CAPITOLO 24

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Il mattino dopo il solito e insopportabile bib-bib della sveglia mi riportò alla realtà dal mondo dei sogni. Avevo ancora gli occhi chiusi, sentivo una strana presenza che mi avvolgeva i fianchi e mi toccava la pancia, la schiena era appoggiata a qualcosa, ma non poteva essere il materasso, dato che ero distesa su un fianco. Stavo per alzarmi, quando una voce a me familiare mi sussurrò all'orecchio: "Buongiorno ghiro." Spalancai gli occhi di scatto e mi girai, trovando Logan con il suo braccio intorno la mia vita e la mano poggiata delicatamente sulla mia pancia. In quel momento mi accorsi che c'era qualcosa che non andava, e non era il fatto che Logan fosse nel mio letto con me; ma non riuscivo a capacitarmi di cosa di trattasse. "Cosa fai qui?" Chiesi ancora assonnata, mentre mi sistemavo sull'altro fianco, in modo da guardarlo bene in faccia. "Vedo che sei felice di vedermi." Scherzò lui, sistemandomi una ciocca di capelli che mi era finita sugli occhi. "Volevo dire, non dovresti essere a casa tua?" Mi corressi, era lunedì mattina, quindi saremmo dovuti andare a scuola e ci dovevamo preparare entrambi per la giornata. "Tranquilla, sono sgattaiolato da una finestra in camera mia per prendere i vestiti, sono in un borsone in soggiorno assieme allo zaino." Spiegò mentre si sedeva. Feci la stessa cosa. "I tuoi genitori non saranno preoccupati non vedendoti?" Logan scrollò le spalle. "Ho lasciato un bigliettino in cucina. Lo leggeranno appena svegliati." Annuii dirigendomi verso il bagno per prepararmi, prendendo qualche abito da indossare quel giorno durante il percorso. Una volta entrata notai che lo specchio era leggermente appannato, e scoprii perché qualcosa quella mattina mi era sembrata strana. "Logan!" Gridai mentre uscivo dal bagno e andavo in salotto, dove di sicuro l'avrei trovato. Infatti lo trovai scalzo con la maglietta del pigiama in mano, forse se l'era appena tolta, mentre aveva ancora indosso i pantaloni. "Che succede?" Chiese con tono curioso. "La doccia, hai chiuso tu l'acqua?" Domandai arrossendo e spostando i miei occhi sui suoi, perché lo sguardo si era soffermato per troppo tempo sul suo petto e il suo addome perfetto. Lui sorrise, quasi divertito, per poi dire: "Sì, sono stato io a chiuderla. Dopo circa un'ora sono entrato nella tua stanza a darti il bacio della buonanotte, stavi dormendo ma dal bagno proveniva un rumore di acqua scrosciante. Ho controllato e c'era l'acqua aperta, così lo chiusa e ho pensato di dormire da te." Dopodiché rise. Diventai ancora più rossa e incrociai le braccia al petto e lo guardai offesa. "Cos'hai tanto da ridere?" Logan mi guardò dritta negli occhi e la smise di ridere piano piano. "Scusa, è solo che ogni volta che mi vedi così arrossisci." Disse indicandosi. "Ti sei accorta che sei senza pantaloni?" Aggiunse subito dopo. "Cosa?" Dissi con una voce acuta, mentre abbassavo lo sguardo sulle mie gambe.
'Oh cavolo! Me n'ero dimenticata!'
La sera prima mi ero tolta i jeans prima di buttarmi sul letto, perché mi stavo preparando per andare a fare la doccia, ma poi il sonno aveva preso il sopravvento, così mi ero addormentata. Portai lo sguardo verso il soffitto, sentendo le guance avampare. La sera prima ero rimasta in intimo davanti a lui per entrare in piscina, era vero, ma questo non vuol dire che non mi imbarazzassi lo stesso a essere senza pantaloni di fronte a lui, non c'ero comunque abituata. "Sei così bella quando diventi un peperone per l'imbarazzo." Disse Logan mentre si avvicinava e mi prendeva il viso tra le mani. Mi sfiorò leggermente le labbra con le sue, creandomi un brivido lungo la spina dorsale. "Devo prepararmi." Gli ricordai allontanandomi e ritornando al bagno.

