Capitolo XIV

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Nulla impedirà al sole di sorgere ancora,

nemmeno la notte più buia.

Perché oltre la nera cortina della notte

c'è un'alba che ci aspetta.

(Kahlil Gibran)

* * *

Cap. XIV

Rey si sciolse dall'abbraccio e gli accarezzò il viso accaldato e sudato, infilando le dita tra i suoi capelli e rivolgendogli uno sguardo ricolmo d'amore. Si protese verso la sua bocca sfiorandola dolcemente con un bacio leggero. Poi scompigliò i ciuffi chiari di Temiri, ancora stretto nervosamente al suo collo.

Riassaporare la dolcezza delle labbra di Rey fu la migliore ricompensa per aver riportato indietro il ragazzino sano e salvo. Poi lanciò un'occhiata furtiva ai due spettatori silenziosi che stavano al suo fianco e sorrise soddisfatto: l'espressione attonita e infastidita del traditore, di fronte al gesto istintivo e spontaneo della sua compagna di battaglie, non aveva prezzo. Rose invece reagì alle loro effusioni sorridendo soddisfatta, e non ne fu affatto sorpreso.

La fortuna stava cominciando a girare dalla sua parte? Non riusciva a crederci. Finalmente, dopo aver collezionato portelloni sbattuti in faccia, insulti e minacce di ogni tipo, oltre che svariati tentativi di omicidio, ed essere addirittura tornato dalla morte, iniziava a prendersi qualche rivincita.

Temiri sollevò la testa dalla sua spalla e si girò verso Rey. Il suo visino paffuto era sporco di polvere, lacrime e sudore. Aveva lo sguardo ancora frastornato da tutto quello che era accaduto, ma indubbiamente il suo animo era più disteso. Si staccò dal suo collo e protese le braccia nella direzione di lei, per farsi prendere. La jedi accolse la sua richiesta sorridendo, e stringendolo a sé.

«Ti voglio bene Rey» le sussurrò vicino l'orecchio, incrociando le gambe attorno ai suoi fianchi stretti, e lei lo ricambiò stampandogli un bacio sulla guancia.

*

Quando rientrarono alla villa si respirava un'aria più distesa.

Ben si sentiva più tranquillo, rispetto a quando aveva messo piede su Chandrila, ma non era di certo sereno. Sereno era una parola grossa e aveva imparato, dopo anni di dolorosa esperienza, a non abbassare la guardia, nemmeno davanti alle situazioni più innocue. Era certamente più saggio continuare a rimanere cautamente sulle sue.

Finn sparì dalla sua vista quasi subito, con una scusa che non ebbe nessun interesse ad indagare, e quello fu sicuramente l'evento migliore dall'inizio di quella tragica giornata, ovviamente dopo il bacio di Rey. Rose invece continuava a gironzolargli intorno curiosa, scrutandolo, con quei suoi piccoli occhi perennemente sorridenti, e i suoi modi gentili, ed iniziava a diventare piuttosto molesta.

L'unica presenza che tollerava senza problemi era quella di Rey ma, in quel momento, lei si trovava in una situazione delicata, e preferiva non essere invadente e concederle tutto lo spazio necessario per permetterle di metabolizzare il suo dolore.

Subito dopo essersi accertata che Temiri stava bene, controllando ogni centimetro del suo corpo, la jedi gli propose un bagno, prima di cena, per togliersi di dosso tutto il sudiciume, e il ragazzino accettò di buon grado. Si dileguò con lui, lasciandolo come un pesce lesso, nello stesso ambiente della morettina intraprendente e chiacchierona.

Non se la sentì di contraddirla, anche se si sentiva fortemente a disagio, ma le lanciò una lunga occhiata disperata, prima di vederla salire l'imponente scalinata, mano nella mano con Temiri. Non aveva idea di come si sarebbe dovuto comportare nei suoi confronti, per non ferirla e darle ulteriori dispiaceri, e preferì non protestare. Sentiva la necessità di passare un po' di tempo con lei, senza ragazzini ed ex ribelli impiccioni tra i piedi, ma si rendeva conto che, nei suoi confronti, era stato fin troppo egoista e orgoglioso in passato, e non poteva proseguire su quella linea. Si limitò a farsi da parte, sperando che non lo avrebbe lasciato solo, e alla totale mercé della terribile Rose, troppo a lungo.

Si guardò intorno per individuare delle possibili vie di fuga, ma non fu così fortunato da trovarne, e scrutò per un po' la ragazza da lontano, senza parlare. Fu lei a rompere il ghiaccio rivolgendogli un sincero sorriso a tutto tondo. «Rilassati, nessuno cercherà di farti del male o di consegnarti alle autorità, parola di ex ribelle» ironizzò, posando solennemente una mano sul petto.

«Ti credo. Non sareste così imprudenti da rischiare la pelle ed io non sarei così idiota da farmi prendere» la tranquillizzò prontamente.

Rose sospirò. «Non devi sentirti a disagio, dopotutto questa è casa tua. Siamo noi i tuoi ospiti» lo rassicurò, avvicinandosi pericolosamente al suo spazio vitale.

Almeno aveva il buon senso di riconoscerlo. Indietreggiò di un passo per aumentare la distanza da lei, che stava diventando pericolosa, provocandole una buffa espressione divertita.

«Allora preparatevi a sgombrare» finse di minacciarla sarcastico e lei reagì con una sana risata. Per qualche istante si studiarono per bene poi, nel silenzio assordante della hall principale della villa, il suo stomaco brontolò sonoramente. In effetti non toccava cibo da quando si trovava ancora su Theron. Come sempre Rose riuscì a metterlo a suo agio e spezzare la tensione. «Ti va qualcosa da mangiare?»

*

La cucina di famiglia la ricordava molto più grande e disordinata, ma probabilmente era solo lui ad essere diventato più grosso e un acuto osservatore. Ogni angolo su cui si posava il suo sguardo gli riportava alla mente dolorosi ricordi. Come il tavolo tondo, intorno al quale c'erano ancora le stesse sedie, di cui una malamente scheggiata a causa di uno dei suoi tanti attacchi di rabbia. Per un istante gli sembrò di vedere se stesso da piccolo, seduto davanti al suo pasto abbondante, con le gambe penzoloni e gli occhi speranzosi rivolti ad una madre perennemente assente, intenta a partecipare all'ennesima holoconferenza intergalattica.

