Capitolo 16 - La Ragazza Nuova

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Era il mese di Settembre del 2011 e il quarto anno alla High School stava per avere inizio, quando io e Amelie avevamo ormai compiuto quattordici anni.

Nel corso di quegli anni il rapporto tra me e Amelie stava andando a rotoli, a causa del mio comportamento e anche per i continui litigi che si scatenavano a scuola tra me e Zach.

Sì... Amelie continuava ancora a tenerci molto a quel cazzone. Sembrava tenesse ormai più a lui che a me.

La sera prima dell'inizio del quarto anno, io, mia sorella e i nostri genitori avemmo... una particolare discussione a tavola.

- Figlioli... domani comincia un nuovo anno scolastico. Già sono passati tre anni... che aspettative avete per il nuovo anno? - chiese nostra madre sedendosi con delicatezza sulla sedia.
- Beh, madre, spero sempre di fare nuove amicizie, ma soprattutto di "rinforzare" le amicizie che già ho... insomma, spero che le cose vadano per il verso giusto. - disse Amelie masticando il pezzo di pollo che poco prima si trovava sul suo piatto.
- Certo, speriamo bene. Jacob... non fare il solito musone. Parlaci, avanti. - insistette mia madre.
- Jacob... ah, quello è tutto particolare, madre. Lascialo stare che è meglio... - sussurrò Amelie.

Dalle sue parole era possibile recepire l'odio e il disprezzo che lei stava provando per me.

- Scusa, Amelie? Potresti ripetere, ma con voce più alta? - le chiesi con tono leggermente arrogante.
- Senti, innanzitutto vedi di calmarti. Guarda che stai parlando con tua sorella, Jacob! Non con una qualunque! - urlò Amelie irritata alzandosi velocemente dalla sedia, facendo spostare in avanti il suo piatto - E poi...
- Basta, Amelie! Siediti! - le ordinò mia madre - Jacob, rispondi alla mia domanda...
- Che cazzo di aspettative dovrei avere per il nuovo anno, madre? Gli ultimi tre anni sono stati per me pressoché identici, e sono stati pure di merda.
- Certo, col comportamento che ti ritrovi... come vorresti che andassero le cose?
- Qualcuno ti ha interpellato? - replicai ad Amelie.
- Cazzo... Amelie stai calma, Amelie stai calma! - disse Amelie tra sé e sé, mettendosi le mani sui suoi capelli lisci neri corvino.
- Che fai, adesso parli anche da sola?
- Madre... fermalo o esplodo per il nervosismo.
- Basta, Jacob. Va bene, accetto la tua risposta. Ma... non pensi che l'andamento degli ultimi tre anni non sia stato positivo proprio a causa di questo tuo, come dire... questo tuo strano comportamento?
- Avrò le mie ragioni per cui mi comporto così. Non dici, madre? Adesso scusatemi, ma me ne vado in camera.
- Non hai finito la cena, J...
- Non ho fame, Amelie. Anzi, se devo dire la verità... l'avevo. Ma me l'hai completamente fatta passare. Buonanotte a tutti.

Mi alzai dalla sedia fissando con uno sguardo minaccioso Amelie per un breve periodo di tempo e subito dopo me ne filai in camera, salendo le scale addolorato per la discussione che avevo avuto con mia sorella a tavola.

Nostro padre preferì non intromettersi nella discussione, ma sembrava essere davvero preoccupato per me. Continuava a guardarmi in maniera strana, come se non stesse capendo il perché di tutto ciò.

Amelie mi fissava invece con il suo tipico sguardo arrabbiato. È vero, avevo un comportamento davvero di merda... ma lei avrebbe dovuto capirlo perché mi comportavo così. Invece, era come se lei fosse riuscita a dimenticare tutto quello che era successo in passato, oppure era come se stesse cercando di dimenticare tutti i particolari avvenimenti di prima.

Il giorno dopo, ebbe inizio il nostro quarto anno alla High School.

Se devo essere onesto, mi aspettavo il solito anno di merda, pieno di tristezza, rabbia, pensieri circolanti nella mia affaticata mente e di litigi con Amelie, ma soprattutto anche con Zach. La solita merda, no?

