Cap. 5: Sei come lui

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Nonostante Ayaka Aise fosse totalmente spaesata a causa della guerra e dei preparativi di questa, ella rimaneva orgogliosa fino alla fine. Il carattere duro lo aveva ereditato dal padre che fin da ragazzino fu sempre rigido ed orgoglioso fino alla fine.
- Non è questo il punto, Caster! Ho pianificato ogni cosa, ma non riesco a capire come posso trovare gli altri partecipanti.
- Ritirati, allora. Non sei fatta per poter combattere una guerra del genere.
La ragazza rimase titubante prima di rispondere ed abbassò lo sguardo, come se quelle frasi l'avessero resa triste. Scosse leggermente la testa per rispondergli.
- Non posso.
- Il tuo orgoglio è troppo forte per ritirarti? Povera donna.
- No, non è questo... Io non posso ritirarmi. Se lo facessi, mio padre... lui si arrabbierebbe. Mi ha detto di partecipare, mi ha addestrata per tutta la vita per questo momento. Non posso ritirarmi ora che ci sono dentro.
Egli intuì al volo cosa volesse dire la giovane. Non era estraneo nell'avere un padre rigido che imponeva ciò che diceva, noncurante delle passioni o dei timori dei figli. Le si avvicinò di qualche passo, i giusti per starle vicino.
- Sei qui solo per un padre che ha deciso il tuo futuro?
Ayaka Aise alzò lo sguardo, fu costretta. a farlo data la differenza di altezza tra i due. Il Servant era alto e robusto, arrivava probabilmente a sfiorare il metro e ottantacinque. Al contrario lei a stento riusciva ad arrivare al metro a sessanta scarso.
Mosse verso l'alto la testa per poi andare lentamente verso il basso, per annuire con il capo. La finestra aperta permetteva al vento d'entrare e questo si fiondava verso i capelli scoperti della più piccola degli Aise, facendo in modo che questi si lasciassero trasportare.
- Gli Aise sono sempre stati una famiglia di maghi minori, non sono mai riusciti a spiccare come i Von Einzbern, i Tohsaka o i Matou. Mio padre voleva cambiare questo, voleva far capire al mondo che anche una famiglia di maghi minore contasse.
- Un ribelle.
- Già, un ribelle! Forse ho ripreso proprio da lui. Per dimostrarlo decise di partecipare alla precedente Guerra del Santo Graal. Riuscì ad evocare un Servant, un Berserker, ed insieme a questo era davvero vicino a vincere. Tuttavia...
La ragazza guardò un attimo il suo servitore e lo vide impassibile. Scosse la mano davanti alla sua testa per vedere se stesse effettivamente ascoltando.
Caster non rispose.
- Hey, mi stai ascoltando?
Nessuna risposta.
- Ohy, Caster! Devi ascoltarmi! Ti sto parlando!
La ragazza continuò a provare ad attirare l'attenzione del servo, che tuttavia sembrava perso. Non rispondeva, non muoveva un muscolo, stava solo fermo con lo sguardo posato come incollato alla vista che aveva da fuori.
All'ennesima esclamazione la giovane lasciò perdere e sbuffò infastidita, girandosi dal lato opposto. Pareva una bimba che fa i capricci per ottenere l'attenzione, ma anche quel metodo non funziona.
- Maleducato...
Borbottò tra sé e sé.
D'improvviso però Caster decise di fare qualcosa. Non parlò ma si girò di scatto e sfoderò la spada, tenendola puntata a qualcosa dietro la ragazza. Lei parve stranita e non capiva cosa egli stesse facendo.
Si girò e capì velocemente la situazione. Dietro di loro c'era effettivamente qualcuno. Era una donna alta quanto Ayaka, forse un tantino di meno, dai capelli azzurri e lunghi che posavano sulle spalle per poi riprendere subito per arrivare fino alla fine della schiena.
Poco sopra le orecchie spuntavano delle simil corna di color bianco a tre punte, che parevano assomigliare a delle ali appuntite. Il vestito era una specie di kimono a maniche lunghe tanto da quasi toccar terra bianco ricamato con rifiniture dorate e il colletto azzurro.
