Falsi amici

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𝑪𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓
3

"𝐹𝑎𝑙𝑠𝑖 𝑎𝑚𝑖𝑐𝑖"
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Giugno.

Mi rotolo nel letto attorcigliando sempre di più le lenzuola tra le mie gambe, sbuffando di tanto in tanto mentre la luna, splendente fuori dalla finestra, culla la sinfonia più dolce di tutte: quella prodotta dalla notte e dai suoi abitanti.

Mi fermo solo quando, stufa, decido di osservare il soffitto spoglio della mia camera.

Sollevo il braccio sinistro portandolo, con una piccola inclinazione, davanti ai miei occhi.

Le dita lunghe e sottili sono avvolte da un solo piccolo anello nero, le unghie spoglie di ogni tipo di colore appaiono, ai miei occhi, eleganti nella loro naturalezza.

Piego il polso così da poter scendere con lo sguardo su quel piccolo tatuaggio.

Sospiro nel notare che, come sta accadendo spesso in questo periodo, il numero è cambiato: 2.581 km.

Chiudo gli occhi per metabolizzare a fondo questa cifra e tutto quello che significa.

< E se amasse già un'altra? > mormoro tra me e me come se, effettivamente, qualcuno potesse sentirmi.

< E se non mi amasse mai? > distendo il braccio affianco al mio corpo, sul letto.

Sbatto le palpebre ripetutamente sperando di riuscire a trattenere le lacrime che stanno, lentamente, avvolgendo i miei occhi, appannandomi la vista.

Tutti meritiamo di amare, ma soprattutto meritiamo di essere amati.

Ricordo la frase che mia madre da piccola mi ripeteva prima che io mi addormentassi e, solo in questo momento, mi rendo conto di quanto tutto ciò sia vero; tranne per me.

Io non ho la certezza, un giorno vicino o lontano che sia, di incontrare colui che il destino ha designato come mia anima gemella.

Con questa consapevolezza, sempre più dolorosa da accettare, mi addormento nel mio caldo letto.

La sveglia, come ogni noioso giorno da cinque anni a questa parte, inizia a suonare alle 7:05.

Mia madre mi ha sempre chiesto perché aggiungessi cinque minuti ad ogni sveglia che dovevo impostare, senza capire che, benché siano solo cinque minuti, in quel lasso di tempo potrei finire il sogno più bello della mia vita.

Sbadiglio e tiro indietro le braccia sbattendo rumorosamente contro la testiera del letto che, immediatamente, mi ricorda quanto questo contatto sia doloroso.

< Cazzo! Ci risiamo > sbuffo osservando la parte arrossata della mano.

Chiudo gli occhi massaggiandola lentamente e proprio in quell' istante entra Tim in camera, senza bussare.

< Mamma! Ser dorme ancora! > urla per poi correre fuori lasciando la porta aperta.

< Sono sveglia testa di cazzo! > rispondo urlando e alzandomi di scatto.

< Serenity Roberts! rivolgiti ancora una volta così a tuo fratello e ti brucio l'intera biblioteca > mi minaccia mia madre entrando prepotentemente in camera, con le mani sui fianchi.

Spalanco gli occhi e osservo dalla testa ai piedi la mia genitrice per le parole che, senza alcuna esitazione, hanno lasciato le sue labbra.

Sposto gli occhi verso la mia amata biblioteca a muro, appesa affianco all'armadio, e tremo leggermente nell' immaginare la scena di tutti quei libri pieni di storie meravigliose, andare a fuoco.

Faccio cenno con la mano a mia madre di cucirmi la bocca e la invito, con un cordiale e falso sorriso, ad uscire dalla camera "per potermi preparare e andare in quel inferno", anche più comunemente chiamato scuola.

Quarantacinque minuti e tanti insulti rivolti a Tim - che mi ha fatto fare tardi - dopo, finalmente, entro a scuola.

Gli ultimi giorni di scuola.

Mi guardo intorno osservando centinaia di ragazzi esagitati e, allo stesso tempo, tristi per il loro ultimi giorni di scuola.

Noto in lontananza Martin appoggiato al suo armadietto con la spalla, Ronnie e Cole davanti a lui e, infine, Cassandra e Violet avvicinarsi a loro ridendo e agitando i loro capelli colorati.

Rimango immobile quando proprio Cassandra, una volta avvicinatasi al gruppo, lascia un bacio sulle labbra di Martin che, senza problema, ricambia dopo averle rivolto un sorriso gentile.

In quel preciso istante mi rendo conto di essere molto vicina a loro, tanto che Violet mi nota e, senza problemi, mi rivolge un saluto.

Un piccolo ed insignificante segno che però non passa inosservato a Ronnie e Cole che, impietriti, passano lo sguardo da me a Martin.

È proprio Cole a richiamare il suo migliore amico con un'assestata e dolorosa gomitata nelle costole.

Martin porta il suo sguardo nel punto indicato dal suo amico, con il mento, e trova me.

