Capitolo 22.

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"Mamma, chiaramente nel momento in cui io sono la sua studentessa no! Le male lingue sono ovunque, figurati se faccio perdere il posto di lavoro alla persona che amo! Se poi, una volta finito tutto, mi rendo conto, ci dovessimo rendere conto scusa, che non era solo  un'attrazione basata dai ruoli e da altri agenti... Perché smettere?"

Mi guarda sbigottita.

"Ma è il tuo Professore!"

"E' stato" la correggo. "Ho detto che, ovviamente, in servizio nessuno farà mai un passo"

"Eh sì... Se parli così vuol dire che non sai cosa sia l'amore"

Questo è troppo.

"Io?! E tu? Secondo te si può controllare cosa si prova?"

"Appunto!" 

"No, ferma. Io ho  detto che controllo come reagire a ciò che provo. Lo amo, ma nel momento in cui ci sono dei ruoli da rispettare, si rispettano. Non sarebbe corretto nei confronti di nessuno altrimenti, a iniziare da noi come persone.

 Dopo, una volta terminato tutto, ognuno fa ciò che vuole. Si può anche decidere di smettere, ci si può rendere conto di non provare le stesse cose dell'inizio perché, come ho detto prima, si trattava solo di un'attrazione... Ma almeno ci provo! Al di fuori del ruolo che qualcuno riveste lavorativamente parlando, noi siamo persone. Proviamo emozioni, abbiamo istinti... E nessuno può giudicare le nostre azioni in quanto tali. Merito di essere felice e di condividere questa felicità con chi mi fa star bene, se vuole restare. Di conseguenza, se mi accorgo di provare qualcosa, potrebbe anche essere per il presidente della Repubblica, del Mondo, per Dio... Io lo dico. Lo dimostro. Non avrò sconti se commetterò qualche reato se la persona con cui sto è professionale!"

"Appunto, se è professionale. Ma poi, anche se fosse, perché la devi mettere in condizione di scegliere tra il metterti in prigione e l'averti a casa? Una persona che ti ama, potrà essere professionale quanto vuoi, ma avrà sempre l'istinto di proteggerti"

"Ma non mi ama perché ci sto insieme, ci sto insieme perché mi ama. Perché ci amiamo. Quindi ce l'avrebbe comunque!" resta in silenzio. "Capisci? Sarebbe lo stesso! Anzi, fare come dici tu sarebbe peggio! Significherebbe reprimersi. Mai reprimere un pensiero, un sentimento , o un'emozione. Per lo meno, io non lo farò mai. Ci si esprime sempre con i dovuti modi, però lo si deve fare. Io voglio viverla questa vita!" 

"Sì, facendo andare in galera gli altri!" commenta. Adesso basta.

"Ma non è così! Lo capisci?!" Irrompo nel silenzio con un urlo liberatorio.

Sento di stare per impazzire, come se da qui a pochi secondi mi romperò in mille pezzi. Non ce la faccio più.

"Clau, calmati" interviene mia sorella. La guardo. "Avete ragione entrambe, semplicemente mamma guarda la questione come un'adulta, mentre tu hai la visione completa. Va bene! Sono pensieri, scelte di vita!"

Sono un'egoista... Lo sto mettendo nei casini.. Ho paura. Non è giusto, è tutto sbagliato... Ma perché dobbiamo nasconderci? Nascondere ciò che proviamo? Non sarebbe sbagliato anche questo?

Vado in camera mia a prendere il cellulare. Ho bisogno di sentire la sua voce.

>>Ciao, ti posso chiamare?

Per favore rispondi...

Online.

Visualizzato.

<<Luca Fields ti sta chiamando...>>

Rispondo subito.

"Ciao, dimmi"

La sua voce... Com'è bella la sua voce!

Mi calmo.

"Ho paura" sussurro.

"Di che cosa?" 

Alzo lo sguardo sbuffando.

"Sono le solite cose, Luca... Però mi sento un'egoista! 

Stavo guardando una serie tv con la mia famiglia, mia madre è vecchio stampo, adulta, del tipo che fa prevalere la razionalità su tutto... E adesso mi sento uno schifo perché tu rischi il posto. E lo rischieresti anche dopo... Anche se..."

"Anche se...?" domanda pacato come sempre.

"Sono un'egoista, e non voglio rinunciare a stare con te"

"Sono un egoista anch'io" risponde. "Dov'è il problema? Se sarà dopo, chi potrà farci cosa?

