5.Non dire a John che sono una ragazza, okay?

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Chi sei?

Così mi offendi Bee

Jaydan?

Si bambolina

Non chiamarmi così

E tu non chiamarmi con il mio nome completo, non è molto romantico.

Dove hai preso il mio numero?

Me l'ha dato Ben.

In questo momento mi torna in mente il giorno in cui abbiamo dovuto fare dei gruppi per biologia ed io sono capitata proprio con Ben.

Visto che non so cosa scrivergli, decido di spegnere il telefono e andare a letto.

Finalmente è sabato, oggi niente scuola, posso dormire e guardare serie tv tutto il giorno.

"Baylee scendi" esclama mia madre dal piano di sotto.
"Vieni su tu". Tiro le coperte fino a coprirmi completamente il viso.
Pochi minuti dopo, la porta di camera mia si apre, abbasso leggermente la coperta e vedo una figura che non sembra per niente mia madre.
Accendo la luce e davanti a me si presenta Jay, vestito completamente di nero, con un cappuccino in mano.
"Che ci fai qua?" Chiedo nascondendomi sotto le coperte.
"Devo far credere ai tuoi genitori di essere innamorato pazzo di te o no?" Dice togliendomi la coperta dalla testa.
"E devi proprio iniziare da oggi?". Cerco di sistemarmi i capelli come meglio posso, visto che la coperta li ha resi elettrici.
"Si" afferma mettendomi il cappuccino davanti agli occhi.
"Grazie".
"Ma è mezzo vuoto" esclamo non appena ce l'ho in mano.
"Devo far colpo sui tuoi genitori non su di te" afferma sedendosi sul letto.
Sbuffo per poi chiedergli "Hai già detto ai tuoi di noi?"
"Si, e hanno detto che per stasera siamo liberi" dice guardando il telefono.
"Okay, dopo lo dico anche hai miei" dichiaro per poi bere un sorso della mia bevanda.
"Già fatto". Mette via il telefono e punta i suoi occhi sui miei.
Lo guardo confusa.
"Prima di venire su, gli ho detto che volevo portarti fuori"
"E loro hanno accettato?" Chiedo stupita, appoggiando il cappuccino sul comodino.
"A quanto pare si, tua madre non ha resistito al mio sorriso da bravo ragazzo" risponde facendo il suo sorriso angelico.
Sbuffo e roteo gli occhi verso l'alto.
"Lo so, sono troppo bravo" afferma vantandosi.
"E piantala" dico ridacchiando per poi tirargli una pacca sulla spalla.
Mi lancia uno sguardo di sfida e poi si avventa si di me.
Facciamo una specie di lotta fino a che non mi prende i polsi e mi blocca con la schiena contro il materasso.
"Ora non ridi più" dice con il suo viso a pochi centimetri dal mio.
"Jaydan" sussurro cercando di restare tranquilla.
Lui chiude gli occhi e poi si alza.
"Ora devo andare, ci vediamo sta sera". Si avvia velocemente alla porta.
"Ciao" sussurro mentre se ne va.

Dopo aver ripreso coscienza del mio corpo scendo di sotto per pranzare.
"È davvero un bravo ragazzo, hai scelto bene" commenta mia madre non appena arrivo in cucina.
"Già" dico accennando un sorriso.
"Sai già dove andrete questa sera?".
"In realtà non ne ho la minima idea" dichiaro mentre spezzo un pezzo di pane.
"Allora sarà una sorpresa. Quando eravamo giovani anche papà lo faceva". Ha lo sguardo sognate mentre dice queste parole.
"Lo faccio ancora, ogni tanto" afferma mio padre.
"Ma certo amore". Sorride e gli da un bacio sulla guancia.
"Sono sicura che vi divertirete" afferma lei.
Io annuisco e inizio a mangiare il piatto di pasta che ho davanti agli occhi.

Dopo pranzo mi chiudo in camera per ore, cercando l'outfit perfetto per la serata. La mia prima scelta sono dei jeans con qualche spacco e una magliettina, ma alla fine opto per dei jeans neri e un maglioncino. Per fortuna poco prima che arrivi Jay, mi ricordo di preparare uno zainetto con la "divisa" per la gara.

Verso le otto, Jaydan, mi passa a prendere.
"Ciao" saluto appena entro in macchina.
Lui mi fa un cenno con la testa e poi parte.
"Dove andiamo?" Chiedo curiosa.
"In un ristorante". Ci fermiamo ad un semaforo rosso.
"L'avevo capito, ma quale?" Chiedo guardandolo.
"Lo scoprirai". Appena il semaforo si fa verde preme sull'acceleratore e partiamo.

Le strade che percorriamo non mi sono famigliari, così passo la maggior parte del tragitto ad osservare il paesaggio e a trovare qualche dettaglio strano, in modo che la strada mi risulti familiare, la prossima volta che ci passerò.

Ci fermiamo davanti a un edificio bianco con delle grandi vetrate e una grande insegna sulla facciata.
Le luci soffuse all'interno del ristorante, lo rendono molto accogliente ed intimo. I tavoli hanno le gambe in ferro, mentre il piano è composto da diverse assi di legno, messe una di fianco all'altra. Le sedie invece sono fatte completamente in metallo. Le pareti sono in mattoni a faccia vista, abbellite con qualche accessorio in metallo, legno o anche qualche pianta.
Ad accoglierci, ci pensa un cameriere di qualche anno più grande di noi, con i capelli ricci e due occhi marroni.
"Avete prenotato?" Chiede guardando il suo tablet.
"Si, Baker per due" dice Jay risoluto.
"Perfetto seguitemi" annuisce il ragazzo, indicandoci la strada.