No. Ben altro. Quell'anno non sarebbe stato come gli altri. Quell'anno qualcosa sarebbe cambiato.

Quando io e Amelie entrammo a scuola, lei corse subito da Zach, come al solito, senza neanche dirmi nulla.

Io invece non cercai nessuno, restai un po' fuori e dopo mi diressi verso l'aula da me interessata. Ero quasi arrivato, ma di punto in bianco notai una ragazza che non avevo mai visto prima nella nostra scuola entrare nell'aula in cui mi stavo recando io e mi fermai.

- Aspetta... ma lei chi è? Che sia una ragazza nuova? Mh, ma alla fine... a me che importa? - pensai, riprendendo il passo e dirigendomi verso l'aula.

Entrai in aula. Amelie era già là, seduta accanto Zach. Sì, Amelie non stava più neanche accanto a me ormai. Preferiva stare accanto agli stronzi, a quanto pare...

- Oh, eccolo. Jacob il depresso, mi sei mancato, sai? - affermò Zach.
- Fottiti, stronzo. Non rivolgermi neanche la parola.
- Jacob, calmati. - mi biasimò Amelie.
- Senti, adesso tu vieni un attimo qua con me, mia cara sorellina. - le dissi prendendola per il braccio destro e portandola vicina al mio banco.
- Ok, ok! Che c'è?
- Digli a quel coglione di Zach che deve darsi una regolata con me. Sono stato chiaro?
- Jacob, ci risiamo...
- Sappi che se lui continuerà ad attaccarmi, Amelie, io... io...
- Tu cosa, Jacob? - chiese Amelie scocciata.
- ... io dovrò difendermi.
- Merda, e va bene... ehi, ma sbaglio o c'è una ragazza nuova? - esclamò Amelie indicando quella figura a noi nuova.
- Eh, cosa? - risposi confuso.
- Senti, la lezione sta cominciando... magari dopo parliamo, va bene?
- Poi si vede. - le risposi freddamente.

Mi sedetti nel banco da solo, come al solito, e la professoressa fece un annuncio ai presenti nella classe.

- Ragazzi, sono entusiasta di farvi sapere che abbiamo una nuova ragazza nella nostra scuola... una ragazza di origini spagnole! Presentati pure, cara.

La nuova ragazza si recò vicino alla cattedra della professoressa e cominciò a parlare davanti a tutti noi.

- Ciao a tutti! Come ha detto la professoressa, sono una ragazza proveniente dalla Spagna, più precisamente da Madrid. Mi chiamo Beatriz. Beatriz Hernández.

Il suo nome... dice tutto. Era una ragazza molto carina e solare. Aveva dei capell rossi lisci che avrebbero fatto colpo su chiunque e degli splendidi occhi color verde smeraldo... che mi ricordavano molto gli occhi dell'ormai deceduto Henry.

- Beh, che altro dire... mi piace molto la musica, lo sport... e credo molto nell'amicizia. O meglio... credo nella "vera" amicizia.

Quanto eri dolce, Beatriz...
In quel momento mi venne alla mente il ricordo di quando Sarah si presentò alla classe delle elementari, quando ancora avevo cinque anni. Ma perché mai ci tenne così tanto a precisare che credeva nella "vera" amicizia? Che avesse intenzione di farci intuire qualcosa?

- Grazie della tua presentazione, Beatriz. Ti accogliamo a braccia aperte nella nostra scuola. Come ti accoglierà a braccia aperte anche il tuo nuovo compagno di banco, Jacob Johnson!

Mi diedi uno schiaffo sulla fronte per "svegliarmi", in quanto ero stregato dalla bellezza e dal sorriso di quella ragazza nuova, e risposi confuso alla nostra professoressa.

- Ehm, professoressa... in realtà preferirei...
- Non se ne parla, Jacob. - mi fermò la professoressa.
- Ma io...
- Non un'altra parola, Jacob! La nuova compagna non può restare sola. Sarebbe assai irrispettoso, oserei dire. E poi, anche tu sei seduto da solo! Quindi avrai semplicemente un'amica in più, no?
- Sì... cioè, forse... - le risposi incerto.

