A love story called Malec

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Le sue mani, così adatte a maneggiare le spade angeliche e tutti gli strumenti di morte che gli shadowhunters sapevano usare, sono così delicate sul mio corpo... pensò Magnus.

Alec, dopo le prime paure, infatti, si stava rivelando un abile amante.

Ora le sue mani non erano più titubanti, ora erano esuberanti e a lui quella cosa piaceva da matti.

Quella sera, oltretutto, era entrato in casa mentre era ancora sotto l'effetto della Runa del silenzio e lo aveva colto di sorpresa. Magnus, infatti, stava leggendo seduto al tavolo al centro della sala, quando aveva sentito la mano di Alec percorrergli la schiena fino ad arrivare al suo collo e solo in quel momento aveva capito di non essere più solo nell'appartamento.

«Ciao!» aveva a quel punto detto Alec.

«Alexander, non smetti mai di sorprendermi!» gli aveva risposto lui, voltata la testa per guardarlo.

«Lo so» rispose lo shadowhunters prima di baciarlo.

«Amore?» lo richiamò Alec e Magnus tornò al presente.

Era assurdo come lui, pur essendo un mago potentissimo, venisse totalmente sopraffatto dai baci di Alec. Ma oramai questa cosa era assodata: ogni volta che lo baciava, lui perdeva il senso dello spazio e del tempo.

Ora, baciandosi erano arrivati sul divano.

Alec era nudo per metà. Magnus ricordava bene, quando aveva infilato le mani sotto la camicia bianca sfilandola dai pantaloni dello shadowhunters e aveva poi proceduto a sbottonargliela, ammirando ogni centimetro di quella pelle chiara segnata dalle rune.

Quando il ragazzo gli toccò il petto, Magnus si rese conto di essere nelle stesse condizioni, ma di non ricordare l'esatto momento in cui l'altro gli aveva riservato lo stesso trattamento.

Oramai Alec aveva preso il controllo della situazione.

«Alec, non credi dovremmo spostarci?»

L'altro lo guardò. «E perché mai?»

«Siamo davanti alla finestra... Qualcuno potrebbe vederci: io sono del tutto a mio agio, ma magari tu...»

Rise. «Sono con te, il resto non importa».

Magnus sorrise. Alec era forse cambiato? No, si disse, era maturato. E a lui questo Alec più sicuro di sé piaceva e tanto.

Alec per affermare la sua posizione improvvisò uno spogliarello per il suo amante.

«Questa cosa inizia a piacermi e pensare che all'inizio eri così timidino...» e poi gli si mozzò il respiro, quando notò la vistosa erezione, segno che Alec era evidentemente eccitato dalla situazione.

Lo stregone cominciò a sospirare immaginando come sarebbe finita la serata.

«Ora tocca a te» esclamò Alec, bellissimo nella sua nudità.

Magnus schioccò le dita. «Ora siamo pari...»

Di lì a poco si ritrovarono avvinghiati, sospiranti. E quando Alec lo voltò, Magnus sospirò per l'ennesima volta.

Il ragazzo prese la bottiglietta di lubrificante che tenevano all'interno del comodino e, dopo averlo versato sulle sue stesse mani per riscaldarlo, cominciò a prepararlo con abilità e strappandogli qualche gridolino estasiato.

«Alexander, ti prego...» affermò senza vergogna. «Prendimi».

Lo sentì ridacchiare e, proprio quando iniziava a pensare che l'avrebbe tirata per le lunghe, Alec sorprendendolo affondò dentro di lui.

Era già accaduto prima, ma ogni volta che Alexander prendeva il comando gli faceva perdere la testa e anche quella volta accadde.

Magnus si ritrovò ansante, in preda all'euforia e alla lussuria per quell'intrusione tanto dura quanto desiderata.

«Amore, è così bello...» mormorò il ragazzo alle sue spalle. «Adoro scoparti».

«Io amo te, ma ti prego muoviti, perché non ce la faccio più...» e Alec gli diede ascolto, iniziando a torturarlo col piacere più grande che Magnus avesse provato in tutti i suoi anni sulla terra.

Nessuno dei suoi amanti reggeva il confronto con Alec, perché quelli erano stati solo quello, amanti, mentre lui, il ragazzo che, in quel momento, mentre lo penetrava con foga riusciva a concentrarsi abbastanza per baciarlo sulla spalla madida di sudore, era l'amore della sua vita.

Fu un amplesso scomposto, esaltante, proprio come piaceva a lui e quando alla fine, dopo essere giunti entrambi ad un orgasmo esplosivo, si ritrovarono l'uno accanto all'altro, sospiranti e esausti, Alec esclamò dolcemente e con un tono vagamente compiaciuto: «Buonanotte, amore...»

«Notte Alexander»

Dormire sul petto di Alec, dopo, era un bonus a cui Magnus non disse di no, ben conscio che il giorno dopo gli avrebbe fatto pagare tutta quella strafottenza, in un modo che tutti e due però avrebbero apprezzato molto, ne era sicuro.

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