19° CAPITOLO

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C'è rumore. Qualcuno sta parlando in modo concitato, abbastanza forte da sovrastare la radio. A ciò si sovrappongono le sirene della polizia. La polizia? Apro gli occhi di scatto e mi guardo intorno. Sono in macchina, più precisamente nei sedili posteriori separati da una grata spessa da quelli davanti. Al posto di guida c'è un poliziotto sulla sessantina e vicino a lui un altro più giovane. Abbasso lo sguardo sulle mani. Cosa? Delle manette? La macchina della polizia si ferma all'improvviso. Guardo i poliziotti spaventata. Perché sono nella macchina della polizia? << Oh guarda, la bella addormentata si è svegliata!>>, dice il poliziotto più giovane, dopo essersi girato. Mi sembra di averlo già visto da qualche parte, ma non ci faccio troppo caso. << P-Perché sono qui?>>, chiedo con un filo di voce. << Hai anche il coraggio di chiederlo? Non fare la furba, lo sai benissimo, mostro che non sei altro>>, mi dice quello più giovane rivolgendomi uno sguardo pieno d'odio. Eh? Mostro? Cosa mai gli avrò fatto? Nel frattempo arrivano altre due macchine della polizia, che si posteggiano dietro alla nostra macchina.
<< Ehi Grell, non la sfidare... lo sai benissimo che è pericolosa. Dai, scendiamo... sono arrivati anche gli altri>>, dice il poliziotto più anziano, scendendo dalla macchina. È tutto uno scherzo, vero? Pericolosa? Ma se non farei mai male neanche ad una mosca! Rivolgo lo sguardo prima avanti e poi dietro, verso le altre due macchine della polizia e mi accorgo con orrore che conosco molto bene questo posto. È... la strada del manicomio, penso, per poi girarmi a destra ed averne la conferma. Il poliziotto giovane mi apre la portiera ed io mi catapulto fuori, ma neanche il tempo di fare due passi e già mi hanno circondata. << Ti ho detto di non fare la furba con me, carina>>, dice Grell, il poliziotto giovane. << Dove mi portate? Che diavolo volete farmi?!>>, chiedo avendo un brutto presentimento ed impuntandomi con le scarpe sullasfalto, per non andare avanti. << Zitta e cammina, assassina psicopatica!>>, dice Grell, stringendomi la sua mano sulla spalla tanto forte da farmi male. A quel punto non ci vedo più. Prima sono un mostro, poi pericolosa e adesso sono anche un'assassina psicopatica? Mi state prendendo per caso in giro?
<< Lasciami!>>, gli grido, mordendogli la mano e sentendo subito uno schifoso sapore metallico. Il poliziotto grida, lasciandomi subito la spalla. << Ti avevo avvisato>>, gli dice il poliziotto sulla sessantina alzando gli occhi al cielo, per poi correre su per le scale del centro di salute mentale e scomparire al suo interno dopo aver aperto la porta. << Andiamo>>, dice un altro poliziotto, prendendomi per un braccio. Non ho via di scampo. Un altro poliziotto mi prende per il braccio destro ed un altro sta alle mie spalle. A quel punto lancio un grido con tutta il fiato che ho nei polmoni, facendo quasi stupire me stessa. Appena entriamo nella struttura, mi dimeno come una forsennata, gridando ancora di più. Non mi possono rinchiudere. Non ho fatto niente. Niente! << Questa psicopatica mi ha morso, accidenti!>>, urla Grell, al che io gli rivolgo un'occhiataccia. Vuoi un altro round? Il prossimo morso ti assicuro farà  ancora più male. << I medici e gli altri stanno arrivando>>, informa la segretaria con tono a dir poco spaventato, rivolgendomi uno sguardo fugace. Come, non mi riconosce? Sono Hannah, le vorrei gridare. Quella stessa ragazza che per anni è andata a trovare sua madre tutti i santi giorni finché non è... << Non mi potete rinchiudere qui dentro! Non sono pazza! Non ne avete il diritto>>, protesto, dimenandomi sempre di più. Non ho fatto niente di male, continuo a ripetere nella mia testa. Perché non mi credono? Sono per caso diventati tutti pazzi? << E invece sì! È inutile che continui a dimenarti... ti farai solo del male con le manette ai polsi!>>, mi avverte un poliziotto. Mi sembra di rivivere qualcosa che è già accaduto in passato. Neanche il tempo di replicare e scendono dalle scale due infermieri, due agenti di sicurezza, il medico John e lo psichiatra... Fitzt? Ma che diavolo?! << Potreste per favore medicare Grell? È stato morso dalla ragazza...>>, dice il poliziotto anziano, mostrando la mano insanguinata di Grell. << Certo... te ne occupi tu?>>, chiede Fitzt ad uno degli infermieri, che subito accompagna il poliziotto in infermeria. Mi continuo a dimenare, provocandomi un dolore lancinante ai polsi. Basta, basta, Hannah svegliati! << Ahhh cosa avete intenzione di farmi?>>, urlo al medico che nel frattempo ha tirato fuori una siringa e si sta avvicinando sempre di più. << Ti somministra un tranquillante... non vogliamo che tu faccia del male sia a te stessa che agli altri>>, dice Fitzt. Poi si rivolge ai due agenti di sicurezza, ordinando loro di tenermi ferma. Urlo con tutta la voce che mi rimane, cercando inutilmente di dimenarmi. Poi rivolgo un ultimo sguardo verso i divanetti e mi accorgo che oltre ai due inservienti c'è un ragazzo vestito tutto di nero che mi guarda. Lo riconosco subito. È Grey. Tutti i miei ricordi mi ritornano alle mente, tra i quali la sua morte e quella di mio padre. Eppure lui sembra così reale. << A-Aiutami>>, dico, mentre mi scende una lacrima. <<Grey, ti prego, rimani con me, non abbandonarmi>>, dico in un sussurro. Ma la sua figura piano piano si smaterializza. << Grey!>>, grido. Tutti adesso mi stanno guardando certi spaventati ed altri più confusi che altro. Ma so con precisione che stanno pensando che io sia una malata mentale. E poi tutti assumono la stessa espressione. Un sorriso maligno, ipnotizzante quanto inquietante, ovvero l'espressione di Grace appena sono sprofondata nelle tenebre. Ero stata debole e lei mi aveva presa. Ormai era troppo tardi, penso, sprofondando ancora una volta nel mio incubo senza fine.

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