Capitolo 21 - Minaccia Intimidatoria

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Mentre ero impegnato ad abbracciare Beatriz, mi parve di vedere qualcuno che ci stava osservando.

- Beatriz... - le sussurrai tremolante.
- Cosa, Jacob?
- Di nuovo... sta succedendo di nuovo...
- Lascia stare, fregatene. Ricorda che non è reale.
- È difficile non farci caso, Beatriz. Che io stia impazzendo?
- Non dirlo neanche per scherzo, Jacob! - mi disse abbracciandomi ancora più forte.

L'abbracciai stretta e la odorai profondamente facendomi avvolgere dal suo profumo, per ritrovare la serenità. Ma quella figura ancora non scompariva.

- È ancora là...
- Dov'è esattamente? - mi chiese distaccandosi leggermente da me.
- Davanti l'entrata della palestra.
- Okay. Adesso mi staccherò da te, tu starai calmo e io rivolgerò lo sguardo molto lentamente verso l'entrata, va bene?

Annuii con la testa per appoggiare quello che lei aveva detto. Beatriz si girò dunque lentamente verso il luogo da me indicato e... la sua reazione fu inaspettata.

- Jacob. Jacob!
- Cosa?
- Stavolta non è una tua allucinazione. La sto vedendo anche io, e sì, ci sta spiando.
- È una ragazza?
- Mi sembra di sì. È incappucciata, ha solamente una ciocca dei suoi capelli biondi scoperti... aspetta un attimo! - esclamò sempre Beatriz sobbalzando in aria - Che sia...
- La ragazza che ho incontrato davanti il laboratorio. - terminai la frase al posto suo.
- Sì, esatto... quella che ti aveva urlato contro.

Non riuscivo a capire. Prima quella ragazza non rispondeva alle mie domande e mi aveva detto di lasciarla in pace. Adesso, invece, era lei che mi stava perseguitando e spiando. Ma chi cazzo poteva mai essere?

- Senti, Beatriz... io vado da lei. - le dissi.
- No, Jacob!
- Cosa dovrei fare, aspettare che se ne vada?
- Beh... è un opzione.
- E lasciare che ci guardi per tutto il tempo? Non se ne parla, Beatriz.
- Ah, e va bene... ma vengo con te.

Io e Beatriz ci facemmo coraggio e ci alzammo dalle scale, dirigendoci verso l'entrata.
Quando mirai quella ragazza con lo sguardo, lei cominciò ad indietreggiare, ma riuscimmo comunque a coglierla di sorpresa.

- Ancora tu. Ma si può sapere chi sei? - la interrogai.
- Ti prego, parlaci. Già le cose stanno prendendo una strana piega... - la supplicò Beatriz.

Seguì un silenzio assordante, ma questo dopo poco tempo stava per essere frantumato.

- Io...

Io sono te.
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Sembrava stesse finalmente iniziando a parlare, ma ad un certo punto...

- Oh, scusami! - esclamò la ragazza misteriosa.

Mentre stava indietreggiando, quella ragazza incappucciata sbattè contro un ragazzo che si stava dirigendo proprio verso di noi.

- Stai tranquilla, cara. Potresti allontanarti un attimo? Dovrei parlare con questo ragazzo...

Quella strana ragazza ovviamente approfittò della situazione per fuggire, scappando a gambe levate.

- No, aspetta! - le urlai.
- Calmo, calmo... Jacob Johnson.
- E tu come fai a conoscermi?
- Zach mi ha parlato di te... ma lascia che mi presenti. Io sono Erik Miller, sono un amico di Zach. Anzi, sono il suo migliore amico.

Erik Miller.
Ecco un altro stronzo della scuola, dopo Zach Bailey.
Lui era il tipico ragazzo ammirato da tutte le femmine della scuola, forse a causa del suo aspetto esteriore.

Erik aveva dei capelli biondi come un campo di grano, delle labbra carnose e gli occhi color castano... proprio come i miei.

