CAPITOLO 5

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Aprii lentamente gli occhi e, inizialmente, mi fu difficile mettere a fuoco quello che mi circondava, ma capii ben presto di trovarmi esattamente dove ero svenuta. Poco distante da me, tuttavia, notai un cavallo che prima non c'era.

In quel momento mi colpì, con la stessa fermezza di un pugno, il ricordo dei passi che avevo sentito prima di perdere i sensi. Scattai a sedere, ma una fitta lancinante mi attraversò l'addome da parte a parte, obbligandomi a rimanere immobile. Rivolsi lo sguardo a tutto il perimetro, ma non vidi nessuno.

Tuttavia ero già stata ingannata una volta e sapevo di dover diventare più scaltra.

Impugnai la daga e, conficcandola nella corteccia, la usai per aiutarmi ad alzarmi, ma feci appena in tempo a stabilizzarmi sulle gambe che sentii un fruscio poco rassicurante dietro di me. Senza riflettere troppo o prendere la mira, lanciai il pugnale alle mie spalle con un gesto spontaneo.

«Quante volte ti ho detto di non mirare basso?»

Mi girai di scatto. Conoscevo quella voce.

«Rubyo! Mi farai morire prima del dovuto, uno di questi giorni!»

Mi accasciai all'albero con un sospiro di sollievo.

«Sono io quello che rischia costantemente di morire, Principessina.»

Mi sorrise sventolando, stretto nel pugno, la daga che gli avevo lanciato.

«Shh! Non chiamarmi così.» Gli rivolsi uno sguardo accigliato.

Che una Principessa fosse finita a fare la ladra lo sapevano tutti, ma che quella Principessa fossi io nessuno. Nessuno tranne Rubyo. Quando scappai dal palazzo non ci pensò due volte a liberarmi la strada e a seguirmi, così, da allora, è sempre stato al mio fianco, come il più fedele dei compagni, autonominandosi la mia guardia del corpo.

«Ti ho medicato la ferita. Va meglio?» Cambiò improvvisamente il soggetto della conversazione, acquisendo un tono più serio.

«Stiamo migliorando!» Scherzai, nella speranza di alleggerire la situazione.

«Preferirei non avere motivo di migliorare in queste cose.» Concluse Rubyo, cupo.

Da quando avevamo iniziato a viaggiare insieme sembrava un'altra persona: era diventato più serio, costantemente in allerta. Mi mancavano i suoi momenti di spensieratezza giovanili.

«Ora torniamo a casa.» Dissi infine, voltandomi verso il bosco.

Ma proprio in quel momento una terza voce ci interruppe.

«Dimentichi nulla, Favilla?» Scattai sull'attenti e con me, anche Rubyo.

«Non credo proprio, Kelpie

Nonostante le mie parole, Rubyo non esitò a mettersi davanti a me, sapendo che in quelle condizioni non sarei stata in grado di combattere.

«Sei tornato per finire quello che avevi iniziato, ora che non sei più obbligato ad obbedirmi?» Chiesi sfacciata, senza farmi intimorire.

«Mi piacerebbe, ma no. Per quanto io lo voglia, un contratto non può essere rotto con così tanta facilità.»

«Cosa vuoi?!» Chiese Rubyo sbraitando.

«Oh, guarda un po' chi abbiamo qui. Il principe azzurro che è arrivato a salvare la Principessa.»

Gideon fece appena in tempo a finire la frase che si ritrovò Rubyo a dosso, con il pugnale puntato dritto alla gola.

«Non ti azzardare, Kelpie!»

Rubyo teneva stretta la camicia in seta bianca di Gideon, per assicurarsi che non sfuggisse alla sua presa.

«Sarai forse tu ad impedirmelo?»

E, con un gesto svogliato del braccio, fece finire Rubyo contro un albero poco distante. Rimasi turbata dalla facilità con cui aveva esercitato una forza tale da lanciare un uomo.

«No. Io.» Dissi avanzando. «Non chiamarmi Principessa e non osare toccare me o Rubyo.»

A quelle parole gli occhi di Gideon lampeggiarono per un breve istante, diventando dorati, mentre il naso gli si arricciò con rabbia animale. Lentamente, cercando di ignorare le fitte della ferita, mi avvicinai a Rubyo che, non appena mi vide, mi corse subito incontro per aiutarmi a camminare.

«Tranquillo, ora non può più fare del male. È una storia lunga, te la racconterò strada facendo, ma puoi fidarti.» Cercai di rassicurarlo, pur sapendo quanto cinico e diffidente fosse diventato.

«Difficile crederci. Ora sali a cavallo, la strada è lunga.»

Annuii e mi lasciai aiutare a montare in sella, seguita a ruota da Rubyo.

«Scusa, abbiamo solo un cavallo.» Esordì sarcastico Rubyo.

«Tranquillo, non ne ho bisogno.» Rispose il Kelpie.

Senza farsi troppe domande Rubyo speronò il ventre dell'animale che partì al galoppo mentre, dietro di noi, Gideon prese a seguirci tanto veloce da sembrare anche lui in sella ad un cavallo. 

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