Capitolo uno- Bentornata, Sirenetta.

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1 anno dopo...

Attorno a me regna il caos.

Il letto, di fronte a me, è pieno di vestiti, tutti ingarbugliati e spiegazzati, che aspettano solo di essere messi in valigia.

Mi siedo sul letto, sopra tutti questi dannati vestiti, e mi porto le mani sul viso.

Domani tornerò in California. Questo significa che il mio viaggio è terminato, dovrò tornare a casa. Dovrei esserne felice, insomma, rivedrò mia madre, probabilmente anche mio padre. Rivedrò Tiffany, Tayler, James e Sam. Non rivedrò Carmen e Logan, però.

Da quando Thomas se n'è andato, anche loro sono partiti. Non credo che siano andati insieme, ma penso che Thomas abbia detto loro di scappare, di andare il più lontano possibile e di non farsi più vedere. Non hanno neanche avuto il tempo di salutarmi.

E poi...non rivedrò lui.

Faccio un sospiro quando penso a Thomas, realizzando che è scaduto il nostro tempo. È andato via ormai un anno fa, non lo vedo né lo sento da all'ora.

I primi mesi sono stati un inferno, pensavo a lui ogni secondo. Avevo smesso di mangiare, di uscire di casa. Ero vuota ed infelice, chiusa in me stessa e nel mio piccolo mondo. Non volevo più vivere senza di lui. Con il tempo, poi, sono andata avanti. Mi è stato proposto uno stage a New York ed eccomi qui, dopo un anno, pronta a tornare alla mia vecchia vita.

«Amore, hai preparato la valigia?» mi chiede Sean, entrando nella stanza. Quando vede i vestiti ancora tutti sparpagliati, la sua espressione passa da felice a nervosa. «Dobbiamo partire fra poco, devi muoverti!»

Il mio sguardo, su di lui, è truce. «Adesso preparo tutto, calmati.»

Quando sono partita, Sean ha deciso di venire con me. Nel periodo più buio della mia vita, lui mi è stato accanto, mi ha aiutata a superare l'abbandono di Thomas. Si preoccupava che mangiassi, che bevessi, che uscissi almeno per fare una passeggiata. E così è successo: ci siamo innamorati.

Non posso dire di provare lo stesso amore, per lui, di quello che provavo per Thomas. Con Sean è diverso, non sto perennemente nelle montagne russe. È una relazione stabile. Ci fidiamo l'uno dell'altra e ci sosteniamo nei momenti tristi.

Non c'è quella passione, non c'è nemmeno una piccola fiamma. Ma sto bene con lui, mi fa sentire protetta, in un modo in cui Thomas non potrebbe mai fare.

Mi fa sentire stabile, non sempre sopra una nuvola, sempre come se fluttuassi. Con lui sono sempre a terra, mentre con Thomas ero in cielo, ma la caduta, poi, faceva dannatamente male.

«Okay, va bene. Vado a prendere un cappuccino e poi torno, tu lo vuoi?» mi domanda Sean, premuroso come sempre.

Odia i ritardi e forse odia il fatto che dobbiamo tornare alla nostra solita vita. Mi ha confidato, in un momento di debolezza, che teme che appena torneremo alla normalità io mi allontanerò da lui. Ho detto che non è così, che lui per me c'è sempre stato e non lo abbandonerà mai, ma che l'idea di tornare distrugge anche me.

Ho solo paura di me stessa, di soffrire di nuovo, pensando a Thomas.

Ma lui non c'è e non tornerà più.

«Si, grazie. Con la panna», specifico. Sean mi sorride in modo amorevole e, dopo avermi scoccato un bacio sulla guancia, se ne va.

Mi ritrovo da sola e capisco che è davvero il momento per mettere le cose in valigia. Quindi, con la voglia di uno zombie e un nodo allo stomaco, inizio ad inserire i primi vestiti, quando tra le mani mi compare proprio il vestitino bianco, quello che indossavo la prima volta che io e Thomas abbiamo fatto l'amore.