Il nostro tavolo è vicino alla vetrata, da cui si vedono le luci della città.
"È molto bello" dichiaro non appena ci sediamo.
"Già" dice guardandosi intorno.

Ordiniamo entrambi la specialità dello chef.

"Non dire a John che sono una ragazza, okay?" Domando non appena il cameriere porta via i nostri piatti.
"Non avevo intenzione di farlo".
"Beh grazie" mormoro sentendomi in colpa per aver anche solamente pensato che mi avrebbe tradita così.

"Gradite un dolce?" Chiede il cameriere.
Il mio sguardo è quello di Jay si incontrano, poi io distolgo il mio e rispondo al cameriere "Si grazie".
Dopo averci elencato i dessert disponibili, attende la nostra scelta.
"Io prendo un tortino al cioccolato, grazie".
"Per me nulla" risponde Jay.

Appena arriva il mio dolce un sorriso mi appare sul viso.
Ho sempre avuto un debole per i dolci, soprattutto quelli al cioccolato.
Pochi minuti dopo appare davanti ai miei occhi una graziosa cupoletta di cioccolato con alcune decorazioni fatte di miele.
Assaggiandolo, scopro che oltre a essere molto bello esteticamente è anche molto buono. L'esterno del tortino è morbido e friabile, mentre l'interno è spumoso e delicato.
Dopo averne finito quasi metà, alzo lo sguardo e vedo Jay sorridere.
"Ne vuoi un po'?" Chiedo cercando di darmi un contegno.
"Non credo sia una buona idea mettermi tra te e il tuo tortino". Ridacchia.
"Assaggia". Gli avvicino il cucchiaino alla bocca.
Il suo sguardo è incerto, ma visto che non sposto la mano si decide a mangiarlo.
"Buono vero?".
"Si, ma c'è un po' troppo cioccolato" afferma bevendo un sorso d'acqua.
"Il cioccolato non è mai troppo" commento, facendo incontrare il tortino con la mia bocca.

Finita la splendida cena, dopo aver battibeccato per almeno venti minuti, Jay va a pagare il conto per entrambi.
"Avrei potuto pagare anche io" commento mentre usciamo dal ristorante.
"Vuoi continuare tutta la sera?". Tira fuori le chiavi della macchina mentre attraversiamo il parcheggio.
"No, ma volevo fosse chiaro" affermo guardando il suo profilo.
"È chiaro, tranquilla" dice per poi aprire l'auto.

"La gara inizia alle undici, cosa facciamo fino ad allora?" Chiedo allacciandomi la cintura.
"Io qualche idea c'è l'avrei". Un ghigno malizioso compare sul suo viso.
"No grazie" dico arrossendo.
"Cosa vuoi fare?". Gira il viso verso di me in attesa di una risposta.
"Non saprei, andiamo a vedere un film?".
"Okay" afferma inserendo la marcia.

"Niente film d'amore o commedie strappa lacrime" dichiara subito il moro.
"Che ne dici di un film d'azione?" Propongo guardando la lista di film che proiettano questa sera.
"D'accordo" afferma per poi prendere i biglietti.

Il film è molto bello, pieno di scene cruente e a tratti spaventose, infatti ogni tanto, durante le scene più forti, mi porto le mani davanti agli occhi, cosa che Jay non perde occasione di sottolineare ridacchiando.

"Ti è piaciuto il film?" Chiedo mentre usciamo.
"Non male, a te?"
"Si"
"Non credevo, visto che hai passato metà film con le mani davanti agli occhi" dice prendendomi in giro.
"Ha ha ha, divertente" mormoro salendo in auto.

Arriviamo al luogo della corsa poco prima delle undici, e dopo essermi cambiata velocemente in auto, sono pronta per correre.

"Divertiti, non farti uccidere e cerca di vincere" dice John prima di lasciami salire in auto.

La gara si svolge vicino a uno zuccherificio abbandonato, non c'è anima viva a distanza di chilometri.

TRE...DUE...UNO...VIA!
Subito mi trovo tra i primi cinque, ma dopo che due macchine si mandano fuori a vicenda, passo in terza posizione.
La macchina gialla, davanti a me, mi dà un po' di problemi, ma grazie a una svista da parte del pilota, riesco a superarla in curva, senza troppa fatica.
Ora mi resta un'unica macchina da sorpassare.
BOOM.
La macchina gialla di prima mi colpisce da dietro.
"Non hai accettato la sconfitta eh" affermo sorridendo.
La vedo che prende la carica per colpirmi un'altra volta, ma per sua sfortuna gli scoppia una gomma e perde il controllo dell'auto.
Il pilota fa appena in tempo a buttarsi fuori dall'auto, che quella prende fuoco.

Riporto la mia attenzione sulla macchina davanti a me e con qualche trucchetto, non molto legate, riesco a superarla e a vincere.

Appena scendo dalla macchina, molta la gente si avvicina a me e inizia a urlare il mio nome.
Shadow! Shadow!
"Sei una garanzia Shadow" esulta John allungandomi una mazzetta di soldi.
Annuisco e poi mi dirigo verso l'uscita con Jay.

"Brava" si congratula Jay appena siamo in macchina.
"Grazie" dico togliendomi i guanti.

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