Cap. 8: Confronto

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Gli sguardi dei due parlavano più di mille parole. Quando quello di Ayaka Aise ogni tanto, forse perché annoiato dal resto degli stimoli, cadeva sul volto di Salieri, subito tornava a scrutarsi altrove, senza però trovare niente di davvero interessante. Tutt'il contrario facevano gli occhi di Caster: era già un miracolo se si chiudevano ogni tanto.

Ayaka cercava imperterrita un punto fisso da scrutare. L'albero che precedentemente aveva scelto stava diventando noioso: ogni dettaglio era già stato memorizzato, non aveva più segreti ed ogni aspetto stava perdendo importanza.
Distolse l'attenzione cercando disperatamente e, nel farlo, notò solo ora il volto scoperto del suo Servant e d'istinto spalancò gli occhi, stupita. Mai lo avrebbe immaginato così… così affascinante.

Banalmente si aspettava gli occhi rosso scuro, l'aveva immaginato dalla forte predominanza di quel pigmento lungo tutta l'armatura, dal casco fino ai piedi.
I capelli però la stupirono: erano di un bigio così chiaro da battersi per la nomina di bianchi e gli cadevano fino a poco oltre l'orecchio. Quelli davanti invece erano più corti, diventando piccoli ciuffi che accompagnavano il volto signorile, d'uomo elegante.
Il viso era un campo libero: nessuna ruga, nessun pelo, affermava a pieni polmoni la sua cura nell'aspetto che doveva apparire come quello di un uomo rigido e d'alto status, e non di certo uno qualunque. Dalla copertina desiderava apparire d'alta classe.
Nonostante i suoi ultimi atteggiamenti aggressivi, il suo tono delicato quanto espressivo rispecchiava l'aspetto del musicista.

Era così tanto presa dal scrutarlo che dimenticò totalmente lo sguardo da stupida che aveva adottato, come quello di una bimba che da poco aveva scoperto una bella notizia. Quando se ne accorse diventò rossa in viso e scosse velocemente il capo per far svanire il rossore e quell'ebete espressione.
Fu abbastanza da attirare, solo per qualche istante, l'attenzione di Salieri, ma non bastò a tenere i rossi poggiati sulla Master. Dopo poco tornò a guardare davanti a sé, contemplando il nulla.

Imbarazzante, il silenzio continuò ancora finché la neodiciottenne scelse di infrangerlo.

« Grazie per prima… per avermi salvata. » mormorò.

« Non ringraziarmi. » rispose brevemente lui, senza lasciar trasparire alcun tipo di emozione.

« Devo. Se non fosse stato per te sarei morta. »

« Eri un ostacolo per l'eliminazione del mio obiettivo. Ti ho salvata per salvare me stesso. »

Mentì, ma era necessario. Non le avrebbe mai detto della sua insicurezza sul motivo che l'aveva spinto a farlo. Non gli piaceva dire qualcosa di confuso, da lui dovevano uscire solo certezze.

Ayaka non si offese. Fece solo un sospiro, poi accennò un piccolo sorriso.

« Non mi importano le motivazioni. Siamo Master e Servant, non mi aspetto che tu lo faccia per amicizia. »

« È un bene. »

E ripiombò il silenzio per un altro po'. Un tentativo del tutto vano.
Riprovò:

« Alla fine l'ho scoperto il tuo nome, anche se avrei preferito che ci fossero state circostanze diverse… Due nostri nemici, ora, lo conoscono come me. »

« Non sarà un problema, Master. Quell'uomo lo avrebbe saputo ugualmente. »

« Ma ora ne è a conoscenza anche Berserker. Ho il presentimento che tornerà presto. L'hai vista, non è per nulla debole, e sembra avercela con me per qualcosa. »
La disse con un po' di fastidio quest'ultima parte. L'averlo scoperto sulla propria pelle non le era piaciuta come prospettiva, ed anche il solo pensiero di esser stata messa per un attimo all'angolo mentre stava per rischiare la vita le scatenava un brivido che non sapeva bene come interpretare. L'opzione più possibile era… terrore.
Caster se ne accorse. Non stava guardando dritto verso il suo viso, ma con la coda dell'occhio riuscì a catturare la sua paura.
Nonostante ciò, la Master riuscì a farsi coraggio e riprese a parlare.

