E vissero per sempre...

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Questa storia partecipa alla seconda trama del Concorso di Scrittura (Contest of Wattpad di AmoreTiOdio)

Oggi è il matrimonio della mia migliore amica. Sono emozionata per lei anche se Brian non mi ha mai convinto. Non so perché ma spesso sento come se non dicesse la verità. Spero di sbagliarmi.

La preparazione scorre tranquilla tra qualche abbraccio e qualche lacrima di commozione.

«Lisa vado un attimo in bagno e controllo a che punto sono i ragazzi. Torno tra poco»

E così mi allontano dalla mia migliore amica e mi dirigo nel corridoio per controllare che tutto stia andando per il verso giusto. Sono o non sono la damigella d'onore.

Chissà se un giorno riuscirò a trovare anch'io quello giusto. Sono sempre stata sfortunata nelle relazioni: possessivi, gelosi, menefreghisti, traditori. I peggiori li ho trovati io. Vorrei solo trovare qualcuno che mi apprezzi, che mi tratti come merito e che condivida con me sia le cose belle che le cose brutte che la vita offre.

«Ma perchè hai deciso di sposarla?» i miei pensieri vengono interrotti dalle voci dei ragazzi che hanno lasciato la porta socchiusa.

«È la figlia del mio capo. Sai cosa significa per la mia carriera diventare suo marito? Erediterei tutto» ma è Brian? Come può dire una cosa simile! Mi avvicino ancora un po' per ascoltare la conversazione, cercando di non farmi sentire.

«E continuerai a vederti con Evelyn? Anche dopo il matrimonio?» questo sembra Trevor, il suo testimone.

«Ovviamente. Lei è la donna perfetta. Se solo fosse ricca quanto Lisa sposerei lei. Ma non lo è. Non voglio una vita di stenti. Troverò delle scuse per vederla» brutto pezzo di... Oh ma cosa mi fa dire! Cosa devo fare? Sento dei passi avvicinarsi alla porta e mi allontano di corsa verso la prima porta che incontro. Entro e col respiro affannato e la mente confusa mi butto per terra.

Non so cosa fare. Voglio bene a Lisa e non posso permettere che venga usata da un cialtrone come Brian. Ma non posso neanche dirglielo così, il giorno del suo matrimonio. Non mi crederebbe sapendo del mio astio nei confronti di Brian.
Devo architettare un piano.

Mi dimentico di andare in bagno e mi dirigo verso la stanza dove la troupe che si occupa delle riprese sta sistemando le ultime cose.

«Come procedono i lavori?» chiedo con nonchalance come se fosse un controllo di mia competenza.
«Tutto bene. La sposa è pronta?»
«Quasi, ma ha un'ultima richiesta. Vorrebbe sapere se è possibile farmi indossare una piccola telecamera, per riprendere tutto dalla mia angolazione. Però deve essere piccola perché non vuole che si veda, per non rovinare l'outfit che ha scelto».

«Fortunatamente per te non è la prima sposa ad avere una simile idea bizzarra. Proprio per questo motivo abbiamo ideato queste piccole spille. A prima vista sembra un semplice gioiello che abbellisce l'abito. In realtà è una videocamera»

«Magnifico! E si può già attivare? Così riprendiamo anche il "dietro le quinte"» speriamo che non capiscano che ho altre intenzioni.

«Certo. Dacci due minuti e poi te lo installiamo». Perfetto. Ora devo solo sperare di riprendere qualcosa di interessante da poter mostrare a Lisa. Non posso proprio permetterle di gettare la sua vita nelle braccia di quel viscido. Mentre aspetto vado a prendere un paio di caffè da portare ai ragazzi e dopo aver concluso l'installazione della videocamera mi dirigo verso loro.

«Ragazzi? Volete un po' di caffè?» chiedo dopo aver bussato alla porta.
«Mia! Entra! Come vanno i preparativi dall'altra parte?» mi chiede Trevor.
«Bene e qui? Dov'è Brian?
«Telefonata importante dal lavoro. Torna tra poco». Si, come no! Un lavoro di nome Evelyn.

«Vado a portargli il caffè allora» e mi avvicino verso la porta che va al retro, nel giardino.

«Ma no Mia! Non c'è bisogno, adesso arriva!»
«Insisto»

Apro la porta e lo trovo in giardino seduto di spalle in una panchina, una sigaretta in mano e il telefono nell'altra.

«Amore mi dispiace. Sai che non posso fare altrimenti. Ti manterrò io, per te e per lui» Lui? Mi avvicino per riprendere e ascoltare meglio. Credo sia questa Evelyn. Intanto lui accende lentamente la sigaretta e inizia a fare qualche tiro. Ma non aveva smesso?

«Basta. Devo entrare. Mi dispiace amore» e stacca. Io faccio finta di camminare verso di lui.
«Ti ho portato un caffè»
«Grazie Mia. Come sta Lisa?»
«Emozionata. E tu come stai?»
«Uguale» sta mentendo. Lui non è emozionato. Lui è solo uno stronzo. Senza dire altro si alza dalla panchina e torna dentro.

Mi siedo sulla panchina e sento come se mi fossi seduta su un foglio di carta. Una foto di Brian: lui con un'altra donna e un bambino. Un bambino identico a lui! Guardo il retro della foto: c'è scritto "Mamma e papà". Questa è una prova schiacciante. Lisa e Brian stanno insieme da 8 anni. Questo bambino ne avrà 3.
Devo parlare con Lisa!

«Lisa! Lisa! Devo parlarti!»
«Proprio ora Mia! Devo andare. Siamo pronti» mi dice sorridente.
«Lisa ti prego ascoltami. È importante».
«Dopo la cerimonia. Promesso» e ci incamminiamo verso la navata. Io di nascosto mi allontano verso la stanza dei fotografi e cerco il PC con la mia diretta. Eccolo! Salvo tutto su una chiavetta che ho trovato sul tavolo e, prendendo il PC sottobraccio, torno a fermare il matrimonio.

«Siamo qui riuniti oggi..»
«Mi scusi reverendo. Prima di procedere devo mostrare una cosa». Il reverendo, scocciato, mi fa segno di proseguire. Attacco il PC al proiettore degli effetti luminosi e faccio partire il video.

«Ancora fumi Brian? Ancora!»
«Lisa posso spiegare»
«E chi è questa che chiami amore?» le lacrime iniziano a rigarle il volto. Io mi avvicino a lei e le porgo la foto per poi abbracciarla.

Brian sbianca. Credo non gli arrivi più aria al cervello. Lisa guarda la foto e legge la scritta e in preda ad un pianto di disperazione la strappa e la lancia addosso a Brian seguita subito da un fragoroso schiaffo (più che meritato aggiungerei).

Prendo Lisa con me e la faccio salire sulla mia macchina.
«Vieni. Andiamo ai Caraibi, il tuo viaggio di nozze si trasforma in un bellissimo viaggio con la tua migliore amica alla ricerca di "quello giusto"»

E senza dire nulla, ancora troppo scossa dall'accaduto, fa un cenno con la testa che io comprendo subito. Schiaccio l'acceleratore: direzione aeroporto.

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