Scosse la testa e si obbligò a scacciare quei pensieri nefasti, ma il suo gesto, fin troppo plateale e istintivo, non sfuggì allo sguardo attento di Rose. La ragazza gli si avvicinò con prudenza e lo prese alla sprovvista posandogli una mano sul braccio che teneva abbandonato lungo il fianco, accarezzandolo in modo amichevole e affettuoso. «So che per te deve essere difficile stare qui, e sopportare la nostra presenza. Ma sono felice che tu abbia superato la tua avversione per la Resistenza, per amore di Rey. Sai, non ha mai smesso di sperare che l'avresti raggiunta.»

Le parole di Rose lo rincuorarono solo in parte. «Ma sono arrivato troppo tardi... » ammise mesto. Lanciò un'occhiataccia alla mano di lei, posata ancora sul braccio e poi incrociò i suoi occhi sorridenti, fissandola in modo cupo e serio, sperando di spaventarla e levarsela dai piedi. Ma il suo sguardo di fuoco non ebbe l'effetto sperato. Erano finiti i bei tempi in cui, al temibile Kylo Ren, bastava un solo cenno per terrorizzare un'intera guarnigione di stormtrooper, il generale Hux e tutta la combriccola di ufficiali. Adesso era solo Ben Solo e non riusciva a capire perché, nonostante non si comportasse in maniera esattamente amichevole, la stragrande maggioranza del popolo femminile sbavava per lui, e se lo voleva portare a letto senza ritegno. In fondo, non era mai stato particolarmente affettuoso e non si era mai nemmeno considerato tutta questa grande bellezza.

Rose ritirò la mano, stringendosi il pugno al petto, come se, toccandolo, avesse esaudito il suo più grande desiderio. «Ma non è troppo tardi per Rey... Mi dispiace immensamente per il vostro bambino... » gli confessò sincera.

Apprezzò il suo interessamento ma non se la sentì di affrontare l'argomento, il suo dolore immenso era qualcosa di privato, che voleva tenere per sé e condividerlo solo con Rey.

La ragazza si dimostrò comprensiva e si voltò verso la parte della cucina attrezzata. Preparò per entrambi uno spuntino veloce e lo servì sul tavolo tondo. Non era nulla di eccezionale ma gradì comunque il gesto, anche perché stava letteralmente morendo di fame.

«Da bere cosa preferisci?» Gli chiese, rovistando nella dispensa frigorifera.

«Troppa grazia sperare in una birra corelliana?» chiese, confidando in un miracolo.

«Uhm... Birra belloriana è lo stesso?»

Ovviamente non era lo stesso proprio per niente, ma non era certo il caso di fare gli schizzinosi. Annuì, e accettò la bottiglia bluastra stappata.

Rose lo intontì di chiacchiere per un bel po' di tempo, facendogli il resoconto dettagliato di tutto quello che era accaduto dal momento in cui Rey era atterrata su Chandrila e accennandogli cautamente anche qualcosa sui programmi futuri della ex Resistenza. Ad un certo punto smise di starla a sentire, e il suo sguardo speranzoso vagò disperato per la cucina, in cerca di qualunque appiglio lo liberasse da quel supplizio. Oltretutto la brunetta parlava con la bocca piena, sputacchiando qua e là, e lui detestava all'ennesima potenza la sua sfacciata mancanza di educazione.

Il dio dei jedi doveva aver udito la sua straziante preghiera perché, proprio in quel momento, saltò sulla tavola un grosso gatto rosso che rovesciò la sua birra e riuscì a farle chiudere il becco per un paio di secondi. Sussultò sorpreso nel vedere il felino voltarsi di scatto nella sua direzione, e soffiargli addosso minaccioso, subito Rose si protese verso di lui per acchiapparlo e rimproverarlo. «Ehi, Millicent! Sei sempre la solita prepotente e maleducata! Non si fa, Ben è nostro ospite» protestò sorridendo, mentre accarezzava la sua testona pelosa.

Millicent? Aveva capito bene? In effetti quel gattone aveva qualcosa di inquietamente familiare. Lo osservò meglio e riconobbe, con orrore, la medaglietta preziosa che gli pendeva al collo e, per poco, non si strozzò con l'ultimo boccone di sandwich.

Si schiarì la voce tossendo e non poté fare a meno di commentare. «Che ci fa in casa mia il gatto di Hux?»

Alla sua rivelazione scioccante, Rose rimase di sasso e a bocca aperta. Le ci volle qualche istante per riprendersi. «Cosa? Questa meraviglia apparteneva a... » Non riuscì nemmeno a completare la frase, per quanto era esterrefatta.

Annuì, riservandole un'espressione decisamente turbata. «Credi che non sappia riconoscere la bestia feroce che quell'idiota lasciava scorrazzare indisturbata per il Finalizer? Come diavolo ci è finita su Chandrila?» Domandò, ricordandosi dei numerosi episodi in cui quel gattaccio assassino (degno compare del suo padrone) gli tendeva gli agguati e gli saltava addosso, affilandosi le unghie sulla sua maschera e, se non la indossava, infieriva sul bordo del suo bellissimo e cupo mantello nero riducendolo a brandelli.

«Oh, non essere crudele, Millicent è un vero tesoro e poi Temiri la adora. L'ho salvata durante la battaglia di Exegol. Non posso credere che apparteneva a quello stronzo» commentò sconvolta, solleticando, con la punta delle dita, il sottomento del micio.

«Non avrai salvato anche lui spero?» Indagò ironico, guardandosi intorno con terrore, ci mancava solo che saltasse fuori "testa di serpe" pimpante e sorridente, con in mano un generoso cesto di frutta, e poi sarebbero stati proprio al completo. Tutti insieme infelici e scontenti.

«Per le stelle, certo che no. Perché mai avrei dovuto salvare quel viscido rettile?»

Ben si indignò. «Vuoi farmi credere di non saperlo? Era lui la vostra spia.»

