Bentornata

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Elena era finalmente ritornata più felice e senza preoccupazioni, e soprattutto senza una sua gran parte di brutti ricordi nel suo cuore.

Dopo essere finalmente uscita da Discordia e averli affrontati, aveva finalmente trovato pace, sia nella sua anima che nel suo cuore.

Però, nonostante questa sua sensazione di perfetta armonia, da un po' di tempo aveva il sospetto che qualcosa non andava per il verso giusto, e che di sicuro le sarebbe capitato qualcosa di brutto, sempre lì a Discordia.

Ma di questo Elena non se ne preoccupava troppo, piuttosto passava ogni sua giornata felice e tranquilla con la sua famiglia e i suoi amici, e nessuno le avrebbe mai tolto il sorriso...

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In una calda notte d'estate, Elena stava dormendo profondamente nel suo letto, e all'improvviso si risvegliò, percependo quello che sembrava un richiamo.

E la giovane, dunque, si ritrovò di nuovo a Discordia, con la camera da letto completamente devastata, il pavimento a scacchi trasparente, le felci e le gabbie piene di lucciole lilla e blu.

Elena non si ricordava quasi più niente di quel luogo, era ormai passato tanto tempo da quando ci aveva messo piede la prima volta, ma decise di esplorarlo comunque,  rialzandosi dal suo letto e oltrepassando la porta della sua stanza, visto che sembrava che qualcuno la stesse richiamando a sé.

Mentre continuava a passeggiare come ipnotizzata, notò che molti ricordi di disperazione li aveva già visitati, e infatti le porte che conducevano ad essi erano chiuse a chiave con un lucchetto.

Il corridoio si faceva sempre più lungo e sconfinato, e sempre con quella sensazione di allagato della scorsa volta, di cui Elena cominciava pian piano a ricordarsene.

Arrivata alla fine del corridoio, la ragazza si trovò davanti ad un bivio:
uno era pieno di sculture di legno che raffiguravano il volto di una donna dai capelli lunghi, e l'altro bivio invece era molto buio, praticamente non si vedeva nulla.

Elena sentiva il richiamo provenire da laggiù, e decise così di prendere il secondo.

Da lì in poi, il pavimento cominciò a diventare di marmo, e per terra cominciarono ad apparire dei capelli tagliuzzati e delle forbicine taglienti.
In fondo, inoltre, si vedeva una persona seduta su una sedia nera, intenta a piangere.

La ragazza si avvicinò, lentamente, e sentì che la persona in questione stava anche singhiozzando, chiedendo perdono senza nessuna ragione apparente.

"Mi scusi...Posso aiutarla?" chiese Elena cercando di darle una pacca sulla spalla, ma a quella domanda la persona seduta girò di 180 gradi la testa, mostrando un volto familiare.

Viso pallido, occhi completamente rossi di sangue, sorriso largo e allegro ma inquietante e lunghi capelli neri.
Ella cominciò a ridere, ed Elena si spaventò, allontanandosi da lei e cadendo di sedere per lo spavento.

La persona si alzò in piedi facendo cadere la sedia e cominciò a sciogliersi in una pozzanghera nera, continuando a ridere.

"Ma cos..." si chiese la ragazza, spaventata.

La pozzanghera cominciò a prendere, in seguito, finalmente una forma, e la misteriosa figura si rivelò ad Elena.
Era di nuovo lei, il suo demone interiore, Elayne.

Però, a differenza della scorsa volta, non era nella sua forma originale, i suoi capelli neri e la sua lunga camicia di notte non terminavano in tenebra e i suoi colori apparivano più spenti.

A quanto pare la lezione che le avevano dato Elena e le sue controparti la scorsa volta doveva averla proprio sistemata a dovere, appariva molto indebolita.

"Quanto tempo che non ci si vede, Elena!
Ti stavo aspettando!" esclamò, quasi in maniera accogliente seppur disturbante.

La ragazza rimase ferma, si sentiva come se fosse paralizzata.
"Oh, è possibile che stavolta che ho delle buone intenzioni tu devi comportarti così, senza nemmeno salutarmi?
Non si fa..." disse Elayne, avvicinandosi alla ragazza mentre i suoi capelli si allungavano notevolmente.

Più si avvicinava, più sembrava diventare grande e potente, e cominciò a tenere la ragazza intrappolata con i suoi capelli, avvolgendola in una profonda oscurità.

Elena non fece nulla, si sentiva ferma ed impotente, mentre i capelli le legavano le braccia, le gambe e il petto.

"Elena...La sento...La tua disperazione è forte..." sussurrò Elayne, e fece un sorriso maligno.

Accadde tutto in un attimo:
Elena cominciò a sentirsi come se stesse per svenire e i suoi occhi apparirono spenti, ed Elayne finì di avvolgerla completamente tra i suoi capelli fino a che la ragazza non svenne priva di forze e la prese in braccio a sé

A quel punto i lunghissimi capelli neri iniziarono a tornare tenebra, e avvolsero entrambe in quella che sembrava una crisalide, iniziando a riavvolgere tutta Discordia in una totale oscurità.

