Of dreams and desires pt.2

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Il cenone di Halloween era sempre più vicino.

Solitamente, tale evento scatenava negli alunni quel pizzico di euforia che li rendeva più iperattivi del solito. Non per niente, i giorni a cavallo dei mesi di ottobre e novembre si dimostrava sempre il periodo che più metteva a dura il mantenimento dei punti guadagnati: il conteggio variava di giorno in giorno, rendendo praticamente impossibile definire con accurata certezza chi fosse al primo posto e chi fosse all'ultimo.

Insomma, per Malfoy sarebbe dovuta essere una settimana in paradiso, dal momento che poteva permettersi di penalizzare le altre squadre quanto più lo appagasse, senza risultare di parte.

Davvero un enorme peccato che questo giacesse nei sotterranei in uno stato pietoso. Draco, infatti, stava passando i suddetti giorni di gloria bloccato davanti al camino, facendosi vivo solo per le ronde, i pasti e le lezioni. Per il resto del tempo era possibile trovarlo mezzo sbronzo davanti al camino acceso.

Per colpa sua le scorte di alcolici trasfigurate in innocenti boccette di inchiostro stavano finendo, e anche tutti i finti cosmetici di Daphne cominciavano a potersi contare sulle dita di una mano.

Con il passare dei giorni e l'aumentare dell'insistenza della Granger-in-sogno, a Malfoy risultava sempre più difficile insabbiare le sue vere opinioni riguardo quella nella vita vera, e codardamente aveva deciso di comportarsi come un uomo divorziato: prendendo la magica via dell'alcolismo.

E c'era da ringraziare che Hogwarts non fosse un pub, perchè – avendo capito durante l'ultimo venerdì di punizione di non poter più negare la sua attrazione – il ragazzo desiderava solo bere talmente tanto da dimenticarselo.


Quando Daphne, il trentun ottobre, con una certa preoccupazione andò a cercare l'amico depresso, lo ritrovò nella sua marmorea posizione davanti al fuoco.

La bionda scosse la testa contrariata, e si avvicinò con passo lento – quasi temesse uno scatto improvviso dell'altro.

« Draco? » lo chiamò cauta.

Malfoy non aprì bocca, facendo pensare alla Greengrass di non essere stata udita.

« Draco? » ripetè lei con voce più alta.

« Ti avevo sentito » biascicò Malfoy.

Daphne si avvicinò e si lasciò cadere accanto a lui. I suoi occhi blu passarono in rassegna ogni angolo dell'ambiente lurido in cui il rampollo di cassa Malfoy sedeva tranquillo: bottiglie vuote, involucri di dolciumi di Mielandia e fazzolettini di carta – presi nel caso al ragazzo fosse venuta voglia di piangere – erano stati gettati per terra, e il Serpeverde era seduto da così tanto su quel divano, che Daphne era sicura ci avesse lasciato il calco del proprio fondo schiena.

« Perchè ti comporti così? » gli domandò con apprensione.

« Straparli » borbottò l'altro « io non sto facendo un bel niente »

Daphne ridusse gli occhi a due fessure, chiaro segno che avesse appena udito qualcosa a lei sgradito.

« Tu ti comporti in modo strano » sbottò rimarcando l'ultima parola.

« Voglio solo farmi un goccetto » minimizzò il biondo.

« E' Halloween! Potresti tormentare i ragazzini delle altre case e invece te ne stai qui! »

« Più tardi... »

« E' quello che continui a ripetere da giorni! » esclamò lei « e smettila di bere! »

Malfoy borbottò qualcosa di incomprensibile, e Daphne, infuriata, gli strappò una bottiglietta di acqua viola dalle mani.

Le rotelle nella sua testa cominciarono a vorticare furiosamente, e il suo sguardo si fissò sulle lettere dell'etichetta a lei familiare.

Le questioni erano due: o qualcun altro era riuscito a ingannare quel magonò di Gazza, l'ultima volta ad Hogsmeade, o quella proveniva dalla sua scorta personale, e quindi aveva appena capito come mai le sembrasse sempre più ridotta con il passare dei giorni.

Rossa di rabbia estrasse la bacchetta e la trasfigurò con il fiato sospeso; quando questa tornò ad essere una boccetta di smalto tutti-i-colori+1, Daphne emise un grido acuto.

« Questa era mia! » sbraitò in direzione di Malfoy.