Le lacrime si annidano agli angoli dei miei occhi, bramose di uscire e di reclamare il loro posto, giungendo fino alle mie labbra. Ma le scaccio, mi schiarisco la gola e cerco di sorridere a quel ricordo.

Ripenso al fuoco che c'era, alla passione tremenda che faceva male, alle sensazioni che mi hanno portata alla distruzione. Per Thomas ero solo un oggetto, un qualcosa con cui divertirsi. Non metto in dubbio che un minimo si sia affezionato a me, ma di sicuro non mi amava. Non nello stesso modo in cui lo amavo io.

La gola mi brucia per la voglia di piangere, ma faccio di tutto per smettere di pensarci e continuo il mio duro lavoro.

Una volta finito, mi sdraio sul letto e aspetto il momento per partire, per tornare alla mia vecchia vita.

«Hai finito?» Sean entra di nuovo nella stanza, ora con due cappuccini in mano, e mi porge il mio.

«Si...dovrebbe essere tutto a posto.» Mi porto la bevanda alle labbra e ne gusto il sapore dolce.

«Stai bene?» mi domanda, sicuramente ha notato la mia espressione triste. Sean riesce a leggermi dentro, a capirmi con uno sguardo e fa di tutto per farmi stare meglio, per questo gliene sono infinitamente grata.

Sospiro. «Ho paura, Sean», ammetto con un filo di voce.

«Di cosa?»

«Di tornare. So che non dovrei parlarne con te, ma...»

M'interrompe. «Lo so, piccola. Quello che hai provato per Thomas ti ha devastata. Non devi avere segreti con me, supereremo tutto insieme. So che non mi amerai mai come hai amato lui ma...»

«Io ti amo, Sean», confesso. È la verità, lo amo. Lo amo in un modo stabile, sereno, tranquillo. Amo il suo carattere, i suoi modi di fare.

Ma no, non lo amo come ho amato Thomas. Perché lui era pericolo, paura, brividi sottopelle e caos, mentre Sean è completamente l'opposto.

«Si, ma non come hai amato lui», continua. Il suo sguardo si abbassa e il viso si rabbuia.

Gli poso una mano sulla guancia, testandone la morbidezza, e gli sorrido. «Siete due persone diverse.»

«In ogni caso, supereremo tutto insieme. Torneremo alla normalità e saremo felici. Non permetterò a quell'uomo di distruggerti ancora, soprattutto in sua assenza», commenta risoluto, mentre il suo viso riacquista un'espressione felice.

«Lui non tornerà?» Non so perché io lo stia domandando a lui. Credo che sia solo per averne la conferma.

Dentro di me, non voglio rivederlo mai più. Eppure, penso che crollerei in un solo istante se si trovasse di fronte a me. Thomas ha la forza di piegarmi alla sua volontà, e se lo rivedessi non so cosa ne resterebbe di me.

«No, piccola, non tornerà. Te lo prometto», mi dice lui, ma nel suo sguardo non ci leggo la convinzione che mi aspettavo.

«Sean...», richiamo la sua attenzione. «Tu mi proteggerai, rimetterai insieme i pezzi del mio cuore, se lui dovesse distruggerlo di nuovo?»

So che non dovrei dire queste cose al mio ragazzo, ma Sean è consapevole di tutto quello che ho provato per Thomas. Ha rimesso in piedi la mia anima, e non ci sono segreti da parte mia verso di lui.

«Lo farò, come l'ho già fatto una volta.» Mi sorride, ed ora capisco che è sincero.

***

«Allora...ci vediamo dopo?», mi chiede Sean appena scendiamo dall'areo. Non ci siamo stati tantissime ore, ma devo dire che mi sento come se non muovessi le gambe da esattamente tre giorni. Sono intorpidita, quindi stiro per bene ogni muscolo nella speranza di riprendermi.

«Si. È venuta a prendermi mia madre.» Gli sorrido.