A quell'ennesima rivelazione, Rose rimase pietrificata per la seconda volta. «No. Non ne avevo idea» ammise seria, cadendo dalle nuvole, «è un dettaglio di cui Finn e Poe devono essersi dimenticati di informarmi, avranno qualcosina da spiegarmi quando li riavrò tra le grinfie.»

Sogghignò diabolico nell'udire quella velata minaccia nei confronti dei compagni di Rose, non avrebbe mai voluto ritrovarsi nei panni di quei due poveri disgraziati.

«Chissà che fine avrà fatto, Hux? Credi che potrebbe essere ancora vivo?» ragionò dubbiosa, stringendo il corpo peloso di Millicent a sé e lasciandogli un bacio tra le orecchie ritte. «Mi piacerebbe che sapesse che il suo gatto è al sicuro, doveva volergli molto bene.»

Ben fece spallucce. «Se non lo hanno scoperto, e il Generale Allegiante non lo ha giustiziato sul posto, cosa che ritengo sia la più probabile, si sarà disintegrato con il resto della flotta di star distroyers. È difficile che sia riuscito a salvarsi.»

Il volto di Rose si coprì di un velo di tristezza, posò il gatto per terra, che subito schizzò fuori in terrazza saltando attraverso la finestra lasciata aperta, e catturò di nuovo il suo sguardo annoiato. «Ma tu sapevi... perché non lo hai giustiziato tu stesso, impedendogli di favorirci?» Indagò seria e stavolta il suo sguardo era corrucciato, riuscendo a metterlo in seria difficoltà.

Stava insinuando che era stato troppo bonaccione, per caso? «Ehm... Avevo questioni molto più importanti di cui occuparmi... » le rifilò, sperando che se la bevesse, non poteva certo rivelarle che degli affari sporchi di Hux non gliene era mai importato un accidenti né, tanto meno, di quelli del Primo Ordine, di Snoke e di Plaptine messi insieme, e che il suo cruccio principale era stato solo quello di cercare di appagare la sua ossessione per Rey. Avrebbe distrutto miseramente il cupo mito del cattivo Kylo Ren.

A quel punto Rose giunse le mani al petto speranzosa. «Ho un favore da chiederti» cominciò titubante, e subito il suo cuore iniziò ad accelerare i battiti. Se lo stava per supplicare di unirsi alla ex Resistenza per finire di sistemare i casini lasciati dal Primo Ordine, avrebbe scoperchiato il tetto della villa di famiglia con un'esplosione di Forza. Aveva già scardinato il portone d'ingresso e polverizzato una vetrata, ci avrebbe messo poco a fare tre.

Rose prese un profondo respiro per farsi coraggio e poi sparò: «Stasera potresti preparare la cena per tutti?»

Il suo cuore perse un battito, aveva sentito bene? «È la richiesta più idiota che abbia mai sentito» trucidò subito le sue speranze, tirando contemporaneamente un sospiro di sollievo.

«Ti prego... » insistette lei, inarcando entrambe le sopracciglia in un'espressione a metà tra l'adorante e il supplichevole.

«Cosa ti fa pensare che sia in grado di farlo, e che abbia voglia di farlo?» Indagò seccato, riducendo gli occhi a due fessure e incrociando le braccia al petto.

Rose si avvicinò a lui guardinga, abbassando il tono per non farsi sentire da nessuno. «Me l'ha confidato Rey, non vorrai darle della bugiarda spero, e poi... io sono assolutamente una buona forchetta e non vedo l'ora di vederti in azione» gli sussurrò divertita e, a quel punto, non poté tirarsi indietro, ne andava della credibilità dell'altra metà della Diade. Alzò gli occhi al soffitto imprecando tra sé ed annuì a malincuore. Quello lo poteva anche accettare, era certamente meglio che infognarsi negli interessi della Resistenza.

*

Rose pareva una scolaretta eccitata all'idea che il fantastico Ben Solo, si cimentasse nelle sue meravigliose e tanto decantate arti culinarie. Saltellava come un'idiota per tutta la cucina e gli aveva già scatenato un fastidioso mal di testa. Gli mostrò tutto quello che era disponibile nella dispensa, aprendo freneticamente le ante e gli indicò dove trovare gli ingredienti più particolari e le padelle.

Forse avrebbe dovuto ricordarle che quella era stata la sua cucina per almeno qualche anno, e che la conosceva come le sue tasche, ma la lasciò fare, scuotendo la testa rassegnato.

Prese una grossa casseruola che poteva contenere abbastanza cibo per tutti e la posò sulla piastra incandescente, con del condimento. Si girò di scatto per dirigersi alla dispensa frigorifera ma il suo naso urtò violentemente contro l'anta di uno stipo che Rose aveva lasciato incautamente aperta.

Per un secondo vide tutto nero, poi fortunatamente si riprese, anche se, di ribelli brunette e moleste, adesso ne vedeva almeno tre.

Rose saltò subito per aria allarmata. «Per tutte le lune di Endor! Cosa ho combinato? Mi dispiace immensamente» cinguettò, portandosi le mani alla bocca, spaventata, «ti sei fatto male? Prendo subito del ghiaccio... »

«Ferma dove sei!» Le intimò, con una mano sul naso sanguinante e l'altra protesa verso di lei in modo minaccioso. Il suo mal di testa si era già quintuplicato. «Va tutto bene. Ma se non sparisci dalla mia vista in un nano secondo, sparirai dalla faccia della Galassia.»

* * *

Contrariamente alle aspettative di Rey, la cena fu un momento piuttosto piacevole, per essere la prima riunione in assoluto, dopo la battaglia di Exegol, tra ex ribelli ed ex Leader Supremo. Fortunatamente non ci furono vittime.

Anche se dentro di lei qualcosa si era spezzato per sempre, si sforzò comunque di apparire serena, almeno a Temiri, ma non avrebbe mai potuto mentire a Ben, che riusciva a guardarle dentro. Per lui era come un libro aperto e continuava a lanciarle occhiate preoccupate.

Quando aveva saputo da Rose che era stato lui a preparare il succulento brasato di Bruallki che stavano assaporando, a stento le aveva creduto.

