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A riunione terminata, i convocati si sparpargliarono per l'hotel o rientrarono a casa. Lilith, Azazel e Lucifero si erano trattenuti a uno dei tavoli esterni, discutendo ancora di alcuni aspetti tecnici per la chiusura. La tentatrice si sventolava con un grosso ventaglio, protestando di quanto facesse "fottutamente caldo" su quel pianeta. Azazel per lo stesso motivo era senza il solito gilet d'ordinanza e sorseggiava un cocktail ghiacciato. Lucifero si era limitato a sbottonare un paio di bottoni della camicia e fumava osservando i pochi ospiti ancora svegli che bighellonavano attorno alla zona bar.

"Ma allora si chiude per davvero?" mormorò il messaggero "Fine di questa avventura?".

"Aspetto altre proposte" rispose Lucifero "Basterebbe trovare qualcuno con le palle per gestire la struttura. E la voglia di farlo, ovviamente. Ma non ne vale la pena, se non si ottengono anime".

"No, infatti" annuì Lilith "Meglio utilizzare i nostri poteri per altro".

La zona esterna era sempre accompagnata da un piacevole sfondo musicale che il proprietario ascoltava distrattamente, quando di colpo cambiò e una canzone recitò "Potente serpente dai molti nomi, colui che non può mai essere rinchiuso o catturato, in cerca della tua libertà con ali da drago, preparati alla guerra finale".

"Eh?!" esclamò Lucifero, muovendo la testa di colpo.

"Che c'è?" sorrise Lilith "Non sai come usare i tuoi poteri?".

"No... le parole della canzone. È strana".

"È sempre la stessa nenia lagnosa che piace ai mortali. Cos'ha di strano?".

"Niente... Sono io col solito cervello incasinato. Azazel, vorrei che controllasti fino a quando abbiamo gli alberghi tutti prenotati, così da organizzare la data adatta per la chiusura".

"Controllo subito. Ma comunque sentire le voce non è molto normale. Dovreste parlarne con Raphael".

"Fatti i cazzi tuoi".

Azazel usò il proprio portatile e controllò le date, trovando prenotazioni per diversi mesi, molte delle quali di clienti abituali.

"Cancellane il più possibile" ordinò il proprietario "Non intendo portare avanti questo gioco ancora per anni!".

"Domani mattina provvederò. Ma col tutto esaurito...".

"Parlo delle prenotazioni fra mesi e mesi, finché l'hotel è totalmente pieno lasciamolo pure funzionare".

Azazel annuì.

"Ma sei convinto?" domandò Lilith "Questo è l'Amartìa! Te ne sei innamorato quando lo hai visto! Qui sono successe tante di quelle cose... vorresti lasciarlo andare in rovina? Lo hai reso così bello...".

"Veramente è rimasto come lo voleva Sophia. Al tempo non avevo il potere di creazione adatto a far tutto per conto mio. E Sophia è una di quelle cose a cui preferirei non pensare più".

"Anche ad Ahriman non vuoi pensare più?".

"Esatto".

Lo sguardo di Lucifero incrociò quello di Lilith e brillò qualche istante, come ad indicare che non ammetteva repliche.

"Rimanendo a tema di figli..." tentò di cambiare argomento Azazel "Ho saputo la... novità".

"Quale? Mia figlia che si scopa la figlia di Belzebù? L'altra mia figlia perseguitata dai pretendenti con il fidanzato depresso perchè plebeo? Il mio primo figlio maschio che vuole buttare l'insignificante esistenza mortale in un monolocale di merda? O forse parli del figlio che viene a cena portandosi dietro delle anime svolazzanti attorno alla testa?".

"Oh... alcune cose non le sapevo ma no, non parlavo di questo. Parlavo del... progetto di Lailah e Gabriel".

"Non so nulla a riguardo. Di che si tratta?".

"Non credo sia compito mio parlarvene, se al momento non sapete nulla...".

"Perché? È forse un segreto di stato? Parla, Azazel".

"Ma su" si intromise Lilith "Lo saprai che tua moglie si è proposta di avere un figlio per Gabriel e il suo amico tritone".

"No, non lo so" sbottò Lucifero "Piantatela di trattarmi come fossi uno che legge nel pensiero!".

"È una cosa... carina. La decisione di Lailah intendo. Spero non ti indispettisca. Davo per scontato che lo sapessi".

