CAPITOLO 20

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Nessuno parlò più, finché non fu il momento di scendere da bordo.

Gideon si gettò per primo, scavalcando la ringhiera della nave in un gesto privo di sforzo e, non appena il suo corpo toccò l'acqua, si trasformò, emanando un'aura bianca e scintillante attorno al manto.

«Lyra, che succede? »

Attirai l'attenzione di Rubyo, già pronto con la sacca in spalla.

«Non lo trovo. »

Ero accovacciata per terra, tastando a tentoni le assi umide della poppa.

«Dobbiamo sbrigarci! »

«Lyra, cosa hai perso? »Mi spronò Rubyo prendendomi per il gomito, cercando di farmi alzare.

«Il pugnale di papà. »Il mio volto terrorizzato si rifletteva nelle pupille scure di Rubyo. «Deve essermi caduto in mare! »Mi alzai di scatto, correndo verso la ringhiera e sporgendomi nell'acqua. «Devo trovarlo. »

«Lyra è impossibile! »Rubyo mi aveva preso per le spalle, in modo da girarmi verso di lui.

«Non hai capito! Senza quel pugnale io, io-»

Mi stava improvvisamente mancando l'aria mentre una morsa si avviluppava attorno al mio stomaco, provocandomi la nausea. Fissai le acque con uno sguardo vuoto, finché Gideon non entrò nella mia visuale. Con un sussulto che mi fece saltare un battito ritrovai improvvisamente la speranza.

«Gideon! »Il Kelpie mi guardò con i suoi occhi dorati. «Devi trovare il mio pugnale! Ti prego. »

La disperazione aveva cucito un'orribile maschera sul mio volto.

«Non avrete abbastanza tempo per raggiungere la riva. »La voce del Kelpie mi rimbombò in testa come un mio stesso pensiero.

«Non mi importa. Ti prego, farò tutto quello che vuoi! »

Lo sguardo di Gideon si illuminò di una luce rara, ma familiare.

«Cosa stai dicendo! »Rubyo intervenne con un fremito nervoso, strattonandomi per il braccio. «Non scendere a certi compromessi con uno come lui. »La sua presa sul mio avambraccio iniziava a farmi male. «Non ti riconoscerà come Principessa, ma dovrà come proprietaria del contratto. »Dopo un momento di silenzio riprese, con un improvviso velo malinconico negli occhi. «Puoi ordinarlo anche a lui. »

Forte e bruciante come uno schiaffo, fu l'effetto che quella frase ebbe su di me. Ma ora finalmente potevo capirla, la causa di quel disprezzo nei suoi occhi: sé stesso. Si disprezzava per non aver potuto adempiere al suo ruolo da protettore e con quell'unica parola lo avevo obbligato all'impotenza e all'umiliazione, dalla quale non sarebbe mai potuto scappare, nonostante avesse voluto. Perché provava un grado di rispetto assoluto verso di me, la stessa persona che lo aveva fatto sentire pari ad un vigliacco.

«Scusa. »Sentii gli occhi bruciarmi e il battito del cuore stringermi la gola.

Lo vidi scuotere la testa, sorridendo.

«Adesso ho capito. »

Come ad accompagnare la voce calda di Rubyo, una folata di vento increspò maggiormente le onde, scompigliandomi i capelli. Con una delicata, ma dolce, carezza, Rubyo mi riportò una ciocca dietro l'orecchio, sfiorandomene la conchiglia.

«Vedo la costa! »

La voce di Gideon richiamò all'attenzione me e Rubyo, che allontanò la mano improvvisamente, come colto da una scarica, e spalancò gli occhi quasi per risvegliarsi da uno stato di trance, allontanandosi da me di qualche passo.

«Non c'è tempo da perdere, saltate giù! »

Il mio cuore riprese a battere furioso. «Prima dobbiamo trovare il pugnale! »

Il mio sguardo passava da Rubyo a Gideon, nella speranza che uno dei due mi desse ascolto.

«Lyra, calmati. »Rubyo alzò entrambi i palmi in segno apprensivo.

«Sai anche tu che senza quel pugnale non posso reclamare il trono! »Sentivo la gola andarmi a fuoco.

«Tutto quello che abbiamo fatto e che faremo, compreso questo stesso viaggio, non avranno più senso senza quel pugnale! »

«Troveremo un modo, adesso ti prego salt-»

Si fermò improvvisamente, spostando il suo sguardo alle mie spalle. Ottima mossa per deviare la mia attenzione, facendomi girare. Non appena i miei occhi furono lontani da Rubyo, lo sentii parlare.

«Perdonami. »

E detto ciò, un colpo acuto alla nuca mi fece perdere la forza in tutto il corpo; le gambe cedettero e le ginocchia si piegarono, ma un braccio mi prese prima che potessi toccare il suolo. Poi non distinsi più nulla.

Quando ripresi conoscenza mi ritrovavo stesa in riva, con la testa appoggiata sulla sacca e il mantello sporco di sabbia. Con rabbia mi voltai verso Rubyo.

