Capitolo 25 - L'Incubo

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No, no, no... il dolore... è di nuovo qui, cazzo... mi stanno fischiando le orecchie... quando finirà... tutto questo?

Il dolore è ritornato... ma stavolta non c'è nessuno che può aiutarmi. O forse c'è qualcuno vicino a me, ma non lo vedo... cazzo, la mia testa...

Ti senti male, Jacob?
.anicidem al iuq oH

Argh, fa niente. Andrò comunque avanti, con o senza dolore e sofferenza. Dove eravamo arrivati...?

Oh, giusto. Nicholas... N-Nicholas se n'era andato via con Roxane... R-Roxane... merda, ho la testa sobbarcata di pensieri...

Cosa c'è? Cosa state pensando? Pensate che io stia uscendo fuori di testa? Pensate che io abbia qualcosa che non va? Beh, non posso dirvi se avete ragione o meno. Forse andando avanti avrete una risposta. Chissà... comunque sia, andiamo avanti... o almeno, proviamoci...

Dopo che sbattei la faccia sulla porta d'ingresso di casa mia, che era stata chiusa immediatamente da Roxanne, gridai per il dolore e Amelie e Beatriz vennero a soccorrermi.

- Merda, brother! Ti sei fatto tanto male? - mi chiese Amelie.
- No, sister... guarda, mi sta solo uscendo un po' di sangue dal naso, ma poi è tutto a posto... - le risposi sarcasticamente.
- Jacob, vado a prendere qualcosa per rimediare tutto, sto arrivando. - affermò Beatriz.
- Va bene, Beatriz. Grazie... menomale che ci sei tu...
- Stronzo... - disse Amelie sbuffando.
- Ti ho sentito, guarda. Ahi!
- Stai fermo, idiota! Beatriz sta arrivando... - rispose mia sorella.

Beatriz venne da me e tamponò con efficacia il mio naso con un panno bianco.

- Ora starai meglio, spero... - mi bisbigliò Beatriz.
- Sì, penso di sì...

I miei familiari cominciarono a chiedersi perché i genitori di Henry se ne fossero andati così in fretta.

- Beh, potevano almeno salutare... Vincent, non prendere esempio. - disse mio zio Jack avvicinandosi a mio cugino.
- Ma... come sono arrivati a casa nostra? - si domandò mia madre.
- Hanno fatto il giro di tutte le case qui vicino... - rispose mio padre.
- Addirittura?
- Beh... certo, tesoro. Hanno perso loro figlio, saranno disperati... poveri.

"Poveri", papà? Seriamente? Lo pensavi davvero? Cazzo... wow...

- Sì... penso che William abbia ragione. - affermò mio nonno Sam.

Dopo che Beatriz e Amelie mi avevano aiutato a fermare il flusso del sangue che usciva dal mio naso, decisi di tornare in camera mia.

- Sentite, io vado in camera mia... ho bisogno di riposarmi. - dissi davanti a tutti.
- Jacob... ti senti meglio? - mi sussurrò Beatriz.
- Beh, se ti riferisci al naso, sì... va meglio. Ma se ti riferisci alla sofferenza emotiva... no. Non va per niente bene... anzi, va solo a peggiorare. - le risposi.
- Cazzo... posso farti compagnia in camera? Insomma... posso venire con te? - mi chiese.
- Certo che puoi, Beatriz. Anzi, se devo dirti la verità... ti stavo chiedendo se volessi venire sopra con me.
- Questo mi rende felice. Allora dai, andiamo.

Io e Beatriz andammo in camera mia e, finalmente, nessuno poteva disturbarci.

- Jacob... volevi parlarmi di quella ragazza? O di altro?
- Sì, Beatriz. Volevo parlartene, ma... dopo la visita che abbiamo ricevuto... - risposi tossendo.
- Non te la senti, vero? - mi fermò.
- Esatto... scusami.
- No, Jacob. Non devi scusarti. Quello era il padre dell'amico che immagini sempre di vedere, vero?
- Sì, Beatriz. È proprio lui...
- Non pensavo fosse il tuo migliore amico... e non pensavo neanche che fosse... morto.
- Già... è incredibile, vero? La mia... è una vita molto particolare... - replicai.

L'avevo detto davvero? Oddio... non che stessi dicendo cose false, ma... quello era soltanto l'inizio. Ancora il peggio doveva arrivare.

