4.Dai Bee non farti pregare

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Dopo aver preso il mio pranzo, mi avvio verso il mio solito tavolo.
A distrarmi dai miei pensieri ci pensa una voce maschile. "Posso sedermi?"
"Si". La persona davanti a me è Jay, in tutto il suo splendore, con i riccioli abbandonati sulla fronte e i due meravigliosi occhi verdi.
Si siede esattamente difronte a me e punta il suo sguardo nei miei occhi. "Dobbiamo parlare".
"Se è per la cena di sabato ti giuro che non c'entro niente, è stata mia madre ad organizzare tutto" dico guardando un punto imprecisato sul tavolo.
"No, non è per quello". Noto con sorpresa che cerca di incrociare il mio sguardo.
"Allora per cosa?" Domando.
Velocemente fa un cenno con il viso verso le mie mani.
Sposto il mio sguardo su di esse e subito le porto sotto il tavolo spaventata.
Cazzo ho dimenticato di togliermi gli anelli mi maledico mentalmente.
"Sono solo anelli" affermo cercando di calmarmi.
"Già e casualmente sono gli stessi che indossa anche Shadow".
"Sono una fan, li ho presi su internet". Quasi mi stupisco di me stessa con la facilità con cui riesco ad inventare delle scuse.
"E come fai a saper che sono quelli, porta sempre i guanti".
Non avrei mai dovuto togliermi i guantini quando ero in macchina con lui, ma non pensavo li avrebbe notati.
Visto il mio silenzio, lui continua a parlare. "Sai non avrei mai pensato potessi fare una cosa del genere"
"Beh non ho fatto proprio niente". So che ormai mi ha scoperta, ma non posso fare a meno di mentire, cosa succederebbe se ammettessi di essere Shadow, potrebbe ricattarmi o peggio dirà a tutti la mia vera identità.
"So che sabato Shadow deve fare una corsa, e so anche che tu sei a cena da me, quindi se confessi, potrei aiutarti a saltare la cena". Il suo sguardo è fisso su di me ed io non so cosa fare.
"E quale sarebbe il tuo aiuto?" Domando incerta.
"Non lo saprai finché non ammetti di essere Shadow". Mi guardo intorno per vedere se qualcuno ci sta osservando, ma non noto nulla, così dopo averci pensato qualche secondo gli rispondo. "Sono Shadow"
"Ci avrei scommesso, comunque per la cena, potremo dire ai nostri genitori che ci stiamo frequentando e che vorremmo passare la serata solo noi due" sussurra ammiccando.
"Te lo scordi". Senza che possa impedirlo le guance mi si colorano di rosso.
"Dai Bee non farti pregare". Avete presente la facci di un cucciolo, così dolce e carina, ecco questa è esattamente la faccia di Jay ora.

Il nomignolo con cui mi ha appena chiamata mi fa venire in mente il giorno in cui abbiamo deciso che dovevamo trovarci dei soprannomi solo nostri.
Per formarli, abbiamo preso l'iniziale del nostro nome e l'abbiamo unita alle due lettere finali.
Baylee diventa Bee e Jaydan diventa Jan.

"Non dirmi quello che devo fare, Jan". Prendo il mio vassoio vuoto e mi alzo.
"Allora te lo ricordi" dice afferandomi un braccio in modo da fermarmi.
Nella mensa cala il silenzio, tutti gli occhi sono puntati su di noi.
"Lo sai che funzionerà". I suoi occhi sono incollati ai miei.
Non riuscendo a sostenere il suo sguardo e anche i migliaia di occhi puntati sulle nostre teste, abbasso lo sguardo. "Possiamo parlare dopo, in un posto più... appartato"
La mia proposta sembra accontentarlo, perché annuisce e se ne va, portandosi con se gli sguardi curiosi della scuola.

Mi allontano dalla mensa il più in fretta possibile, per rifugiarmi in bagno, dove gli sguardi non sono puntati su di me.
Mentre sono lì, inizio a pensare a tutti i pro e contro di questa situazione, e anche se sono  arrivata alla conclusione che ci sono più contro che pro, lo farò lo stesso, perché è l'unica strategia che potrebbe veramente funzionare.

All'uscita da scuola mi dirigo verso il suo gruppetto, che riconosco grazie alle nuvolette di fumo che lo sovrastano.
"Possiamo parlare?" Chiedo timidamente, riferendomi a Jaydan.
Lui fa un cenno ai suoi amici e poi mi segue.
Visto che non sembra volersi spostare dal parcheggio, gli chiedo di fare un giro in auto, in modo che nessuno ci possa sentire.

Appena arriviamo in uno spiazzo isolato, ci fermiamo e lui si gira verso di me, pronto ad ascoltare.

"Sai mio padre ha sempre adorato le auto, mi portava a tutte le corse e alle fiere su di esse. Quando avevo dodici anni, come regalo di compleanno mi ha insegnato a guidare.
So che è una contraddizione, visto che per i miei non posso guidare fino ai diciotto anni, ma era l'unico modo per non farmi tagliare i capelli a zero" dico per poi fermarmi vedendo la sua faccia stranita.
"Avevo detto ai miei genitori che mi sarei rasata a zero se non mi avessero insegnato a guidare". Abbasso leggermente la testa, per non vedere la sua reazione alla scemenza che ho appena detto.
"Bella mossa". Alzo leggermente lo sguardo e lo trovo che mi sorride orgoglioso.
"Comunque, a tredici anni ho iniziato a guardare video sulle corse, legali e non e su quali trucchetti usare, e a quindici anni ho conosciuto John.
Ero dal carrozziere con mio padre, e uno dei ragazzi stava dicendo che, un certo John, cercava una nuova persona da allenare, così mi sono presentata con un casco nero in testa e tanta voglia di vincere.
C'è voluto quasi un mese, prima che mi facesse correre seriamente.
Da lì non mi ha più lasciata". Probabilmente si aspettava un racconto con più colpi di scena o più drammatico, ma non è stato così.