«Hai rischiato seriamente di farti ammazzare, lo sai vero?» aveva commentato sconcertata.

«Non dire sciocchezze, io e Ben siamo diventati grandi amici, non c'è nulla che non farebbe per me» l'aveva rassicurata l'amica, sorridendo sfacciatamente.

Si era dimostrata scettica. «Tutto tranne che unirsi alla ex Resistenza, ed è quello a cui tu stai mirando, non è vero?» Aveva stroncato il suo entusiasmo sul nascere, soprattutto per il suo bene.

«Lo vedremo... » aveva reagito lei, con quella sua espressione da furbetta ingegnosa. Ma Rey conosceva troppo bene il suo compagno di (dis)avventure e, sapeva che, piuttosto che scendere a patti con i ribelli, se la sarebbe sbrigata da solo.

Il cibo era molto gustoso ed abbondante; come sempre Ben non si era smentito ma, anche se non aveva un grande appetito, si sforzò di finire il suo piatto per non farlo preoccupare inutilmente.

Per tutta la durata della cena lui era stato quello più silenzioso e guardingo, e non aveva potuto biasimarlo, era chiaro che stesse sopportando quella delicata situazione solo per amor suo. Finn e Rose avevano litigato animosamente sulla spinosa faccenda di Millicent, che si era scoperto essere nientemeno che il gatto di Hux, e sembravano due vecchi coniugi navigati e bisbetici. Temiri infine, era talmente stanco, dopo quella lunga ed estenuante giornata, che quasi si era addormentato sul piatto.

Si offrì di accompagnarlo in camera, ma Ben si alzò dalla sedia di scatto e la scavalcò prendendo il suo posto. Non se la sentì di negargli quella provvidenziale scappatoia e lo lasciò fare. In fondo poteva capirlo, stare a tavola con degli ex ribelli, per lui doveva essere stato un supplizio, aveva già compiuto un'impresa straordinaria resistendo fino a quel momento, senza sclerare di brutto, non poteva pretendere che rimanesse pure per lavare i piatti.

Quando lo vide allontanarsi, con una mano a stringere la spalla del bambino, sospirò sconsolata, pervasa dal desiderio profondo di restare da sola con lui. Non avevano avuto modo di metabolizzare completamente la loro perdita, perché Temiri li aveva interrotti bruscamente nel momento più doloroso e intenso. Si sentiva ancora frastornata e scombussolata, anche se fisicamente si era ripresa benissimo, ma era consapevole che, prima o poi, il dolore sarebbe tornato a tormentarla, più crudele che mai.

Resistette ancora un po' e poi si congedò da Rose e Finn, che sembravano aver trovato finalmente un armistizio sulla delicata questione di spie, salvataggi azzardati e gatti rossi, e imboccò il corridoio.

Aveva spostato tutta la sua roba in una nuova stanza, visto che nella precedente, Ben aveva polverizzato la finestra. Ma lui non l'aveva ancora raggiunta, allora si affacciò alla porta di Temiri e vide che stava seduto al suo capezzale, nell'attesa che si addormentasse.

Tornò sui suoi passi e ne approfittò per spogliarsi e rimettersi la sua, ormai famosa, tenuta notturna. Si infilò sotto le coperte fresche, lasciando accesa solo la lampada sul comodino.

Ben non tardò ad arrivare, il ragazzino doveva essere veramente distrutto da tutti gli avvenimenti e le emozioni che avevano turbato la sua vita negli ultimi giorni.

«Si è addormentato» la informò sollevato, mentre si liberava dei pantaloni e della camicia, restando in mutande e canottiera, rigorosamente nere.

Si mise sotto le coperte accanto a lei, ma rimase seduto, appoggiando le spalle alla testiera imbottita del letto, con lo sguardo assorto nei suoi pensieri, le prese una mano e delicatamente, se la portò alle labbra per baciarla.

Rey riusciva a percepire tutta la sua inquietudine, e il suo desiderio di parlare, anche se non aveva abbastanza coraggio per iniziare.

«Elnor e Dana non hanno protestato quando te ne sei andato, lasciando la gara sul più bello?» Ruppe il ghiaccio, prendendo il discorso alla lontana.

«Dana si è dimostrata comprensiva. Elnor no» tagliò corto seccato.

«Mi dispiace che tu abbia dovuto litigare con lui. Era simpatico e, in fondo, mi piaceva.»

«A me non dispiace» reagì severo, continuando ad evitare i suoi occhi, «al contrario di te sono abituato ad avere a che fare con gente che vuole farmi la pelle quotidianamente. Uno in più non fa alcuna differenza.»

Rey sospirò ma non gli credette. Si rese conto, con dolore, che non era stato del tutto sincero con lei, era sicura che per Elnor fosse parecchio amareggiato, ma non voleva darlo a vedere per non ferirla ulteriormente.

A quel punto Ben scivolò con la schiena lungo la testata e si sdraiò accanto a lei. Allora si voltò verso il suo torace imponente, posò la testa sulla sua spalla e cinse la sua vita con un braccio, le bastava stare a contatto con lui per sentirsi un po' meglio e sapeva che per Ben era lo stesso.

Proprio in quell'istante sentì bussare alla porta e, subito dopo, una voce infantile e ansiosa chiese timidamente il permesso di entrare. La testolina biondo scuro di Temiri si affacciò titubante nella stanza e lei non poté fare a meno di sorridergli.

«Non riesco a dormire, di là da solo e Millicent non si trova. Posso stare qui con voi per un po'?» Chiese speranzoso, stropicciandosi gli occhi ancora assonnati.

«Vieni qui» lo incoraggiò, sollevando un lembo della coperta e facendogli cenno di raggiungerli. Temiri corse verso di lei e si infilò nel letto, scavalcandola e sistemandosi in mezzo a loro.

Ben sbuffò infastidito per quell'intrusione non prevista ma, nel momento in cui Temiri gli si avvicinò fiducioso, la sua espressione corrucciata si sciolse in un leggero sorriso. Rey spense la luce e si girò verso il corpo caldo del ragazzino che era già immobile, crollato dal sonno. Il suo respiro era leggero e regolare e si fermò per un istante ad osservarlo. Se Ben non fosse tornato da lei e non avesse avuto Temiri su cui riversare le sue attenzioni amorevoli, probabilmente sarebbe impazzita di dolore. Quella era la sua famiglia adesso, e lo strazio di quello che le era successo era un po' meno atroce da sopportare.

«Vuoi che lo riporti in camera sua?» le chiese Ben sottovoce e lei negò con la testa. «A me non dà alcun fastidio. Mi piace averlo accanto.»

Ben annuì e poi puntò il suo sguardo serio verso il soffitto riccamente decorato della stanza, e rimase in silenzio.

Giocherellando con le ciocche lisce e profumate di pulito di Temiri, si lasciò lentamente scivolare nel sonno.

*

Rey si svegliò di soprassalto, nel cuore della notte ansimando, sudata ed agitata; aveva fatto ancora dei sogni contorti e incomprensibili ma, stavolta, i dolori lancinanti che l'avevano tormentata, erano solo immaginari. Ormai non c'era più nulla dentro di lei, si sentiva come un involucro vuoto, il suo corpo non era più il custode di quella vita preziosa che aveva tanto desiderato. Non avrebbe mai potuto stringere tra le sue braccia Han e scompigliargli i folti capelli neri, specchiarsi nel blu dei suoi grandi occhi a mandorla e non avrebbe mai potuto sentire la sua voce.

Aveva avuto il figlio di Ben dentro di sé, solo per pochi giorni, e non si era mai sentita più completa e felice. Credeva di averlo amato più della sua vita, invece, non era stata in grado di proteggerlo da se stessa, dal suo dannato desiderio di fare sempre la cosa giusta. In quel momento si detestava e credeva di non meritare le attenzioni di Ben: avrebbe dovuto odiarla, invece l'amava anche più di prima.

Si girò e rivolse il suo sguardo verso di lui e Temiri che giacevano immobili e addormentati. Il ragazzino aveva posato la testa sul suo petto e una mano di Ben gli cingeva la piccola schiena. Entrambi respiravano piano e tranquilli, sembrava che avessero dormito insieme da sempre e, a quella visione così tenera e familiare, si sentì morire. Neanche un mese prima non avrebbe mai immaginato di poter assistere ad una scena del genere e sentì il suo cuore intrappolato in una morsa di dolore. Non ci sarebbe mai stato Han, un giorno, al posto di Temiri. Il suo bambino se ne era andato per sempre, e non aveva avuto nemmeno la possibilità di vedere la luce.

Era quello il sacrificio che Leia le aveva tanto paventato, affinché tutto si sistemasse, tutto tornasse in equilibrio? Non riusciva ancora a crederci, ma sembrava proprio di sì. Leia aveva accettato di addestrarla, sapendo che avrebbe condannato a morte suo figlio, eppure era andata fino in fondo e aveva trovato la forza di rimediare. Sacrificando se stessa aveva permesso a Ben di tornare, donandogli la vita che meritava.

Lei invece aveva pagato un prezzo fin troppo alto, e purtroppo, non avrebbe mai più potuto rimediare. Avrebbe donato volentieri la sua vita, in quello stesso istante, pur di dare la possibilità ad Han di venire al mondo. Ma sapeva che la Forza non le avrebbe mai permesso di andarsene, di lasciare Ben e Temiri. Entrambi avevano ancora bisogno della sua presenza.

Ben aveva messo da parte i suoi rancori e il suo orgoglio ed era tornato da lei e Temiri aveva trovato la strada giusta per superare i suoi drammi interiori. Era infinitamente grata e felice ma, oltre questo, le era rimasto il vuoto di una vita troppo preziosa spezzata sul nascere.

Si alzò dal letto con cautela, per non svegliarli e si chiuse nel bagno. Si sedette per terra a gambe incrociate e nascose il viso tra le mani. Aveva promesso al piccolo Han che non avrebbe pianto ma, in quel momento, era l'unico sfogo che le avrebbe regalato un po' di conforto e di pace. Si lasciò andare alle lacrime e pianse a lungo e in silenzio, sperando che nessuno se ne accorgesse.

Quando sentì una mano calda posarsi sulla sua spalla, sussultò spaventata. Sollevò la testa pesante e dolorante, e aprì le palpebre gonfie e brucianti. Il volto luminoso di Ben, colpito dalla luce azzurrognola delle due lune di Chandrila, le si materializzò di fronte, non appena le si schiarì la vista appannata dalle lacrime. La sua espressione era così simile a quando lo aveva visto la prima volta su Exegol e le aveva annuito, facendole capire che non era più sola ad affrontare l'impossibile.

Non riuscì a dirgli niente. Non voleva dirgli niente. Era solo immensamente felice di averlo accanto e che si fosse accorto del dolore che dilaniava la sua anima.

Ben l'avvolse tra le sue braccia forti e calde, e la tenne stretta a sé. Mai come in quel momento era riuscito a farle sentire, in modo intenso e vivo, la sua presenza e il suo amore.

«Io credo che dovremmo dirgli addio. Insieme. Solo noi due» le propose piano, con quel suo tono caldo e profondo che le accarezzava dolcemente i sensi.

Stretta nel suo abbraccio e con i pugni chiusi sul suo petto, Rey non aveva capito che cosa volesse intendere. «Non riuscirò mai a dirgli addio» mormorò tra i singhiozzi e lo sguardo perso nel vuoto.

«Sarà con noi per sempre. Ma dobbiamo andare avanti. Sai che è così.»

Le parole di Ben furono come una doccia gelata. Era passato solo un giorno da quando quella piccola vita era scivolata via da lei, in quel modo così atroce e disumano, e non aveva nemmeno un corpo su cui piangere e sfogarsi, aveva solo il ricordo della visione di Han, di come sarebbe stato, e la consapevolezza del bene che le avrebbe voluto. Come avrebbe potuto dirgli addio, in quelle condizioni?

«Ti fidi di me?» le sussurrò Ben in un orecchio, lasciandole un leggero bacio sulla tempia.

«Mi fido di te.»

❀✿❀✿❀


La mattina seguente Ben la stupì con un'insolita proposta e lei si dimostrò accondiscendente. La condusse sull'incantevole Isola di Sarini, uno dei posti più suggestivi di Chandrila. Di fatto, quello era il pianeta su cui era nato, ed era ovvio che lo conoscesse profondamente bene. Avevano lasciato Temiri al sicuro con Rose e Finn ed erano partiti di buon ora con lo skimmer di famiglia, portandosi dietro, negli zaini, anche il necessario per il pranzo.

Rey era frastornata, mentre scivolavano veloci sul pelo dell'acqua e la brezza marina le scompigliava i capelli, aveva ancora la testa dolorante e gli occhi gonfi ed irritati per le lacrime che aveva versato tutta la notte, ma l'idea di passare un'intera giornata con lui, lontana da tutto e da tutti, l'allettava parecchio.

Ben aveva ragione: avevano bisogno di stare da soli, prendersi lo spazio necessario per elaborare insieme tutto quello che era successo nell'ultimo mese, e non solo la perdita di Han. Avevano bisogno di affrontare il loro dolore, farlo proprio e trovare la forza di andare avanti, per il loro benessere, ma soprattutto per Temiri che riponeva ormai tutta la sua fiducia nei suoi nuovi maestri jedi.

Quando misero piede sull'isola Rey si sentì rinascere. La flora era varia e meravigliosa, e lei amava il verde e la natura incontaminata. Ben l'accompagnò a visitare il famoso Zoo, in cui strani ed innocui animali erano liberi di muoversi in un territorio protetto.

Rey vide per la prima volta i pangorin nelle grotte naturali, presenti all'intero della riserva biologica, alcune specie di grossi granchi e i buffi uralang che emettevano uno strano suono simile ad un «ook».

Camminarono mano nella mano, attraverso i suggestivi e variopinti sentieri come se fossero due sposi in luna di miele e girarono in breve tempo, tutta l'isola, soffermandosi ad ammirare paesaggi di una bellezza disarmante. Si confidarono a vicenda le sensazioni più intime e dolorose che continuavano a tormentarli e, stranamente, litigarono solo un paio di volte e, in una sola occasione, arrivarono pure alle mani. Un vero record per i loro soliti standard. Discussero molto, chiarendo buona parte delle incomprensioni che li avevano divisi, dandosi più volte degli idioti.

Man mano che il tempo passava, Rey si rendeva conto di quanto fosse stata importante per Ben, fin dal principio, fin da quando si erano incontrati la prima volta su Takodana. La discesa sempre più inesorabile di lui, nel Lato Oscuro, si era arrestata solo grazie al loro legame miracoloso. Parlarono anche di Han, di quanto fossero stati fortunati ad averlo conosciuto, anche se solo per pochi istanti. La sua esistenza, seppure breve, era stata prodigiosa, aveva rimesso tutte le cose a posto, anche se aveva lasciato irrimediabilmente un vuoto incolmabile.

Temiri non avrebbe mai potuto sostituire Han, e nemmeno, in futuro, qualsiasi altro figlio loro, se mai sarebbe arrivato. Ed era giusto così, Temiri era il loro allievo, forse il primo di molti altri, era stato affidato loro dalla Forza. Han era il frutto del loro amore e della Diade e, come tale, se fosse nato, sarebbe stato in perfetto equilibrio tra luce e oscurità.

Quando giunse l'ora di pranzo, Ben tirò fuori una larga coperta dallo zaino e del cibo, e si stesero su un prato, all'ombra di un grosso salice, poco lontano dall'ormeggio in cui avevano lasciato lo skimmer. Il Mar d'Argento era calmo e placido, i raggi del sole che lo irradiavano, donavano alla sua superficie un'infinità di riflessi argentati, era uno spettacolo meraviglioso e rilassante.

Rey consumò il suo sandwich, beandosi di quella quiete che desiderava ardentemente penetrasse pure dentro di lei. Anche Ben mangiava silenzioso ma sereno. Non lo aveva mai visto così calmo e tranquillo da quando lo aveva conosciuto.

Quando finirono di pranzare si sdraiarono entrambi sulla coperta, prendendosi per mano, e fissarono le nuvole che passavano veloci, nel cielo terso di Chandrila, assumendo le forme più buffe e disparate.

Ad un tratto però Rey si sollevò, girandosi verso di lui, e sentì il bisogno di accorciare la distanza tra loro, si accoccolò sui suoi pettorali ampi e si avvicinò alle sue labbra carnose per baciarle. Se aspettava ancora che lui facesse la prima mossa sarebbe stata fresca. Tra i due, lei aveva il primato di essere la più intraprendente, e se non avesse preso l'iniziativa su Corellia, probabilmente sarebbe morta vergine.

Ben invece si era sempre dimostrato estremamente rispettoso e cauto nei suoi confronti, fin dai loro primi approcci. Quasi avesse paura di aggredirla con l'esuberanza della sua eccitazione e farle del male. Per questo suo atteggiamento teneramente infantile lo avrebbe preso in giro per sempre.

Si scambiarono una serie di baci leggeri, assaporandosi e accarezzandosi a vicenda. Rey iniziò a giocherellare con le ciocche scure e morbide di Ben, poi percorse con la punta delle dita tutte le curve sinuose del suo viso, ammirando interiormente la bellezza regale dei suoi lineamenti, accarezzando le sue orecchie importanti che tanto adorava.

Non parlarono di avere altri figli, almeno nell'immediato. Lei aveva subito un trauma non indifferente e riprovarci subito sarebbe stato deleterio per il suo equilibrio psichico, oltre che pericoloso per il suo fisico. Questo era sacrosanto per entrambi. Decisero di darsi del tempo e dedicarsi esclusivamente a costruire, giorno per giorno, il loro rapporto con Temiri e a rafforzare il loro. Poi, qualcosa, magari sarebbe successo.

Alla fine di quella intensa e lunga giornata Rey creò una corona intrecciando dei meravigliosi Orcanthus bianchi, che aveva trovato sull'isola. Quando tornarono sullo skimmer e furono abbastanza lontani dalla costa, rallentarono fino a fermarsi, e lei la lasciò cadere nel mare. Guardò Ben e lui annuì, sorridendole sereno, quello era il loro addio definitivo e straziante al loro piccolo Han.