Già, Jacob.
.otnorp arocna ire noN

- Jacob, mi dispiace davvero tanto per quello che ti è successo. Non fa niente se non vuoi parlarne. Ascolta, io torno a casa, è molto tardi...
- Allora aspetta cinque minuti, che mi preparo per accompagnarti. - le dissi.
- No! Tu devi stare coricato e devi riposarti, Jacob. Chiamo mio padre al telefono e gli dico di passarmi a prendere... per quanto riguarda te, invece, non muovere un singolo muscolo.
- Umpf, e va bene... - borbottai, distendendomi nuovamente sul letto.

Dopo aver chiamato suo padre, Beatriz cercò di rasserenarmi tenendomi la mano. Poi, qualcuno suonò al citofono. Stavolta era, ovviamente, il padre di Beatriz.

- Oh, è mio padre! Jacob, io vado.
- Va bene, Beatriz. Stammi bene e non preoccuparti troppo di me, okay?
- Non posso non preoccuparmi di te, Jacob. Adesso vado...
- Mi daresti un altro abbraccio? Sai, per sentirmi meglio... - le chiesi.
- Certo, Jacob. Dai, vieni qui.

Io e Beatriz ci abbracciammo e, una volta che mi ero coricato sul letto, lei mi diede un bacio sulla fronte e mi sussurrò qualcosa.

- Buonanotte, Jacob.
- Buonanotte anche a te, Beatriz. - le bisbigliai.

Dopo che Beatriz uscì dalla mia stanza cercai di addormentarmi e dopo circa trenta minuti riuscii a cadere in un sonno profondo.
Ma il problema... fu quello che accadde nel sonno stesso.

Quando chiusi gli occhi, sentii le mie orecchie nuovamente fischiare, e questo mi stava dando un fastidio enorme. Mi alzai dal letto e vidi il mio letto interamente rosso... era pieno di sangue.

- Ma che cazzo... cos'è successo?! - pensavo nella mia testa, agitandomi sempre di più.

All'improvviso, udii una voce misteriosa.

- Tu sai cos'è successo...
- Tu... chi sei? - domandai frastornato, continuando a guardarmi intorno.
- Ti interessa davvero sapere chi sono, Jacob?

Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, e uno strano fumo bianco cominciò a circolare per l'intera stanza.

- Cosa vuoi da me? - domandai.
- Niente, sono qui per non lasciarti da solo...
- Mostrati, cazzo! - urlai.
- Chi, io? Siamo tanti, qui...

Capii che non c'era una sola voce a farmi compagnia. Quelle che stavo sentendo erano in realtà voci diverse tra di loro. Voci che però... non mi erano per niente familiari. Non riuscivo a dedurre di chi potessero essere quelle voci.

- Perché stai piangendo, Jacob? - chiese una voce.
- Ma... io non sto piangendo.
- Oh, invece sì. Eccome se stai piangendo... guardati.
Mi toccai gli occhi e le guance e notai che effettivamente stavo buttando davvero tante lacrime. Abbassai lo sguardo e vidi che la coperta del mio letto era piena di lacrime e sudore.

- Ma che...
- Jacob, no. Non è semplice acqua. Quelle sono tutte le tue lacrime.

Sembrava che quelle voci fossero in grado di leggere e tradurre ciò che circolava nella mia mente.

- Ma che diavolo hai fatto, Jacob? Il letto è pieno di sangue... chi hai ucciso stavolta? - chiese un'altra voce.
- Ma cosa... cosa intendi? Io non ho ucciso nessuno. - risposi.
- Sì, certo. Ahahah, lo avete sentito? Non ha ucciso nessuno! Questa sì che è bella...

Tutte le altre voci si misero a ridere.

Mi sento quasi di vivere in una commedia.

Oh, giusto... ...thgir, hO

.iadegart anu da odnetsissa erats id otacitnemid ore iM

- Ma con che coraggio dice ciò?
- Jacob... noi lo sappiamo. Sei stato tu ad uccidere Henry.
- No... non è vero! Non l'ho ucciso io, cazzo! - urlai.
- È inutile mentire, Jacob.
- Non sto mentendo, cazzo! Non ho ucciso io Henry. Lui si è buttato da quel cazzo di balcone!
- Vedi di calmarti, Jacob... Sai già che innervosirti non ti porterà a niente? - disse un'altra voce.
- E tu che ne sai? - domandai.
- Beh... quella volta in cui ti sei innervosito, al compleanno di Henry... a cosa ha portato? A qualcosa? Ah, sì, giusto! Ha portato a qualcosa, in effetti...
- A cosa? A cosa? A cosa?! - chiedevano insistendo le altre voci misteriose.
- Volete davvero saperlo?