Le labbra del ragazzo si sollevarono verso l'alto, e davanti tal vista, la Serpeverde scagliò con violenza la piccola bottiglia di vetro nel fuoco, mandandola in frantumi.

« Come ti sei permesso?! E chi hai pagato per farla venire a frugare nel mio baule?! » strillò in preda alla rabbia.

« Sono rovinato » rise Malfoy, non rendendosi conto della collera della compagna di casa.

« Oh, sì che lo sei » borbottò Daphne, alzandosi per raccogliere quel che ne rimaneva delle sue vecchie scorte e stringerle al petto come se si fosse trattato di un tesoro.

« Non ti spezzo le dita solo perchè sei ubriaco e non capiresti »

Malfoy scoppiò a ridere istericamente, e la Greengrass, davanti a quelle grasse risate, lasciò andare quel che reggeva tra le braccia solo per scagliarsi contro l'amico.

Al diavolo l'eleganza, al diavolo il portamento; Daphne afferrò Draco per il colletto della camicia, e avvicinò il suo viso a quello del ragazzo così tanto che Malfoy potè sentire il suo respiro furibondo graffiargli la pelle.

« Pensi che stia scherzando?! Pensi che tutto questo sia un cazzo di scherzo?! » strillò con voce acuta la bionda.

Malfoy, per tutta risposta, continuò a sghignazzare.

« Il mio pedrigree »

Daphne sollevò un sopracciglio.

« Il tuo pedrigree che cosa? » gli domandò sospettosa.

« Rovinato anche quello »

La presa della ragazza si allentò lentamente, e sul suo capo ben pettinato andò delimitandosi un grosso punto interrogativo.

« I miei genitori mi diserederanno, e dopodiché tireranno le cuoia per lo stress »

Daphne lo guardò confusa, e spostò le mani pallide dal colletto alle spalle dell'amico.

« Ma di che accidenti stai parlando? »

Ma Daphne non ricevette mai un risposta, perchè proprio in quel momento, un profumatissimo Theodore Nott stava tornando in sala comune a braccetto con una ragazza.

« Prego, da questa parte, Peonia » disse il ragazzo alla sua accompagnatrice.

La quantità di profumo spruzzata addosso era tale che, Daphne, dall'altra parte della stanza, riusciva a sentirlo forte e chiaro, come se lei stessa ci si fosse fatta un bagno.

« Oh, giorno miei cari amici » li salutò cordiale il ragazzo.

« E quella chi diavolo è? » domandò senza giri di parole la bionda.

Malfoy, incuriosito, si voltò per guardare il suo compagno di stanza e la sua ragazza misteriosa.

« Lei è Peonia » rispose con ovvietà Theo.

Quando gli occhi scuri di quest'ultimo notarono lo stato di Draco e la sua innegabile trasandatezza, si rivolse a lui personalmente.

« Sei ubriaco? »

« Sì, ha rubato le nostre scorte di Hogsmeade » replicò al posto suo Daphne, lasciando l'amico sbronzo e facendo qualche passo in direzione di Nott.

Theo, che senz'altro doveva essere seccato all'udire che le sue riserve di Burrobirra e Whisky incendiario erano state brutalmente ridotte dal suo caro compagno, per far una buona impressione su Peonia mantenne una perfetta espressione impassibile.

Daphne, che non la smetteva di fissare l'ospite sconosciuta, quando notò uno stemma diverso da quello di Serpeverde, strabuzzò gli occhi.

« Una Tassorosso!? » domandò incredula « un'altra?! »

La ragazza, intimorita dai modi di fare della bionda, tremò vistosamente e tentò inutilmente di nascondersi dietro Nott. Ma man mano che Daphne si avvicinava cominciavano ad apparirle evidenti sempre più particolari: le guance rosee e piene, un apparecchio ai denti, i capelli rossi...

« Una Weasley! » l'accusò puntandole il dito contro.

La Tassorosso si strinse nelle spalle come a voler sparire.

« Daphne, per favore, la stai spaventando » la pregò Theo, lasciando andare il braccio dell'accompagnatrice e coprendola dalla compagna di casa.

« Spaventando? Quanti anni ha? Quattordici? »

Silenzio.

Theo guardava Daphne, Daphne guardava Peonia, e Peonia voleva scappare via.

La bionda sgranò ulteriormente gli occhi blu, aprendoli così tanto da far temere alla ragazzina di vederli schizzare fuori dalle orbite.

