Quell'incontro fu magico.

Parlammo tanto, forse anche troppo, ma non mi dispiacque.

Mi raccontasti dei tuoi amici, di quanto fossero speciali e di come in poco tempo si fossero trasformati nella tua famiglia.

In quel momento avevo sentito chiaramente un cambio di tono nella tua voce, ma non avevo approfondito.

Non era giusto indagare nella tua vita, e io non avevo il diritto di sapere le tue cose private. Eravamo ancora due sconosciuti.

Fu imbarazzante quando mi chiedesti di parlare di me.

Io mi sentivo così inferiore a te che trovai difficoltà anche a pronunciare delle semplici parole, eppure tu pendevi dalle mie labbra, nonostante la mia paura.

Ricordo la scintilla nei tuoi occhi, quando io dissi in un sussurro che tu fossi il mio primo amico a Seul.

Ti sei sentito speciale, vero? Era questo il problema però.

Tu eri diventato importante.

E io non potevo permettertelo.

Aggiunsi un'altra regola alla mia lista: "Non affezionarmi oltre a Jeon Jungkook".

Avrei voluto mettere veramente delle distanze tra di noi, e non mi importava affatto se facendolo quel primo germoglio del nostro rapporto sarebbe appassito.

Volevo proteggermi, eppure ero consapevole che il mio cuore avrebbe lottato con tutto sé stesso per impedirmelo.

D'altronde, non ero davvero sicura tu mi avresti lasciato porre limiti alla nostra amicizia senza protestare.

Non ti conoscevo ancora bene, ma ti avevo già associato a quel tipo di persona instancabile, che combatte fino allo strenuo delle forze per realizzare i propri obbiettivi.