Come Zach, anche lui aveva molti amici all'interno della scuola.

- Okay... e allora? Cosa vuoi da noi? - gli chiesi con tono serio.
- Oh, Jacob, Jacob... la domanda che dovresti farmi in realtà è: "Cosa vuoi da me?". La signorina qua vicino a noi non c'entra niente. - affermò Erik indicando Beatriz col dito.
- Beh, ci mancherebbe. Beatriz, fammi un favore. Allontanati un attimo. Poi ti raggiungo io.
- Va bene, Jacob. E... stai attento. - mi sussurrò.
- Stai tranquilla. - le risposi toccandole la spalla.

Adesso io ed Erik eravamo finalmente da soli e avrebbe cominciato a parlarmi di... qualunque cosa lui volesse dirmi.

- Allora, Erik... cosa vuoi da me?
- Zach mi ha parlato del vostro rapporto... contrastante, diciamo. Insomma, so che tra voi due scorre un profondo odio. Dico bene?

Il ricordo di quella spregevole persona mi rese nervoso e chiusi le mani per l'irritazione.

- Sì, dici bene. E allora? Dove vuoi arrivare? - gli chiesi con voce infastidita.
- Ecco... contrariamente a quello che potresti pensare, io sono una persona abbastanza buona, contro tutti i litigi inutili, contro le freccette che la gente si lancia continuamente...

Roteai gli occhi per la noia che Erik mi stava trasmettendo e lo fermai immediatamente.

- Ti ho detto di arrivare al punto, Erik. Non ho tempo da perdere.
- Voglio solo che tu e Zach risolviate pacificamente la vostra questione. Tutto qui.
- E perché mai?
- Beh, come ben saprai, Zach va d'accordo con tutti... anche con tua sorella Amelie.
- E allora?
- E allora... diciamo che mi dà un leggero fastidio il fatto che ci sia una persona con la quale non riesce ad andare d'accordo. E quella persona...
- Sono io. Lo so già.
- È sveglio il ragazzo, vedo... - replicò lui sarcasticamente, lanciandomi uno sguardo di sfida.
- Erik, non andrò mai d'accordo con Zach. Quello stronzo non merita la mia attenzione.

Appena udì la mia risposta, Erik mi scagliò violentemente verso il muro.

- Cazzo... e menomale che avevi detto di essere una persona buona, Erik Miller!
- Lo sono, Jacob. Ma a tutto c'è un limite. E tu, quel limite lo stai superando. Ti rifaccio la proposta. Risolvi la questione pacificamente con Zach, e la finiamo qui.

Lo fissai con enorme irritazione negli occhi e gli risposi freddamente...

- Fottiti.

Erik stava per prendermi a botte, ma fortunatamente Beatriz tornò da noi e riuscì a fermarlo.

- Ehi, ma che sta succedendo?! - urlò Beatriz.
- Merda... sei salvo solo grazie alla tua amichetta. Ma sappi, Jacob Johnson, che se tu ti metti contro di me... ti metti contro tutti.

Quella frase Erik la disse per incutermi terrore. O almeno, quello era il suo intento. Ma la mia risposta, molto probabilmente deluse le sue aspettative.

- Non me ne frega un cazzo. Non seguirò mai la massa di stronzi che frequenta questa scuola.
- Dovresti comportarti come tua sorella Amelie... lei sì che è una brava ragazza, gentile ed educata e che, soprattutto, non crea problemi.
- Certo, come no... se lei ora è così, è solo colpa vostra. E no, non sono affatto contento di com'è adesso.
- Allora... sappi che sono fiero di quello che ho fatto, Jacob. Stai rischiando grosso, ti ho avvisato. Ci si vede, stronzo.

Finalmente staccò le sue viscide mani dal mio corpo e si allontanò.