«Perché?! »

«Non avremmo fatto in tempo. »Avvicinai le mie sopracciglia in un gesto collerico.

Mai mi sarei aspettata un colpo così basso da Rubyo, e non perché mi era sempre stato fedele, ma perché anche lui sapeva quanto quel pugnale significasse per me, per lui e per tutto il Regno. Rimasi sconcertata dall'intera situazione, inaspettata, ma su una cosa non ebbi alcun dubbio: Rubyo era cambiato. E solo in seguito all'arrivo di Gideon.

«Dov'è Gideon? »Chiesi collegandolo ai miei pensieri, improvvisamente notando la sua assenza.

Rubyo indicò alla sua sinistra un mucchio di scogli insabbiati, dalla quale vidi scendere la figura di Gideon, che si avvicinava ad ampie falcate, lasciando dietro di se le sue impronte sull'arena e qualche goccia d'acqua sgocciolante dalla sottile camicia in seta.

«Mi avevi promesso qualunque cosa in cambio. »Iniziò il Kelpie, non appena fu abbastanza vicino. «E in effetti una o due idee allettanti ce le avrei. »Disse alzandomi il mento con le dita.

«Attento a ciò che fai, Kelpie. »Rubyo gli strinse il polso, parlando tra i denti, mentre lo fissava a pupille strette.

«Ma! »Gideon allontanò la sua mano dal mio mento, strattonandola per liberarsi dalla presa di Rubyo. «Ci sarà tempo per quelle. »Rivolse un occhiata di sfida a Rubyo, facendolo scattare in piedi. «Quindi dovrai solo rispondere ad una domanda. »

Annuii, vedendo con la coda dell'occhio i muscoli di Rubyo rilassarsi.

«Come può, quel pugnale, influenzare la tua successione al trono? »Concluse alzando un sopracciglio con fare incuriosito ma, al tempo stesso, scettico.

Sospirai. Per quanto non avrei voluto dirglielo, non c'era più motivo di tenerglielo nascosto.

Ora mi fidavo.

«Prima fammi vedere il pugnale. »

In tutta risposta Gideon fece penzolare davanti al mio naso l'arma, tenendola dalla parte della lama e facendola oscillare a destra e a sinistra.

«Come hai-?»Una scintilla accese i miei occhi.

Era davvero il pugnale di papà!

«Mi ha dato una mano un pesciolino. »Disse facendo ricadere il pugnale ai miei piedi, dopo avermi strizzato un occhiolino giocoso.

«Questo pugnale è stato forgiato nel Regno dell'Altro Sole. »Iniziai a spiegare, raccogliendolo e rigirandomelo nel palmo ma, a quelle parole, Gideon me lo strappò di mano.

«Sicura? »Il suo sguardo indugiava sull'arma. «Non mi sembra della stessa foggia di quelli che ho visto nel Regno dell'Altro Sole...»

«Forse perché non è ancora attiva. È per questo che stiamo viaggiando ora: sto cercando di recuperare la pietra mancante. »Mentre parlavo, la mia falange strofinava la superficie liscia del rubino e dell'ambra, scivolando poi nell'unico castone dell'elsa ancora vuoto. «Una volta attivata si trasformerà in una spada, la stessa spada che il Regno dell'Altro Sole ha dato in dono a mio padre prima dello scoppio della grande Ribellione. La riconosceranno e, con lei, anche me: nessuno potrebbe averla, se non l'erede. »

Ma più andavo avanti con il discorso, e meno Gideon sembrava convincersi. «Il mio Regno avrebbe regalato al tuo un'arma come simbolo di pace? Ma non farmi ridere. »

Mi accigliai visibilmente.

«Questo è quello che il Monarca ha lasciato scritto nel testamento, nel caso in cui fosse morto prima di unificare nuovamente i Regni. »

«E allora dimmi, se davvero ci avesse tenuto così tanto a questa unificazione, perché disattivare la daga? »

Questa volta fu il turno di Rubyo di obiettare. «Non è stato lui, ma gli esseri dell'Altro Sole durante la Grande Ribellione. È stato un gesto simbolico, per cancellare l'accordo di pace tra i due Regni. »

Solo allora Gideon sembrò cedere, seppure ancora esitante. «Quindi è per questo che stiamo andando a Wessar? Per trovare l'ultima pietra? »

Annuii.

«Come puoi essere sicura che si trovi lì? »

Scossi la testa, esitante.

«Non lo sono. Ma la pietra rimossa è un opale. L'ultimo opale rimasto in entrambi i Regni. È da anni che lo cerchiamo, ritrovandoci con un pugno di mosche in mano. Solo i commercianti di Wessar potrebbero saperne più di noi. Sono la nostra ultima speranza. »

«Allora andiamo! »Con quell'improvviso cambio di tono Gideon spazzò via tutta la tensione presente nell'aria, ma Rubyo lo troncò subito.

«Ci sono delle complicazioni. »

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