Capitolo 4

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La voce si sta spargendo come una macchia d'olio.

Persino mio padre ha sentito di questa rivolta.

Tutti quelli che conosco ne parlano.

È un bene.

Come ogni notte mi trovo con i ragazzi.

Noto Beatrix e Edmund che camminano nella mia direzione.

-Zora, sei sola? Dov'è Albin?-
-Ciao Bea. Edmund. Sì, stanotte Albin è dovuto ad con Shama a caccia.- spiego e mi unisco a loro.

Nel vecchio capanno ci sono già alcuni dei ragazzi.

Henry, Braiden, Perry e Lily, accompagnata dal fratello Edward, probabilmente il più grande fra noi.

Lui e la sorella minore non si somigliano per niente se non per la loro carnagione caffelatte.

Lei ha grandi occhi scuri e labbra sottili oltre ad avere dei lunghissimi capelli soffici color mogano e un corpo minuto.

Lui ha uno sguardo sottile e tagliente argentato, i capelli corti e neri ma con un ciuffo folto che gli ricade sul volto e il suo corpo è asciutto e ben scolpito.

Aspettiamo l'arrivo di Genny, Katy e Max, ma non sembra vogliano farsi vivi stanotte, al contrario di un altro ragazzo che corre impacciato verso di noi.

È alquanto goffo ed ha i capelli biondi e riccioluti e grandi occhi verdi.

-Ehi Ragazzi! Non avete idea della fatica che ho fatto ad uscire. Caspita... Devo riprendermi.- esclama sdraiandosi sul pavimento della capanna.

-Scusa... Tu sei?- domanda Edward con tono gelido e autoritario.
-Owen. Owen Arcer. Sono il migliore amico di Max!- esclama ansimando.
-Benvenuto Owen. Sai perché il tuo amico non è venuto?- domanda Edmund che lo aiuta a sedersi e lo invita a spiegare con tono calmo e amichevole.

Il riccioluto batte i palmi sulle ginocchia.
-Avete presente quel mostro di suo padre? L'ha rinchiuso in camera sua! E lo stesso vale per Katy! I loro genitori gli hanno letteralmente segregati dopo che li hanno visti in piazza insieme!- si agita.

Beatrix si avvicina ad Edmund.

-I loro genitori sono Iolanthe e Winter... Sono i rappresentanti che hanno contribuito alla divisione.-
-Esatto.- sospira Edmund.

-Perché non facciamo una vera riunione anche noi? Se l'hanno fatto loro tanto vale cambiare direttamente noi le regole!- propone Edward digrignando i denti.
-Non ti alterare, dobbiamo mantenere la calma.- cerca di fermarlo il rappresentante dei T-Rex.

Un tonfo fa trasalire tutti.

Henry ha battuto un pugno contro alla parete di legno del capanno nervosamente.

-Voi non avete idea di cosa ho dovuto passare per venire qui. Io ho perso degli uomini che stavano sotto il mio comando dopo che ho perso mio padre per colpa di queste inutili idee di merda di dare potere a uno invece che ad un altro.- solleva la mano metallica e la osserva -Qui la calma è l'ultima cosa a cui dovremmo pensare!- alza il tono e tutti rimangono in silenzio.

Braiden gli posa una mano sulla spalla.

-Tutti noi abbiamo avuto molte difficoltà... E io per primo sono stato... Veramente debole a differenza di altri.- solleva lo sguardo e incrocia il mio, sorridendo -Ma è proprio per questo che siamo così spaventati ora, perché abbiamo subito fin troppe divisioni e non ne vogliamo altre. Io dico che la riunione è necessaria!- esclama.

Annuisco e faccio un passo avanti.

-Finora quanti conosciamo che sono a favore di questa suddivisione razziale?- domamdo.
-Fin'ora cinque: Camelia, i genitori di Max e Katy, e i rappresentanti di Iguanodon e Carnotaurus.- spiega Edmund.

-Veramente... Ho paura siano molti di più...- interrompe titubante Owen -Anche Trent, il mio rappresentante, dei Pentaceratops è favorevole. Non solo, l'ho sentito parlare anche con quello degli Acrocanthosaurus e degli Ankylosaurus. E probabilmente anche i Therizinosaurus e Quetzalcoatl...-

Mi si annoda lo stomaco.

-Siamo comunque in maggioranza. Sono dieci contro venti teoricamente. Ce la possiamo fare democraticamente.- riflette Edmund.

Il silenzio cala nuovamente.

-Domani chiederemo una riunione generale e tenteremo una controriforma.-
-Dovrebbero partecipare tutti... Anche i non rappresentanti.- interrompe la voce dolce e soave di Lily.
-Sono d'accordo.- dico e tutti annuiamo.

-Bene, ci troviamo domani notte e vi faremo sapere. Spero sarete presenti tutti...- conclude Edmund e tutti torniamo verso le nostre case.

È notte fonda e c'è un silenzio assordante.

Passo accanto alla casa di Albin, ma non noto alcun movimento.

Sarà ancora fuori?

Decido di continuare a camminare verso casa mia, quando mi cade l'occhio su una strana pietra, posata accanto all'entrata di casa sua.

È ametista, la mia preferita.

È alquanto insolito trovarla in questo stato in natura.

La sollevo ed è di un viola intenso e i suoi cristalli sono grandi e intatti.

Improvvisamente i miei polpastrelli notano una strana superficie sul retro.