Nonostante la mia faccia da depresso, Beatriz si sedette accanto a me con enorme piacere... e questo mi rese molto contento, devo ammetterlo. Non riuscivo a provare un pizzico di felicità da almeno tre anni.

- Ehi, ciao! Tu devi essere Jacob. Jacob Johnson, giusto?
- S-Sì, esatto! - le dissi con voce tremolante, sobbalzando dalla sedia- Tu invece sei Beatriz. Beatriz...
- Hernández. Beatriz Hernández.
- Sì, giusto... scusami! - risposi imbarazzato.
- Ma dai, stai tranquillo! Sono anche straniera, quindi è normale che tu non riesca a ricordare il mio cognome.
- Oh, menomale. Comunque... come mai ti sei trasferita qua? Intendo... a Westminster? - le domandai curioso, avvicinandomi lentamente a lei.
- Beh... per motivi familiari e privati, più che altro.
- Ah, capisco.
- Posso chiederti perché sei così...
- Triste, strano? - la fermai.
- Ehm, sì! Ovviamente puoi anche non rispondere se ti dà fastidio parlarne. Inoltre, ci siamo appena conosciuti...
- Beh, diciamo che la vita mi ha fatto un brutto scherzo in passato... e comunque, sappi che io non ho amici in questa scuola.
- Oh! Davvero? E come mai?
- Perché fanno tutti schifo. E quando dico tutti, intendo proprio tutti. Vedi quella ragazza là sotto, con i capelli neri corvino come i miei?

Beatriz girò subito lo sguardo e lo rivolse alla ragazza che le stavo indicando.

- Ecco, quella è mia sorella. Si chiama Amelie Johnson. E diciamo che ultimamente... non andiamo molto d'accordo, ecco... - le precisai.
- Oh, capito. Mi dispiace molto... e invece quello accanto a lei, chi è?
- Quello è Zach Bailey, uno stronzo. Lascialo perdere, fidati.
- Se lo dici tu, mi fido! - affermò Beatriz mettendosi a ridere.

Quando lei cominciò a ridere, mi misi a ridere pure io. Questo mi faceva molta stranezza... ma riuscivo anche a percepire nuovamente quella felicità che caratterizzò tanto la mia infanzia. Cosa potevo pretendere di più?

- Oh, ma guarda un po'. Jacob che ride! È uno scherzo o cosa? - disse Zach avvicinandosi al banco in cui ci trovavamo io e Beatriz.

Presto quella felicità che finalmente sembrava stesse ritornando sparì, e mi alzai dalla sedia incazzato.

- Senti, Zach. Tu adesso hai oltrepassato ogni limite.
- Che c'è, Jacob? Ti sto dando fastidio?
- Zach, smettila! - urlò Amelie.
- No, aspetta... ho capito. Hai paura, vero? Hai paura di fare una figura di merda con la nuova ragazza! - esclamò lui mettendosi a ridere.

Mi diressi verso di lui e lo presi con forza per il collo.

- Tu, Zach... tu non mi conosci. Te lo ricordi, giusto? Tu non sai cosa io sto vivendo. Io... io sto vivendo un cazzo di incubo. Ma tu lo sai, vero? Amelie te l'ha detto, vero? - gli domandai stringendogli sempre di più il collo.
- Ehm...
- Rispondimi, cazzo! Amelie te l'ha detto, vero?! - gli chiesi ancora sbattendolo al muro.
- S-Sì, Jacob. Lo so, lo so!
- Bene. - risposi lanciando uno sguardo che trasmetteva rancore ad Amelie.
- E allora perché stai facendo di tutto per fare peggiorare la situazione?! Cazzo, rispondimi, Zach!

Mentre me la stavo prendendo con Zach, mi dimenticai che là vicino c'era anche Beatriz che mi stava guardando, e io non intendevo fare una brutta figura con lei.

