Capitolo 11 - Incomprensioni E Bugie

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Quella sera, ci furono molte incomprensioni sull'accaduto di Henry... ma anche alcune bugie.
Ero ancora nella camera di Henry e pensavo continuamente a ciò che era accaduto. Mi affacciai nuovamente sul balcone per vedere il corpo di Henry e scoppiai a piangere. Non riuscivo a credere che Henry fosse morto. Non riuscivo ad accettarlo.
All'improvviso, udii mia sorella urlare.
- Jacob! Ma dove sei finito?!
Dopo aver cercato di "riprendermi", mi feci coraggio e scesi giù dagli altri... ma cosa dovevo dirgli?
Una volta essere arrivato sceso, andai a cercare Amelie.
- Amelie, sono qui! Dove sei?
Stavo impazzendo, non riuscivo a trovarla. Mi sentivo smarrito, fino a quando sentii arrivarmi qualcuno da dietro.
- Jacob! Fratellino, sono qui.
- Temevo di averti perso, Amelie!
- Macché, stai tranquillo. Sono qui con te. - mi consolò dandomi un abbraccio.
- Ma... dov'è Henry? Ero convinta fosse con te, visto che non ti trovavo tra di noi.
- ...no, Amelie. Henry non era con me. Io sono andato in bagno, lui penso fosse andato un attimo in camera sua.
Avevo spudoratamente mentito a mia sorella.
Che vigliacco che sei, Jacob Johnson. Henry aveva ragione, sei solo un bugiardo. Un cazzo di bugiardo. Dopo tutte le promesse che avevo fatto a mia sorella, gli avevo nascosto la verità. Ma una persona che sapeva che in realtà io ero andato a parlare con Henry in privato, c'era. E quella persona... era Sarah.
- Sorellina, dov'è Sarah?
- Aveva detto poco fa di aver sentito un rumore forte vicino all'ingresso della casa ed è andata lì, ma non è più tornata...
Avevo capito cosa poteva essere quel rumore forte e corsi immediatamente da Sarah.
- Ascolta Amelie, io vado da Sarah e la faccio tornare qua.
- Vengo con te, fratellin...
- No! Ehm... sorellina, tu resta qua con gli altri e digli che torneremo subito.
- Va bene. Jacob... va tutto bene? Mi sembri preoccupato...
- S-Sì, sorellina, va tutto bene. Non preoccuparti per me.
No... non stava andando bene. Non stava andando per niente bene. Le cose erano messe male... e sarebbero solo peggiorate.
Mi diressi verso l'ingresso della casa di Henry e sì, Sarah era lì.
Sarah era seduta a terra e stava piangendo.
- Princess! Che succede, perché piangi?
Sarah si alzò da terra, e fu allora che capì perché lei stesse piangendo. Davanti a lei c'era il corpo del povero Henry ormai morto.
- Perché... secondo te perché, Jacob?!
- Sarah...
- Henry è morto, Jacob! - mi urlò contro.
- Sarah, ascoltami. Non è andata come pensi...
- So benissimo com'è andata! Ti avevo detto di stare calmo, di non farti sopraffare dalla rabbia, ma no... non l'hai fatto, non mi hai ascoltata. Cosa pensi di avere risolto in questa maniera, ah? Jacob, sto parlando con te, rispondimi!
- Sarah, dovresti essere un attimo tu a calmarti! Ti ho detto che non è andata come pensi, non sono stato io a...
- Bugie, tutte bugie! So già com'è andata! Hai cercato di parlare e chiarire con Henry, ma lui non ti ascoltava e quindi tu, accecato dalla rabbia, hai... hai... io non vorrei pensare una cosa così assurda, ma...
- No, Sarah, non è andata così! Fammi almeno spiegare...
- Hai fatto cadere Henry! L'hai... l'hai... ucciso...
- Ho detto che non è andata come dici tu, fammi almeno spiegare!
Ero disperato. Sarah mi impediva di parlare, era troppo furiosa. Essere accusato di aver fatto cadere dal balcone Henry di mia spontanea volontà mi faceva sentire una vera e propria merda. E per fare stare zitta Sarah, dovevo incazzarmi con lei, non c'era altra scelta! Ma no... non ce la feci. Vedere Sarah che si comportava così con me mi faceva stare male. In quel momento non ero dominato dalla rabbia, come pensava Sarah. Ero dominato dalla tristezza e dal dolore.
- Jacob, fammi un favore, stai zitto!
Sarah mi stava facendo una grande paura. Era arrabbiata, triste e disperata allo stesso momento. Non ero abituato a vederla così. La Sarah che io conoscevo era sempre e solo felice, col sorriso stampato in faccia. Fu in quel momento che capì che qualcosa stava cambiando.
- Jacob... - disse Sarah dopo aver fatto un respiro profondo.
- Sarah, ti prego...
- Tu sei un mostro.
Quella frase cominciò a rimbombare nella mia testa. "Sei un mostro". Quella stessa frase che mi disse Henry, prima che si suicidasse.
Sarah si allontanò da me, senza neanche degnarsi di guardarmi in faccia.
Tornai da Amelie con la faccia piena di lacrime.
- Brother! Perché sei combinato in questo modo? Che è successo?! - mi chiese Amelie preoccupata.