Le altre voci urlarono ripetutamente di sì, e ad ogni voce che sentivo il dolore dentro di me incrementava.

- Alla morte di Henry. - replicò freddamente quella voce.
- No, cazzo... no, basta! Vi prego, andatevene, fottute voci...
- Non ti libererai tanto facilmente di noi, Jacob. - disse un'altra voce sghignazzando.

Improvvisamente, vidi qualcuno entrare in camera mia. Era... Amelie.

- Amelie. Amelie! - urlai.
- Ehi, Jacob... che ti prende adesso?
- Falle smettere, ti prego.
- Ma di che stai parlando, Jacob?
- Le voci! Non mi dire che non le senti...
- Ah, sì! Le sento... sono miei amici e amiche. - mi rispose.
Ma cosa cazzo stava succedendo?
- Amelie... non è ora di scherzare.
- Non sto scherzando. Loro possono capirmi. Dico bene, ragazzi e ragazze?
- Quello che dice Amelie è vero, Jacob. - disse un'altra voce.
- Ma che cazzo...
- Fratellino, ma che ti sei fatto?! - mi chiese Amelie.
- Cosa intendi? - le domandai.
- Hai la pelle interamente morta! - mi rispose Amelie.

Guardai le mie braccia e... era vero. Avevo tutta la pelle... stracciata.

- Merda... hai ragione.

Tutto a un tratto, Amelie mi disse una cosa a dir poco... inquietante.

- Jacob?
- Che c'è, Amelie?
- Ti stai togliendo la pelle morta, vedo...
- Sì, e allora?
- Posso conservare i pezzetti della tua pelle?
- Ma... perché mai dovresti conservarti i pezzi della mia pelle? - le chiesi spaventato.
- Per creare una maschera della tua faccia.
- Ma... ci sono già io qua, Amelie. A che ti servirebbe?
- Beh... vorrei crearla in maniera tale da ricordarmi di te quando sarai morto. Sai, così non verrai mai dimenticato.

La sua risposta mi fece rabbrividire. Lei cominciò a fissarmi in una maniera veramente inquietante e ricominciai a sentire quelle strani voci.

- Guardate che faccia! Guardate la faccia di Jacob! - dissero le voci ridendo.
- Basta! Amelie, ti prego, falle smettere.

Subito dopo, entrò nella mia camera un'altra persona. Era... Beatriz. Iniziai a tremare, non riuscivo a credere ai miei occhi.

- Beatriz... sei tu?! - gridai.
- Sì, Jacob! Sono io. - rispose.
- Ma... che ci fai tu qui? - le chiesi.
- Niente... stavo facendo una passeggiata fuori e sono venuta a trovarti.
- Ma... è notte fonda...
- Jacob... perché non mi hai detto niente del tuo passato?
- Beatriz...
- Avevi paura di perdermi? Perché oltre me non hai altri amici, vero? Senza di me saresti solo, quindi ti conviene farti vedere con una bella ragazza come me per evitare di fare una brutta figura con tutti gli altri, dico bene?
- Beatriz, non mi interessa niente di quello che dicono e pensano gli altri! Io ci tengo molto a te. Come puoi dire questo?
- A te non importa un cazzo di me. Sei solo un pezzo di merda.
- Finiscila...
- Taci. - mi rispose Beatriz zittendomi.

Rimasi perplesso per quello che Beatriz stava dicendo. Ma poi... Beatriz propose qualcosa ad Amelie. Qualcosa che mi fece davvero tremare.

- Amelie...
- Dimmi, Beatriz. - disse Amelie mentre stava raccogliendo i pezzi della mia pelle morta.
- Jacob... è un mostro.
- Lo so. Quello che dicono le voci, riguardante alla morte di Henry... è tutto vero.
- No, non è vero! Amelie, Beatriz, dovete credermi! Non è per niente vero! - gridai.

Tuttavia, Amelie e Beatriz fecero finta di non sentirmi e mi lasciarono sbattere.

- Appunto, Amelie. Jacob è una bestia... dovremmo seppellirlo. - propose Beatriz.

Guardai il volto di Beatriz che, dopo avere detto quella assurdità, cominciò a guardarmi in una maniera assai spaventosa.

