Capitolo 14 - Cambiamenti Drammatici

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La fine delle elementari fu davvero agghiacciante. Un periodo d'oro, in cui si susseguivano gioie e felicità senza fine, e poi... alla fine dell'ultimo anno, la situazione si ribalta completamente. Ma perché? Perché la vita ha deciso di farmi questo brutale scherzo, proprio alla fine? Non lo so. E forse non avrò mai risposta a questa domanda. Ciò che so è che la mia vita era cambiata. Dopo quella sera, non c'era più quell'atmosfera felice che aveva ormai caratterizzato la mia esistenza. Ogni giorno era cupo. C'era solo tristezza. Il cielo non era più azzurro, ma era colorato di un grigio che trasmetteva un enorme senso di depressione. Era un po' come se il mondo intero fosse cambiato. Davvero strano, vero?
Dopo il funerale della nonna, io e Amelie ci dirigemmo con i nostri genitori a casa. Quel giorno, dall'istante in cui misimo piede in casa, nessuno parlò. C'era il silenzio più totale. Amelie si chiuse in stanza, mentre i miei stavano tristi e silenziosi nel soggiorno. Io, invece, stavo fuori, davanti casa nostra, per cercare di tranquillizzarmi... anche se senza successo. Ma in tutto questo... la mamma e il papà non sapevano ancora dell'accaduto di Henry. Come dovevo spiegargli ciò che era successo? Con quale coraggio? Cercai di parlarne con Amelie, ma lei non riusciva neanche a parlare. Eravamo tutti devastati. Ma prima o poi, i nostri genitori avrebbero saputo. Quindi, purtroppo, era il momento di parlarne con loro.
- Ehi, Amelie, ascolta... so che non hai tanta voglia di parlare, neanche io ce l'ho. Però, penso dovremmo dire a mamma e a papà ciò che è successo a Henry. - le dissi.
- Sì, hai ragione, Jacob. Però... io non ce la faccio.
- Lo farò io, Amelie. O almeno, ci proverò...
- Va bene... - chiuse Amelie la conversazione.
Erano le 20 e nostra madre stava preparando la cena, anche se con scarsa volontà.
- Figlioli, è pronto.
Wow... era davvero strano sentire la mamma chiamarci per andare a tavola con quel tono così triste e basso.
Ci sedemmo a tavola cominciammo a mangiare, anche se in realtà non avevamo molta fame. Silenzio totale. Si sentiva solamente il rumore delle posate per prendere il cibo dal piatto e le gocce di pioggia di fuori.
- Ehm, mamma, papà... io e Amelie pensiamo sia giusto dirvi una cosa... più precisamente, una cosa che è successa al compleanno di Henry.
- Brother, ne sei sicuro? - mi chiese Amelie.
- Sì, Amelie. È dura, ma è giusto che lo sappiano...
- E va bene, Jacob. Raccontaci pure. - mi disse papà.
- Allora... diamine... scusate, ma è difficile... ultimamente Henry si stava comportando in maniera molto strana con me. Quella sera abbiamo giocato a "Obbligo o Verità", e Henry ha obbligato Sarah a baciare un nostro amico e... lui. Io mi sono un po' arrabbiato...
In quel momento mi fermai un attimo e cercai di valutare se era meglio raccontargli anche della discussione che io e Henry abbiamo avuto. Ma il problema era che Amelie non ne sapeva niente, e pensavo che questo avrebbe fatto arrabbiarla molto. Quindi... decisi nuovamente di nascondere la verità.
- Jacob... è tutto ok?
- S-Sì, continuo... io mi stavo arrabbiando, visto che Sarah era la mia fidanzata, ma riuscii a mantenere la calma. Allora, non so cosa gli prese, ma Henry ci disse di scendere tutti giù. Nel mentre, lui doveva andare a fare una cosa in camera sua. Io andai in bagno sopra e subito dopo scesi dagli altri. Tutti si chiedevano dove fosse finito Henry e Sarah si era allontanata, in quanto aveva sentito uno strano e forte rumore... allora andai a cercare Sarah e la trovai davanti all'ingresso della casa. Lì, davanti a lei, c'era il corpo di Henry. Henry... era morto. Non sappiamo perché lo ha fatto, ma supponiamo che si sia buttato dal bancone che c'era in camera sua... Ecco, q-questo è quello che dovevo dirvi! - urlai cominciando a piangere per la sofferenza.
- Ehi, Jacob! Tranquillo, vieni qua... - mi disse la mamma abbracciandomi.
- Ma cosa... cosa sta succedendo ultimamente?! - si chiese papà.
- Non lo so, papà... - rispose improvvisamente Amelie.
- Ma perché... perché sta succedendo tutto questo? Perché tutto sta cambiando in questa maniera così triste?! - gridai.
- Jacob, Amelie... purtroppo la vita è così. È imprevedibile. Non sai mai cosa potrebbe succedere e cosa potrebbe cambiare, da un momento all'altro. - disse la mamma.
Quello che disse la mamma mi riportò alla mente ciò che mi riferìa la nonna prima che morisse.
- Mi dispiace molto per i suoi genitori... peccato non li conosca. - disse papà.
- Neanche noi li conosciamo... - rispose mia sorella.
- Figlioli, forse è meglio andare a letto e riposare. Avete sofferto molto, anche troppo.
- Purtroppo, io non ho perso solo Henry e la nonna Kate... - dissi davanti a tutti.
- Aspetta Jacob, che intendi? - mi chiesero Amelie e i nostri genitori.
- ... scusate, ma non ho voglia di parlarne al momento. Io vado a letto. Buonanotte. - e li lasciai lì, salendo sopra in camera.