Un piccolo biglietto piegato su sè stesso e appiccato con della resina.

Lo apro e riconosco la scrittura piccola e disordinata.

Albin.

"Camelia ha allontanato gli alfa."

Trasalisco e faccio cadere a terra la pietra.

-Cosa?!- mi stringo con una mano i capelli, mentre con l'altra rileggo più e più volte il biglietto.

È stato scritto in maniera frettolosa e non ci sono altri indizi.

Avverto un rumore provenire dalle mie spalle.

Probabilmente una guardia.

Prendo il pezzo di carta e lo infilo nella cintura di pelle e mi affretto ad arrivare al mio piccolo passaggio segreto.

La pietra che estraggo dal muro per passare da un lato all'altro.

Mi avvicino e silenziosamente passo dall'altra parte, ma qualcuno mi prende alle spalle, premendo il palmo della mano sulle miei labbra.

Mi dimeno spaventata e cerco di levare quelle mani di dosso.

-Sh! Non fiatare!- la voce familiare mi zittisce.

Mordo la mano e questo mi molla trattenendosi dai lamenti.

-Che diavolo vuoi Jack?!- urlo sottovoce e lui mi zittisce nuovamente e mi fa cenno di entrare in casa sua.

Lui entra per primo e io lo guardo titubante cosi lui accenna nuovamente il gesto.

Per quanto sia stato di aiuto contro Xira non sono ancora convinta di potermi fidare di lui.

I passi delle guardie si fanno più vicini e mi rendo conto di non aver scelta.

A passo svelto entro nel cottage.

A illuminare tutto c'è solo una misera candela posata sul piccolo tavolo circolare.

Ha solo una sedia e ogni cosa qui dentro ti fa capite che è completamente solo.

Un soli piatto, un solo bicchiere, un'unica tazza, un letto singolo nella piccola stanza accanto al bagno e un'unica poltrona invece di un divano.

Ha una estremamente povera dal punto di vista dell'arredamento.

-Hai saputo del tuo ragazzo?- domanda facendomi trasalire.

Annuisco ed estraggo dalla cintura il biglietto.

-L'ho trovato poco fa... Tu come fai a...-
-Ho visto e sentito tutto. Non sei l'unica ad usare quel passaggio per l'esterno.- ride.

Prende la sedia e si siede incrociando le gambe e portando un braccio dietro lo schienale.

-E.. Cosa hai visto o sentito?-
-Ero uscito dalla città per fare un giro. Quando stavo tornando ho visto in lontananza Camelia e altri rappresentanti che stavano parlando con Albin e Shama. Mi sono trasformato in raptor per confondermi fra il branco e mi sono avvicinato per ascoltare.- spiega e improvvisamente si zittisce.

Rimango in silenzio anch'io ed entrambi notiamo le guardie che passano accanto alla casa.

Passeggiano senza parlare, probabilmente controllano che tutti siano in casa.

Appena non odiamo i loro passi riprendiamo a parlare, ma con tono di voce più basso.

-Hanno allontanato tutti gli alfa e i beta! Camelia ha detto che è solo per questioni di sicurezza, ma io credo l'abbia fatto perché vuole essere certa che nessun mega alfa o umano esca dalla città e per questo gli ha scacciati. In più,dopo che Albin e Shama hanno iniziato ad incamminarsi, ho sentito uno dei rappresentanti che hanno intenzione di allontanarli definitivamente.-

Ringhio quasi inconsapevolmente e inizio a fare avanti e indietro per la stanza.

Devo stare calma.

Mi passo una mano fra i capelli e decido di cercare qualche informazione utile per i ragazzi.

-Ricordi quanti erano quelli con Camelia?- domando e lui risponde facendo spallucce.
-Sette o otto, ma non ci ho fatto particolarmente caso.-

Secondo le informazioni raccolte dovrebbero essere circa una decina.

Mi siedo sulla poltrona e osservo il camino con le braci incandescenti.

Decido di informare anche Jack della piccola rivolta contro le decisioni di suddivisione e quant'altro, dell'idea di fare una riunione per sistemare le cose e del togliere dal potere Camelia e i suoi seguaci.

Lui scoppia a ridere.
-E secondo voi cambierà qualcosa? Sul serio?- riprende a ridere.
-Perché hai un'idea migliore?- chiedo irritata dalle sue risate.

Si alza in piedi e cammina verso di me con la solita aria da sbruffone.
-Di sicuro la vostra rivolta pacifica non farà un bel niente. Loro hanno voluto fare di testa loro fino ad ora? Cosa gli impedisce di continuare?-

Si piazza ad un passo da me e si abbassa in modo da avere il suo viso all'altezza del mio.

Sbuffo e gli assesto un calcio alla gamba.

Si lamenta massaggiandosi il punto in cui l'ho colpito, ma lo ignoro.

-Non penso ci sia altro modo per cambiare le cose.- rispondo seria.
-Bhe io penso di si e l'hai appena dimostrato! Con la violenza!-

Gli tiro un altro calcio, ma questa volta mi afferra il piede.
-Dalla violenza impari solo come bloccarla. A volte con altra violenza.- spiego strattonando via il mio piede dalla sua presa.

-Tsk.- mi volta le spalle e va verso camera sua.

-Personalmente non voglio più spargimenti di sangue inutili.- concludo ed esco da casa sua per andare verso quella di mio padre.

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