18° CAPITOLO

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<< Gira a destra>>, dico a Grey sentendo salire dentro di me un brutto presentimento che mi fa gelare il sangue. Sono le 20:26 e siamo arrivati a Jacksonville, più precisamente nella strada del mio condominio. Non c'è nessuno a parte un mucchio di sporcizia accumulata ai lati della strada tre cui numerose lattine di birra. << Carino come posto>>, dice Grey per scherzare, ma si zittisce subito appena abbasso lo sguardo. Non mi ero mai vergognata così tanto. Forse, come tutti i miei "amici", si aspettava che vivessi in una super mega villa bella quanto quella a Lake Claiborne. E invece no. Io vivo in uno dei quartieri più malfamati della città e solo ora mi rendo conto di quanto fosse stato sciocco nascondere la realtà. << Scusa, non ti volevo prendere in giro... sai, mi ricorda molto il quartiere in cui abitavo con mia madre e... lui>>, dice facendo una smorfia. << Okay, scendiamo>>, dice, appena parcheggia la macchina vicino al marciapiede. Entrambi scendiamo dalla macchina e ci avviciniamo alla porta del condominio, completamente spalancata. << Questo ha tutta l'aria di essere un invito ai ladri>>, dice a bassa voce Grey. << Vuoi che vada prima io?>>, mi chiede, fermandomi per il polso. << Non ce n'è bisogno. Di sicuro se ti vedesse qualcuno  nel migliore dei casi di fracasserebbe il cranio dato che non ti hanno mai visto da queste parti. Invece a me non farebbero niente di male visto che mi conoscono più o meno da quando ho dieci anni... credo>>, dico, superando la porta d'ingresso.
<< Rassicurante!>>, esclama Grey, seguendomi e continuandosi a guardare dietro le spalle. << Preparati, perché dobbiamo fare sette piani di scale>>, lo avviso, al che Grey sgrana gli occhi. << E l'ascensore?>>, mi chiede, indicandolo. << Non funziona, ovvio>>, dico, prendendolo per mano e preparandomi alla scalata.
Appena saliamo gli ultimi scalini noto la porta della casa scardinata e buttata da una parte. Mi avvicino, sentendo il cuore esplodermi in petto.
<< Papà?>>, provo a dire. Niente. Sento solo i tuoni fuori che sembrano far tremare il condominio. << Hannah, attenta>>, dice Grey a bassa voce, dietro di me. Io non lo ascolto, troppo presa a guardare inorridita il casino che c'è in casa. I pochi quadri che erano attaccati alle pareti adesso sono caduti tutti per terra. Le finestre del soggiorno sono rotte, i mobili sono tutti graffiati, il tavolo è ribaltato, il telefono di casa è frantumato e per terra c'è... del sangue. Mi ritornano in mente le grida strazianti di mio padre, quando ancora stamattina l'avevo chiamato. << Provo a guardare nelle altre stanze... tu stai attenta, per favore>>, dice Grey, diventato incredibilmente bianco dopo aver visto anche lui la chiazza di sangue sul pavimento. E rimango li sola. Completamente sola. Non c'è neanche la mia vocina a farmi compagnia. Da quando siamo ritornati a Jacksonville è come se si fosse addormentata. Continuo a guardare la chiazza di sangue che sembra allargarsi sempre di più ogni minuto che passa, finché sento qualcuno che mi posa una mano dietro la mia spalla destra. Sobbalzo gridando e girandomi contemporaneamente. Tiro un sospiro di sollievo appena riconosco il viso stanco di Cara, la vicina. << Hannah, che succede?>>, sento gridare Grey  dal bagno. << E lei chi...>>, incomincia a dire appena entra nel soggiorno e Cara risponde subito con: << La vicina. Il mio nome è Cara>>. << Scusa Hannah, non ti volevo spaventare. Avevo sentito dei rumori e dopo il trambusto che è successo questa mattina volevo verificare che non fossero entrati dei ladri o... beh, tu stai bene? È da tanto che non ti vedo>>, dice la vicina, cambiando subito discorso.