"Non avrei mai immaginato che la bambina che conoscevo, potesse diventare così". Mi guarda  attentamente, come se solo ora riuscisse a collegarmi alla bambina che ero un tempo.
"Beh è successo. Ora però passiamo alle cose serie... per la questione della finta coppia, ho deciso di accettare"
"Lo sapevo". Sul suo viso appare un'espressione maliziosa, che subito mi fa alzare gli occhi al cielo.
"Dobbiamo stabilire delle regole" aggiungo.
"Spara". Lui si mette comodo poggiando la testa sullo schienale e chiudendo gli occhi, come se stessimo parlando della cosa più normale del mondo.
"Come ci comportiamo a scuola?" Domando guardandolo.
L'occhio destro si apre e si fissasu di me. "Come una coppia, no?"
"Si okay, ma dovremmo definire dei limiti". Le miei guance iniziano a diventare calde e ad arrossarsi.
"Tranquilla non ti toccherò più del necessario, a meno chè tu non me lo chieda" dice facendomi l'occhiolino.
Gli tirò un leggero schiaffetto sulla spalla, come ammonimento. "Sei un idiota"
"Abbiamo risolto no, ora andiamo a casa?". Mi guarda con espressione interrogativa.
"Come lo diciamo ai nostri genitori?".
"E se venissi a casa tua?" Propone mettendo in moto la macchina.
"Perché?".
"Pensaci, se ci vedono insieme è più credibile".
"Okay, ma non fare lo stronzo"
"Ma se sono un'angioletto" afferma facendo un sorriso.

Quando arriviamo a casa, i miei genitori non ci sono ancora.
"Possiamo metterci in sala, così quando entrano ci vedono" suggerisco io.
Lui annuisce e va a sedersi sul divano.
Nel frattempo vado in cucina e mi verso un bicchiere d'acqua. "Vuoi qualcosa?"
"No" risponde accendendo la tv.
Dopo aver messo via l'acqua, mi dirigo verso la sala e mi siedo sul lato opposto al suo, sul divano.
Ridacchia e poi chiede: "E secondo te così credono che siamo una coppia?"
Sbuffo e mi siedo a pochi centimetri da lui.
"Appoggiati". Il suo braccio mi avvolge le spalle, portandomi pericolosamente vicino al suo busto.

Nonostante non sia molto dell'idea, appoggio il mio viso sul suo petto. Il suo profumo mi inonda le narici e il battito del suo cuore si fa strada nelle mie orecchie.
"Cerca di rilassarti" dice facendo movimenti circolari sulla mia spalla.
Il mio cuore reagisce immediatamente al suo tocco, iniziando a battere all'impazzata.

Appena sento il rumore delle chiavi mi irrigidisco di nuovo.
"Pronta?" Sussurra lui.
Io annuisco.

"Ciao tesoro, scusa..." non appena ci vede, mia madre, si interrompe.
"Salve signora Moore" saluta Jay alzandosi dal divano.
"Ciao, Jaydan?"
"In persona", credo di non averlo mai visto così sorridente in un arco di tempo tanto piccolo.
"È un piacere averti a casa nostra. Baylee non mi aveva avvisato della tua visita". Lo sguardo di mia madre si sposta velocemente su di me, analizzandomi da cima a piedi.
"Si è stato... improvviso" dico cercando supporto negli occhi di Jay.
"Già, avevo un'impegno ma alla fine sono riuscito a liberarmi, e Bee mi ha invitato. Spero non le dispiaccia..." . In questo momento il suo viso ha un che di angelico.
È veramente un ottimo attore, questo glielo devo concedere.
"Oh no, tranquillo, resta quanto vuoi" dice per poi aggiungere "Stavo giusto iniziare a preparare la cena, vuoi rimanere?"
"No, ma grazie dell'invito"
Appena mia madre se ne va, lo guardò esterrefatta.
"Che c'è?" Chiede sedendosi sul divano.
"Non pensavo avessi anche una lato educato e gentile" sussurro mettendomi vicino a lui.
"Non sai tante cose di me Bee". Come prima il suo braccio ritorna ad avvolgermi le spalle e il mio volto va ad apoggiarsi sul suo letto caldo.

Poco prima di andarsene, Jay, mi abbraccia calorosamente e mi lascia un tenero bacio sulla testa, per poi salutare i miei e avviarsi verso la sua macchina.

"Allora Bay, cosa sta succedendo con Jaydan?" Chiede mia madre, non appena la porta si chiude.
"Ci stiamo frequentando, niente di più".
"E da quando va avanti?" Domanda mio padre prendendo un po' di insalata.
"Da poco"
"Se le cose si fanno più serie ti prego di avvisarmi okay? Cosi pren..."
"Mamma per favore" esclamo diventando rossa.
"Tesoro non c'è niente di male"
"Lo so, ma possiamo non parlarne ora?"
"Va bene" risponde mia madre.

Prima di andare a letto, controllo il telefono e noto, con grande stupore, che mi è arrivato un messaggio, da un numero sconosciuto.

Buonanotte stellina

Spazio autrice

Scusatemi per il ritardo:(
Spero che comunque il capitolo vi sia piaciuto!
Vi è piaciuta l'idea di Jaydan?
Ricordatevi di lasciare un commento o una stellina!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro