CAPITOLO 15

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Durante il viaggio,il silenzio riempì lo spazio tra me e la poliziotta.L'unica cosa che dicemmo furono i nostri nomi.
Scoprii che si chiamava Bridget Stone.
Nel frattempo le lacrime avevano placato il loro flusso,lasciandomi gli occhi gonfi e rossi,segno del loro passaggio.Decisi di non asciugarmi il viso,sentire l'umidità su di esso mi faceva rimanere connessa con il mondo, trattenendomi da quello immaginario.
Appena giunti al pronto soccorso, chiedemmo a un'infermiera in servizio delle informazioni su un'ambulanza che,di sicuro,era arrivata da poco con un ragazzo vittima di un incidente.Lei ci indicò un lungo corridoio candido,dicendo che più avanti c'era una sala d'attesa,dove avremmo potuto aspettare per saperne di più.
Ringraziammo e ci incamminammo per il corridoio.Come sempre l'interno dell'ospedale odorava di disinfettante,come tutto il personale che ci lavorava.I miei genitori infatti avevano sempre quell'odore acuto che ogni volta mi solleticava l'olfatto,che aveva accompagnato la mia infanzia e la mia crescita.
Una volta giunte al luogo indicato,io mi sedetti su una delle sedie di metallo,accavallai le gambe e misi le mani in grembo,cominciando a torturarmi le dita per la tensione e la preoccupazione.
Ancora non avevo trovato una risposta alla domanda: 'E se Logan non ce la facesse?' Non riuscivo a immaginare una vita senza di lui,i suoi sorrisi,i suoi abbracci che mi infondevano calore e protezione.
No,non sarei mai riuscita a sopravvivere.
La poliziotta,che era ancora con me,era rimasta in piedi e il suo sguardo era ancora su di me,pesante come un masso,anche se compassionevole. "Dobbiamo informare i genitori dell'accaduto,se vuoi posso farlo io." Si offrí lei,ma scossi la testa.Se Susan e Fred dovevano venire a sapere che Logan era stato investito,era meglio che lo venissero a sapere dalla sottoscritta,o avrebbero potuto prenderlo come uno scherzo.
Le mie mani tremavano mentre recuperavo il cellulare nella tasca del cappotto e componevo il numero di casa Lerman.Mi alzai per allontanarmi e feci un respiro profondo prima di avere abbastanza coraggio per premere il pulsante di avviò della chiamata. "Pronto?" Mi rispose una vocina assonnata dall'altro capo della cornetta.
Mi si strinse il cuore.
All'improvviso,tutto quello che avevo pensato di dire appena qualcuno mi avrebbe risposto,svanì.Come potevo dire a Lucas,il fratellino di Logan,che quella mattina era rimasto a casa da scuola a causa dell'influenza,che suo fratello maggiore era stato investito?Con quale coraggio?
"Pronto?C'è nessuno?" Ripeté lui,strascicando un po' le parole. "Ciao Lucas,sono Vanessa." Deglutii forte. "C'è la mamma lì,per caso?" Lo sentii urlare il nome della madre per chiamarla,e poco dopo dei passi avvicinarsi. "Vanessa?" Chiese la madre di Logan.Cominciai a raccontarle,nel modo più dolce e compassionevole possibile,che cosa fosse accaduto,sforzandomi nel frattempo di non piangere, perché rivivere ciò che avevo appena provato era troppo.Mentre parlavo la sentivo emettere singhiozzi uno dopo l'altro,il tempo tra due di essi diminuiva sempre di più,a causa della voragine che si stava aprendo nel suo petto,risucchiando ciò che le stava attorno.
"Sto arrivando." Fu l'ultima cosa che le sentii pronunciare dal suo tono duro,ma spezzato e spento,prima di chiudere la telefonata.Tornai a sedermi,mentre mi sfilavo di dosso il cappotto e lo sistemavo sulla sedia accanto.In quel momento mi ricordai della bici che avevo lasciato vicino il marciapiede per vedere che cosa stesse guardando la folla e l'avevo lasciata lì.La poliziotta deve aver capito dal mio sguardo che qualcosa non andava. "È tutto okay?È per il tuo amico?" Scossi la testa prima di risponderle: "La mia bici è ancora dove è avvenuto il luogo dell'incidente." Lei mi fece sengno di aspettare e si allontanò per fare una chiamata.Non ascoltai una sola parola di quello che disse,perché ritornai a soffocare nel mare dei miei pensieri.
L'immagine di Logan disteso inerme a terra con tutte quelle ferite sul corpo mi balenava nella mente,e un peso per il senso di colpa mi premeva contro il petto.E se fosse colpa mia?Se avessi sentito quella fottuta sveglia, Logan e io saremmo a scuola in questo momento?Lui starebbe bene?
Non riuscivo a togliermi queste domande dalla testa,e solo una persona avrebbe potuto darmele.
"Non ti preoccupare,porteranno la tua bici con il resto delle tue cose in centrale.Potrai andarle a prendere quando vorrai." Disse a un certo punto la poliziotta,di ritorno dalla telefonata,e facendomi sussultare dallo spavento. "Grazie." Mugugnai.

Dopo circa mezz'ora,comparve nella sala d'attesa Susan,che appena mi vide,corse nella mia direzione.Mi alzai lentamente dalla sedia e ad accogliermi ci furono le braccia tremanti di lei,che mi strinsero forte.
L'unica persona che in quel momento mi avrebbe potuto far credere,con un abbraccio,che sarebbe andato tutto bene,era la stessa persona per cui stavo male,quindi non avrebbe potuto aiutarmi molto.
Quando ci staccammo,lei mi chiese: "Stai bene?" Quella domanda mi colse alla sprovvista.Ero così preoccupata per Logan che non avevo minimamente pensato a come stessi io.Decisi di scrollare le spalle,in segno di indifferenza.
Ci accomodammo sulle sedie di metallo freddo e non potemmo fare altro che sperare e aspettare.

Dopo un bel po',ormai avevo perso la cognizione del tempo,un dottore saltò fuori dal nulla e andò a parlare con la poliziotta,che scattò sull'attenti appena l'altro arrivò.Non rimasi a sentire cosa si dissero.
Poco dopo lei indicò me e la madre di Logan senza dire una parola.Il medico si avvicinò a noi,presentandosi: "Buongiorno,sono il dottor Price,colui che ha assistito il signorino Logan Lerman..." Sentii un tuffo al cuore solo a sentir nominare quel nome. "Il ragazzo non ha avuto bisogno di subire operazioni,niente di importante si è danneggiato gravemente,per fortuna.Tuttavia ha riportato un leggero trauma cranico,niente di preoccupante deve solo stare a riposo,due fratture,una all'omero e una alla tibia,che abbiamo già ingessato,e diversi graffi in tutto il corpo,compreso il viso,che abbiamo già medicato." Mentre parlava aveva un'espressione indifferente,come se Logan fosse solo un altro dei tanti pazienti che il dottor Price ha dovuto seguire.
E molto probabilmente era così.
"Quindi sta bene?" Chiesi con la voce che tremava,la paura della risposta mi assaliva come un mostro nero con i contorni indefiniti. "Sì,sta bene,se così si può considerare.È stato molto fortunato,sarebbe potuta andare peggio.Molto peggio." Non mi accorsi di star trattenendo il fiato fin quando non espirai di sollievo.Logan stava bene,e io volevo vederlo. "Possiamo andare da lui?" Chiese Susan speranzosa,come leggendomi nel pensiero. "Sì,potete farlo,in questo momento è sveglio.La sua stanza è la numero 4."

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