In quel momento Rey percepì una vibrazione a lei familiare, sollevò lo sguardo verso l'orizzonte e scorse una piccolo bagliore bianco diventare sempre più grande e reale. Han le apparse di nuovo, sorridendo e salutandola, con un cenno della mano.

«Lo vedi anche tu?» Sussurrò a Ben che aveva lasciato i comandi dello skimmer e si era girato nella sua stessa direzione.

«Lo vedo anch'io» la rassicurò, cingendole la vita con un braccio.

Rey continuò a fissare il volto di suo figlio, nella speranza che rimanesse impresso per sempre nella sua memoria, poi vide una mano anziana posarsi sulla spalla del piccolo e riconobbe, dietro di lui, la figura chiara e delicata di Leia.

Una sola lacrima le scese sul viso e si affrettò ad asciugarla con le dita, quasi avesse paura che lui la scoprisse. Adesso era finalmente pronta a lasciarlo andare, sapeva che non sarebbe stato mai solo e che Leia avrebbe vegliato su di lui fino a quando non si sarebbero riuniti tutti nella Forza.

❀✿❀✿❀

Dieci giorni dopo...

Rey si trovava sulla spiaggia privata della villa, sdraiata su uno dei lettini di legno, sotto al gazebo rivestito di tela bianca che la proteggeva dagli intensi raggi del sole. Con le braccia incrociate dietro la nuca osservava divertita Ben e Temiri fare il bagno insieme, poco lontano dalla riva.

Avrebbe dovuto raggiungerli, ma preferiva godersi ancora un po' la brezza leggera che proveniva dal mare e che le accarezzava dolcemente il viso e il corpo sudato. E poi, vederli sguazzare tra le onde, schizzarsi l'acqua addosso e immergersi per osservare il fondale variopinto e brulicante di vita, non aveva prezzo.

Ben usava la Forza per sollevare il ragazzino, per almeno due metri, poi lo lasciava cadere in modo che potesse effettuare un bel tuffo. Anche Temiri provava a sollevare Ben, ma non sempre con buoni risultati. Era troppo grosso e troppo potente per le sue piccole mani, ma faceva progressi a vista d'occhio. A volte Ben gli lasciava credere che ci fosse riuscito e fingeva di volare all'indietro, colpito da una sua ondata di Forza, ma lo faceva solo per aumentare la sua autostima.

Vederli interagire in modo così naturale e spensierato, le provocava sempre un moto irrefrenabile di gioia. Ben non era particolarmente affettuoso con Temiri, anzi era piuttosto rude e anche un po' severo nei suoi confronti, ma questo suo atteggiamento, fintamente burbero, invece di allontanarlo, lo attirava ancora di più. E la cosa paradossale era che nemmeno Ben sembrava dispiacersi di averlo sempre tra i piedi, anche se si lamentava in continuazione di quanto fosse frignone e appiccicoso. Si equilibravano a vicenda.

Rose si affacciò con aria affannata alla spiaggia, e si andò a sedere sul lettino accanto al suo. Rivolse anche lei un'occhiata divertita ai due che se la spassavano tra le onde, spostandosi un ciuffo ribelle dietro le orecchie.

«È bellissimo vederli così affiatati, non è vero?» commentò sorridente, e lei annuì sollevandosi dal materassino imbottito del lettino e mettendosi a sedere con le gambe incrociate.

Rose si voltò verso di lei, e cambiò espressione divenendo più seria. «E tu come stai?»

«Meglio» le rispose sincera, rivolgendole uno sguardo furtivo per poi tornare a fissare l'orizzonte infuocato in cui si stagliavano solo le due figure scure di Ben e Temiri. Il dolore della sua perdita si era attenuato, ma non sarebbe mai sparito del tutto. L'avrebbe accompagnata per tutta la vita rimanendo custodito in un angolo del suo cuore.

«Sono contenta... per te e per Ben. Siete giovani, e tu sei in salute, potrete riprovarci.» Le parole di Rose non riuscirono a rasserenarla, ma annuì lo stesso per non darle un dispiacere. In quel momento non voleva cercare altri figli, aveva troppa paura che si ripetesse la stessa tragedia, e un ulteriore aborto non lo avrebbe sopportato. L'unità medica di diagnostica le aveva assicurato che non aveva alcun difetto fisico e che nulla avrebbe impedito un ulteriore concepimento. In pratica, era stata solo molto sfortunata. Ma lei non se la sentiva di cercare una gravidanza così presto, e Ben si era dimostrato assolutamente d'accordo con lei. Si era fatta fare da GH-7 un'iniezione che le avrebbe garantito una copertura contraccettiva sicura per almeno qualche mese, e avrebbero avuto tutto il tempo di decidere con calma.

«Sono qui per dirti che io e Finn stiamo per lasciare il pianeta.»

A quelle parole si voltò verso Rose corrugando la fronte. «Non capisco. Ben ha detto o fatto qualcosa che vi ha urtati?» Non poté fare a meno di pensare negativamente.

«No. Tutt'altro. Lui è una persona meravigliosa. Forse è un po' troppo sincero e brutale, ma... a me piace così com'è. È proprio il degno figlio del nostro amato generale. E anche Finn ha imparato a sopportarlo e ha finito per farci l'abitudine a ritrovarselo minacciosamente alle spalle.»

«E allora perché?» indagò con rammarico.

«Beh ecco... Io e quel disgraziato... abbiamo deciso di rimetterci insieme.»

A quella rivelazione sgranò gli occhi per lo stupore. «Non posso crederci. Sono davvero molto felice per voi» reagì gioiosa prendendole le mani tra le sue e stringendogliele.

«A dire la verità lo devo a Ben. Lui mi ha confidato una cosa che ci ha fatto litigare di brutto ma anche sbloccare. È solo un esperimento, niente di più. Stavolta non voglio mettergli fretta.»

«Più che giusto, direi» commentò ancora incredula.

Rose cercò i suoi occhi che si andavano già velando di lacrime «Vi affido Temi. So che starà meglio accanto a voi. Ha trovato la sua nuova famiglia e questa è casa vostra. Una magnifica casa, dove sono sicura che lo crescerete al meglio.»

