CAPITOLO 33

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I giorni passarono un po' troppo lentamente per i miei gusti, ma forse ciò dipese dal fatto che avessi un irrefrenabile desiderio di allontanarmi dalla Capitale. Rubyo era oramai del tutto guarito e, dove prima si trovava un profondo taglio, ora rimaneva solo una brutta cicatrice, ma nulla di nuovo sul suo corpo da soldato. Gideon invece, aveva passato la maggior parte delle giornate fuori, a organizzare la nostra partenza e ad ingraziarsi i mercanti di Wessar, aggiungendo sempre più dettagli alla sua messinscena e creando l'immagine della perfetta famigliola in cerca di aiuto. Se le cose fossero andate a buon porto, non appena fossi diventata Principessa, avrei sicuramente ricompensato quel gruppo di uomini.

E fu così che dopo una settimana, iniziammo il nostro viaggio fuori dal continente.

«È un piacere conoscervi finalmente di persona. »Un vecchio uomo bruno, dalle gote paffute e dai folti baffi si presentò a me come Ferd. «Sono felice che vi sia passata la febbre e spero che questa neve non le faccia prendere un altro malanno. »

Guardai di sbieco Gideon, che si era dimenticato di riferirmi quel piccolo dettaglio. Mi limitai a sorridere, un po' colta alla sprovvista da tutto quel calore con il quale mi si era rivolto.

«Questo deve essere vostro fratello. »Disse indicando Rubyo.

«Si, è un piacere conoscerla. »E i due si strinsero subito la mano.

«Questo invece, è mio figlio Dominic. »Disse spingendo in avanti con la mano un bambino sui dodici anni, esile e pallido, molto diverso dal padre. «E quelli sono miei fratelli e amici. »Indicò questa volta un gruppo più in lontananza. «Li conoscerete strada facendo. Ora per favore, signorina, salite sul mio carro, il viaggio sarà lungo e stancante. »

Dopo i dovuti ringraziamenti, mi lasciai aiutare a salire a bordo, facendo procedere Gideon e Rubyo sui cavalli avanti a me. Per un attimo però, mi parve di vedere Gideon indugiare: immaginai non dovesse piacergli cavalcare un cavallo, quando lui ne fosse uno in primo luogo.

Poco prima di partire, Ferd si avvicinò nuovamente a me.

«Sarò sincero con voi, signorina. Questo viaggio non sarà completamente sicuro poiché, ora che siamo carichi di merce proveniente dalla Capitale, c'è molta possibilità che ci attacchino dei banditi. »

Annuii. Era stato gentile da parte sua avvisarmi, ma quello che lui non poteva sapere era che i banditi, al momento, erano il mio ultimo problema. Se ci avessero attaccato dei Rasseln, la nostra copertura da innocente famigliola di campagna sarebbe crollata. Fortunatamente, però, si trattava di un'evenienza poco probabile, visto le attuali condizioni di Markus. C'era una cosa tuttavia, che mi preoccupava realmente, ed erano le guardie imperiali. Era vero, nella Capitale il loro atteggiamento non era stato esattamente quello che mi sarei aspettata, ma dubitavo che ai controlli del porto sarebbero stati altrettanto transigenti.

Il viaggio, al contrario di ciò che credeva Ferd, fu molto piacevole e, nonostante il peso delle merci, anche relativamente rapido. La notte che stava per calare però, si preannunciava più fredda e nevosa della giornata. E proprio mentre osservavo titubante il cielo, i cavalli si fermarono bruscamente.

«Mi dispiace signorina, ma per questa notte dovremo fermarci qui. Sembra che stia per arrivare un'altra bufera. »Mi avvisò uno degli uomini.

Dal finestrino incontrai lo sguardo di Gideon che, con un cenno, annuì, confermando le parole dell'uomo.

«Si, va bene. Ma ora, vedete, non potrei passare del tempo con mio marito? Non sono riuscita a rivolgergli alcuna parola per un giorno intero. »

Non sapevo perché, ma acuire il mio tono di voce mi venne naturale, forse per fingermi più fragile e femminile di quanto in realtà non fossi stata.

Chiaramente quell'uomo non esitò a esaudire la mia richiesta, e così, poco dopo, Gideon si ritrovò nell'abitacolo con me.

«Li hai notati anche tu vero? »Bisbigliai seria, lasciando cadere la maschera solo ora, che eravamo finalmente soli.

«Si. È tutto il giorno che ci seguono. »

Gideon strinse le braccia al petto, lasciandosi ricadere sullo schienale.

«Credi si tratti dei Rasseln? »

Lui scosse la testa.

«Non ne ho idea, ma dal modo in cui si sono fatti scoprire, dubito. »

Mi rilassai in un sospiro.

«Allora sono solo banditi. Prendetevene cura non appena ci sarà l'occasione ma, mi raccomando, non date nell'occhio. »

Gideon annuì e si raddrizzò sul posto.

Quegli uomini ci stavano dando una mano, e noi avremmo ricambiato il favore in qualsiasi modo ci fosse stato possibile.

«Ma più importante... »Disse lui improvvisamente più serio. «... come sta il bambino? »

Sgranai gli occhi.

«Sei sicuro che la neve non ti abbia congelato il cervello? »Mi accigliai.

«Ma come! Io mi stavo solo preoccupando per la mia cara mogliettina e il nostro amato pargolo. »

Sta volta fu il turno della bocca di aprirsi.

«Ti prego. Esci. »

Vidi Gideon alzare gli occhi al cielo con fare scherzoso, per poi alzarsi e lasciare il carro.

«Aspetta. »Lo fermai all'improvviso, sull'uscio. «Salutami Rubyo. »

E fu così che, senza dire una parola, uscì.

In quanto "mio marito", avevano lasciato che Gideon viaggiasse a cavallo al mio fianco, così da poter avere l'occasione di vederlo ogni qual volta desiderassi. Con Rubyo invece, la situazione era diversa e non ero mai riuscita neppure ad incontrare il suo sguardo per un breve istante. Raramente ci eravamo dovuti separare, spesso per metterci in salvo, ma mai mi era capitato di saperlo vicino, senza poterlo guardare. Quell'impotenza mi rendeva in un qualche modo irrequieta.

«Signorina. »Un uomo interruppe il circolo dei miei pensieri. «Poco distante abbiamo trovato una sorgente termale. Quando mia moglie era incinta il medico di paese gliel'ha consigliate per il mal di schiena, ma con parsimonia. Se vuole posso accompagnarla... con anche suo marito, ovviamente. »Aggiunse subito dopo, con notevole imbarazzo.

Ero molto scettica al riguardo degli effettivi benefici di un bagno termale in gravidanza, ma accettai lo stesso, visto che non portavo realmente in grembo un bambino e che avevo un piano. Nell'istante in cui scesi dal carro però, non fui più tanto convinta della mia scelta di spogliarmi in un clima così gelido. Sempre scortata dall'uomo, il cui nome mi era ancora sconosciuto, raggiunsi Gideon e, finalmente, anche Rubyo. 

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