- Fanculo, Erik. Fanculo, Zach. FANCULO! - urlai disperatamente per il troppo nervosismo.
- Jacob, calmati! Guardami! Fermati, vedi di stare tranquillo!
- No, Beatriz, non posso stare tranquillo! Come fai a stare calmo con certe persone?!
- Sin da quando l'ho visto venire verso di noi ho capito che si sarebbe trattato di un'altra testa di cazzo, proprio come Zach.
- Eh... guarda caso, è il suo migliore amico.
- Seriamente? Ah... adesso si spiegano molte cose.
- Cazzo, Beatriz... va sempre peggio. Prima mi vengono le allucinazioni, adesso arrivano pure le minacce intimidatorie...
- Che cosa ti ha detto? - chiese Beatriz allarmata.
- In pratica, voleva obbligarmi a fare pace con Zach. Io mi sono opposto e poi ha cominciato a minacciarmi, dicendo che se mi fossi messo contro di loro, mi sarei automaticamente messo contro tutti.
- Che coglione. Speravo che Zach fosse l'unico stronzo, ma a quanto pare non è così...
- No... e chissà quanti altri ce ne sono nascosti nella scuola. - le dissi rassegnato.

Feci un respiro profondo e cercai di "dimenticarmi" dello scontro che avevo avuto con Erik.

- Vabbè, lasciamo stare. Comunque... hai più visto quella ragazza che prima ci stava spiando? - domandai a Beatriz.
- Purtroppo no... se devo dirti la verità, mi sono messa a fare il giro della scuola intera per cercare di trovarla, ma niente... penso proprio che sia fuggita fuori.

Dopo aver sentito la risposta di Beatriz, persi le speranze e sbattei un pugno contro il muro, sbuffando.

- Ah, merda. Capisco... apprezzo comunque il tuo sforzo. Stai facendo davvero tanto per me.
- Macché, Jacob... sto facendo il minimo indispensabile per un amico come te.
- Sei adorabile, B...

Cercai di chiudere immediatamente la bocca, ma ormai Beatriz aveva capito...

- No, adesso finisci la frase! Come hai detto che sono?
- Cazzo, e va bene... sei adorabile.
- Oh, che dolce!
- Umpf... sì, una dolcezza, proprio... - commentai girando lo sguardo, leggermente imbarazzato.
- Per me sì, Jacob, lo sei!
- Se lo dici tu...
- Se lo dico io...?
- Se lo dici tu... ci credo.
- Che ne dici di un altro abbraccio? - propose lei avvicinandosi lentamente a me.
- E va bene... abbraccio.

Beatriz si buttò immediatamente su di me per abbracciarmi.

Subito dopo, mi fece una particolare proposta.

- Jacob, che ne pensi se passassimo questo pomeriggio insieme? Magari riuscirai anche a rasserenarti e a levare tutti i brutti pensieri che hai nella testa. O potresti anche sfogarti, solo se ti va...

Okay, lo ammetto. Lì diventai davvero rosso come un pomodoro.

- Beh, s-sì... ma dove? - le domandai balbettando.
- Non so, fuori! Magari possiamo fare una passeggiata vicino al parco o vicino al fiume, visto che oggi il tempo è sereno...
- Sì... è una buona idea, suppongo... - le risposi ansioso.

Rimasi immobile e cominciai a guardare nel vuoto. La proposta di Beatriz mi stava facendo venire una certa inquietudine...

- Perché sei così... nervoso, Jacob? Dai, è una semplice uscita tra amici!
- Sì... hai ragione, Beatriz. E va bene. A che ora?
- Beh... per me si può fare anche subito dopo la scuola.
- Va bene, ci sto. - le risposi.
- Grande! Così mi piaci, Jacob. Adesso andiamo. - terminò Beatriz afferandomi per la mano e regalandomi un dolce bacio sulla guancia destra.

Ci dirigemmo quindi verso l'aula, per assistere alle lezioni che ci rimanevano da seguire per quella giornata.

Il pomeriggio che avremmo trascorso insieme quel giorno dopo la fine delle lezioni sarebbe stato davvero speciale.

Fu quello il momento in cui capii l'enorme importanza che Beatriz aveva per me.

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