💀 - Il silenzio dei dannati - 💀

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Benone.
Iniziamo la sesta recensione ponendo una domanda ai lettori di questo servizio.
Conoscete Wulf Dorn?
Ok, se per caso non lo conosceste ancora, informatevi.
È il mio scrittore preferito, amo il suo genere thriller psicologico.
Perché questo preambolo? Perché la nostra cara Fumoemiele credo sia imparentata con il sopracitato.
Prevedo una recensione bella lunga.


Copertina = 8
Allora.
Lo so che non si comincia mai con un "allora", ma sento di avere talmente tante cose da dire che non so nemmeno da dove potrei iniziare.
L'immagine della copertina mi piace molto, credo che rispecchi fedelmente il genere e lo svolgimento della storia.
Inizialmente mi ero fatta un appunto - me li faccio spesso quando devo scrivere una recensione, per non dimenticare niente.
In codesto appunto avevo scritto " il font non mi pare adatto al genere".
Mai errore mi fu più fatale: avendo trovato nella lettura dei primi capitoli molti spunti apparentemente romantici, sono finita per ricredermi; al momento lo trovo non solo azzeccato, ma anche necessario. Un particolare dolce, in una copertina che non dovrebbe essere dolce. E va benissimo così.

Trama = 9
Leggendo le prime righe di presentazione mi sono sentita immediatamente catturata. L'autrice ha buttato sul piatto le parole giuste: balbuziente, rapimento, dialogare, viva; tutte queste informazioni mi sono state sufficienti per correre direttamente al prologo, senza passare dal via.
Ho intuito sin dal principio il genere della storia, pertanto mi sono fatta una marea di aspettative, non lo nego.
Già dalle prime righe ho sentito di essere nel romanzo giusto, al momento giusto. Avevo bisogno di una storia diversa dal solito e l'ho trovata.
Apro una parentesi: è la prima storia del concorso in cui trovo una sezione dedicata al cast, ma, a mio avviso, avrebbe anche potuto anche non esserci. In seguito spiegherò i miei perché.

Originalità = 9
Che io abbia trovato il romanzo originale è cosa indiscutibile; tutte le tematiche vengono affrontate con molto rispetto, specialmente quella legata al problema della balbuzie.
Si evince, durante la lettura, che troveremo anche tematiche romantiche.
Esse ci sono, ma vengono trattate in modo molto sottile, alla vedo non vedo.
Questa è stata una cosa che ho apprezzato moltissimo: non ci troviamo di fronte a una storia romantica tout court, ma a un romanzo studiato per essere questo e anche molto di più.
Non vorrei ripetermi, ma amo questo genere: amo le cose psicologiche e intrise di mistero. La cosa più originale di questo romanzo sta nel fatto esso sia unico nel suo genere. Non ho trovato rimandi a cose già lette, o simili. Ho scorto particolari che non mi sarei mai aspettata di leggere.
Mi voglio complimentare per la fantasia che sta dietro la stesura di questo romanzo.

Personaggi = 10
La raffinatezza con cui l'autrice ci presenta i protagonisti della storia è da premio Nobel.
Volete sapere quale è la cosa bellissima?
Che li descrive, ma sempre lasciando un ampio spazio alla fantasia del lettore di poterseli immaginare, tanto fisicamente, quanto psicologicamente.
Ecco perché credo il cast sia superfluo: avrei immaginato i tuoi personaggi anche senza l'ausilio di un capitolo dedicato a esso.
La caratterizzazione della protagonista femminile è senza dubbio quella che ho preferito: mi è sembrato di conoscere Bonnie da sempre. Riservata, distante dal mondo, una tipa che preferisce passare il suo tempo tra la sua arte e il bisogno di riflettere sulle cose, sempre e comunque. Il fatto ci sia tanta introspezione mi è piaciuto un sacco, lo ammetto. Sono stata costantemente nella testa di Bonnie e non ne sarei uscita mai.
Il nostro rapitore, al momento, resta una bella incognita. Di lui conosciamo poco, solo quello che ci vuol mostrare Bonnie attraverso le sue riflessioni e va benissimo così. L'aura di mistero che aleggia attorno a Øystein, almeno per il momento, deve restare tale. Perché lo penso? Perché è il punto forte del racconto. Il mistero invoglia il lettore a proseguire come un treno, capitolo dopo capitolo. Però sappiamo sia un figo: finalmente un rapitore che non ha i denti marci, la panza di fuori e che non puzza.

Narrazione = 10
Leggendo questo romanzo vi sentirete come letteralmente attaccati alla poltrona.
La narrazione è talvolta lenta, talvolta incalzante, a seconda del contesto. Vi prenderà, ne sono certa. L'autrice è brava nell'intercalare momenti riflessivi e narrativi a momenti più propriamente descrittivi, regalando un quadro davvero completo della storia. A questa narrazione non manca davvero nulla: non vi è stato un momento in cui ho faticato a leggere, a seguire il filo, non ho trovato un capitolo troppo lungo o troppo corto.
Sì, ammetto che i capitoli siano lunghi, ma vi assicuro che al termine di uno di essi vi troverete a dire "Ma, come?! È già finito?"
Inserisco quì anche la mia opinione sui dialoghi: credo il balbettare di Bonnie sia mostrato al lettore in modo davvero realistico, come ho trovato accattivanti i momenti in cui ella cerca di diagolare con il suo rapitore. Non si scade mai nella banalità.

Ambientazioni e descrizioni = 10
Per tutto il racconto sono stata seduta accanto a Bonnie, sul pavimento della sua gabbia e ho sentito la sua ansia.
Mi sento di dare un voto alto proprio per questo motivo: ogni descrizione mi ha fatto provare sempre emozioni diverse. Ho avuto paura, ansia, ho percepito il panico e, per assurdo, ho pure provato tenerezza.
L'autrice, a mio avviso, ha un potere: riesce a descrivere gli ambienti talmente bene da indurre il lettore a vederli chiaramente nella testa e non solo; porta proprio il lettore con sé nel suo mondo.
Di più, anche le descrizioni fisiche dei personaggi sono curate al dettaglio, ma mai forzate. La cosa che ho amato di più sono senza dubbio le descrizioni degli occhi e degli sguardi di Øystein: solo in base a esse sono riuscita a inquadrare particolari della personalità del protagonista maschile, ancora sapientemente avvolto nel mistero. Ho iniziato a pormi delle domande, a lasciarmi trasportare da ipotesi e dubbi grazie alle descrizioni. Pertanto credo esse siano davvero ben fatte e irrinunciabili.

Lessico, ortografia e sintassi = 9
Si tratta di un romanzo accessibile a tutti, ma devo ammettere il lessico sia curato e ricercato. L'autrice sceglie sempre parole giuste, mai banali. Per farvi capire: non vi troverete davanti a un romanzo scritto da un'adolescente  in modo adolescenziale. No, Affatto!
A livello ortografico tutto ok: ho letto attentamente tutti i capitoli proposti e devo ammettere di aver trovato tutto molto pulito e in ordine.
Questo senza alcun dubbio rende la lettura ancora più piacevole; il mix perfetto tra la narrazione fluida e l'ortografia curata fa sì che questo romanzo diventi un vero piacere per gli occhi.

Grado di trasporto = 10
Per farvi capire il perché di un voto così alto, vi racconto cosa ho combinato al momento della lettura.
Dal momento che sono il capo di me stessa - lavoro in un bar di proprietà - ho deciso di iniziare a leggere il romanzo, anche se mi ero promessa di farlo solo in serata, a casa. Bene, detto questo, al termine della lettura ho sentito il bisogno di rendere partecipe un mio cliente di ciò che avevo letto: abbiamo iniziato a fare supposizioni, ci siamo inerpicati in teorie assurde e alla fine, questo cliente, mi ha chiesto dove avrebbe potuto leggere il romanzo.
Siamo stati trasportati? Direi proprio di sì. Praticamente non abbiamo parlato d'altro per un'ora. Questa cosa non mi era mai successa prima, o meglio, mi era successa solo leggendo i libri di Dorn - il sopracitato autore preferito.

Leggerò ancora? = 10
In questo caso che banalità, questa domanda! ASSOLUTAMENTE SÌ.
Sono rimasta sospesa in un limbo tutto mio di idee, teorie distorte, domande e curiosità. Sazierò il tutto solo continuando a leggere il romanzo. Voglio esagerare, perché credo l'autrice se lo meriti: ho la sensazione che con l'aggancio giusto, questo libro possa finire sugli scaffali di una libreria e poi, naturalmente, sulla mensola della mia, di libreria.

Opinione generale = ???
Il libro ha il tag per adulti, ma ammetto di non aver trovato - per ora - alcuna mostruosità. Credo che una sbirciatina la possiate dare tutti.
Lo consiglierei? Certo che sì. Già ho spinto un cliente verso "Il silenzio dei Dannati". Ora sono quì per spingere voi, miei cari lettori.
Al momento, devo ammettere questo sia il romanzo più completo del contest: riflessivo al punto giusto, narrativo, descrittivo e talvolta anche goliardico (mi riferisco alla leggenda del Nokia indistruttibile e alla pizza con l'ananas!).
Insomma, chiunque sia alla ricerca di un romanzo horror, thriller, con una punta di inusuale romanticismo, "Il silenzio dei dannati" sarà il libro adatto a voi.

Voto parziale: 85/100

Vi ricordo che il voto finale sarà svelato al termine del contest con l'aggiunta dell'opinione generale.















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