« Oh mio Dio! » esclamò la Greengrass portandosi una mano davanti la bocca.

« Ascolta... » cominciò Theo per giustificarsi.

« Ma è una bambina! »

« Beh, non esattamente... »

« Ha solo quattordici anni! » rimarcò Daphne avvicinandosi a Theodore e raccogliendo un tomo da un tavolo vicino per picchiarlo « sei un porco! »

« Aspetta, non... »

« Quattordici anni e Weasley! » precisò sempre più scandalizzata Daphne « sei la vergogna di questo sotterraneo! »

« Non è colpa mia se i Weasley hanno seminato eredi ovunque... »

Altra librata su una spalla.

« ...E Peonia è una parente alla lontana, ha solo conservato il cognome... »

« Sei un maniaco! Non voglio vederti mai più! »

« ...E che esagerazione, santo cielo! Manco avessi portato una mezzosangue »

« Ehm... » lo interruppe la ragazzina.

Gli occhi dei due Serpeverde si posarono su di lei, e Peonia tremò un'altra volta.

« In realtà lo sono »

Daphne guardò a bocca aperta Theodore Nott, pronta a ricominciare a vomitare insulti, ma quest'ultimo la precedette:

« Beh, sarebbe potuta andare peggio: avrei potuto portare una sangue marcio, tipo la Granger »

Sdraiato sul divano, Malfoy emise un forte singhiozzo avvilito.





« E' ufficiale: la festa si farà » annunciò Ginny, avvicinandosi a Harry con apparente nonchalance, durante un cambio di lezioni.

Hermione, poco più avanti di loro e intenta a chiacchierare con Ron, non udì nulla.

« Padma e Anthony hanno trovato tutto quello che gli serviva? » sussurrò il cercatore di Grifondoro.

« Sì. Appuntamento davanti ai dormitori di Corvonero non appena Hermione va in biblioteca per riordinare » terminò la rossa accelerando il passo e seminando Potter.

« Ciao, Hermione! » salutò prendendo la caposcuola sotto braccio con fare amichevole.



Subito dopo il cenone di Halloween, Hermione si diresse saltellando verso quella che doveva essere la sua faticosa pena, e Harry, Ron e Ginny si affrettarono a raggiungere il prefetto e la caposcuola, che li attendevano con ansia davanti al portone del dormitorio dei corvi.

I cinque festaioli nemmeno si salutarono. Padma, non appena i Grifondoro si avvicinarono, fece loro segno con la mano di seguirla, e Anthony si limitò a sorridere trionfante.

« Cos'è che, più si corre, meno si prende? » domandò loro il batacchio all'ingresso.

I Corvonero si guardarono pensierosi, e Ronald Weasley capì perchè non fosse finito in quella casa, convincendosi che con ogni probabilità avrebbe passato sette anni a rimaner chiuso fuori.

Dopo una breve e concitata serie di pareri sussurrati tra i due corvi, Padma fece un passo avanti e pronunciò con voce chiara:

« Il fiato »

La porta si aprì silenziosa, e una forte folata di vento travolse il gruppetto; Harry cercò inutilmente di coprirsi il collo con la felpa ed evitarsi un mal di gola, la cravatta di Anthony si sollevò e finì in faccia al proprio indossatore, e Ginny dovette fare molta attenzione alla sua gonna, che per poco non mise in mostra le sue mutande color arancione.

« Che cos'è questo vento?! » domandò Anthony in direzione di due studenti sul divano, con addosso delle coperte di lana a trama scozzese.

Il fuoco si era addirittura spento e i pochi coraggiosi in sala comune sembravano sull'orlo dell'ipotermia.

I due interpellati dal prefetto non gli risposero nemmeno, limitandosi ad indicare una figura affacciata ad una finestra spalancata, intenta ad osservare il sole tramontare.

La ragazza dai lunghi capelli biondi e coperta da un mantello non si era girata per guardare chi fosse entrato, ma nessuno ebbe mai alcun dubbio sulla sua identità.

« Luna » la chiamò Padma con tono delicato, così come ci si rivolgerebbe ad una bambina « che cosa stai facendo? »

Ginny, nel frattempo, aveva capito che se si fosse seduta da qualche parte, controllare il danzare del sottile tessuto della sua gonna sarebbe stato più semplice.

« Sto scacciando i Nargilli sbaciucchioni » replicò la ragazza, voltandosi verso i suoi interlocutori.