Allora decisi di girarmi un attimo verso di lei, spaventato per come avrebbe potuto reagire a ciò che stava vedendo, e vidi che effettivamente mi stava osservando, ma... non sembrava essere affatto terrorizzata. Anzi, tutt'altro. Sembrava essere ammirata da ciò che stavo facendo a Zach.

- Questo sì che è davvero strano... - pensavo.

Nel dubbio, terminai lo scontro tra me e Zach sussurandogli una cosa all'orecchio.

- Ascoltami bene, Zach... non ho intenzione di fare figure di merda pure con gente nuova. Non mi interessa in realtà perché tu continui a prendermi per il culo... voglio solo che tu mi lasci in pace. Sono stato abbastanza chiaro?
- S-Sì, Jacob. Amico, ma che ne dici se troviamo un accordo, eh? - disse Zach intimorito.
- Noi non siamo amici e non lo saremo mai, stronzo. - gli risposi lasciandolo andare.

Andai da Beatriz per chiarirle meglio la situazione.

- Beatriz, ascolta, non è come pensi che sia. Io non sono...

Mi venne in mente il discorso che ebbi con Sarah quella sera.

"Non è come pensi che sia..."

Ma Amelie corse da me e mi interruppe.

- Jacob, ma che cazzo?!
- Cosa, Amelie? Vorresti dirmi che ho sbagliato? Vorresti dirmi magari che ero io nel torto?!

Amelie non sapeva come rispondere. Sembrava essere davvero frastornata.

- Cazzo... Beatriz, scusa per il casino che hanno fatto mio fratello Jacob e Zach. - riferì Amelie.
- Tranquilla, Amelie. - rispose Beatriz con calma ed eleganza.
- Aspetta, sai come mi chiamo...?
- Sì... me l'ha detto tuo fratello Jacob.
- Ah... va bene. - rispose Amelie guardandomi come se non capisse perché le avevo già parlato di lei.
- Per quanto riguarda te, Jacob... noi due a casa abbiamo un bel discorsetto da fare. Mi hai sentita, giusto?
- Ah, cazzo... Sì, Amelie. Ti ho sentita.

In sottofondo udivo Beatriz che rideva, anche se lei in realtà cercava di non farsi sentire. Ma io feci finta di niente. La sua risata, anche se silenziosa, mi trasmetteva un benessere che non riuscivo a trovare da molto tempo, tanto che sembrava essersi polverizzato.

Amelie si allontanò da me e Beatriz e si recò da Zach.
Io, invece, cercai di riuscire a parlare una volta per tutte con Beatriz.

- Beatriz, stavo dicendo...
- Jacob, shh! - mi zittì - Non penserai che sia rimasta "terrorizzata" da quello che hai fatto?!

La guardai negli occhi e stavo rielaborando mentalmente ciò che lei mi aveva appena detto. Davvero era stata quella la sua reazione?

- Beh, in realtà pensavo di sì, considerando anche quello che mi è successo in passato.
- Macché, Jacob! Sei stato un mito!
- Cosa... lo pensi davvero?
- Sì! Ascolta, adesso ho altre lezioni... casomai ci vediamo domani, va bene? Ci sediamo accanto, come oggi? - mi propose Beatriz.
- Certo, Beatriz! - le risposi senza pensarci due volte.
- Perfetto! Allora... ci si vede, Jacob Johnson!

Sì... ci vedremo presto, Beatriz Hernández. E anche prima del previsto.

Ci allontannammo l'uno dall'altra, forse con un po' di dispiacere. Avevo voglia di stare accanto a lei ancora per un po'.

Mentre mi recavo da Amelie mi giravo continuamente per vederla da dietro e notavo che anche lei si girava spesso per lanciarmi qualche occhiata. Quanto era tenera...

Beatriz mi aveva assolutamente tranquillizzato, anche dopo il casino che c'era stato. Com'era stato possibile? Non mi sentivo così bene interiormente da tanto, anzi, tantissimo tempo.

Ma i problemi quella giornata non erano ancora giunti al loro termine.

Dopo la fine delle lezioni a scuola, Amelie mi avrebbe aspettato a casa per farmi il suo bel discorsetto, come mi aveva promesso. E sarebbe stata anche molto, molto incazzata.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro