CAPITOLO 75 - Epilogo

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«Lyra!» Senza un attimo di esitazione Gideon si lanciò dentro la cella, colpendo in pieno il Rasseln e allontanandolo da me.

«Brava...»

Accasciata a terra e con l'affanno, guardai il corpo del Kelpie, che mi dava ancora le spalle.

«... non ti sei arresa.»

Dopo quelle parole, sussurrate nella mente come un segreto, Gideon si gettò nuovamente sul Rasseln, ignorando le lame che gli trafiggevano il petto.

«Principessa!»

Con uno scatto che mi provocò la nausea, voltai la testa verso l'ingresso della cella, dove Dollarus era comparso assieme ai suoi compagni, che accorsero subito in aiuto di Gideon.

Feci per alzarmi ma le gambe crollarono sotto al mio peso. Ora che anche la carica di adrenalina si era esaurita, avevo completamente perso le forze.
Dollarus si cinse subito il collo con il mio braccio, sostenendomi mentre uscivamo dalla cella.

«Aspetta. Rub-» Ma non feci in tempo a finire la frase che notai come, nella cella di Rubyo, era improvvisamente comparsa Coline.

Nonostante le ferite, portava già quella pesante armatura e non aveva esitato ad addossarsi anche il peso del corpo di Rubyo, le cui condizioni erano anche peggiori di come mi fossero sembrate.
Una morsa mi strinse il cuore mentre assistevo a come Coline stringeva Rubyo a sé.

Una scossa di rabbia mi fece ribollire dentro.

Ma un tonfo mi riportò all'attenti, strappandomi da quella scena: Gideon aveva sconfitto il Rasseln riducendo a brandelli il suo corpo.
Mi fissava con quei suoi occhi tanto cristallini quanto cupi, ora in contrasto con il manto bianco imbrattato di sangue.

Non distolsi lo sguardo.

Mi sentii incantata, come la prima volta che lo avevo incontrato nel bosco, quando quella sua aura candida mi aveva attratta fino a lui.

Un'improvvisa esplosione di acqua mista a sangue imbrattò la cella, fermandosi davanti ai miei piedi. Fu in quell'istante che riapparse la figura umana di Gideon, che pareva reggersi in piedi a stento.

«Scusa. Non è una delle mie condizioni migliori.» Disse, quasi intimidito dal mio sguardo, ripulendosi il labbro dal sangue del Rasseln.

Scossi la testa.

In passato avevo provato ribrezzo per quel suo stato, ma ora era diverso. Aveva ucciso un Rasseln, un mostro, un soldato di mio fratello. Non riuscivo a rattristarmi.

«Rubyo, aspet-» Quasi non feci caso alla voce di Coline.

«Lyra!»

Improvvisamente, il corpo barcollante di Rubyo mi fu addosso.
Si accasciò fra le mie braccia, abbracciandomi come se stesse cercando di tenermi insieme; mi avvolse così forte che mi mancò il fiato.
Non riuscii neppure a rispondergli.

«Perdonami ti prego.» Bisbigliò, solleticandomi l'orecchio. La voce tremante, il respiro irregolare.

Il mio corpo, consumato dal dolore, percepì a malapena quel contatto così delicato. Rabbrividii. Era da così tanto che non sentivo il suo calore, che non sapevo neanche di averne nostalgia.

«Io- devo dirti una cosa.» Continuò. «Quando ho creduto di averti persa ho capito di non poter più aspettare.»

Si allontanò lentamente, ritrovando la stabilità sulle sue stesse gambe.

«Se io non- se tu fossi... non sarei mai riuscito a perdonarmelo.»

Prese ad accarezzarmi le gote con spasmi tremanti, mentre gli occhi languidi indugiavano su tutto il mio volto.
Quel suo sguardo... sembrava che il mio cuore volesse uscire dal petto.

«Non è colpa tua.»

Con l'ultima frase spostai lo sguardo verso Coline che, con la mascella serrata e gli occhi vigili, non si lasciava sfuggire una parola di Rubyo.
Quest'ultimo invece, alla mia frase, scosse rapidamente la testa, corrugando le sopracciglia.

«No! Lyra non è questo. Io-» Ma non riuscì a terminare la frase, che dei passi echeggiarono tra le mura delle celle.

«Ah! Sapevo che avrei fatto meglio a venire di persona.»

Mi ghiacciai sul posto. Conoscevo quella voce. Sentii le gambe cedermi.

Rubyo scattò immediatamente sull'attenti, spingendomi dietro di sè. Gideon, che sembrò capire la situazione, si affiancò a Rubyo.