È uscita per favoreggiamento, dici? Provamelo! Le verifiche sono lì, e in matematica non è che si possa inventare o aiutare più di tanto... Le cose o sono giuste o sono sbagliate. Non esistono tante strade, interpretazioni! Fossi il prof di arte e vi riempissi di commenti sarebbe più complicato, ma visto che non lo sono..."

Sorrido.

"Ricordi quando eri tu a non volerlo?" ridacchio, ricordando il nostro primo bacio.

"Lo volevo eccome, solo che ho sempre pensato al dopo. Tu mi hai aperto gli occhi sul presente, e ho deciso di lasciarmi andare perché ti amo, e sei troppo travolgente!" 

Rido.

"Per favore, non farci retrocedere... Non adesso... Saremmo giusto in tempo, questi ultimi mesi sono cruciali: puoi venire ammessa o meno agli esami, possiamo pensare di progettare il nostro futuro o salutarci per sempre" continua, in tono di supplica.

Mi sale un nodo alla gola.

"Giusto per mettere poca ansia..." sorrido sarcastica.

"Ma è vero! È così, bisogna essere realisti. Sai come la penso, ormai mi conosci"

Rido.

"Sì, e mi fai impazzire per questo" sussurro tra me e ma.

"Grazie! E tu mi fai impazzire quando ti mostri decisa, parlando con sicurezza di ciò che ti entusiasma. Quando ti rifiuti di continuare perché sei troppo insicura, e mi fa andare completamente fuori di testa il fatto di non poterti abbracciare in questo momento! Perché sei sicura di te, si vede... Però ti fai troppi problemi, che poi non sempre riesci a scacciare, e questa cosa... Mi fa male!" sbotta con così tanta esasperazione nel tono di voce, da far stare male anche me.

"Mi si spezza il cuore a sentire quel tono" bisbiglio.

"E a me si spezza a sentire le cose che hai detto prima... Che facciamo?" domanda in falsetto.

Sorrido. Le parole successive escono da loro:

"Ti amo, lo sai? Tanto" sussurro. 

Solo dopo me ne rendo conto, mi copro la bocca con la mano e mi sento avvampare.

"Anche io. Dico solo questo, ma lo sai"

Mi scende qualche lacrima. Prendo un gran respiro.

"Ehy... Va tutto bene, Claudia!" 

Non ce la faccio. Inizio a piangere.

"Amore!" Sussurra, facendomi venire un tuffo al cuore.

*LUCA'S POV*

Stringo i denti.

<<È giusto così, Luca. Lasciala sfogare, ne ha bisogno>>  mi dico.

Faccio anch'io un gran respiro , e dopo qualche minuto azzardo una domanda.

"Ci sei ancora?" 

"Sì" tira su col naso.

"Va... Va meglio?" sussurro titubante. Non volevo chiederlo, vorrei lasciale il tempo... Però impazzisco quando so che sta male e resta in silenzio, ho bisogno di sapere cosa le passa per la testa.

"Un po'... " risponde secca.

"Ti lascio stare?" domando , giusto per fare una battuta e alleggerire il clima di tristezza che si è venuto a creare.

"Non ci provare!" esclama ridendo.

Sorrido.

"Tranquilla, era una battuta... Non lo farei mai, lo sai"

"Lo so" sussurra. "Neanch'io" aggiunge.

"Lo so" le rispondo. "Mi fido di te"

Silenzio.

"È bello parlare con te..." cambia argomento.  "Anche se non se non servono tante parole!" Ridacchia.

"Per come la vedo io, è bello per questo!" dico la mia.

"E invece secondo me no... Sai perché?" tenta di cambiare argomento.

"Perché?" domando incuriosito.

"Tutti credono di trovare la <<persona giusta>> quando si trova quella persona con la quale ci si capisce solo con uno sguardo, senza parole... Il ché è stupendo, sia chiaro. La complicità è fondamentale, in qualsiasi rapporto... Però dopo un po' non diventa noioso? Voglio dire, se non c'è dialogo tra i due! Se invece ci fosse, ci sarebbe la possibilità di scambiarsi opinioni, informazioni, conoscenze, esperienze... Crescita!

È importante parlare, comunicare"

"Complicità non significa assenza di comunicazione, attenzione" le ricordo. "Vuol dire che ci si capisce con uno sguardo, perché oramai si comunica con quello e l'altro ci conosce talmente bene da capire immediatamente i nostri pensieri. In questo senso, <<hai trovato la persona giusta>>"

Ci pensa.

"Giusto... Hai ragione. Non ci avevo pensato"

Dopo qualche minuto, mi accorgo di aver  completamente cambiato discorso. Meglio così infondo, le preoccupazioni - almeno per il momento - lasciamole altrove!

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