- Henry...
- Cosa Henry, Jacob?!
- Henry è morto, Amelie.
- Ma che cosa... no, no, NO! Dev'essere uno scherzo!
- Amelie, purtroppo no... è la realtà.
Amelie, assieme agli altri, andò all'ingresso e vide il corpo di Henry. Tutti scoppiarono in lacrime, e mi unì anch'io a loro. Sarah era dietro di noi. Mi girai e vidi che lei mi stava fissando con uno sguardo triste e di disprezzo, come se non volesse nient'altro che io scomparissi.
- Amelie, chiamo la mamma e ce ne andiamo, va bene? - le dissi.
- Va bene, Jacob. E... digli di venire il più presto possibile, per favore.
Amelie era distrutta. Non l'avevo mai vista così sofferente.
- E Sarah? Viene con noi? - mi chiese.
- ... no, Amelie. Non penso che Sarah venga con noi.
- Vado a parlarle un attimo, Jacob. Vuoi venire anche tu?
- No... non penso voglia parlare con me.
Amelie andò da Sarah per discutere con lei, ma la loro conversazione durò ben poco.
Decisi di spiarle da lontano.
- Ehi, Sarah. È assurdo quello che è successo... - disse Amelie avvicinandosi a lei.
- È assurdo sì, Amelie. Chissà come è accaduto tutto questo...
- Non lo so... Senti, io e Jacob ce ne andiamo ora. Vuoi venire con noi?
- No, me ne vado con i miei genitori. Adesso, Amelie, ti prego... lasciami da sola.
- Va bene... posso capire il tuo dolore, lo stiamo avendo tutti.
Sarah rimase zitta e Amelie tornò da me. Mentre Amelie era vicina a me, Sarah si girò verso di me, come se sapesse già dove fossi, e ricominciò a fissarmi col suo sguardo incazzato.
Sarah non fece altro che far peggiore il dolore che era dentro di me, a causa della sua incomprensione sull'accaduto. Sarah era convinta che fossi stato io ad uccidere, di mia completa volontà, il mio ex-migliore amico Henry. Ma no, Sarah. Tu sei testarda, cazzo! Niente e nessuno poteva convincerti del fatto che non fossi stato io ad ucciderlo.
Alla fine, le persone alle quali non dissi mai bugie, ovvero Henry e Sarah, mi accusarono di cose che non avevo mai fatto e mi considerarono un bugiardo e un mostro. Invece, la persona alla quale dissi un'enorme bugia, ovvero Amelie, continuò ad appoggiarmi e a darmi conforto.
Nulla di tutto questo era giusto. Quella volta, Jacob, sei stato un cazzo di bugiardo, e per giunta con tua sorella.
Amelie meritava di sapere la verità. Meritava di sapere della discussione che avemmo io e Henry in camera sua, mentre in realtà le dissi di non essere riuscito a parlare con Henry. Io invece non meritavo l'affetto di Amelie, come non meritavo, in parte, l'odio di Sarah, in quanto mi ero sì lasciato prendere dall'ira, ma non ho causato effettivamente la morte di Henry. O forse sì...?
Anche se Henry mi disse che avevo dato il colpo di grazia alla suo stato d'animo, mi fece anche capire che c'erano altri motivi per cui stava conducendo una vita così inquieta e sofferente. Dei motivi che a me erano completamente sconosciuti.
Tutto, quindi, si era ribaltato. La mia vita si era ribaltata.
Cazzo, Jacob. Bel casino, eh?
Decisi allora di prendere il telefono per chiamare a nostra madre.
- Amelie, hai tu il telefono?
- Sì, Jacob. Tieni. Chiama la mamma.
- Certo. Aspetta... il telefono sta già squillando... è la mamma! Ma... teoricamente lei dovrebbe sapere della regolare continuazione della festa. Che sia un'urgenza?
- Jacob... e se sapesse già cos'è successo?
- No, n-non può essere, Amelie.
Cominciai a tremare e ad andai nel panico. Ciononostante, Amelie mi diede la forza per rispondere alla chiamata di nostra madre.
- Pronto, mamma...? - risposi alla chiamata.
- Jacob! Ascolta...
Appena cominciò a parlare, caddi in preda alla disperazione.
- Mamma, ascoltami almeno tu, non è andata come pensi! Non siamo stati noi a...
- JACOB, ASCOLTAMI, PER FAVORE! - mi urlò.
La mamma non mi stava ascoltando, e dalla voce sembrava anche lei disperata, come me.
- Stiamo venendo a prendervi adesso, anche se la festa non è ancora finita! D-Devo dirti una cosa... lo z-... e Vinc-... -ente... la nonna-...
- Mamma, si sente tutto malissimo! Non ti capisco! Aspetta, hai detto "la nonna"? Cosa è successo alla nonna?!

Non riuscii a capire cosa stesse dicendo a causa della scarso segnale, ma compresi comunque una cosa in particolare. La mamma era disperata e stava piangendo. Ma per cosa, se non per ciò che era accaduto a Henry?
Ormai era chiaro. I nostri genitori non sapevano ancora niente di ciò che era accaduto, come non sapevano che la festa era già finita.

Quella maledetta e folle sera, invece... non si era ancora conclusa.

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