"Lei è nata per avere figli" riflettè il demone, fissando la sigaretta e giocherellandoci con le dita "Adora avere neonati in braccio e dare la vita. E Gabriel è perfetto con i bambini. Ottima pensata".

"Ma perché cazzo se tua moglie vuole dei figli, tanti figli, tu non ti dai una mossa?! Sai come si fa!".

"Sapete sempre tutto. Sono certo che saprete anche questo" sbottò di colpo Lucifero, alzandosi dal tavolo "Sparlatene tra di voi!".

"Ma dai. Non sarai mica offeso? Torna qui!".

Azazel rimase in silenzio, sospirando. Forse era ora di andare in pensiero e non doversi più preoccupare di quel lato della famiglia...

Espero pensò fosse una cosa necessaria avvisare Ahriman della decisione di chiudere l'hotel. Non aveva considerato l'ora tarda e apparve nell'appartamento mentre dormiva, svegliandolo di colpo e spaventandolo.

"Non avere paura" lo derise, mostrando le ali e assumendo una posizione da annunciazione celeste.

"Fanculo" sbottò Ahriman.

"Papà ha deciso di chiudere. Gli hotel restano aperti il tempo di smaltire le prenotazioni. Poi si chiude".

"E non potevi dimerlo domani mattina?!".

"Sì, in effetti. Ma io sono stronzo...".

"Ok. Bene. Ora vattene. Torno a dormire. Io domani lavoro, non cazzeggio come te!".

"Cazzeggio?! Io sono la Sapienza! Col cazzo che cazzeggio!".

"Come vuoi tu...".

"Potresti passare. Alla serata finale, quando chiude tutto. O anche prima. Sarà divertente".

"Ci penserò...".

"Non puoi mica vivere nella paura per tutta la vita. La vita merita di essere vissuta".

"Hai finito con i consigli esistenziali, principino? Levati dai coglioni e vai a viverla tu la tua vita, senza pensare alla mia!".

"Ma sei mio fratello!".

"Fratellastro. E ne hai molti altri a cui andare a scassare le palle. Migra! Smamma!".

"Come vuoi. Potresti essere padrone di un impero, di una catena di hotel rinomata e famosa in tutto il mondo, per accontentare quelli come te. Potresti farlo, togliendo tentazioni e sovrannaturale. Ma hai paura. E allora resta dove sei!".

"Che ne sai tu della paura? Fatti gli affari tuoi".

"Che ne so io?!".

Espero guardò il fratello, rattristandosi leggermente.

"Fratello... ho visto mia madre uccidersi davanti a me! Ero un bambino. E pochi istanti dopo mi sono ritrovato come sono ora, con mansioni e poteri che non sapevo assolutamente come gestire. Secondo te non ho avuto paura?".

"Io...".

"Ero terrorizzato. Ma ho accettato il mio destino e la mia storia. E la mia vita. Dovresti fare lo stesso, tu dopotutto affronti le conseguenze delle tue scelte".

Ahriman distolse lo sguardo, non sapendo che dire. Espero si congedò in silenzio e la stanza piombò di nuovo nel buio.

Lailah rideva sulla spiaggia, guardando le tre gemelle che inseguivano Gabriel.

"È ora di rientrare adesso" le richiamò "Papà ci aspetterà a casa".

Le bambine protestarono vivacemente e l'Arcangelo li accompagnò dalla madre.

"Allora... si chiuse?" domandò Gabriel "Presto questo posto non sarà più a disposizione di quelli come noi?".

"Già..." annuì Lailah "Ma ho proposto un'alternativa. Vediamo se va in porto".

"E per quanto riguarda quell'altro progetto? Ne hai parlato?".

"Non cambio idea, Gabriel. Avrò un figlio per voi, con te o con chi volete, e lo cresceremo assieme. Sarà bello. Non vedo l'ora. Io e Lucifero avevamo già accennato a questo, al fatto che potrei fare figli con qualcun'altro per accontentare il mio desiderio di maternità. Certo... senza ancora fare nomi precisi...".

"Con calma. Siamo eterni, giusto?".

"È che non so come entrare in argomento, sinceramente. Credo che cerchi solo stabilità per un po'. Troppe cose successe in troppo poco tempo, troppo poco tempo per elaborare. Forse non è il momento...".

"Lo saprai tu quando sarà. Il mondo non finirà domani, tranquilla!".

Lailah sorrise, accompagnando le bambine a casa. Si stupì di trovarla tutta buia ma immaginò che il marito si fosse trattenuto per parlare di lavoro all'Amartìa. Portò le bambine a dormire, controllò che anche il figlio di Magdalena dormisse e poi tornò in salotto, appoggiandosi con la mano sul dorso del divano e sorridendo. Dalle finestre si vedeva il riflesso del cielo stellato sul lago ed era uno spettacolo di cui non si stancava mai. Si mosse per prendere un libro dalla vicina libreria quando la voce del marito la fece sobbalzare.

"Ti scopi Gabriel?" si sentì chiedere.

"Cazzo! Mi hai spaventato!" esclamò lei "Da quando sei qui?!".

"Da prima di te...".

"Sei... spento. Nel buio non ti ho visto".

"Non sono una lampadina!".

Gli occhi di Lucifero brillavano nel buio e Lailah lo vide steso su quello stesso divano dove aveva poggiato le mani, a piedi scalzi e camicia mezza sbottonata. Un libro aperto poggiato sul petto e le gambe accavallate.

"Non mi scopo Gabriel" parlò Lailah, con calma "Ma ammetto di progettare di farlo. Sempre se a te sta bene".

"Che a me stia bene o meno non conta un cazzo".

"E allora...?".

"Allora avrei voluto saperlo da te, non da altri. Che tu voglia avere figli con altri, lo trovo normale. Sei la protettrice dei bambini, è il tuo potere, adori essere madre di piccoli cosini adorabili. Devi inseguire la tua felicità".

"Anch'io avrei voluto sapere da te tante cose. Come ad esempio che tu e Astaroth avete un figlio. O che tu e Lilith avete deciso di avere un bambino dopo che a me avevi detto di non volerne altri".

"Non abbiamo deciso proprio un cazzo. Ha fatto tutto da sola...".

"Fa lo stesso...".

"Per quanto riguarda il figlio mio e di Astaroth, avrei voluto dirtelo io appeno l'ho scoperto ma la lingua di Astaroth è stata più veloce e lo hai saputo così. Tu perché non mi hai svelato questo progetto con Gabriel?".

"È un bambino, non un progetto! E ci stiamo ancora pensando. Non volevo parlarti di cose che poi magari non andavano in porto. Hai già abbastanza casino per la testa".

Lucifero ridacchiò, con uno strano gigno.

"Pensavi forse che avrei avuto da ridire? Andiamo... sarei uno stronzo a farti la morale!".

"Tu... sei complicato".

"No, non è vero".

"Sì, lo sei...".

"Non vedo l'ora di vedere Gabriel Junior. Sono proprio curioso".

Invitò la moglie a stendersi accanto a lui.

"Davvero non ti crea problemi? Michael chiedeva che ci siamo sposati a fare se poi scopiamo con tutti".

"Ma allora lo sapevano tutti tranne me?".

"Quasi...".

"Michael deve solo stare zitto. Sapesse quante volte mi son scopato Carmilla dopo che si son sposati loro due...".

"Immagino...".

"Siamo demoni...".

"Mi sta bene. Puoi però farmi una promessa? Se scopri altri tuoi figli, me lo puoi dire di persona appena possibile?".

"Imbavaglierò gli impiccioni per te".

"E... un giorno... io e te avremo un altro bambino? Un bambino nostro, mio e tuo...".

"Lailah... devo ancora riprendermi dal tuo ultimo parto e relativa attesa. Ti rendi conto che hai rischiato molto? Il mio potere ti ha messa in pericolo. Pericolo che non correrai con Gabriel, perché di livello molto inferiore al mio".

"Ho superato io la cosa, che ho rischiato la vita, la supererai anche tu!".

"Quando avverrà, te lo dirò".

"Ok...".

"E poi quella brava con i bambini sei tu, non io".

"Sei un bravo papà e i tuoi figli sono meravigliosi".

"Sono indubbiamente meravigliosi. Ma ammetterai anche piuttosto problematici...".

"A volte...".

Lailah rise e Lucifero la baciò sulla fronte. Lei si poggiò sul petto del marito e socchiuse gli occhi. Lui invece sospirò, guardando il soffitto. Alcune frasi udite poche ore prima lo tormentavano ma non aveva alcuna intenzione di parlarne.

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