Mi coricai nel letto e cercai di addormentarmi, ma non ce la facevo proprio... avevo troppi pensieri nella testa. Ad un certo punto qualcuno apre la porta della camera. Era Amelie.
- Ehi, brother. Come stai?
- Come dovrei stare, sister? Ah... scusa, è che sono un po' nervoso.
- Tranquillo. Ma... cosa volevi dire mentre eravamo a tavola? Intendo... prima che te ne salissi in camera.
- Scusa Amelie, ma non me la sento proprio di parlarne. Magari te ne parlo domani, va bene? Ora però... vorrei restare da solo.
- Va bene, Jacob. Ehm... buonanotte, allora.
Mentre Amelie stava uscendo dalla stanza, mi era parso di vedere che si stessero scendendo delle lacrime. Forse ero stato troppo freddo con lei.
- Aspetta, Am... - ormai era troppo tardi, Amelie aveva già chiuso la porta.
- Ah, diamine. Buonanotte, Amelie.
La mattina seguente la mamma lasciò me e Amelie a scuola, come al solito. Anche in classe l'atmosfera era cambiata. Quegli ultimi mesi di scuola furono veramente tristi. Tutti erano giù di morale per quello che era successo Henry. Persino la maestra, quando venne a sapere della sua morte, non era più la stessa di prima. Anche lei non era più felice.
Amelie era sola nel banco, visto che Henry non c'era più. Anch'io ero solo nel banco. Sarah non mi rivolgeva la parola e aveva deciso di sedersi da sola prendendo posto in un banco messo da parte, senza nessuno accanto. Allora io e Amelie decidemmo di sederci insieme nello stesso banco. Quella era l'unica maniera con la quale riuscivamo a trovare quel pizzico di conforto fraterno che ci serviva davvero tanto in una situazione così critica. Ma Amelie in questa maniera cominciò a capire che c'era qualcosa tra me e Sarah che non stava andando bene.
- Ehi, fratellino. Sono felice che siamo seduti assieme, sai?
- Anch'io, sorellina. Peccato solo che sia l'unica cosa che mi fa essere "felice".
- Jacob... sto notando una cosa. Ma sbaglio o tu e Sarah non vi rivolgete più la parola?
- Ehm... beh, può essere...
- Può essere o è così? - mi domandò.
- ... è così, Amelie.
- E perché mai?!
- Amelie... forse non ci crederai, ma neanche io so il perché. Quando Henry è morto, è rimasta traumatizzata, e mi ha detto che vuole fermare il rapporto che c'è, o meglio, che c'era tra noi due.
- Beh, capisco che è triste per l'accaduto di Henry, ma perché mai dovrebbe chiudere completamente con te? Cioè, sembra proprio che non vuole nè parlarti nè vederti!
Non riuscivo ancora a dirgli, oltre che del litigio tra me e Henry, della discussione che avemmo io e Sarah dopo la morte di Henry, causata dalla sua incomprensione dell'accaduto.
- Già, sorellina. Valla a capire quella...
- Ma il bello è che non parla più neanche con me! Prima sembravamo essere migliori amiche, e adesso? Neanche mi calcola più, e non gli ho fatto niente!
- Amelie... e se non calcolassimo nemmeno noi a lei?
- Credi sia la scelta giusta, Jacob?
- Non saprei... ma al momento non riesco ad essere buono con lei.
- Beh, se è per questo neanche io.
Jacob... Jacob, Jacob, Jacob... ma che cazzo ti diceva la testa? Era questo il modo giusto di risponderle? Sì? Beh, allora guarda a cosa ti ha condotto questa tua decisione. Lo vedi? Sì, lo vedi...
Merda, dovrei cancellare questa parte. O magari no? Mh... no. Ciò che è fatto è fatto, Jacob.
I restanti giorni dell'ultimo anno delle elementari continuarono alla stessa maniera, con Sarah che sembrava non esserci e io e mia sorella che stavamo seduti assieme.
Però, ogni volta che ero a casa, avevo un comportamento davvero... strano. Non avevo voglia di parlare con nessuno, neanche con Amelie.
Molte notti non riuscivo a dormire. Una notte in particolare di queste, andai da Amelie e, mentre dormiva, spostai leggermente i suoi capelli mori e le baciai la fronte. Lo feci per perdonare il mio comportamento anomalo. Peccato solo che lei non se ne accorse.
Oh, ne approfitto per precisarvi alcune cose riguardanti il nostro aspetto esteriore. Vi starete chiedendo perché lo sto facendo. Lo faccio per far sì che voi riuscite ad immaginarci, in qualche maniera, come se noi fossimo dei vostri amici nella realtà odierna. Io, Jacob, ho dei capelli neri corvino, o mori, e gli occhi castani. Castani come la terra.
Amelie ha pure i capelli mori e gli occhi castani, esattamente come me. Si vede lontano un miglio che siamo gemelli, siamo identici.
Sarah, come avevo scritto in qualche pagina prima, ha i capelli biondi e degli splendidi occhi azzurri. Azzurri come il cielo.
Henry aveva invece dei capelli castani e gli occhi verdi. Verdi come un prato nel quale fioriscono una quantità innumerevole di fiori, come quello che aveva disegnato con noi all'età di cinque anni.
Bene, adesso suppongo e spero riusciate ad immaginarci meglio.
Finalmente, le elementari giunsero al termine. Tra tre mesi, per me e Amelie sarebbe cominciata l'High School.
Da quel momento... il rapporto tra me e Amelie cominciò lentamente a spezzarsi. Tutto questo per causa mia. Ma ne parleremo presto.
Sappiate che tutto quello che vi ho raccontato... è stato solo l'inizio. La storia vera e propria... comincia adesso. La mia vita felice era finita. Adesso... ha inizio la mia vita folle.

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