- Beatriz... mi stai dicendo che dovremmo eliminare Jacob? - chiese chiarimenti Amelie.
- Sì, Amelie.
- Non posso ucciderlo, Beatriz. È il mio unico fratello!

"È il mio unico fratello"... ma cosa diamine stava succedendo?

- E allora? Troverai un altro fratello, migliore di lui. Potrei farti conoscere il mio...

Rimasi scioccato per quello che Beatriz aveva detto. Non la riconoscevo più. Non era la Beatriz con cui avevo passato le recenti giornate. E poi... Beatriz aveva un fratello?

Come se non bastasse, qualcun altro fece irruzione in camera mia. Ma stavolta non riuscii a comprendere subito chi si nascondesse dietro a quella figura.

- Ciao, Jacob. - mi disse.
- Ciao... e tu chi saresti? - domandai angosciato.
- Non mi riconosci più? Non me lo sarei mai aspettata...

Riuscii a vedere i suoi capelli... erano biondi. Che fosse davvero... lei?

- Aspetta, non dirmi che sei tu... Sarah, sei tu? - le domandai.
- Ci sei arrivato in ritardo, ma apprezziamo lo sforzo. - si intrufolò nel discorso una voce.
- Fanculo. - risposi.
- Jacob! Diamine, sei davvero cambiato... non eri così aggressivo prima...
- Se sono adesso così è solo per...
- È tutta colpa tua. - si intromise Amelie - È colpa tua se Henry adesso non è qui. Ed è anche colpa tua se Sarah ci ha abbandonati.
- Vi ho già detto che io non c'entro...
- Tu c'entri, cazzo! C'entri eccome, Jacob! - mi rimproverò Sarah.
- Sarah... Beatriz mi ha proposto di seppellire Jacob. Tu che ne pensi di questa stramba richiesta? - disse Amelie.
- Beh... Beatriz, io non ti conosco... ma approvo la tua proposta.
- No, Sarah. Ragazze, vi prego, smettetela!
- Però... non c'è bisogno di seppellirlo. - disse improvvisamente Sarah.
- Che intendi dire? Oh... okay, ho capito. - rispose Beatriz alzando in alto una mano.
- Sarah ha ragione. Non ce n'è bisogno. - affermò Amelie.

Che cosa volevano dire? Che si fossero finalmente date una calmata?

- Jacob... non c'è bisogno di ucciderti. - mi sussurrò Sarah.
- Grazie, Sarah...
- Tanto, presto diventerai polvere. Nessuno ti ricorderà. Sparirai dalla faccia di questa terra e la tua esistenza non sarà presa in considerazione da nessuno. - rispose lei interrompendo il mio ringraziamento.

Rimasi pietrificato. Perché ce l'avevano tutte con me? E poi... che ci facevano lì in camera mia?

- Ma cosa... cosa vuoi dire, Sarah? - le chiesi turbato.
- Osservati, Jacob. - mi rispose freddamente.

Mi stavo letteralmente polverizzando. Le mani, le braccia, le mie gambe... il mio intero corpo si stava dissolvendo.

- Addio, Jacob. - mi dissero Amelie, Beatriz e Sarah.

In sottofondo, sentii le voci misteriose che stavano ridendo.

Cominciai a urlare come un dannato e a chiedere aiuto come un disperato. Mi sentivo come risucchiato da delle sabbie mobili. Non c'era una via di fuga.

Ma dopo aver emesso un urlo finale... sentii qualcosa poggiarsi sulla mia spalla destra. Sentivo della ali battere. Quella era presumibilmente una farfalla.

La farfalla...

Battito di ali. Stravolgimento.

...ylfrettub ehT

Proprio quando cercai di toccare con mano quell'animaletto che avevo sulla spalla, riuscii ad aprire gli occhi e... non c'era più niente.

Era stato soltanto un incubo. Io facevo davvero tanti, tantissimi incubi... ma quello che avevo fatto quella notte penso proprio che sia stato stato il più brutto, inquietante e sofferente di sempre.

Nel momento in cui durava, quell'incubo sembrava essere realtà. Quando mi svegliai, cominciai a sentire che l'aria mi mancava. Non riuscivo a respirare e alla fine caddi dal letto. Vedevo tutto sfuocato. Le orecchie ricominciarono a fischiare.

Ma poi, notai che la porta di camera mia si stava aprendo.

Mi trovavo ancora dentro quell'incubo? O ero finalmente riuscito a trovare una via di fuga e a tornare alla realtà?

... qual è la realtà?

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