Il viso giovanile ed incantevole, indubbiamente una bella donna, era un po' paonazzo come se fosse arrossita alla sola vista della ragazza che aveva davanti.
- Aah~... Sei tu, dunque~...
Parlò lentamente e dolcemente, tendeva all'esser emozionata.
Ayaka al contrario non lo era per nulla, era spaventata da lei e dal suo comportamento. Più di tutti la spaventava avere qualcuno in casa senza sapere chi sia.
- Caster, chi è lei?!
La donna si lasciò andare ad una leggera risata isterica ed aprì il ventaglio che aveva in mano, anche questo dorato. Si coprì leggermente la bocca con questo e non smise di guardarla.
- Non lo so, Master.
- Sei sua figlia~... Sì, sì, sì! Sei tu, sei sua figlia! Come potrei mai non riconoscerti? Hai il suo stesso profumo...
Caster non rivolgeva parola alla sconosciuta. Si limitava a tendere la spada in modo tale da minacciarla e proteggere la sua Master. Lui era il braccio, colui che agiva, e lasciava piuttosto che fosse la Master a porre domande.
Lei, che di coraggio non ne mancava, riusciva a tenere un tono orgoglioso nonostante il suo timore nel sapere chi aveva davanti adesso.
- Rispondimi! Chi sei?
La risata isterica si fece più forte, si divertiva con poco. Era come se reputasse divertente la stessa ragazza.
Continuò a ridere e d'improvviso mosse da destra verso sinistra velocemente il ventaglio, da questo generò un gran fuoco che lanciò nella direzione nemica.
Caster si intromise e spinse velocemente Ayaka Aise a sinistra, per farle schivare l'attacco, ed al suo posto lo subì lui. Ma per sua fortuna non si ferì, le fiamme riuscirono a non penetrare l'armatura rossastra.
La nemica non rispondeva, era come se stesse ignorando deliberatamente ciò che le veniva chiesto. Respirava affannosamente, non era stanca ma sembrava emozionarsi ancor di più ogni minuto passato in presenza della giovane.
- Odori proprio come lui~! Si, si, si, si! Riconoscerei quell'odore tra mille! Inesperta, ma nonostante questo rimani sicura di te~... Aaah~... Così carina...
Un'altra risata isterica scappò. Questa durò poco, venne fermata da Caster che, infastidito, le conficcò senza che potesse accorgersene la propria spada nel fianco. Arrivato in profondità la estrasse di colpo e da lì sgorgò molto sangue, tanto da rendere impuro, macchiato dallo stesso rosso, il kimono perfettamente bianco.
Non gridò. Il colpo non le aveva fatto del male, non tanto da farla urlare.
Si limitò a girare la testa nella direzione del servitore. Stavolta aveva uno sguardo gelido, infastidito.
- Tu devi essere il suo servo. Anche lei è stata abbastanza capace d'aver evocato qualcuno... le voci erano vere.
Non lasciò nemmeno tempo per risponderle che, in men che non si dica, lanciò contro di lui una forte folata rovente come la precedente. Al contrario, però, questa fu abbastanza potente da bruciare parte della sua armatura, mostrando parte del busto. Le fiamme erano riuscite a penetrare la sua armatura e riuscirono anche ad ustionare la parte di pelle scoperta.
- Muori. Muori, muori, muori, muori! Muori insieme a lei!
Ad ogni parola ripetuta lanciava una fiammata, una dopo l'altra, senza nemmeno pensare all'attacco successivo.
Caster riuscì a proteggere la Master e sé stesso, ma il fuoco si divampò per tutta la stanza, colpendo mobili come l'armadio o la scrivania. Da quelli si spargeva ovunque, in poco tempo aveva mandato a fuoco l'intera stanza.
Rimanere in quel luogo sarebbe stato un suicidio, dovevano scappare ma la porta era impossibile da raggiungere date le fiamme e la vicinanza del nemico a questa.
L'unica alternativa era la finestra. La stanza non era troppo in alto perciò potevano buttarsi da questa senza avere pesanti ferite.
