CAPITOLO 36

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Accettare l'invito di Matthew non era stata una cattiva idea, il problema però era trovare il ristorante in cui ci eravamo dati appuntamento di incontrarci.
Avevo lasciato sul comodino a Logan un bigliettino, per avvertirlo che sarei uscita, senza specificare però con chi e dove.
Avevo deciso di indossare una canottiera corta lime e un paio di jeans corti a vita alta.
La cartina del posto che avevo tra le mani non mi aiutava di certo a trovare il luogo in questione. Continuavo a svoltare in SE 12th St invece che in Se 11th St, quando a un certo punto mi persi.
Mi guardai intorno, vedendo se riuscivo a trovare qualcuno che potesse aiutarmi, quando vidi un anziano camminare tranquillo, reggendosi in piedi con un bastone.
"Mi scusi." Mi avvicinai, attirando l'attenzione dell'uomo battendogli appena sulla spalla. "Sapremme indicarmi la via per arrivare al ristorante 'The Waves'?"
Lui indicò la direziona da prendere mentre parlava: "Allora signorina, devi andare dritta, poi girare a sinistra al primo bivio che incontri. Il primo edificio sulla destra, non puoi sbagliare."
Lo ringraziai per l'aiuto, seguendo la sua spiegazione, che per fortuna mi portò a destinazione.
L'edificio era formato da un'intera vetrata che mostrava cosa stessero combinando i clienti e il personale all'interno.
Uno stuzzicante profumo di frittura che usciva dal locale faceva venire l'acquolina in bocca a chiunque.
All'interno notai un ragazzo dai capelli scuri che sventolava in aria una mano nella mia direzione, facendomi cenno di andare da lui una volta che ebbe catturato la mia attenzione.
"Scusa il ritardo, essendo qua a Miami solo per le vacanze ci ho messo un po' a trovare il posto." Mi scusai, andandogli incontro.
"Tranquilla, nessun problema." Disse alzandosi e avvicinandosi a me, per chiudere il mio corpo in un abbraccio.
All'inizio rimasi paralizzata; non conoscevo Matthew ancora, e il fatto che mi stesse abbracciando per salutarmi mi lasciò stupita subito, ma poco dopo ricambiai il saluto.
"Sediamoci pure." Propose lui staccandosi, per poi tirare indietro la mia sedia e farmi accomodare, come si vedono di solito i gentiluomini con le damigelle nei film.
"Allora, stai meglio da stamattina?" Mi chiese gentilmente.
"Cosa?" All'inizio non capii a cosa stava alludendo; ma poi, come una lampadina, mi illuminai, comprendendo a ciò che si stava riferendo. "Ah, sì. Sì, sto bene." Cercai di tranquillizzarlo, sorridendogli cortesemente.
"Che ne dici di provare la 'sopa de platanos'?"
"Che cos'è?" Domandai, non avendo mai sentito quel piatto.
"Beh, è una zuppa a base di pollo e platano." Mi spiegò Matthew. "Il platano è un frutto tropicale, è come una banana, solo di colore verde. Ho visto dalla tua faccia che mi stavi per chiedere che cos'era."
Ridemmo insieme, sentendo come qualcosa che si sollevava dal petto e mi faceva stare meglio.
Mi sentivo bene con lui, mi faceva ridere e dimenticare tutto quello che stava accadendo con Logan e le nostre coinquiline.
"Dai, proverò a prenderlo." Accettai alla fine.
Passammo il tempo in cui aspettavamo che la 'sopa de platanos' fosse pronto conoscendoci meglio. Scoprii che lui abitava nella casa a fianco, e che i genitori erano i proprietari del ristorante, per questo aveva deciso di incontrarci lì.
Aveva un anno in più di me, ed era il primo figlio di due sorelle e un fratello, insomma una famiglia abbastanza numerosa.
Io gli raccontai da dove venivo, che i miei genitori lavoravano in ospedale e che io, a differenza sua, ero figlia unica.
Tralasciai di parlare di Logan, non mi passò neanche per la mente, era come se fosse stato rimosso per quel periodo in cui sarei stata con Matthew.
"Ecco qua signori." Una ragazza sulla ventina ci servì la zuppa.
La ringraziammo e cominciammo a mangiare.
Il sapore non era male, il gusto del platano assomigliava a quello della banana, e il pollo aromatizzava il tutto.
"Allora, com'è?" Mi chiese Matthew, mettendone in bocca una cucchiaiata.
"Non è niente male." Risposi, girando il cucchiaio nel piatto.
"Beh, fai qualcosa dopo?"
"No, non ho nessun progetto." Ammisi con un sorriso.
"Ti piacerebbe venire in spiaggia, dopo?" Prospose, scrollando le spalle.
"Va bene, ci sto." Risposi, mangiando un altro po' di zuppa.

