erano dei pazzi.
Si erano sbagliati, quei maledetti referti erano per forza di cosa, errati.

Quante volte ho obbligato l'ospedale a rifarli? Uno, due... cento volte.
Le settimane scorrevano, volavano via... ed erano inseguite a stretto raggio dalle mie stesse convinzioni.

Il primo calore mi aveva raggiunto una fredda sera di Dicembre, durante le feste natalizie, e mi aveva lasciato stravolto e impaurito in un angolo.

Il problema non erano stati tanto gli ammanchi d'aria, i brividi continui sotto pelle o la percezione di una scossa elettrica potente che mi stritolava inesorabilmente gli organi interni... no.

Lo era stata la consapevolezza di avere realmente un secondo genere che io non volevo.
Non lo desideravo: mi faceva sentire debole, fragile, e insicuro.

Ero fuggito da questi sentimenti di bassa autostima per tutta la mia misera vita, avevo cercato di barricare il mio ego dietro ad un muro costruito con caparbia arroganza e rabbia.

Non volevo che nessuno avesse accesso alla mia parte più profonda.

Le giornate erano diventate tutte una routine disastrosa, scandita dalla falsità delle mie azioni verso gli altri, per poi finire la sera, con la testa sepolta in un cuscino, solo, a versare fiumi di lacrime. Mi stringevo forte il petto, e cercavo di allontare il dolore sordo che a tratti mi lasciava inerme, sul pavimento senza fiato.

Mia madre mi raccoglieva da per terra, tenendo le braccia forti, per risollevarmi in modo più dolce possibile, mentre mio padre silenziosamente raccoglieva i cocci di tutti e due.

Ho iniziato ad usare i primi soppressori proprio in quel periodo: ne ho abusato poi per lungo tempo.
La scuola è stato il momento peggiore, non potevo permettermi di esitare, di rimanere indietro, di lasciare spazio a te, Izuku, che eri sempre ad un passo dal superarmi.

Tu, uno stupido Quirkless! Sei cresciuto tantissimo in pochi anni, hai iniziato a padroneggiare un quirk che prima non avevi, e ostinatamene ti sei fatto spazio in un posto che era destinato ad essere soltanto tuo.

Hai dimostrato quanto valevi, quanto eri tenace... persino dentro.

In questi lunghi anni hai dispensato consigli e sorrisi a tutti, ma allo stesso tempo non hai mai abbassato la testa per nessuno.

E io ti invidiavo, mi facevi una gran rabbia, non capivo!  La vita ti aveva regalato una seconda possiblità prima e poi il genere da Alpha dopo. Perchè?

Le giornate trascorrevano veloci, e io... continuavo ad osservarti in silenzio.
Ti studiavo, cercavo di comprenderti... di imitarti.
Sono cambiato nei tuoi confronti, e tu te ne sei accorto, ma proprio questa mia condizione diversa mi ha obbligato a fare la cosa che mi riesce meglio ogni volta.
Scappare.

Cosa significa essere un vincente?

Izuku, tu hai sempre pensato fossi  come te, non è vero?
Me ne sono andato dopo il diploma, come un cane randagio con la coda stretta tra le gambe. Dove ? Ovunque, dove non c'eri tu. Fino a che, nuovamente, le nostre strade ci hanno fatto incrociare.

Dici che è stato il destino a volerlo?

Da adulti le prospettive poi cambiano: mi sono accorto appena ti ho rivisto, che essere un Omega, alla fin fine, non era poi un così grosso problema.
Il fatto che tu fossi un Alpha era un vantaggio, visto che sono sempre stato perdutamente innamorato di te.

C'e' voluto tempo, e tantissimo coraggio ad ammettere i miei sentimenti, a donarmi alla persona meravigliosa che sei.

Ma quanto amore ci samo regalati dopo!

Se ancora ripenso a quanto abbiamo scopato il primo anno insieme, mi scappa da ridere.
I periodi del calore erano terribili, non solo ci siamo rotolati in tutte le stanze di casa, più e più volte, ma se arrivavano improvvisi, non ne uscivano illesi neppure i bagni pubblici, gli ascensori... le macchine...
Tutti ambienti che sono diventati spettatori incosansapevoli del nostro prorompente amore.

E cazzo, se mi sentivo di nuovo un vincente!
Lo ero... fino a che non abbiamo cercato di mettere su famiglia, ed il conto da pagare per la mia incoscienza, è arrivato tutto insieme.
E ha raso al suolo tutti i progetti che avevamo in serbo per il futuro.