Ayaka afferrò dal braccio Caster e lo tirò verso di sé, facendogli capire la sua idea. Ma lui non si mosse; aveva intenzione di combattere e non se ne sarebbe andato senza una battaglia.
- Caster! Non possiamo restare! Non siamo in condizioni per poter vincere, lei sembra immune al fuoco!
- Ti preoccupi per lui~? Aah... Sei come lui... Ti preoccupi per il tuo servo!
Si intromise la donna; - Quando non ti servirà più cosa farai? Lo getterai via? Lo ingannerai~? Farai come lui ha fatto con me~?
La Master non sapeva come rispondere. Non era la domanda a metterla in difficoltà, quanto più il comportamento così isterico di chi aveva davanti.
Scelse di rimanere in silenzio ed afferrò un panno, lo stesso con la quale puliva la scrivania. Era rimasto lì da prima di aver evocato il famiglio¹.
Si coprì prontamente naso e bocca per provare a proteggersi dal fumo.
Caster sembrava essere immune al fumo. Non fu d'intralcio per lui per continuare a scontrarsi, incrociando la propria spada con il ventaglio resistente e le vampate di fuoco provenienti da questo.
Entrambi resistevano, nessuno dei due subiva ma riuscivano sempre a schivare o parare. Quando uno di loro sembrava avvicinarsi al punto scoperto avversario, subito questo riusciva a deviare il colpo ed il ciclo si ripeteva, senza portare ad una conclusione.
Ayaka Aise poteva scappare da lì, sapeva che con quel panno non sarebbe riuscita davvero a proteggersi dal fumo per troppo a lungo. Nonostante ne avesse l'opportunità tuttavia decise di rimanere, non aveva intenzione di andarsene senza il suo servitore.
Provò a chiamarlo più e più volte, ciò che ricevette fu solo il rumore della lama colpire l'arma avversaria.
- Non ti curi di lei? - Chiese provocatoriamente all'uomo dal viso nascosto; - Non la senti come ti chiama? Non sai servire il tuo Master~?
Non rispose.
- Quanta maleducazione...
La fanciulla accennò un ghigno e alzò lo sguardo verso di lui. Rimase a guardarlo per qualche istante sfuggente prima d'attaccare nuovamente.
Stavolta tuttavia fu qualcosa di diverso. La sua velocità pareva aumentata a dismisura, tanto che Caster non riuscì a mettersi in guardia in tempo.
Il suo ventaglio si ricoprì di fiamme e, data la sua resistenza ed affilatezza, sarebbe stata capace di ferirlo mortalmente se avesse colpito il punto a cui stava puntando, in pieno petto.
Invece dovette fermarsi. Si ritrovò circondata, come intrappolata, da una strana energia magica.
Non proveniva da Caster, era un mana² totalmente differente.
Ironicamente, all'apparenza non pareva qualcosa di pericoloso. La magia aveva una forma come quella di uno spartito musicale e di qualche nota fluttuante, ma nonostante la sua apparenza non poteva essere attraversata.
- Perdonatemi se vi interrompo!
Parlò una quarta persona dal tono allegro, una voce maschile. Non si vedeva, era nascosto dal fumo.
Tutti rimasero stupiti, non capivano ciò che stava succedendo, e nonostante la magia avesse avvolto solo la nemica anche Caster e Ayaka si misero sulla difensiva.
Il fumo pian piano spariva grazie a quello strano incantesimo, così come le fiamme, da permettere così ad Ayaka di rimuovere il panno che copriva la bocca ed il naso.
Da quel flusso di mana si crearono delle armature fluttuanti, senza gambe, che impugnavano dei violini. Erano simili in apparenza ai manichini evocato dal famiglio della più piccola degli Aise, le uniche due eccezioni erano su ciò che impugnavano e il loro colore, bianco nel loro caso.
- Preparati ad ascoltare il suono d'un Demone!
Caster, che fino a prima era spaesato proprio come le altre due, a sentire nuovamente la sua voce capì immediatamente chi era. Come poteva dimenticare la sua voce?
Lui era...


¹famiglio : altro nome per chiamare un Servant
²Mana : Un altro modo per chiamare la magia

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