Per fortuna avevo tenuto il costume sotto ai vestiti, così quando furono passate un paio d'ore -in cui io e Matthew continuammo a parlare- potei entrare in mare con lui.
L'acqua era fresca, provocandomi brividi di freddo in tutto il corpo.
Mi girai, cercando con lo sguardo quello di lui, non riuscendo però a trovarlo.
"Matthew, dove s-" Non riuscii a finire la domanda che un'ondata d'acqua gelata mi travolse da capo a piedi.
"Matthew!" Gridai, mentre una risata sorgeva dalle piccole onde causate dal corpo che riemergeva di lui.
La pelle d'oca fiorì sulla mia pelle come boccioli di rose nei giorni di primavera.
"Dai, era solo dell'acqua." Si giustificò lui, continuando a ridere.
"Ti faccio vedere io'era solo dell'acqua'!" Esclamai, gettandomi addosso a lui, facendo cadere entrambi nelle acque cristalline della California.

"Grazie mille Matthew, mi serviva un pomeriggio di relax." Sorrisi, abbracciandolo come aveva fatto lui con me appena ci eravamo rivisti nel ristorante dei suoi genitori.
Mi aveva accompagnato alla casa vacanza. Io gli avevo ripetuto un sacco di volte che non doveva farlo per forza, ma lui aveva insistito con talmente tanta tenacia da farmi cedere alla fine.
"Di niente. Possiamo rivederci fin che sei qui, ti va?" Chiese, facendomi scorgere un barlume di speranza nei suoi occhi.
"Certo, è un'ottima idea. Vuoi che ti dia il mio numero di telefono?"
"Perfetto."
Tirammo entrambi i cellulari fuori dalle tasche. Io diedi il mio a lui, e lui diede il suo a me; in modo che ognuno potesse scrivere il proprio numero all'altro.
"Bene, ci vediamo." Dissi una volta che ci eravamo restituiti i rispettivi telefoni.
Mi incamminai lentamente lungo il viale di ciottoli che portava alla porta d'ingresso di casa.
"Aspetta!" Mi fermò Matthew, avvicinandosi. "Sono stato veramente bene oggi con te."
"Vale lo stesso anche per me." Affermai con un sorriso.
Mi posò una mano sulla spalla, fissandomi dritto negli occhi.
Sentii il cuore palpitare forte dentro al petto, i nostri visi erano talmente vicini che sentivo il suo respiro caldo sulla pelle.
Piano piano il viso di Matthew si avvicinò sempre di più al mio, fin quando le nostre labbra non si incontrarono.
Una scarica elettrica mi pervase tutto il corpo, mentre mi lasciavo andare a quel bacio.
Le sue labbra erano morbide e calde; sembrava andare tutto bene, ero con una persona che mi aveva mostrato affetto e il suo calore mi inondava più dolcemente di un raggio di sole.
Ma c'era sempre un ma.
E quel ma era Logan.
Infatti, quando l'immagine di Logan mi balenò nella mente, mi staccai immediatamente dalle labbra di Matthew, anche se -devo ammetterlo- controvoglia.
"Ho sbagliato qualcosa, forse..." Cominciò a domandare lui confuso.
"No, non hai sbagliato niente, sono io che ho sbagliato." Lo interruppi, passandomi una mano tra i capelli frustata.
"Ma di che cosa stai parlando?" Chiese  sempre più confuso e un pizzico frustrato.
"Il motivo per cui piangevo oggi sulla spiaggia è che ho dei problemi con il mio ragazzo." Ammisi tutto d'un fiato.
Sul suo viso si dipinse un'espressione di delusione e amara tristezza.
"Scusa, avrei dovuto dirtelo. Mi dispiace davvero tanto."
Annuì, cominciando ad allontanarsi per andarsene.
"Aspetta!" Gli corsi dietro per bloccarlo, prima che potesse scapparmi via.
"Sei un ragazzo fantastico, e anche molto carino." Iniziai, prendendogli il braccio e facendolo girare nella mia direzione. "Ma amo un altro ragazzo. Questo non ci può impedire di vederci ed essere amici, no?"
Abbozzò un sorriso, guardandomi negli occhi.
"Va bene, non sarà la stessa cosa, ma è meglio di non averti proprio nella mia vita." Disse Matthew, abbracciandomi.
Sprofondai il viso nel suo petto, lasciando che il suo calore si trasferisse anche nel mio corpo, nonostante quella sera ci fosse un caldo afoso.
"Ci vediamo." Lo salutai, lasciandogli un bacio sulla guancia.
Mi incamminai sul vialetto di ciottoli irregolari; mi voltai un'ultima volta solo quando fui sulla porta di casa, sventolando una mano in aria, ottenendo la stessa cosa da parte sua, in segno di risposta.

ANGOLO AUTRICE
Salve gente! Iniziato bene questo nuovo 2017? Spero di , come regalo volevo offrirvi questo nuovo capitolo, spero vi piaccia!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro