XIX. L'invasore: Negoziato

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Il cuore di Anne batteva più forte ogni secondo che passava.

L'interno della sala principale all'ultimo piano del forte di Nassau, prima della terrazza che dava sull'oceano, era spaziosa e luminosa, ma anche molto austera. Un'ampia libreria gremita di registri e tomi polverosi svettava alla sua destra, mentre nella direzione opposta, dietro una matassa di barili, risiedeva un rustico groviglio di reti e funi. Alle loro spalle, tre uomini sorvegliavano l'ingresso, stando attenti a ogni loro mossa. Il pavimento d'un giallo ocra era in tinta con le tendine asserragliate attorno a un balcone, in fondo, da cui stralci di sole percorrevano la camera, schiarendo alcune delle ciocche di rubino della ragazza. Dinanzi a esso, una scrivania rubava l'occhio accentrando tutta l'attenzione su di sé, soprattutto per l'uomo dai tratti opacizzati a causa della penombra proiettata dalla luce dietro di lui.

Ned Low.

Anne deglutì alla sua vista, alla pressione tremenda che riusciva a esercitare con la sua presenza, anche solo rimanendo immobile a fissarli con quegli occhi sottili da felino. Ma si fece coraggio, come sempre. Perché al suo fianco, dritto e sicuro nella postura, c'era lui. La persona che si trovava puntualmente accanto a lei in ogni momento critico. Quella con cui sentiva di poter affrontare qualunque sfida.

Jack le rivolse un sorriso a mezza bocca nell'esatto momento in cui lei lo cercò per un'ultima, breve rassicurazione. La capiva. Solo da gesti rapidi come quello, lei riusciva a leggere tutte le sue intenzioni, la calma che voleva infonderle. I suoi occhi le dicevano: "andrà tutto bene."

L'accennata inclinazione del capo di Anne, accompagnata dalla mano che sfiorava la manica di lui, erano una risposta altrettanto eloquente. "Sì, finché sono con te."

Non aveva paura né di Low, né di ciò a cui stava per andare incontro, perché si sentiva più forte che mai quando si proteggevano a vicenda. Il piano avrebbe funzionato. Jack avrebbe parlato e lei avrebbe agito.

"Ma che bella sorpresa mi ritrovo al ritorno dalla giornata di ricreazione in mare!" esordì Low, teatrale. "Nientemeno che il quartiermastro Basettone e il primo ufficiale Rossa Sexy del caro Charles. Che onore! Allora, perché Basettone e Rossa Sexy sono qui oggi? Volete un accordo, tradire ll vostro capitano perché siete nella merda... tentare qualche pazzia?" Il tono con cui pronunciò quella frase finale lasciava quasi presagire che sperasse in quell'opzione.

Jack, però, era flemmatico come al solito e non fece una piega davanti a quelle poco velate provocazioni.

"Siamo qui per trattare una tregua, capitano Low. Sappiamo tutti che non è saggio lottare con la ciurma del Teschio Rosso, così come tu saprai che spargere sangue e perdere uomini inutilmente contro di noi non gioverà a nessuna delle parti."

"Ti ascolto ma sappi che ho una soglia dell'attenzione di massimo tre minuti." controbatté l'altro, in tono canzonatorio. "Ditemi cosa volete, ma sia chiaro: il forte e ciò che contiene sono miei."

I muscoli delle braccia di Anne furono tesi. Avrebbe volentieri estratto il pugnale e lo spadino fin da subito per ficcarglieli tra il naso e gli occhi ma resistette a quell'ineluttabile tentazione. Non era ancora il momento. Per adesso toccava a Jack.

Infatti, quest'ultimo prese rapidamente il discorso in mano, notando l'agitazione che già iniziava a pervadere le membra dell'irrequieta compagna.

"Ciò che contiene il forte non è altro che la quota delle razzie dei capitani destinata al governatore per avere gli approvigionamenti, non dirmi che li vuoi tutti per te. Credi che la gente continuerà a depositare qui le sue cose, sapendo che te ne appropri? Come andremmo avanti? Questo posto, Nassau, è libero perché tutti noi sappiamo come gestirci, come essere autonomi senza il giogo delle corone mondiali."

Low alzò gli occhi al cielo. "Tutto questo parlare di libertà e autonomia, ma a me sembra che non sappiate esattamente cosa significhino."

"E lo sapresti tu?" Anne non riuscì a trattenersi, subito placata da un'occhiata di traverso di Rackham.

"Perché non ci spieghi il tuo punto di vista allora, Low?" aggiunse questo.

Il pirata dalla chioma simile alle foglie di un salice scolpì le fiammeggianti iridi in quelle tirate ed eloquenti del contrattatore, mostrando tutta la sua determinazione, l'esaltazione che albergava dentro di esse come la camera magmatica di un vulcano attivo, instabile e pericoloso.

"Siete degli ingenui, sia voi che Charles. La marina inglese, o la spagnola, o addirittura quella francese verrà in ogni caso a spazzare via tutto qualora decidessero che è giunto il momento di liberarsi della feccia che infesta i Caraibi. Se sono riuscito io a conquistare questa piccola fortezza, immagina loro. Il vostro sistema è debole, e detto francamente, noioso. Ciò su cui dovreste concentrarvi su quest'isola è diventare forti abbastanza per respingerli. Perché un pirata non ha alleati, non ha accordi. Un pirata ha solo nemici." La rabbia e la ferocia nella sua voce erano tangibili, taglienti come un rasoio.

"E come intenderesti diventare forte abbastanza da resistere a ogni assalto? Non sarà mai davvero sufficiente, a meno che non collaboriamo tutti." disse Jack.

"Oh, ma io non intendo affatto diventarlo. Non sono pazzo come voi."

"Come, scusa? Allora perché sei qui?"

"Io?" Low ghignò, rivelando la ferocia dei suoi aguzzi canini. "detto con sincerità, mi sto divertendo troppo per andarmene. Quest'isola è una causa persa, e sbattervelo in faccia mostrandovi la mia superiorità è la sensazione più bella che possa provare... io ho conquistato il forte da solo perché mi andava, io vi ho messi di fronte alla vostra debolezza perché mi andava. E non vi libererete di me fino a quando non mi avrete provato di avere abbastanza fegato da cacciarmi, o finché non mi sarò annoiato. Nel frattempo, non mi dispiacerà certo appropriarmi delle quote che porterete dalle razzie... Facciamo due per nave?"

La sua richiesta esagerata di proposito, equivalente a quella che spettava a un capitano, fece saltare i nervi a entrambi i negoziatori.

Ma Jack continuò ad avere polso, nonostante tutto. C'erano quasi.

"Eppure, Low, i tuoi uomini sono un po' troppi, rispetto a quanto ricordassi. Che ci sia qualcuno dietro di te... uno dei Dominatori, magari? Chi è che sta tirando i fili e ti sta muovendo come una marionetta? Da solo non avresti mai osato mettere in atto questa sceneggiata, è inutile che sparli di libertà e forza. Chi ti sta facendo tenere il forte per lui?"

Low si scompose per un attimo. Jack sorrise, sapendo di aver colpito dritto al bersaglio giusto. Sapeva da Hornigold che con ogni probabilità, dietro di lui ci fosse uno dei Tre Dominatori, insieme al quale Low agiva.

Ossia, quasi di certo Bartholomew Roberts. Che il suo intento fosse sbilanciare il potere dalla sua parte, sfruttando la natura violenta di Ned per indebolire l'isola? I pirati stavano per entrare in guerra tra loro? E ciò sarebbe accaduto prima o dopo l'arrivo della marina a Nassau?

Non c'era bisogno di un conflitto interno, i pirati delle Americhe dovevano fare fronte comune. Gente come Edward Low e i suoi alleati erano ostacoli da arginare, per la sopravvivenza. Per la libertà.

"Mmh... sai, forse avrei una piccola condizione per essere disposto a collaborare un pochino." Lo sguardo di Low era indecifrabile, ma non lasciava intuire nulla di buono. Il che era positivo. Jack aspettava solo il pretesto perché le cose precipitassero.

"E cioè?" domandò, infatti.

Gli occhi rossi del nemico passarono da Jack a Anne, l'inclinazione delle sopracciglia e il sorrisetto maligno a lei rivolto erano a dir poco eloquenti.

"Ti va di passare la notte qui, Rossa Sexy?"

Con quella frase, una voluta provocazione volta solo a cercare lo scontro, il vaso traboccò. Anne non stava aspettando altro che un motivo per scattare. E fu felice di coglierlo al volo.

Estrasse in un baleno la pistola dalla fondina, mentre Jack subito faceva lo stesso per fermare le guardie dietro di loro.

I riflessi di Low furono altrettanto pronti.

Sfilò a sua volta l'arma a pietra focaia e sparò nello stesso esatto momento della ragazza. La mano di Anne fu forata da un proiettile, mentre quello sparato da lei aprì un taglio sulla spalla di Ned, il quale non si scompose affatto. Al contrario, il sorriso a dir poco indemoniato si allargò sul suo volto, poco prima che ribaltasse la scrivania addosso alla nemica.

Anne non si lasciò sbilanciare, né si sconvolse per la ferita alla mano: eseguì uno scatto con balzo fulmineo in avanti, poggiando un piede sul vertice del mobile per darsi la spinta in avanti, verso l'avversario, il pugnale saldo nella mano buona pronto a essere piantato nel suo occhio.

Il contrattacco di Low però fu repentino. Subito allungò le braccia verso l'alto, sfruttando le sue leve più lunghe per afferrare al volo i polsi di Anne, e infine le scagliò un calcio alto allo stomaco con estremo atletismo, la gamba perfettamente dritta e parallela al suo mento.

La rossa cadde di schiena al suolo, stramazzante, ma reagì sferrando un calcio dal basso dritto alla mandibola di Low, tanto forte da ruotargli il volto di novanta gradi.

Purtroppo per lei, questo non gli fece mollare affatto la presa, e anzi, rese solo più acceso il suo ghigno malefico, la brama di adrenalina che permeava ogni suo muscolo gonfio, teso e pulsante di sangue.

I suoi occhi simili a ciliegie sembravano quasi gridarle la loro ammirazione, l'esaltazione derivante dalla sua ferocia in battaglia.

Quell'uomo era un vero e proprio diavolo quando combatteva.

Anne capì di doversi arrendere nel momento in cui con la coda dell'occhio vide Jack immobilizzato dalle due guardie di Low a terra, tra cui Perez, il quartiermastro, a cui nella frenesia era riuscito a sparare nella zona tra il petto e la spalla destra.

Lasciò che Low prendesse il sopravvento, nonostante avesse ancora energie per reagire, e l'avrebbe fatto volentieri. Ma in quel momento non era a quello che ambivano, né lei né Jack.

Avevano bisogno di finire nei sotterranei. Infatti, quando la piratessa volse lo sguardo verso il compagno, disteso supino al suolo, i suoi occhi le stavano sussurrando il loro rimprovero per essersi lasciata troppo andare.

Lei si limitò a fare spallucce e distogliere lo sguardo torvo, come a dire che se l'avesse ucciso lì e ora, avrebbe comunque risolto il problema alla radice.

"Portateli via." annunciò Low, riprendendo fiato.

Anne giurò che nella tonalità della sua voce avesse captato un accenno di delusione, forse per la velocità con cui la battaglia era scemata.

"Ora abbiamo una bella carta da giocarci contro quel simpaticone del loro capitano, addirittura due prigionieri..." La curva che assottigliò gli occhi dell'uomo li trasformò in due autentiche lune di sangue accese. "La situazione può forse diventare ancora più esaltante?"

Il suo tono era vincente, malizioso ed elettrizzato allo stesso tempo. Ma sia Jack che Anne, mentre venivano scortati via in modo brusco, sapevano che stava firmando la sua stessa condanna a ogni secondo trascorso.

Perché Ned Low era un guerriero spaventoso, di certo un sanguinario. Ma nulla di più.

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