« Oh, ciao a tutti voi » salutò i Grifondoro con il suo solito tono cadenzato « mi dispiace che siate capitati proprio durante una disinfestazione, ma non poteva essere rimandata »

« Luna, ma di che cosa stai parlando? » chiese Ginny.

« I Nargilli sbaciucchioni sono come degli insetti che continuano a volarti davanti alla faccia, come se volessero darti dei baci, e non ti fanno studiare » spiegò la bionda « me l'ha detto mio padre »

« Sono le sette di sera e il tempo è piuttosto ventoso » le fece notare Harry con cautela, temendo di offenderla « e penso che tutti questi... questi esserini se ne siano già andati, non pensi? » concluse Potter, estraendo la bacchetta e cominciando a chiudere una finestra.

« Non lo so, mio padre non ha specificato per quanto dovessi far cambiare l'aria » ammise candidamente Luna.

Ma vedendo che, non appena Harry lanciò il suggerimento, tutti quei coraggiosi armati di coperte di lana e i Grifondoro ospiti si precipitarono a serrare i serramenti, a Luna Lovegood non rimase che annuire.

« Spero che adesso riuscirete tutti a concentrarvi maggiormente » si rivolse ai compagni di casa, che invece che ringraziarla la guardarono male.

Padma, infreddolita, si cacciò le mani nelle tasche della felpa e attese che tutti le si riavvicinassero per poter, finalmente, andare in camera di Anthony e discutere del piano.





Hermione era sbalordita dalla quantità di tomi abbandonati sui tavoli. Ed era ancora più seccata nel constatare che, più la voce della sua punizione girava, più gli studenti si esentavano dal riordinare; e adesso le toccava prendere il ruolo di Gazza, oltre che quello di Madame Pince.

Quella sera, in particolare, le era toccato anche raccogliere da terra cartacce di dolciumi di Mielandia, pergamente stracciate e – che Piton fosse maledetto – anche un fazzoletto usato.

La sua pena non le era mai sembrata ingiusta o degradate, almeno fino a quel momento.

E la bibliotecaria, sebbene la vedesse tutti i giorni e le avesse rivolto la parola innumerevoli volte dal suo primo anno, non l'aveva nemmeno aiutata!

Ma girando tra gli scaffali, un libro dal titolo particolare aveva attirato la sua attenzione:

"Di sogni e di desideri"

La sua mente la portò automaticamente alle sue notti e alle sue visioni, e curiosa estrasse il tomo tirandolo per la cuffia. Lo sfogliò velocemente, constatando che si trattasse di un testo scientifico, che al tempo stesso associava un determinato sogno o incubo ad un volere specifico.

« Mi scusi, Madame Pince » disse avvicinandosi alla postazione della bibliotecaria, che non avendo nulla da fare stava leggendo con scarso interesse il Settimanale della Strega.

La donna ricurva sulla rivista, che mai come allora era parsa tanto simile ad un avvoltoio, sollevò lo sguardo sulla studentessa e la guardò strizzando gli occhi dietro gli occhiali da lettura.

« Sì, signorina Granger? »

« Ecco, io mi chiedevo se potesse registrare un prestito a mio nome... per questo libro » parlò la caposcuola, poggiando sul tavolo il tomo trovato in giro.

La bibliotecaria lanciò un'occhiata circospetta all'orologio da tavolo, e notando che fosse solo passata mezz'ora guardò scioccata la ragazza.

« Ma non hai ancora terminato il tuo dovere » le fece notare.

« Lo so, Madame Pince » replicò educatamente la Granger « infatti non me ne andrei ora, mi chiedevo solo se si potesse ancora registrare questo prestito »





Gli occhietti scuri di Ginny si muovevano freneticamente dall'alto verso il basso della pergamena, e un lieve sorriso le increspava le labbra rosee.

« Avete pensato quasi a tutto » valutò compiaciuta.

Anthony e Padma si scambiarono uno sguardo fiero, e il primo diede un paio di pacche soddisfatte alla seconda.

Ginny, una volta letto a sufficienza, passò gli appunti scarabocchiati al fratello.

« Ora rimane solo da scegliere il giorno e l'orario » disse la Patil.

« E trovare un piano affinché Hermione non si presenti all'improvviso e si ritrovi in Burundi... » aggiunse la rossa.

« Lo troveremo. Abbiamo trovato incantesimi usati da ladri e abusivi, non riuscire a far girare a largo Hermione sarebbe davvero il colmo » disse Anthony.

« Non mi pare che abbiamo fatto un buon lavoro a inizio anno... » lo rimbeccò la compagna di casa.

« Ma quello era diverso, in quel caso sapeva già cosa si stesse tramando »

Anthony si alzò dal proprio letto e, senza attendere che Ron gliela passasse, si riprese la pergamena giallastra.

« Che poi, ragioniamoci su: "incantesimi di schermo: non far piovere in casa", "incantesimi per evadere la bolletta del gas", "ciclo continuo di vivande per non dover uscire a fare la spesa e, conseguentemente, non pagare", "incantesimi di elusione: far in modo che nessuno noti la luce accesa"... se Hermione dovesse scoprirci, vorrebbe dire che qualcuno gliel'ha detto. Queste sono tutte fatture che rendono molto difficile intuire che all'interno della Stamberga ci sia in atto un party » fece notare a tutti.

« Anthony ha ragione » si intromise Harry « prendiamo le giuste precauzioni, giusto nel caso che cominci a fiutare qualcosa e decida di venire a curiosare, ma nel frattempo non dovrebbe sospettare nulla »

« Ma la storia del sonnifero l'ha messa in allarme » contestò Ron, che si ricordava benissimo l'espressione oltraggiata sul suo viso, quando a inizio anno gli sfuggì un apprezzamento su una festa dell'anno precedente.

« Ma adesso Hermione non può immaginarsi che ci stiamo spostando fuori da Hogwarts » precisò sempre Harry.

Ginny lo guardò stupita: da un'anima incurante del pericolo quale Harry Potter poteva aspettarsi di tutto – anche l'idea di confondere l'amica o cancellarle la memoria, se solo fosse capace a lanciare l'incantesimo correttamente – ma certo non un ragionamento ben soppesato come quello.

« Sì, buona idea » meditò Padma.

« Dunque la nostra ricerca non finisce qui... » aggiunse deluso Anthony.

« Troviamoci per provare qualche formula sullo stato di fatto, e nel frattempo vediamo se ci viene qualche idea » propose Ron.

Padma si stirò pigramente sul letto di un coinquilino del Corvonero, stravolta da una giornata di studio inteso – come facesse Hermione a mantenere quel ritmo degradante tutti i giorni, rimaneva un mistero.

« Altra buona idea » valutò « non vorrei sembrarvi scortese, ma penso che sia ora che torniate nella vostra torre: la punizione di Hermione terminerà a momenti, e ci toccherà andare di ronda »





Hippy-Pansy non divertiva quanto la sua versione matta da legare.

La vecchia psicopatica costantemente impegnata a far ricercare agli altri un buono psicologo era andata in ferie. La suddetta passava la gran parte del suo tempo a bere the deteinati, intrecciarsi ciocche di capelli, meditare e, per la gioia di Millicent Bulstrode, a farle complimenti per le sue maniglie dell'amore assottigliate. Persino Vincent Tiger era entusiasta di quel cambiamento: adesso che Pansy viveva nel suo mondo e non si comportava più come l'ombra di Malfoy, si augurava di riuscire a conquistarla.

Tutti le mattine, infatti, le faceva recapitare una rosa rossa. Ma Pansy, oltre a tutti i "grazie mille" e "che Salazaar Serpeverde sempre ti benedica" non si era mai spinta.

I più annoiati erano però i più vicini delle ex-vittima preferita della ragazza: Daphne, Theodore e Zabini.

Quando il tormentato Draco – che per qualche ragione ignota, sebbene si fosse scrollato dalle spalle un fardello come Pansy, manteneva un'aria afflitta – li abbandonava in sala comune per le ronde o per le punizioni del venerdì, i tre compagni passavano la stragrande maggioranza del tempo ad annoiarsi e raccontarsi le stesse tre storie che continuavano a girare da mesi: la ridicola diceria Granger-Malfoy, lo straordinario crollo emotivo di Pansy dopo averli visti insieme, e perchè pazza-Pansy, in un modo o nell'altro, fosse più divertente di hippy-Pansy.

« Ammettiamo, ci siamo divertiti tutti a vederla convinta di essere la nuova migliore amica di Daphne » scherzò Theo, una volta finiti sul medesimo argomento trito e ritrito.

« Io no » replicò scocciata Daphne.