Ritornai circa quindici minuti più tardi in salotto, dove Logan mi stava aspettando paziente sul divano. Appena mi vide scattò sull'attenti come un soldato, avvicinandosi a me e prendendomi per mano. "Andiamo?" Mi chiese dolcemente, dirigendosi verso la porta. "Certo." Dopodiché uscimmo da casa mia, pronti per andare a scuola.

Quando arrivai di fronte il mio armadietto con un braccio di Logan sulle mie spalle, sentì un tuffo al cuore. Vicino al mio, tutto pieno di glitter, c'era l'armadietto di Abigail. Non riuscivo neanche più a utilizzare il soprannome che usavo sempre con lei, ormai per me non esisteva più. Logan a quanto pare lo notò, perché mi sussurrò all'orecchio: "Non essere triste, non meritano neanche che tu soffra per loro." Un piccolo sorriso mi increspò le labbra. Logan sapeva sempre come risollevarmi il morale, come farmi felice e le parole giuste da dirmi. Lo amavo anche per questo. "Non girarti Vanessa." Mi avvisò Logan a un tratto con tono preoccupato. Ovviamente, come a un bambino si dice di non premere il pulsante rosso, si sa già che lui lo farà, così come io che mi girai. Le lacrime mi punsero gli occhi alla sola vista di quella scena. Appoggiati agli armadietti c'erano Abigail e Jason che esibivano il loro amore in un bacio appassionato. Le persone intorno a loro li guardavano confusi e curiosi, ogni tanto guardando anche me o indicandomi, o facendo entrambe le cose. "Andiamo in classe, va bene? Abbiamo entrambi musica alla prima ora." Annuii senza guardarlo, il mio sguardo era attirato da quella scena, contro la mia volontà. Mi sentivo tradita, mi faceva ancora un po' male il cuore, anche se c'era Logan con me, a dimostrarmi il suo amore e il suo affetto nei miei confronti, perché si sa, quando qualcosa ti ferisce, ci vuole del tempo prima che rimanga la cicatrice e non ti faccia più male. E a volte la seconda cosa non accade.

Arrivammo in classe cinque minuti prima del suono della campanella, Logan si sistemò vicino a me al posto di Abigail; se voleva sedersi che si sedesse sulle gambe del suo fidanzato, magari schiacciandoli anche qualcosa. "Vanessa?" Disse Logan scrollandomi per una spalla. "Eh? Sì, cosa c'è?" Domandai, indirizzando il mio sguardo su di lui come appena uscita da una trance. "È tutto a posto?" Chiese dolcemente posando una mano sulla mia guancia e accarezzandomela con il pollice. Si sentiva dalla sua voce e si leggeva nel suo sguardo che era preoccupato per me. Gli presi la mano sul mio viso intrecciando le mie dita con le sue e provando a rassicurarlo: "Stai tranquillo, passerà prima o poi." Lui mi baciò appena pronunciai quelle parole. Quando ci staccammo lo guardai in cerca di spiegazioni. "Hai detto 'mi passerà prima o poi', quindi pensandoci bene tu stai ancora soffrendo. Volevo provare a farti stare un po' meglio." Mi spiegò Logan, scaldandomi il cuore. "Sei il migliore." Dissi nel momento preciso in cui suonò la campanella e la professoressa Miller entrava in classe. "Buongiorno a tutti ragazzi, ho alcune notizie per voi." Cominciò la prof, sistemando i suoi libri sulla cattedra. "Prima cosa, oggi uscirete da scuola appena suonata la campanella di fine mattinata..." Un gridò di esultanza provenne da tutti gli studenti, che venne subito zittito dalla Miller. "Questo fatto è collegato alla seconda notizia. Il corpo docente ha votato a favore di una gara di canto tra voi studenti, alla quale potete iscrivervi o oggi o domani, non oltre, e che si terrà alla fine di maggio." Subito un mormorio collettivo si diffuse per tutta l'aula. "Ne parlerete oggi pomeriggio, per questo vi facciamo tornare a casa prima oggi, visto che ogni partecipante dovrà avere almeno un accompagnamento musicale; ora possiamo cominciare la nostra solita lezione." E detto questo cominciò a spiegare.

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