Regola numero 28

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Che settimana orribile! E più va avanti, peggio è. Dovevo capirlo lunedì mattina, quando Clarita si è presentata nel mio studio con gli occhi arrossati e le palpebre pesanti. Non ci voleva un genio per capire che l'appuntamento di domenica era stato un disastro.

Organizzo appuntamenti romantici da una vita e non ho mai sbagliato un colpo; tra i miei clienti ho avuto perfino un paio di celebrità. Da me sono passati giovanotti in cerca di bellezze esotiche, donnine bramose di denaro e anche qualche vecchio scapolo in cerca di un'avventura.

La giovane donna, guardandomi con aria affranta, mi aveva raccontato del suo ultimo appuntamento. Non capivo dove potessi aver sbagliato: lei e Federico sono entrambi giovani, talentuosi e soprattutto gentili; formano proprio una bella coppia.

Per la sera prima avevo organizzato loro una cenetta romantica in un ristorante della città con vista sul laghetto, tovaglie in lino bianco e le candele, avevo pensato a tutto. A tavola, ad un certo punto, era squillato il telefono a Federico.

Regola numero 28: mai tenere la suoneria del telefono accesa ad un appuntamento galante.

Il giovane aveva risposto a una certa Paola, di cui Clarita non conosceva l'identità, e terminata la chiamata, la ragazza aveva preteso risposte. Federico era rimasto sul vago, per cui la conclusione non poteva che essere una: lui la stava tradendo. Clarita mi aveva chiesto di cancellare il prossimo appuntamento, per cui avevo avvertito anche Federico.

Il mercoledì sera ho ricevuto io un due di picche. Dovevo vedermi con una certa Giorgia, ma non appena ci siamo incontrati ho capito che avevo preso l'ennesimo granchio. La signorina, non più così giovane, cercava una fuga da mille e una notte, possibilmente con un toyboy biondo, con gli occhi azzurri e la tartaruga. 0 su 4, per cui avevo lasciato il pub con la coda tra le gambe e due gin tonic nello stomaco.

Giovedì sera, ieri, avevo ricevuto un messaggio in segreteria da Federico. Aveva saputo che il prossimo appuntamento era saltato ed era disperato. Oggi mi sarebbe venuto a trovare. Sento suonare il campanello: dev'essere lui. Prendo un bel respiro e lo faccio entrare. Mi racconta, tutto agitato, che Clarita lo ha piantato in asso domenica senza dirgli niente, e adesso ha anche cancellato l'appuntamento. "Ma io volevo farle la proposta!" mi svela.

Io rimango stupito e penso che si sia confuso su quello che sta succedendo. Lo faccio sedere e con calma gli chiedo una delucidazione in merito a quello che mi aveva detto la ragazza. Lui mi spiega che Paola è l'orafa alla quale si era rivolto per l'anello di fidanzamento. Quella sera le era arrivato in negozio e lui aveva risposto. Non potendo rivelare tutto all'amata era rimasto sul vago. E aveva rovinato tutto.

"Non preoccuparti." lo tranquillizzo. "Adesso ci penso io. Tu concentrati solo sulla proposta." Gli rispondo con gli occhi a cuore: tra le invitate al loro matrimonio troverò di sicuro una donna per me.

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