« Non abbiamo mai saputo perchè avesse cominciato a crederlo » recitò Blaise, seguendo il copione.

« Poco importa cosa l'abbia causato, ci siamo comunque tutti sbellicati dalle risate » replicò Theo.

« Io no » ripeté sempre più indignata la bionda.

I due ragazzi scoppiarono a ridere sonoramente e lei, vera vittima della situazione, li incenerì con lo sguardo.

« Tzè, non posso nemmeno riversare il mio dolore nell'alcol: quell'idiota di Draco ha fatto piazza pulita » si lamentò Daphne.

« Altro motivo che dubito riusciremo mai a scoprire » sospirò Theo, sdraiandosi sul divano e fissando il soffitto del sotterraneo.

Tra i tre Serpeverde, occupati a guardare tre cose differenti – Nott verso il solaio, Blaise le fiamme, e Daphne la punta delle sue scarpe firmate – calò un silenzio imbarazzante.

Fu uno scocciatissimo Theodore a interromperlo e a buttare lì un'idea per divertirsi un po', almeno per quella sera.

« Sono stufo di tutta questa quiete » esordì seccamente e balzando in piedi « E che cazzo, in questo dormitorio non si combina più niente, nemmeno nei giorni di festa »

Daphne lo guardò con un sopracciglio alzato.

« Hai un'idea per ravvivare la serata, genio? »

« Sì! »

« Un'idea che non sia abbordare giovani Tassorosso? » domandò cautamente Blaise.

« Una Weasley, tra l'altro... » precisò la bionda.

« Ho anche quella, ma dato che voi non mi seguireste mai... so come porre fine a questo mortorio. Daphne, coraggio, alzati e va' a prendere le zucche che tu e Blaise avete rubato ad Hagrid »

« Vacci tu, io mi rovino la manicure così »

Theo tese una mano alla Greengrass, e con un sorriso affabile le disse:

« Lo farei, ma l'ultima volta che ho provato a infilarmi in camera di una ragazza mi sono quasi rotto un braccio per colpa dei fondatori di questa scuola e delle loro menti chiuse... perciò, lascia che ti aiuti ad alzarti, vostra maestà »





Ancora una volta, sui visi dei presenti nella sala dei prefetti si leggevano emozioni contrastanti: si passava dalla mal celata euforia di Weasley, al più quiete sorriso di Goldestein e la Patil, dalla neutralità di Hermione, alla cupa disperazione di Draco. Quest'ultimo, sebbene avesse ormai appurato il suo triste destino, faticava ancora ad accettarlo a cuor leggero.

Gli era stata cacciata a forza in gola una compressa post-grandi-bevute, ma adesso che era tornato sobrio desiderava ributtarsi sull'alcol. 

Quando una nervosa Mcgranitt raccomandò loro di tenere bene gli occhi aperti, visto che tutti gli anni qualcuno tentava sempre di accoppare Potter in quel giorno specifico, i ragazzi seppero che, anche quella sera, i controlli dei professori sarebbero stati molto serrati.

« Quante storie: se qualcuno viene a reclamarlo, diamoglielo e facciamola finita » borbottò un prefetto del sesto anno di Serpeverde, riferendosi al cercatore dei grifoni e guadagnandosi un'occhiataccia dai ragazzi delle altre case.

Affermazione che convinse la Mcgranitt ad affidare ai Grifondoro stessi o ai Tassorosso il compito di sorvegliare il lato che portava alla torre.

L'insegnante si appuntò minuziosamente tutte le coppie pescate ai bigliettini: "Goldstein-Fawcett", "Blueflower – Weasley", "Patil – Mcmillan"... e arrivati all'ultima, quando sul tavolo rimasero solo due bigliettini, contenenti i nomi degli unici due che non si erano fatti avanti per l'estrazione, la Mcgranitt segnò anche i loro nomi:

"Granger – Malfoy".


***

Come promesso eccomi qui dopo due giorni con la seconda parte! Mi auguro che vi sia piaciuta :) 

Non ho niente di nuovo da comunicarvi, perciò passerò direttamente alle domande: cosa pensate stiano architettando quei tre disgraziati nei sotterranei? Verrà mai trovato uno stratagemma che tenga alla larga Hermione, quando ci sarà questa festa tanto attesa? E come pensate che andrà questa ronda ora che Malfoy ha le idee più chiare? 

Al prossimo capitolo, 

Lily:*

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