«Mi sei mancata così tanto, sorellona.» Una morsa mi strinse il cuore, mentre i polmoni iniziarono a sentire il bisogno di più aria.

Non potevo credere ai miei occhi. Davanti a me, circondato da un gruppo di Rasseln, c'era Markus in carne ed ossa. Avanzava sempre di più, trascinando con sé il suono pesante e ferroso dei suoi indumenti pece. Non indossava neppure l'armatura, mi raccapricciai al pensiero di quante armi avesse dovuto avere addosso.

Mi guardava.
E sorrideva.

Non era né una smorfia, né era un ghigno, ma un vero e proprio sorriso di chi è felice di rivedere una persona cara dopo un lungo tempo.

«Sette anni, sorellona. Sette lunghissimi anni. Come sei cambiata.» Indietreggiai lentamente, mentre un conato di vomito mi risaliva l'esofago, corrodendolo.

«Sei diventata più bella.»

Caddi all'indietro.
Impotente.
Inerme.
In lacrime.

Mi tappai le orecchie e chiusi gli occhi, rannicchiata su me stessa.

Non era vero.
Era un sogno.
Lui non era qui.

Le mie mani scivolarono verso le tempie, poi ai capelli, stringendone le radici.

«Lyr-»

Qualcosa mi avvolse le mani, facendomi affondare ancora di più il cuore. Mi dimenai, urlando e cercando di allontanarmi dalla presa.

«Rubyo, mio cavaliere. Ci rincontriamo.» Il tono di Markus era cambiato radicalmente: freddo, distaccato.

Rabbrividii, come se quelle parole mi avessero attaccata personalmente.

«Vattene.» Disse lui secco.

Markus strozzò una risata, mentre la stretta di Rubyo attorno alla mia mano aumentava. Lo conoscevamo bene entrambi, sapevamo di cosa era capace. Ed era proprio per questo che anche entrambi lo temevamo.

Non osavo aprire gli occhi.

Uno spostamento d'aria e un tonfo sordo. Poi non sentii più la stretta di Rubyo.

Spalancai gli occhi.

Lo vidi tramortito dall'altra parte della stanza. Era bastato un colpo, uno soltanto. Non aveva avuto neanche il tempo di emettere alcun suono.

Avevo le mani che mi formicolavano. Volevo fare qualcosa, dovevo fare qualcosa, ma non riuscivo a fare niente.

«Basta. Sono stanco. Prendeteli e andiamo a casa.»

Sbuffò Markus, mentre con una mano guantata si buttava all'indietro dei ciuffi che gli erano scivolati sulla fronte alta.

«Gideon, ottimo lavoro. Ora unisciti alla truppa.»

Fissai Gideon nonostante gli occhi appannati dalle lacrime.

«Si... Signore.» Disse lui, guardandomi. Gli occhi spenti.

Sentii i Rasseln sollevarmi come un peso morto. Non opposi resistenza e, assuefatta dal dolore, mi abbandonai alla loro presa.

Cosa era appena successo?

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Dunque dunque, ebbene si. Come avete letto, questo è l'ultimo capitolo di questo libro. Immagino che molti di voi in questo momento saranno tanto confusi almeno quanto Lyra su quello che è appena successo. Quanti di voi se lo aspettavano? Quanti invece avevano colto i piccoli indizi sparsi qua e là nel racconto? In ogni caso tranquilli, non vi lascerò in attesa per molto. Sto già da tempo lavorando sul secondo libro, per non lasciarvi mai senza aggiornamento settimanale. Quindi vi chiedo solo di aspettare un mesetto prima della seconda parte ma, nell'attesa, ho pensato a qualcosina di speciale: se qualcuno di voi ha delle scene particolari, delle situazioni buffe o altro, che vorrebbe vedere tra i personaggi, accoglierò ben volentieri le vostre proposte e le pubblicherò come capitoli "extra" successivamente a questo capitolo.
Ultimo ma non meno importante, vorrei ringraziare tutti i lettori, silenti e non, che hanno letto questa storia, aiutandola a crescere. Non avrei mai creduto potesse piacere così tanto. Ogni stellina o visualizzazione in più è stata una spinta a continuare ed ogni commento o battuta un modo per migliorare e avvicinarmi di più a voi. Mi ha fatto davvero piacere condividere quest'esperienza con voi e spero che seguirete gli sviluppi nel prossimo libro.

Grazie di cuore,

~Destiny_of_the_Soul

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