Sterile.

Ancora una volta i miei pugni hanno picchiato una superficie dura, fino a sfracellarsi.
Ancora una volta le lacrime non mi hanno lasciato via di fuga: i brucianti respiri mi hanno squartato il petto a metà e ho maledetto ogni singolo giorno della mia esistenza.

Ringrazio di aver avuto al mio fianco te, Izuku... tu non hai mai mosso di un millimetro le ciglia, non hai vacillato un secondo e mi hai raccolto ricomponendomi pezzetto per pezzetto, come fece mia madre anni prima.

Ecco perché a distanza di anni, quello che sta accadendo ora, è... impossibile.

La guerra contro i Villain è appena terminata: ci sono morti ovunque, la terra è cosparsa di sangue e le vittime sono accasciate a terra.
La vittoria l'abbiamo conquistata, ed io mi volto felice, ma anche preoccupato, per cercarti.

Ma mi fermo all'istante: al mio orecchio arriva un timido suono... un vagito.

E' un allucinazione?

Scrollo le spalle irritato e metto un piede di fronte all'altro ricomponendomi, ma di nuovo lo stesso rumore attira la mia attenzione.
Un pianto inconsolabile mi spezza in due il fiato.

Corro, ansimo fino al punto in cui penso di averlo sentito, scavo con le unghie, mi taglio maldestramente le mani, ma riesco comunque a spostare le travi che sono cadute dal tetto di una casa distrutta.

Stretta in una coperta c'è una piccola bambina, ancora avvolta tra le braccia della madre morta.
E' bellissima. La prima cosa che noto sono gli occhi smeraldo che tanto mi ricordano i tuoi, e i capelli biondissimi come i miei.

Non può essere...

Mi guarda e allunga timidamente una manina verso di me. Prendo tra le mie braccia quel fragile corpicino e lei mi sorride.
Te lo giuro, nerd, mi sorride sul serio mentre cerca di afferrarmi la mascherina.

Mi alzo sorridendo anche io, chiudendo gli occhi, beandomi della sua manina calda sul mio naso.
La sento una lacrima che si stacca dalle miei ciglia e mi percorre la guancia, ma la prima cosa che penso quando riapro gli occhi sei tu.

Sei di fronte a me, immobile, rigido come una statua.
Distogli velocemente lo sguardo dal mio viso, lo abbassi per cercare la donna morta per terra, e chiudergli gli occhi.
Rimani girato di spalle, mormorando alcune parole a bassa voce.
Sono una litania, forse una preghiera per accompagnarla nell'aldilà.

Osservo le tue spalle che si alzano, i muscoli scattanti che si snondano sotto la tuta e che non riesce più a nasconderli.
Sento lo scricchiolino leggero del petrisco sotto i tuoi piedi, mentre ti volti e ti avvicini a me.

Ma qualcosa è diverso.
Questo silenzio assordante mi travolge facendomi annaspare di fronte al tuo viso tirato: gli smeraldi sono più grandi del solito, e sono immensi, luminosi e pieni di...

Merda, ho paura.

Ti sto dando fastidio? Sei arrabbiato? Sei strano, non riesco a capire in che modo tu mi stia guardando.

-Kacchan... .- Mi mormori allungando una mano ma bloccandola senza toccarmi.

Sento veramente il terrore attraversami tutto il corpo.
Devo aver fatto qualcosa di male, vedermi in questo stato, con la bambina in braccio, ti ha fatto comprendere che io non ti basto?  Se così davvero fosse, cos'altro potrei fare, cosa dovrei dire per non lasciarti andare via.

Ti basterebbe vedermi in ginocchio ad implorare?

-Io... io sto bene anche da solo con te. Ma se tu vuoi... se lei è da sola... noi, beh... noi potremmo pensare di tenerla.-

Grazie. In tutta la mia intera vita avrei dovuto imparare a ringraziare più spesso. Ad aprire la bocca per far uscire parole diverse dai miei soliti ed inutili improperi.

Ma questa volta non mi riesce di dire proprio nulla. La mia espressione deve farlo al mio posto, ancora una volta.

La gratitudine, il sollievo e l'amore che provo per te, Izuku, deve essere veramente evidente per portarti a corrermi incontro, a sorridere in mezzo alle nostre lacrime e abbracciarmi... anzi no, mi correggo... ad abbracciarci così tanto forte.

Mi sento bene... mi sento, un vincitore.

Ma dopotutto con te, mio amato Deku, non potrebbe essere altrimenti.

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