<< Potrebbe andare meglio. Sai dov'è mio padre?>>, le chiedo. << In ospedale>>, dice, fermandomi appena mi dirigo alla porta. << Lo so che se ti dicessi di non andare, tu ci andrai lo stesso. Ma ti prego, ti chiedo solo di fare attenzione. Lei... lei è qualcosa di meschino, lo sento. Ti provocherà e si prenderà gioco delle tue paure fino a farti impazzire come tua madre. Sai, appena vi siete trasferiti qui, mi ha raccontato tutto, raccomandandomi però di non dirti mai niente. Solo che ora è giunto il momento di avvisarti, per il tuo bene... perché lei, quella creatura, è ritornata, solo Dio sa da dove. Non permetterle di entrare nella tua mente. E tu proteggila>>, dice Cara, guardando prima me e poi Grey. Entrambi annuiamo e la ringraziamo, prima di andare da mio padre.

Siamo di fronte all'entrata dell'ospedale. Le mani mi tremano come non mai, sia perché ho paura come sia ridotto mio padre, ma anche perché gli infermieri e i dottori ci potrebbero riconoscere e chiamare tranquillamente la polizia. E se proprio voglio trovare un altro motivo, odio gli ospedali. È da quando ero piccola che con mio padre entravamo e uscivamo a causa di uno svenimento o dei tanti malori di mia madre. Mi stringo nella felpa per cercare di proteggermi dalla pioggia che cade incessante a stravento. << A che piano si trova?>>, mi chiede Grey prima di entrare. << Secondo piano, da quanto mi ha detto Cara>>, dico. << Okay, ce la possiamo fare. Basta che ti tiri su il cappuccio della felpa e che io mi metta il cappello. Poi cerchiamo di non dare troppo nell'occhio, salire al secondo piano e trovare la stanza di tuo padre>>, dice al che io annuisco. O la va o la spacca. Mi tiro su il cappuccio della felpa nera, mentre Grey si mette un cappello degli Los Angeles Lakers con la visiera. Appena entriamo un odore di disinfettante e di morte mi assale, facendomi girare la testa. Grey se ne accorge e mi prende subito la mano. Ci sorprendiamo quando ci accorgiamo che l'ospedale a quest'ora è quasi deserto, a parte un paio di dottori che stanno visitano dei pazienti nelle camere. La segretaria non ci degna neanche di uno sguardo, visto che sta chiacchierando con una giovane infermiera. Quindi noi ne approfittiamo e saliamo di corsa le scale, finché non arriviamo al secondo piano. Se il primo piano era quasi deserto, nel secondo non gira anima viva. << Dividiamoci. Tu vai a destra, mentre io vado a sinistra>>, dico. Grey annuisce e mi lascia la mano, andando a destra. Dopo aver sbirciato dentro ad alcune stanze, la maggior parte vuote, noto una stanza con la porta chiusa. Facendo un bel respiro, apro la porta, cercando di fare il meno rumore possibile. Quindi sbircio dentro ed intravedo una gamba ingessata posata sopra ad una pila di cuscini. Apro completamente la porta e vado di fronte al letto. Quasi non lo riconosco. Davanti a me c'è mio padre.
<< Grey è qui>>, lo chiamo, senza staccare gli occhi da mio padre. << Arrivo>>, lo sento dire da lontano. Ha il viso sfregiato con tanti piccoli graffi, certi anche abbastanza profondi, visto i punti, come tutto il corpo del resto... o almeno la parte visibile che comprende braccia, mani e collo. Sembra un cadavere. Un senso di vomito cresce, salendo su per la gola e costringendomi ad andare nel bagno della stanza. << O cavolo>>, dice Grey, appena entra in camera. Tiro lo scarico e rientro nella stanza, chiudendo la porta del bagno alle mie spalle . << Vieni qua>>, mi dice Grey, abbracciandomi, al che io scoppio in lacrime. Perché se la stava prendendo con mio padre? Che colpa ne aveva? Perché non se la stava prendendo con me? Tutte queste domande mi stavano ronzando nella mia mente, fastidiose come il rumore delle mosche che ti volano attorno. << Io non capisco... se vuole me, che mi prenda>>, dico singhiozzando. << Eh? Non lo devi dire neanche per scherzo. Da questa storia noi ne usciremo insieme, capito? E con noi, tuo padre>>, mi rassicura, facendomi sedere su una sedia, vicino al letto di mio padre. << E se facesse del male anche a te? Io... io non potrei sopportarlo. Quindi ti prego, vattene prima che arrivi di nuovo>>, dico, guardandolo dritto negli occhi. << Non dire sciocchezze. Io non ti abbandonerò mai. Ti proteggerò, anche a costo di perdere la testa>>, dice, sedendosi vicino a me, e circondandomi con un braccio le spalle. << Vorrei solo averti conosciuto prima di tutto questo... e aver passato delle giornate normali insieme a te, invece di avere sempre alle calcagna una bambina che ci perseguita>>, dico.