Annuì, senza trovare le parole adatte per esprimerle i suoi sentimenti, in quel momento. Si sporse verso di lei e la strinse forte. Rose le accarezzò i capelli raccolti in un alto chignon e le stampò un bacio affettuoso sulla fronte.

«Mi mancherete moltissimo» le sussurrò, mentre una lacrima furtiva le scivolava sulla guancia arrossata.

«Mancherai tanto anche a me. Ma... Ben mi ha dato la sua parola che, se avremo bisogno del vostro intervento, lui ci sarà. Quindi, tranquilla, credo che ci rivedremo molto presto.»

Rey pensò di aver avuto un'allucinazione, si staccò dall'abbraccio di Rose e le riservò uno sguardo sorpreso. «Non ci posso credere, quale perversa strategia hai attuato per persuaderlo? Sei proprio una peste, lo sai?» Ammise divertita.

«Lo so.» Rose sollevò le spalle e sorrise soddisfatta, strizzando i piccoli occhi e arricciando il naso. «Ecco, diciamo che ho barattato la sua collaborazione consegnandogli qualcosa che in futuro gli sarà molto utile.»

Rey non capì a cosa si stesse riferendo, regalandole uno sguardo teneramente perplesso.

«Partiremo domattina col caccia di Ben. Il Falcon lo lasciamo su Chandrila, sarà più utile a voi, se un giorno ci dovrete raggiungere.»

*

Rose era appena andata via quando Rey vide Ben avvicinarsi alla riva, affannato e sgocciolante. Si prese tutto il tempo per ammirare i movimenti virili del suo corpo statuario, il suo ampio petto glabro, gli addominali definiti, ma non esagerati, la possente muscolatura delle cosce e dei bicipiti, e un brivido, a lei ormai familiare, la scosse fin nel profondo. Conosceva quella sensazione, che si originava dal basso ventre e si irradiava allo stomaco smuovendole il desiderio, e fu felice di provarla. Ben non l'aveva ancora toccata da quando aveva perso il bambino, aveva rigorosamente atteso i suoi tempi, senza assillarla e questo lo aveva molto apprezzato. Ma era giunto il momento di rompere quell'astinenza forzata.

Quando la raggiunse, sotto il gazebo, prese un asciugamano abbandonato su una sedia e si frizionò i capelli gocciolanti, poi se lo passò molto sensualmente sul viso un po' arrossato dal sole e sui pettorali scolpiti. Infine posò l'asciugamano umido sul lettino accanto a lei e si sdraiò esausto. «Il ragazzino mi ha distrutto, sono a pezzi. Nemmeno il più duro allenamento ai tempi di Luke mi ha mai ridotto in queste condizioni» esclamò ansimante, «deve avere le pile inesauribili, io per oggi ho chiuso. Adesso tocca a te, accomodati, è tutto tuo» le comunicò stremato, stiracchiandosi pigramente, mentre lei guardava divertita Temiri che si sbracciava da lontano e le faceva segno di raggiungerlo, saltellando.

Si alzò dal lettino e si chinò su Ben prendendogli il viso tra le mani con prepotenza e catturando le sue labbra in un lungo bacio sensuale e appassionato. Quando si staccò dalla sua bocca, lui la guardò con le sopracciglia inarcate, spaesato.

«Questo è solo un assaggio» lo provocò, facendogli intendere che ci sarebbe stato un seguito, abbondante e succulento, poi corse verso la riva, lasciandolo stravolto ed eccitato sul lettino. Entrò saltellando nell'acqua tiepida e trasparente, e poi si tuffò tra le onde.

Continua...

______________

Note:

La birra belloriana era una bevanda alcolica fermentata con aggiunta di malto prodotta nel settore di Elrood.

Il Generale Allegiante era un rango all'interno del Primo Ordine detenuto da Enric Pryde durante la guerra del Primo Ordine con la Resistenza. Il grado era equivalente a quello di un Gran Maresciallo, in quanto il detentore comandava forze militari sia a terra che spaziali.

La scena di Ben che sbatte il naso contro l'anta è ripresa paro paro da un film di Adam Driver, chi indovina di che si tratta? ^ ^' Sono sicura che siete stati tutti attenti B)

Ben cuoco provetto è un mio personale haedcanon che nessuno mai mi farà rinnegare ;)

L'isola di Sarini e lo Zoo con i relativi animali nominati, sono delle attrazioni canon di Chandrila, ovviamente Ben, essendo nato sul pianeta, le conosce tutte alla perfezione.

L' Orcanthus è un fiore simile all'orchidea tipico di Chandrila.

Ok a quanto pare la nostra Rose è riuscita nella miracolosa impresa di convincere Ben a collaborare con la Resistenza, in futuro, e se mai ce ne dovesse essere bisogno... ma cosa gli avrà mai dato per fargli cambiare idea in modo così repentino? Sono curiosa di conoscere le vostre supposizioni ;)


Angolo dell'autrice pensierosa:

Come avevo già accennato, il tono di questi ultimi capitoli sarà molto più leggero. In questo avevo ancora da risolvere alcuni punti dolorosi, (non a caso nella seconda parte ho usato il pov di Rey perché mi pareva più appropriato, in quanto è lei che ha subito il trauma maggiore) ma nel prossimo... no, non voglio anticipare nulla. Chi leggerà saprà B)

Spero che questo capitolo sia stato gradevole, mi è uscito un po' più lungo degli altri perché dovevo rispettare la scaletta e non volevo più aggiungere nulla, dato che da una one shot sono passata a 14 capitoli più alcuni altri ancora... Insomma scrivere ogni capitolo e rispettare i tempi non è affatto facile, ma mi ci sto impegnando sul serio ;)

Ecco, io sono una delle poche cretine a cui la Rose/Finn piaceva, perché ho amato tanto TLJ, e quando ho saputo che si erano lasciati malamente mi sono anche un po' leggermente incazzata X( di conseguenza, li ho fatti rimettere insieme, alla faccia di quel merdone di JJ, amanti della stormpilot non mi uccidete ^^'

Per oggi credo che sia tutto, alla prossima!

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