Spalanca gli occhi e deglutisce a fatica continuando a tenere le mani sui fianchi di Cassandra, in modo tale che, proprio quest'ultima, non si giri.

Abbasso gli occhi sulle mie amate scarpe e tiro un respiro pesante, per poi alzare lo sguardo verso quelli che per una vita erano stati i miei falsi migliori amici.

Sorrido sinceramente guardando la nuova coppia, aggiusto lo zaino - leggermente scivolato sulla mia spalla - e ricambio il saluto di Violet senza alcun problema, per poi girarmi e andarmene.

Siete tutti falsi.
Non importa quanto tempo ti lega ad una persona e nemmeno i ricordi che avete insieme, se una persona è una merda.
Una merda rimane.

Rimugino per tutta l'ora di storia su questa frase letta in un post di Instagram e rimango sorpresa nel notare che si addice perfettamente a me e a quelli che - per anni - ho definito "amici".

Un leggero fastidio al polso mi fa tornare alla realtà e, solo dopo aver abbassato lo sguardo su quest' ultimo, noto il numero salire di nuovo velocemente.

Finite tutte le lezioni il fastidioso bruciore inizia a diminuire e, ormai fuori dall'edificio che mi vedrà per ancora qualche giorno, decido di alzare la manica della maglia rosa che ho deciso di indossare quella stessa mattina, per poter osservare che numero sta prendendo forma sul mio braccio.

7.168 km.
7.178 km.

< Ma allora non stavi mentendo! > esclama alle mie spalle una voce a me fin troppo familiare.

Mi congelo sul posto senza parole.

< Serenity parla cazzo! > mi ritrovo, in un attimo, la figura della mia ex migliore amica davanti; le sue mani fini sulle mie spalle.

< Io... > la guardo senza proferire niente, per poi scoppiare a piangere.

Dopo un anno finalmente non sono più sola.

Le sue braccia fini mi stringono in uno dei calorosi bracci che, in momenti di sconforto, era solita darmi.

< Respira Ser... vedrai che Martin capirà > sussurra al mio orecchio, accarezzandomi lentamente la schiena.

A quelle parole le lacrime si fermano istantaneamente e mi ritrovo, senza pensarci due volte, a staccarmi da quel abbraccio.

La Ronnie che conoscevo non avrebbe detto questo, non subito almeno.

La studio con gli occhi mentre, con un movimento veloce delle mani, asciugo le lacrime che hanno bagnato le mie guance.

< Non so a cosa tu ti stia riferendo > pronuncio atona notando il suo masticare, insistentemente e a bocca aperta, il chewing-gum.

< Il tatuaggio! Ha cambiato numero! > strilla agitando le braccia in aria.

La squadro velocemente per ricordarmi che, benché i suoi gesti siano gli stessi della Ronnie che conoscevo io, quella non è la mia migliore amica.

< Non so proprio di cosa tu stia parlando > alzo un sopracciglio con fare confuso - ringraziando mentalmente gli anni di recitazione del liceo -.

< Questo... > alzo il braccio sinistro per farle vedere il tatuaggio immutato < È uno stupido tatuaggio > cito le parole che, un anno prima, mi aveva rivolto Martin.

Ronnie seriamente confusa scuote la testa, porta gli indici alle tempie e le massaggia.

< Devo smetterla di fumare quella roba... > mormora come se parlasse tra se e se ed io, felice, non do peso alle parole che hanno rilasciato le sue labbra.

< Scusami > conclude guardandomi negli occhi, seriamente dispiaciuta e, a tratti, imbarazzata.

< Figurati > rispondo con un semplice cenno della mano, per poi guardarmi intorno a disagio.

< Ma perché piangevi? > chiede di punto in bianco riacquistando tutta la mia attenzione.

Sudo freddo per un attimo ma poi lascio andare dalle mie labbra la scusa più stupida di tutti i tempi.

< È morto il gatto di nonna...> mormoro abbassando la testa - sperando di dare più credibilità alla storia -.

< Oh... > Ronnie inizia a mangiarsi le unghie, segno che è veramente nervosa.

< Ora devo scappare. Ci si vede in giro! > mi incammino verso il cancello della scuola e, prima di girarmi definitivamente, la saluto con un cenno della mano.

A mai più Ronnie.

[N/A]

Benvenute nella quotidianità di Ser! 🤍

Una quotidianità PERÒ che sta per cambiare...🙊

E voi avete mai avuto amicizie che si sono rivelate false?

Cosa succederà nel prossimo capitolo?😏
𝘊𝘰𝘯𝘵𝘪𝘯𝘶𝘢𝘵𝘦 𝘢 𝘭𝘦𝘨𝘨𝘦𝘳𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘴𝘤𝘰𝘱𝘳𝘪𝘳𝘭𝘰...

Vi amo.
xxx.

𝗜𝗴: 𝘄𝗮𝘁𝘁𝗽𝗮𝗱.𝘀𝗯

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