<< Anch'io...  ma non si può avere tutto dalla vita. Ti prometto che appena finirà tutto, ti inviterò a cena... prima ovviamente di averlo chiesto al capo>>, dice, lanciando uno sguardo a mio padre e sgranando gli occhi. << È sveglio>>, dice Grey. Mi alzo di scatto, andando vicino al letto. << Cosa devi chiedermi Grey?>>, chiede mio padre con voce rauca, cercando di abituare gli occhi alla luce. << Papà!>>, dico, chinandomi ad abbracciarlo. << Piano, piano>>, dice, ricambiando l'abbraccio. << Come stai? Cosa è successo?>>, gli chiedo, sciogliendo l'abbraccio per prendere una sedia e sedermi vicino a mio padre. << Più morto che vivo. Quanto sei cresciuta... non sai quanto mi sei mancata Hannah! Ma, non dovevi venire. L-lei lo sa. Sa dove sei in questo momento. Prima che arrivi e finisca quello che ha cominciato, scappa. Vai il più lontano possibile. No, non più a Lake Claiborne, più distante. Vai via dagli Stati Uniti, scappa in Europa. Ti pre...>>, incomincia a dire, ma io lo interrompo ribattendo:
<< Papà, sono stanca di scappare. Non mi muoverò finché tu non starai bene>>. Mio papà mi rivolge uno sguardo triste ma allo stesso tempo orgoglioso. << Sei come tua madre>>, dice, lasciandosi sfuggire una lacrima. Gli rivolgo un sorriso, prendendogli la mano e accarezzandola. << Scommetto che sai tutto. Non lo hai fatto apposta, e se lo hai fatto, non ti devi dispiacere più di tanto per averla uccisa. Quella bambina era ed è un demonio. A lei piace vedere soffrire le persone. Abbiamo fatto un grosso sbaglio, quel giorno all'orfanatrofio. Dovevamo ascoltare quella suora ed adottare solo te. Devi capire che non sei uno sbaglio, anzi sei stata la nostra più grande gioia. È lei che ha rovinato tutto. Ha prosciugato tua madre, fino a farla rinsecchire ed ammalare. Perché devi sapere che non è stata sempre così. Lei era una donna magnifica, sempre disponibile e generosa. Per questo mi sono innamorata di lei. Neanche quando mi ha detto che non poteva avere figli, non ho smesso di amarla. E poi alla fine se l'è presa. Lei questa mattina stava per prendermi, ma non l'ho voluto. Volevo proteggerti fino all'ultimo, o per lo meno vederti un'ultima volta. Sarò stato egoista, ma in fondo speravo che venissi. Mi mancavi. Ormai passavo ogni santa giornata a lavorare, lavorare e lavorare, per cercare di non pensare. Ma tu eri sempre nei miei pensieri e appena mi addormentavo, lei prendeva con forza la mia mente e mi faceva fare sogni orribili>>, dice interrompendosi e stringendomi la mano. Tutto succede in un battito di ciglia. Non serve alzare lo sguardo per capire che qualcosa non va. I tagli sulle mani, sulle braccia e sul viso si stanno lentamente aprendo, facendomi lasciare di scatto la sua mano ed alzare spaventata dalla sedia. Mi allontano gridando a Grey di andare a chiamare qualcuno. Ma Grey resta fermo, immobile a fissare la scena orripilante insieme a me. Il sangue incomincia ad inzuppare le coperte di colore bianco candido e i suoi occhi si sono girati all'indietro. << Grey va!>>, gli grido. << Ma...>>, incomincia a dire. << CHIAMA AIUTO!>>, gli grido di nuovo. Grey questa volta ubbidisce ed esce di corsa dalla camera. Alzo lo sguardo sull'orologio che segna le 22:00 e si blocca. Dalla bocca di mio padre escono versi indistinti che mi fanno rabbrividire. Incomincia a tremare. Le ferite ormai sono tagli profondi, che fanno uscire sangue. Troppo sangue. Ormai il suo viso è irriconoscibile da quanto è deturpato e le mie mani incominciano lentamente a riprendere a tremare come tutto il resto del corpo. All'improvviso mio padre smette di tremare e so che ormai è troppo tardi. È morto. Rimango paralizzata a guardare quello che neanche un minuto fa era mio padre che mi stava pregando di andare via. << Hannah, non c'è nessuno>>, dice Grey, appena entra in camera con la faccia cadaverica. << Come...>>, dico, rivolgendogli lo sguardo.