Qualcuno in lontananza, però, riuscì a vedere tutta la scena, e preoccupato andò a cercare aiuto...

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Un dottore era vicino al corpo di Elena disteso sul letto, che dormiva profondamente.

Stava prendendo appunti sul suo blocco, mentre i genitori, abbracciati fra loro, guardavano la faccenda in modo preoccupato.

"Dalle mie analisi, sembra che non sia in stato di coma, fortunatamente, ma pare intrappolata in uno stato di sonno profondo a tempo indeterminato." affermò il dottore, risistemandosi gli occhiali.
"Bisogna avere un po' di pazienza, fidatevi che fra qualche giorno si risveglierà." concluse, e la madre e il padre si strinsero, lievemente rassicurati dalla notizia e sperando che il dottore avesse ragione...

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Quella stessa notte la migliore amica di Elena, Claudia, stava dormendo tranquilla nella sua camera.

L'enorme finestra a lato del letto ad un tratto si spalancò a causa di una forte folata improvvisa di vento, e Claudia fu costretta ad alzarsi per richiuderla.
"Mannaggia.
Eppure giuravo di averla serrata per bene..." mormorò la ragazza, e dopo essersi girata per potersi riaddormentare rimase a bocca aperta.

La sua camera da letto si era completamente trasformata, con mughetti e margherite che erano cresciuti sul pavimento, diventato cristallino con piastrelle.
Al soffitto poi erano appesi dei lunghi fili dorati con attaccate delle farfalle bianche vive, che però non riuscivano a liberarsi.

Ma la cosa più sconvolgente, però, era che davanti a Claudia c'era una ragazza, più o meno sui 16 anni.

Aveva i capelli biondi legati in una lunga coda da un nastro celeste, gli occhi verde chiaro, un vestito rosa pastello e un maglione blu, lilla, rosa, giallo e bianco sfumati, calze lilla e scarpette viola.

"Chi sei tu!?
E che cosa ci fai tu in casa mia!?" esclamò Claudia, abbastanza sorpresa da lei.

"Dovrei chiedermi io cosa ci fai tu qui.
Come sei finita a Discordia?" chiese la ragazza, con lo sguardo piuttosto serio.

"Discordia?" chiese lei.
"Esatto, Discordia.
Questo luogo è dove si celano le paure e i ricordi di disperazione di Elena, e tu sei solo la sua migliore amica, non ne fai parte.
Aspetta..." all'improvviso, la misteriosa ragazza ebbe una sottospecie di epifania.

"Forse il luogo ti ha chiamato, forse ha ascoltato la mia richiesta di aiuto!"
"Chiamato?" chiese Claudia, ancora più confusa.

E la ragazza, a quel punto, le spiegò tutto:"La tua amica è stata trasformata in un ricordo di disperazione da Elayne, l'incarnazione del suo demone interiore e colei che ha creato questo mondo, e ora lei ci appartiene, non più come semplice umana che inconsapevolmente ha avuto i ricordi che ne hanno dato origine.
Se non riusciamo a salvarla, rischia di venire dimenticata.
Non farà più parte del mondo reale, e rimarrà qui, sempre rinchiusa nella sua disperazione"

"Cioè come se lei non..." iniziò Claudia.
"...fosse mai esistita." concluse la ragazza.

Claudia rimase un pò di tempo perplessa.
"E dimmi, come lo sai?"
"Ho visto la scena.
La tua amica è stata rapita da Elayne, che si è avvicinata a lei e ha iniziato ad avvolgerla con i suoi capelli, fino a fondersi con lei nelle tenebre"

Claudia era ancora più scioccata, non aggiunse nient'altro e rimase semplicemente lì ad ascoltare.
"Comunque io sono Laura, un vecchio personaggio creato da Elena." disse la misteriosa ragazza, presentandosi.
"Forse mi conosci perché ero un personaggio in una storia che avevate scritto insieme e cancellato tanto tempo fa".
"Sì, ma non ti immaginavo fatta così." disse lei.

"Beh, Elena mi ha disegnato in questa maniera e adesso sono qui, e dobbiamo sbrigarci.
Non perdiamoci in chiacchiere inutili" disse in modo un po' severo, e così le due uscirono dalla stanza, avventurandosi per Discordia...

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Una ragazza se ne stava da sola, in piedi, su un pavimento di pietra, e respirava in maniera fioca.
Aveva la pelle grigia e i capelli neri con delle meches viola che le coprivano gli occhi, una camicia nera con maniche a sbuffo e un nastro viola al collo, una gonna del medesimo colore, calze nere, ballerine con nastri porpora, e ovunque aveva nastri dello stesso colore ad avvolgerla.

E mentre i nastri continuavano ad avvolgerla ed intrappolarla sempre di più, sentiva la voce di Elayne, nella sua testa.
"C'è un motivo per cui sei a Discordia. Farne parte." disse, e la ragazza si fece avvolgere completamente...

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