Dentro di me, mi sento tesa come una corda di violino. Sento l'ansia che cresce nelle mie vene come se mi fossi iniettata una dose di cocaina direttamente in vena.

Mi chiedo se lui sappia che sono tornata, se ha saputo che sono partita o se abbia mai provato a cercarmi in tutto questo tempo. Ma la risposta arriva da sola: Thomas, se davvero mi avesse cercata, mi avrebbe trovata e spezzata di nuovo. Non si sarebbe mai limitato ad osservarmi da lontano.

«A dopo, piccola.» Mi posa un bacio delicato sulle labbra e s'incammina verso la sua auto, mentre io, con un gran sospiro, vado verso l'auto di mia madre, che trovo parcheggiata di fronte a me.

Appena entro, il suo sorriso è ampissimo. Mi abbraccia come non aveva quasi mai fatto in vita sua.

«Okay, mamma, basta», le dico dopo quasi cinque minuti di abbraccio.

Non sono solita a condividere il contatto umano.

«Amore, mi sei mancata così tanto! Devi raccontarmi tutto!», strilla entusiasta come una bambina.

«Poi ti racconterò», taglio corto. Al momento, non sono in grado di parlare, dato il nodo che mi attorciglia lo stomaco come se fosse una corda.

La verità è che ho paura, ma non di Thomas, ma di quello che potrei sentire se lo rivedessi, o di quello che potrebbe farmi, ma non parlo del male fisico, non quanto del male emotivo.

Ma non lo rivedrò. Se n'è andato da ormai un anno, come ho fatto io, e non tornerà.

Ma tu sei tornata, Ariel, e se tornasse anche lui?

Ti ucciderebbe.

Arriviamo a casa dopo dieci minuti in cui mia madre non fa altro che tartassarmi di domande, alcune delle quali sono inerenti anche a Sean e al nostro strano rapporto, ma non rispondo quasi a niente. Come ho già detto, non ho voglia di parlare.

Appena metto piede dentro casa, sento che l'ansia si dissipa lentamente. Ammiro i muri bianchi e l'arredamento che è rimasto sempre lo stesso, tranne che per il tavolino del soggiorno, che ora è in ebano antico. Guardo la casa come se fosse la prima volta che la vedo e per la prima volta mi sento quasi bene. Ho paura lo stesso, ma sapendo che sono al sicuro sto già meglio. Se non fosse che questa casa racchiude ogni ricordo mio e di Thomas.

La pistola...

«Amore, vai a sistemare le valigie, così poi ti preparo qualcosa da mangiare», mi dice mia madre con voce compassionevole, forse è consapevole del fatto che non dormo da due giorni.

Annuisco e mi reco al piano di sopra con una valigia di dieci chili tra le braccia. Raggiungo la mia stanza con il fiato corto e il sudore che m'imperla la fronte, e la prima cosa che noto è una maschera. Una fottuta maschera, appoggiata in mezzo al letto.

La sua maschera.

Mi avvicino lentamente, lasciando cadere la valigia a terra, e prendo l'oggetto in mano, portandomelo al naso, per annusare il profumo di Thomas che è ancora intriso nella stoffa.

Sarà rimasta qui quando se n'è andato, oppure l'ha lasciata a casa mia prima che partissi, come per farmi un regalo.

Continuo ad aspirarne l'odore fin quando noto qualcosa di strano: un bigliettino, posato sul letto, proprio dove prima giaceva la maschera. Lo prendo e lo apro all'istante, analizzandone il contenuto.

Bentornata, Sirenetta.

Vengo catapultata ad un anno fa, quando lui se n'è andato senza dire nulla. Il fiato mi manca, le gambe mi tremano e mi sento sul punto di svenire. Cado sul letto e mi porto una mano sul petto per calmarmi, perché non so quali quanteemozioni si siano scatenando dentro di me al momento.

Paura?

Rabbia?

Ansia?

Tristezza?

Non capisco più nulla, ma l'unica cosa che so è che...Thomas è qui. 


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