༼ᴛʜɪʀᴅ ᴘᴏʟᴀʀᴏɪᴅ༽

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Simpatico. Davvero simpatico.
Sembrava tutto così difficile agli occhi di Chanyeol che non poteva fare a meno di considerare la situazione tramite il filtro dell'ironia. Lo infastidiva, dopotutto, vedere quanto Baekhyun stesse bene ovunque mettesse piede, quanto lui si trovasse a suo agio con chiunque dei suoi interlocutori, dall'amico più stretto al più sconosciuto dei suoi contatti. E o Dio... quanti ne aveva di contatti. Tutte persone che spesso neppure aveva mai incontrato davvero, tutte persone che lo apprezzavano per il suo aspetto fisico - e non solo -, riempiendolo di complimenti da mane a sera ogni volta che stava col suo adorato cellulare tra le mani. E i polpastrelli dei suoi pollici cliccavano frenetici sullo schermo sensibile, componendo parole una dopo l'altra, ringraziamenti gentili ed incredibilmente lusingati, come se un "L'ombretto che hai oggi ti dona davvero!" fosse molto più importante del classico "Buongiorno, hai davvero una bella cera oggi hyung" che gli rivolgeva Chanyeol ogni tanto. L'influenza dei complimenti degli sconosciuti superava incredibilmente qualsiasi cosa il minore potesse dire o fare, e, immancabilmente, Baekhyun aspettava con ansia quei commenti da parte dei suoi "amici" - o forse è meglio chiamarli falsi ammiratori -, illuminandosi ogni volta quando leggeva uno di quei messaggi che gli facevano brillare gli occhi e parevano riempirgli il cuore abbastanza da sostituire il resto. E Chanyeol non poteva non sorridere nel vedere il sorriso del maggiore, sorridere amaramente e pensare che con molta probabilità se lui fosse stato una di quelle tante persone con cui Baekhyun messaggiava, sarebbe stato sicuramente più importante per il maggiore di quanto lo fosse adesso, stando al suo fianco. Era una considerazione che gli faceva venire i brividi a volte, ma dopotutto era di quello che Baekhyun aveva bisogno, e lui lo accettava per ciò che era, lo amava per ciò che era. Non poteva, e soprattutto non voleva, che l'altro cambiasse. Certo, era drammaticamente geloso, si sentiva inutile e mai abbastanza, era diventato abitudinario persino a ridere di se stesso quando si ritrovava a pensare che Baekhyun non avesse affatto smesso di guardare il cellulare in attesa che apparisse il led luminoso delle notifiche, o, addirittura, a sperare che prima o poi avrebbe potuto lasciare il mondo da parte per dare più spazio a lui. Non poteva più prendersi sul serio riflettendo su cose simili perché Baekhyun era palesemente chiuso in un guscio di cui non si sarebbe mai liberato. Effettivamente lui non aveva alcun bisogno di liberarsene, stava bene così. Finché aveva bellezza, forma fisica e carisma dalla sua parte, poteva trascinare il mondo ai suoi piedi... Ed era esattamente questo ciò che più lo affascinava, nella sua sete infinita di approvazioni. Ciò che Baekhyun non riusciva più a fare era leggersi dentro: aveva dimenticato completamente il motivo per cui tutto quello era iniziato, aveva dimenticato da cosa fosse scaturito il vuoto che cercava invano di colmare quotidianamente col suo superficiale modo di vivere. Quel buco nero che, ingordo, inghiotte tutto ciò che trova lungo il suo corso, non ha fondo e non si riempie. Non si riempirà mai, neppure per tutti i complimenti del mondo. E la sua elasticità cresce giorno dopo giorno: più cose arrivano, più ce ne vanno. E se all'inizio erano poche persone di cui aveva bisogno, poi ne erano il doppio, il triplo, il quadruplo, ora ne sono il quintuplo, domani ne saranno troppe. Diventa così la sua ricerca di approvazione una stringente costrizione per nutrire la bestia infame che dimora dentro di lui e che minaccia di distruggerlo se non viene continuamente soddisfatta. Eppure, erano anni che Baekhyun si dimostrava cieco rispetto a questa verità, come se non volesse più indagarla la realtà capace di scatenare quel mostro, come se avesse fatto di tutto per dimenticarla e rimuoverla fino a che non ne sarebbe rimasta neppure l'ombra del ricordo. Chanyeol però voleva conoscerla la verità, voleva in tutti i modi cercare di fargli superare quella limitazione. Sapeva che sarebbe stato in grado di stargli accanto, sapeva che l'avrebbe amato comunque, sapeva che l'avrebbe sostenuto in ogni caso, sapeva che avrebbe potuto aiutarlo davvero. E invece Baekhyun si era imprigionato in se stesso come se ciò che lo rappresenteva adesso prescindesse dal passato e fosse tutto ciò che il suo essere poteva dare di meglio. No, agli occhi di Chanyeol non era così. Lui poteva leggergli dentro, Baekhyun era molto meglio della persona superficiale che appariva, ed il suo vero io giaceva nascosto da qualche parte, lontanissimo dall'immagine della sgualdrina che molta gente gli aveva affibbiato, gente ovviamente invidiosa della sua eterea bellezza. E se solo il maggiore si fosse lasciato comprendere tutto sarebbe stato più semplice, anche il loro rapporto, e non ci sarebbe stato nulla su cui ironizzare per Chanyeol. Tuttavia Baekhyun restava come l'acqua torbida dell'oceano che il più alto ora aveva davanti, mentre, seduto da solo sulla spiaggia in riva al mare, contemplava con i sensi il torbido riecheggio della risacca delle onde che si mescolava alle risa scherzose di tutti gli altri dietro di sé, e il colore cupo dell'acqua che si contorceva sotto la violenta percossa del primo vento autunnale, e il tocco leggero della brezza del monsone sulla pelle che lo sfiorava accarezzandolo delicatamente e scompigliandogli i capelli, e l'odore della salsedine che impregnava l'aria che respirava lasciandogli impressa la sensazione di naturalezza che quel luogo incantato emanava. Non c'era metafora migliore: Baekhyun era esattamente come quell'acqua: non era limpido e trasparente, bensì impenetrabile, non poteva essere compreso fino in fondo, ma solo a qualche centimetro dalla superficie. Soltanto i folli si tufferebbero in quel mare ghiacciato che i raggi di sole, ormai affievoliti, non riscaldavano più. E Chanyeol era un folle. Un folle innamorato. Un folle che nascose la foto che aveva appena scattato dentro la sua maglietta, ripiegata accuratamente sulla sabbia, e si abbandonò all'acqua fredda, sperando che quest'ultima gli avrebbe dato la giusta scossa per allontanare i suoi pensieri.

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