« Ma almeno conosciamo il nome di quel Servant. Non credevo che Mozart potesse essere evocabile. Mio padre diceva che sarebbero stati evocati soltanto eroi, non pensavo fossero compresi anche i musicisti. »

« Qualsiasi umano può diventare un servo. » le spiegò Salieri, « Basta che il suo nome sia ricordato, in un modo o in un altro. E più questo è conosciuto più il Servant sarà forte. Amadeus Wolfgang Mozart… » prese qualche secondo prima di concludere la frase, anche solo pronunciare il suo nome lo irritava. « …è di certo conosciuto in quest'epoca, per questo il Santo Graal ha dato lui la possibilità di incarnarsi in un corpo materiale. »

Ayaka Aise ascoltò la sua spiegazione e, sebbene fosse curiosa, la sua reazione lasciò soltanto recepire imbarazzo: come poteva non sapere determinate informazioni? Aveva studiato per anni, eppure la pratica pareva così diversa dalla teoria. Stavolta più di tutte.
Fece un piccolo sospiro ed alla fine scelse di spostare l'attenzione sulla parte divertente della questione.

« Beh… Però è strano vedere un musicista combattere, non trovi? »

« Possiamo definirlo così. »

« Antonio Salieri… » rifletté ad alta voce la neodiciottenne, attirando istintivamente l'attenzione del diretto interessato: « Conosco il tuo nome. Romanne ama la storia della musica, saprebbe nominare un musicista per ogni Nazione. Ho sentito il tuo nome da lei. »

Rimase stupito. Ciò che meno s'aspettava era che il nome " Salieri " fosse ricordato fino a quest'epoca. Gli procurò un sorriso, che tuttavia si spense sul suo volto non appena Ayaka disse come era ricordato.

« Hai avvelenato Mozart, non è così? »

Nel silenzio causato dall'aspettar risposta si poté sentire una risata sussurrata, cantata a bocca chiusa. Era bassa e composta come quella d'un uomo elegante. Così lineare da apparire sinistra. Era Salieri quello a ridere, il timbro coincideva con il suo normale tono, ed Ayaka non capiva cosa avesse così tanto da ridere.
Concluse con una nota leggermente più alta. Di ridere non ne aveva più voglia, ma il divertimento non era svanito, aveva solo assunto la forma di un ghigno.
Si alzò in piedi per sgranchirsi le gambe e non distolse lo sguardo dal cielo, come se le sue parole fossero riferite a questo.

« La tua ingenuità mi diverte, Master. Certamente la voce che tu conosci è la più diffusa, quella d'un mostro capace di deludere anche il Signore con un gesto tanto ignobile solo per invidia. Da parte mia l'ammiro. È una storia così romanzesca che attirerebbe la curiosità di chiunque. »

« Perciò è una falsità? »

Gli scappò un accenno di risata, che tuttavia riuscì a contenere in quel ghigno.

« La realtà è spesso deludente. »

Il vento si mostrò più violento e con una folata riuscì a smuovere i suoi grigi capelli così come i verdi di Ayaka. Fischiava nelle orecchie dei due, possente, solo per voler far sentire la sua presenza e la sua predominanza. Riuscì a far muovere la ragazza che, per ripararsi dal fastidioso rumore, dovette coprirsi un orecchio con il palmo della destra. L'altro, però, lo lasciò scoperto e non importava quando la brezza si facesse pesante perché l'avrebbe ugualmente tenuto scoperto. Non voleva perdersi nemmeno una parola da lui, il quale ora le sembrava stesse parlando per indovinelli.

« Dimmi, Master. Il Servant che immaginavi di evocare era un eroe, non è così? »

Gli annuì come risposta e lui sospirò. Si aspettava già quella risposta da parte sua.

« Tuttavia questo non è un romanzo. Gli spiriti convocati dal Santo Graal non sono tutti dal cuore gentile. Esistono re, eroi ed avventurieri, così come assassini, distruttori, dannati… e tanti altri. Ma di spiriti buoni e di cattivi non esistono. Ci sono solo strumenti nelle mani di maghi di quest'epoca usati come armi. In questo massacro anche il più puro è solo un mostro che uccide per avidità. »

Lei rimase in silenzio, con lo sguardo rivolto verso l'uomo.
Concordava, era certa di questo, eppure non sapeva come rispondergli e l'ultima delle opzioni era quella di rimanere zitta per far tornare quel clima d'imbarazzo che tanto detestava.
" Hai ragione " suonava come se fosse detto giusto per concludere il discorso, e sarebbe stato peggio di rimanere a bocca chiusa. Non era brava nelle riflessioni, né tanto meno con le massime.
Sperava soltanto che potesse succedere qualcosa in modo tale da spostare l'attenzione su questo e non ritornare sull'argomento nuovamente impreparata.

E, forse ironicamente, il suo desiderio s'avverò...

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