<< Siamo soli>>, dice. Non permetterle di entrare nella tua mente, dice una voce simile a quella della mia vicina. Oh, no. << Non siete soli, con voi ci sono io>>, dice una voce femminile dietro a Grey. Neanche il tempo di dirgli di spostarsi, che viene sbattuto contro la parete di fronte al letto. Adesso di fronte a me c'è lei. Grace. << Ciao sorellina>>, dice, rivolgendomi un sorriso inquietante e avvicinandosi a Grey che è steso per terra privo di sensi. Cerco di raggiungerla ma non ci riesco. Sono completamente bloccata. Non riesco neanche a muovere una mano o semplicemente a muovere il collo. Vuole che tu guardi. La vocina? Anche lei sembra aver preso un tono inquietante e cupo. Grace osserva morbosa il petto di Grey alzarsi e abbassarsi.
<< Che peccato sprecare una bellezza del genere>>, dice.
<< Fermati!>>, le grido, appena vedo Grey sollevarsi per aria ancora incosciente.
<< E perché mai? Mi devo divertire anche un po' con lui o sarai così maleducata a volerlo tutto per te?>>, mi dice, rivolgendomi un sorriso maligno. << Ti ho detto di fermarti!>>, le grido convinta, ma lei non ascolta e continua a sollevarlo per aria sempre di più, finché a pochi centimetri dal soffitto si ferma e si gira a guardarmi. << Incomincia a implorare>>, dice, appena prima di alzare le mani e "stringere" il collo di Grey sospeso. In quell'istante apre gli occhi e guarda prima Grace e poi me con sguardo spaventato e confuso, cercando di togliere le mani invisibili di mia sorella attorno al proprio collo. Se continua così lo ucciderà, penso tra me e me, facendomi venire un capogiro. Quindi cerco di raggiungerla ma è come se fossi nelle sabbie mobili, più cerco di muovere e più sprofondo. << Ti prego, fermati, non farlo!>>, le grido. << Sai fare di meglio, cara>>, dice, aumentando la pressione sul collo di Grey e facendogli emettere un verso strozzato.
<< Vaffanculo>>, dico, facendola ridere. << Sei sempre stata la preferita, appena aprivi la bocca, ti davano tutto. Sei una viziata. Adesso finalmente potrò toglierti una cosa che ami. Buona visione sorellina>>, dice. << Hannah, scappa>>, riesce a dire Grey, cercando di dimenarsi e liberarsi dalla presa di Grace. << No. Grace, fermati. Non c'è bisogno che fai tutto questo. Mi dispiace se ti ho uccisa, ma ero solo una bambina stupida che voleva attenzioni. Prendi me, e lascialo libero, ti prego. Potrai farmi tutto quello che vuoi, te lo prometto, non mi opporrò>>, la imploro. Grace si gira di scatto, facendo cadere per terra Grey. << Mi hai convinta! Quindi in base alla tua richiesta, adesso dovrei liberare Grey... devi stare attenta a come dici le cose sorellina>>, dice, poco prima di ordinare a Grey: << Bene, rompiti il collo>>. Rimango un attimo sbigottita, appena vedo gli occhi di Grey diventare di pietra come quelli di mia mamma prima di morire, e ubbidire alla richiesta di Grace. Guardo tutta la scena come al rallentatore, mi ritornano in mente tutti i bei momenti passati insieme, le tante volte che mi sono sentita protetta al suo fianco e i suoi baci che ogni volta mi facevano restare senza fiato. Dolore, rimpianto, frustrazione, rabbia e odio mi avvolgono, facendomi sprofondare in un incubo senza luce.

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